
La casa che abitiamo è un bene "immobile" che dice chi siamo. È un confine aperto o chiuso, è uno spazio che si riempie e si svuota, evolve e si trasforma nel tempo insieme alla nostra famiglia. La casa è un progetto di vita: può essere stata trasmessa dai nonni e dai genitori come bene di famiglia, oppure comprata coi risparmi faticosamente accumulati negli anni. La casa dice qualcosa del futuro: può essere uno spazio in cui si spera di invecchiare o un alloggio provvisorio in attesa di nuove occasioni. La casa racconta dell'impegno giornaliero di ciascun componente nella cura e nella manutenzione degli spazi, nella dedizione e nell'impegno di crescere i figli. La casa è un diritto riconosciuto universalmente, ma di difficile realizzazione. Con questo Cisf Family Report 2024 abbiamo provato a immaginare quali case e quali approcci di pianificazione urbana possono essere la soluzione alla domanda di casa (e di serena convivenza, e di benessere, e di futuro) che viviamo in Italia e che sempre più interpellerà i tecnici e gli amministratori di domani, in considerazione delle emergenze demografiche e climatiche che stiamo affrontando.
Gli inediti Quaderni di lavoro di Alba de Céspedes custoditi presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori di Milano rappresentano l'opus magnum dell'intero impegno intelluttale della scrittrice, unico luogo di convergenza delle sue considerazioni e riflessioni di tipo teorico, metodologico e metaletterario. Pensati come locus ove risolvere le difficoltà di costruzione del romanzo Con gran amor, i Quaderni sono centrali anche per la ridefinizione dell'iter intellettuale della scrittrice poiché illuminano l'intera sua produzione letteraria.
La loro esegesi spiega inoltre le ragioni dell'incompiutezza del romanzo cubano e al contempo individua un sistema metodologico e teorico che ridefinisce la posizione di de Céspedes nel panorama culturale italiano del Novecento, modificando le possibili forme di canonizzazione della sua produzione e della sua intellettualità. Gli esiti della ricerca scientifica condotta e le conclusion alle quali perviene contribuiscono così a modificare il profilo di de Céspedes, superando ricezioni del passato talvolta banalizzanti e ricollocandola al centro di una rete intellettuale di cui fu protagonista attiva e consapevole.
Andare dietro le sbarre: vi si trova una povertà umana e sociale che difficilmente riusciamo a digerire, ma essa è l'altro lato della nostra società. In questo volume, le voci di uomini e donne che vivono l'esperienza del carcere di San Vittore come condannati o come operatori si riflettono nelle fotografie in bianco e nero che ne ripresentano l'ambiente, nei suoi diversi volti oggetti e luoghi. Le immagini sono accompagnate dai testi di Rossana Ruggiero, dalla presentazione del cardinale Matteo M. Zuppi e da una postfazione conclusiva di Filippo Giordano, nominato Segretario per l'inclusione dei detenuti al CNEL. La luce delle fotografie, magistralmente catturata da Matteo Pernaselci, apre uno squarcio di speranza nel buio di tanti vissuti.
I nostri antenati amavano e desideravano come noi? Sono davvero magnifiche e progressive le sorti dei contemporanei nella sfera più intima? È possibile educare all'amore del bene e del vero, per aprirsi alla fiducia e alla speranza, mentre si sgretola il tessuto della vita sociale? Sono alcuni degli interrogativi affrontati in un decalogo di saggi sui molteplici e camaleontici volti della passione: dalle attrazioni fatali ai legami morbosi, dal qualunquismo erotico al sesso mercenario, dall'immaturità affettiva alla violenza di genere. Istantanee dei migliori e peggiori profili dei sensi e dei sentimenti, talora brutali e criminali, eppure vagheggiati e romanzati nel nome di forti emozioni e debolezze comportamentali. Procedendo per narrazioni l'indagine spazia dal passato remoto al presente e quasi futuro, grazie a richiami letterari e artistici, in compagnia di autori antichi e moderni intrecciati un unico arazzo culturale. Dieci approfondimenti critici delle mitologie amorose e sessuali, per incoraggiare consapevolezza e qualità delle relazioni, mediando tra le parti senza rinunciare a una presa di posizione.
La partecipazione "soffre le doglie del parto", ma nonostante tutte le difficoltà, tende a riapparire in forme nuove e inedite. Consola il fatto che per attecchire non ha bisogno di grandi eventi, ma di ordinaria semplicità. Riprende vita nelle pieghe del quotidiano. Rinasce grazie all'intuizione o alla tenacia di persone che credono nella comunità. Il lavoro è compimento continuo ed è il modo abituale con cui ciascuno partecipa alla vita sociale. Pensare alla partecipazione come alla fioritura dell'umano consente di umanizzare i processi e i percorsi comunitari.
Inaudita e ingannevole è la presenza di Dioniso, il nemico dei tessitori, il dio che scioglie e dissolve, «la cui manifestazione trascina gli umani alla pazzia». Attraverso pagine dense e affascinanti, Otto ci conduce alla scoperta di un dio straordinario, e, come già Nietzsche prima di lui, si fa esegeta della complessità dionisiaca per cristallizzare quell'irriducibile singolarità che è stata la forma greca del divino. Da semplice opposto della ragione, l'irrazionale assume nella lettura di Otto l'aspetto di Dioniso stesso, in cui la contraddizione è duplicità sensibile e piena di senso. E in quella che emerge come tesi portante, fra le più sorprendenti, del libro, Dioniso si rivela un dio genuinamente greco - non proveniente dall'Asia Minore come spesso ipotizzato -, dunque piena espressione di quel «divino grecamente sperimentato» che, secondo Otto, rappresenta «un'eccezione nella storia dell'umanità».
Questo tempo globalizzato ci appare complesso, frammentato e povero di gratuità. La cultura dello scarto, le guerre protratte e dimenticate, il gioco cinico della geopolitica, le gravi condizioni in cui versa la nostra casa comune ci interpellano e ci riguardano. L'idea individualistica che l'uomo è un'isola e costruisce il suo io in modo indipendente è un abbaglio, perché la persona umana è parte di una comunità sociale e politica, pur conservando la propria unicità spirituale. Questo libro, nato dall'esperienza in campo umanitario e formativo dell'autrice, è come un "manuale di formazione" per chi opera nel campo della "cura", in tutte le sue accezioni, e al tempo stesso una riflessione e un appello alla società nel suo insieme.
Al suo inizio e fino alla sua "esplosione", il mondo di internet ha promesso di dare un volto nuovo all'intera umanità: al suo modo di comunicare, di presentarsi al mondo, di informarsi e farsi conoscere, ma anche al suo modo di decidere, di investire, di governare. Oggi assistiamo a una fase di profonda crisi di tutto questo: la moderna "torre di Babele" un mondo unito in cui tutti parlano la stessa lingua e si sentono allo stesso titolo cittadini sta per crollare, per generare una probabile nuova dispersione dei linguaggi e delle esperienze. Gli scricchiolii del grande edificio sono diversi: non riusciamo più a stare in rete con i nostri corpi e le nostre voci, non sappiamo più chi siamo e cosa pensiamo, non possiamo fidarci di nulla, né compiere un passo verso un nuovo progresso, di cui abbiamo smarrito ogni mappa. Il crollo è inevitabile. Cosa ci attende all'indomani del clamoroso evento? Un mondo connesso, ma forse non più così dipendente, che non conosciamo ancora.
L'Africa Nera è una vera propria enciclopedia di avvistamenti UFO, di enigmatiche presenze, di strani eventi perlopiù riportati ai media dalla popolazione bianca stanziale, coloni e stranieri rimasti nel Continente Nero dopo l'emancipazione dei vari stati da Francia, Gran Bretagna Portogallo. Ma ci sono anche testimonianze, raccontate a mezza bocca, dai neri. E sono identiche a quelle bianchi. E questo è straordinariamente interessante, perché, a dispetto di qualsiasi possible differenza culturale, tutti in cielo vedono le stesse cose: ciò che chiamiamo UFO ed extraterrestri.
Sono più di 900 le lettere tra Giorgio La Pira ed Amintore Fanfani conservate presso la Fondazione La Pira. Ne vengono qui pubblicate 394, oltre a 48 appunti di La Pira ad esse collegati. Accuratamente trascritte e annotate da Federico Perini, permettono di ripercorrere, per la prima volta in modo completo, le vicende di uno dei sodalizi più significativi nella storia politica dell'Italia repubblicana, durato più di trent'anni e fondato su una amicizia sincera quanto travagliata. Il carteggio offre uno spaccato senza filtri su molte importanti questioni di politica fiorentina, italiana ed internazionale. Per La Pira «il problema storico e politico fondamentale per un cristiano è prendere coscienza del 'tempo storico' in cui si trova», leggendo i «segni dei tempi». Le vicende della Guerra fredda, della decolonizzazione, del Medio Oriente, dell'Africa, del Vietnam, dell'America Latina, del processo di integrazione europea e della politica italiana
Il messaggio positivo che il libro di Massimo Bettetini intende comunicare è che un'educazione all'immagine è possibile. Tale educazione non può comporsi di algide indicazioni; è chiamata a incarnarsi nella famiglia. Perfettamente consapevole della complessità dell'oggi e dell'emergenza educativa in cui versiamo, l'autore ci conduce con speranza e ironia verso una visione da cui emergono suggerimenti concreti per muoversi nella giungla del web senza rinunciare a essere persone, composte di anima, psiche e corpo.
Stavolta smetto. Quante volte lo abbiamo pensato? Eppure quella specie di tavoletta fonte perennemente aperta di contenuti ci tiene lì, attaccati. A suon di reel, post, like che bombardano il nostro cervello già alle prese con le fatiche della vita. Ma quale vita? Quella reale o quella virtuale? Questo non è il solito libro di analisi, quella è già stata fatta, e non serve un esperto, basta osservare la realtà. Questo testo spiega come - con tanto di esercizi pratici - evitare che vostro figlio, o nipote o chiunque attorno a voi, finisca nella stessa spirale. E il primo passo per uscire dalla dipendenza del terzo millennio lo dobbiamo fare proprio noi adulti. La buona notizia è che c'è speranza, per tutti. Non è mai troppo tardi per invertire la rotta.

