
Nel volume gli autori spiegano le ragioni, essenzialmente legate allo sviluppo dello Stato sociale, che sono all'origine della crescita del potere giudiziario nelle democrazie contemporanee. Mettono poi a confronto la situazione dell'Italia con quella di altri paesi, sia di "common law" (come USA e Gran Bretagna) sia di "civil law" (come Francia e Germania), individuando tendenze comuni e specificità nazionali. Formulano infine alcune proposte per l'Italia, tese a ripristinare una situazione più equilibrata, che riguardano il reclutamento e la formazione dei magistrati, il rapporto tra magistratura inquirente (i pubblici ministeri) e magistratura giudicante (i giudici veri e propri) la composizione e il funzionamento del CSM.
Gli scritti raccolti in questo volume sono dedicati al concetto di archetipo e di inconscio collettivo, che si possono considerare il nucleo centrale della concezione junghiana della realtà psichica, e sono fra gli aspetti più noti anche al pubblico generale dell'intera opera di Jung.
Il saggio "Aion" è del 1951 e insieme a "Gli archetipi e l'inconscio collettivo", propone le caratteristiche che formano il fascino dell'opera di Jung, un complesso intreccio di esperienza psicoanalitica e di vastissime conoscenze scientifiche e umanistiche.
In una serie di saggi, uno dei maestri del pensiero politico contemporaneo si interroga sulle radici profonde delle sue sconfitte di fronte ai problemi della modernità. Una sconfitta che può essere indagata e forse parzialmente rimediata proprio risalendo alle potenzialità ancora nascoste nelle ombre del passato, tra Atene, Gerusalemme e l'Islam. La chiave del problema Occidente, scrive Strauss, è ancora custodita nello scrigno d'Oriente.
"Questo libro che in italiano prende il titolo dal problema dell'inconscio, costituisce in tutti i sensi la più efficace e piena introduzione per la lettura di Jung e il testo che meglio ne indica l'evoluzione del pensiero. I primi capitoli, forse i più interessanti e i più validi, dimostrano come la maggiore aderenza ai temi della psicologia venga espressa in primo luogo da un linguaggio cauto, spesso dubitativo, estremamente critico e problematico nei confronti delle sue stesse asserzioni. Gli ultimi saggi contenuti in questo volume indicano invece la via per speculazioni più ardite, pur senza staccarsi completamente da una terminologia psicologica" (dalla Prefazione di Giovanni Jervis).
Bobbio si sofferma sulla vecchiaia che è diventata un grande e irrisolto problema sociale, non solo perché è aumentato il numero dei vecchi, ma anche perché è aumentato il numero degli anni che si vivono da vecchi. "Chi vive in mezzo ai vecchi, dice, sa per quanti di loro la tarda età è diventata, anche grazie ai progressi della medicina, che spesso non tanto ti fa vivere quanti ti impedisce di morire, puramente una lunga e sospirata attesa della morte".
Che cos'è la vita? Dove risiede la forma e l'organizzazione del vivente? Come si spiega la diversità fisica tra gli individui? Perché esistono geni dannosi e come procurano le malattie ereditarie? Come si spiegano l'invecchiamento e la morte? Cosa sono la mente e la coscienza? L'autore propone in questo libro, che ha come temi fondamentali la natura della materia vivente e del processo evolutivo, una risposta a queste domande, anche affrontando aspetti applicativi della ricerca, come la diagnosi molecolare, la clonazione, la terapia genetica, il Progetto Genoma, la bioetica.

