
Il libro si propone di entrare nello spazio di un "luogo comune". Dopo la dichiarazione del Presidente della Repubblica, infatti, i termini di par condicio sono diventati occasione per ogni tipo di sproposito ed equivoco. Nel concetto articolato di par condicio sta invece racchiusa un'idea fondamentale della democrazia, quella che, garantendo i meno potenti, mantiene il regime in uno stato di accettabilità, sia pure da sottoporre continuamente a verifica. Il termine tuttavia, non è solo una parola d'ordine; esso implica, al contrario, tutta una serie di regole e di comportamenti che il libro aiuta a capire, non solo per l'immediato, ma anche per il futuro della vita politica nazionale.
Se la pratica e la teoria del socialismo sono oggi messi in crisi dai fallimenti tragici, le sue idee, i partiti che ne furono espressione,i suoi riflessi sociali e morali hanno fatto parte della realtà dell'Italia e dell'Europa in modo non marginale per più di un secolo. Zangheri ha voluto studiare il socialismo oltre ogni restrizione di partito o dottrina, ricostruendo una storia in cui hanno ugualmente posto libertari e autoritari, massimalisti e riformisti, socialisti liberali e comunisti.
Dalle pagine di grande tensione morale sulla Grande Guerra al fascismo, dall'apparente dissoluzione dell'eredità della Resistenza alle battaglie politiche del dopoguerra, Foa non si limita a testimoniare una stagione passata. Ogni grande svolta del secolo viene analizzata e ricondotta a una umana possibilità di scelta, che in definitiva è la riaffermazione del senso alto e vero della politica dietro la scomparsa o il fallimento di tante singole politiche.
Al centro della sua riflessione l'autore mette un problema di cultura politica: l'evoluzione del vecchio partito è stata rapida, ma le linee di fondo di una ricerca non sono state ancora chiarite a sufficienza. In una parola: l'identità della sinistra non è diventata più nitida. Il cuore della sinistra resta quell'insieme di partiti e di movimenti che fanno capo storicamente all'eredità della tradizione comunista italiana. Al tempo stesso questa eredità si confronta e si intreccia con le esigenze e le prospettive di una più complessiva "rivoluzione democratica italiana". Di quale natura saranno i processi politici destinati a governare l'Italia oltre la fine del millennio lo decideranno vicende e destino di comprimari di diversa origine.
Una analisi della linea politica del PCI e poi del Pds, negli ultimi vent'anni: la crisi strategica di una sinistra chiamata a fare i conti con una complessa mutazione economica e sociale.
La vita, i libri, il lavoro, il Lager, l'ebraismo, Israele: Primo Levi si racconta in una serie di interviste e conversazioni con giornalisti, studenti, ricercatori. Il libro è diviso in quattro parti. La prima è dedicata alla vita (l'alpinismo, Torino, la musica, lo scrivere, il lavoro del chimico, la politica). La seconda ai libri che ha pubblicato (per ogni libro una intervista specifica). La terza alla letteratura (gli autori che più hanno contato per la sua formazione, la questione del leggere chiaro, il mestiero di scrittore). Infine la quarta comprende la politica israeliana dopo l'occupazione del Libano, il problema della diaspora e dello Stato di Israele, il sionismo, temi su cui Levi ha preso spesso posizioni nette.
Nel giugno-luglio del 1996, circa sei mesi dopo il primo viaggio in Serbia, Handke compie, con gli stessi compagni di allora, un secondo viaggio, spingendosi questa volta anche oltre la Drina in territorio bosniaco e raggiungendo Srebrenica, teatro di uno dei più spaventosi episodi della "pulizia etnica" perpetrata da Karadzic. Gli spunti polemici dell'autore sono rivolti in particolare contro la manipolazione della realtà da parte dei mezzi di comunicazione di massa. Handke cerca l'"altra realtà delle cose". Anche in questo libro prosegue inoltre il suo discorso poetico pur affrontando un tema all'apparenza lontano da quelli da lui trattati abitualmente.
Un uomo morto, la via del paradosso, la legge dello sforzo inverso. Duemila anni prima di Machiavelli, un militante filosofo afferma che la strategia è l'affare più importante dello Stato. Che l'inganno è il principio della tattica. Che l'apparenza di debolezza è la via della vittoria. Che il guerriero più forte è colui che è già in sé morto. Un trattato di arte militare cinese antichissimo, eppure così attuale. Un libro amato da grandi personaggi della storia, da Napoleone a Mao Tse-tung. Una voce dalla remota epoca delle "primavere e autunni" per moderni samurai.

