
Dalla straordinaria esperienza internazionale degli Autori un libro sulla transizione ecologica e socioeconomica, verso un mondo in cui le frontiere siano membrane di osmosi dove tutto attraversa e nulla è trattenuto.
Il mondo è alla ricerca di una terza via tra chi vuole un mondo diviso in centinaia di paesi, migliaia di popoli, centinaia di migliaia di città e cittadinanze diverse e divise, e chi, invece, vorrebbe usare la distinzione e la diversità per ridurre le distanze e diluire o eliminare le divisioni antagoniste. Dalla straordinaria esperienza internazionale degli Autori un libro sulla transizione ecologica e socioeconomica verso un mondo senza false frontiere, che dovrà fondarsi sulla fraternità della concittadinanza globale e dei diritti umani.
Se siamo tutti uguali e con gli stessi diritti, non possiamo più separare. Dobbiamo invece riparare i conflitti armati ed economici, imparare e preparare la rigenerazione di un genere umano felice.
Nel 1993, quando arrivò negli Stati Uniti, Alessio Fasano, giovane gastroenterologo pediatrico, era convinto di poter sviluppare un vaccino per il colera. I casi della vita, invece, lo portarono a percorrere un'altra strada: quella della celiachia e dei disturbi legati al glutine. Grazie al suo impegno e al suo instancabile lavoro di ricerca, con il suo team nel giro di pochi anni è stato in grado di aprire nuovi scenari per la diagnosi e il trattamento dei disturbi legati al glutine. In particolare per la celiachia, malattia autoimmune della quale fino agli anni '90 si sapeva assai poco: sembrava colpire una percentuale minima della popolazione e soprattutto pareva presente solo in alcune parti del mondo. La diagnosi, poi, richiedeva tempi lunghissimi, sempre ammesso che si arrivasse a una valutazione certa. Al professor Fasano si deve la fondazione del Center for Celiac Research, presso il Massachusetts General Hospital for Children, istituto che ha scritto e sta tuttora scrivendo la storia della celiachia e della sensibilità al glutine. È lì che con un gruppo di ricercatori appassionati e ostinati è riuscito a cambiare il modo in cui il mondo guarda a questa malattia, oggi riconosciuta come autoimmune, l'unica di cui si conosca il fattore scatenante. Passione e dedizione sono le prime caratteristiche di un buon medico, ma anche disponibilità ad ascoltare i pazienti e a seguirli nel percorso che li porta inevitabilmente a stravolgere la loro vita e le loro abitudini. E a gioire con loro quando tornano alla salute, perché il celiaco, ed è questa un'altra buona notizia, può condurre una vita del tutto normale. Questo libro nasce dal rapporto diretto del professor Fasano con i suoi pazienti, dei quali ha raccolto i dubbi, ascoltato le necessità, alleviato le urgenze e dato risposte alla domanda fondamentale: che cosa posso mangiare? Così "Senza glutine" offre consigli su come comportarsi per essere certi di fare le cose giuste per evitare insidiose contaminazioni alimentari, a scuola, al lavoro, al supermercato, in giro per il mondo, nella cucina di casa... E regala anche gustose ricette, tutte rigorosamente glutenfree - alcune provenienti dalla terra d'origine dell'autore, il Sud Italia -, capaci di non far rimpiangere gli alimenti del «prima».
Il crollo del Muro di Berlino nel novembre del 1989 fu al tempo percepito da alcuni come tragica fine di un'illusione, da altri come avvio di un processo di liberazione dei paesi dell'Est dal comunismo, che si sarebbe concluso nel dicembre 1991 con la dissoluzione dell'Unione Sovietica. A distanza di trent'anni è giunto il tempo di guardare a quanto accadde nell'89 nell'Europa dell'Est, considerandolo non come un evento epocale conchiuso ma come un processo, i cui antecedenti rimontano al 1956 polacco e ungherese e le cui conseguenze si prolungano fino a oggi negli equilibri politici di quei paesi e non solo. Il crollo del Muro ha assunto negli anni molteplici valenze simboliche: rivoluzione anti-utopica, emblema di una transizione non violenta alla democrazia, ma anche momento fondativo del mondo globalizzato. Jacques Rupnik esplora queste possibili letture e solleva la domanda sugli esiti di quel processo, che sembrava aprire a un mondo democratico senza confini, incarnato dall'Europa unita, e invece ha avuto quale esito nuovi confini, nuovi muri e diffuse chiusure nazionalistiche. Dai saggi raccolti in questo volume emerge la parabola dei tre processi che da quel fatidico '89 si sono innescati: dalla transizione democratica a sintomi evidenti di «stanchezza» della democrazia, con classi dirigenti logorate e cittadini disillusi; dalla trasformazione economica alla crisi del modello del libero mercato; dall'idea di una «democratizzazione attraverso l'europeizzazione» alla scoperta drammatica dei limiti geopolitici del potenziale di trasformazione della governance europea. L'Europa dell'Est, dopo l'89, imitò un modello entrato poi in una profonda crisi. E ora, come il resto del mondo, è anch'essa alle prese con la ricerca di un nuovo paradigma democratico. Ricordare il crollo del Muro a distanza di trent'anni impone di fare i conti con le difficoltà e il futuro dell'Europa.
A lungo la sinistra ha pensato che nelle sue vele soffiasse il vento della storia. Oggi che tutto è cambiato, che quel vento non le ha riconosciuto alcuna primazia, che anche il suo popolo non è più lo stesso, la sinistra sembra essersi ritratta in una posizione difensiva e risponde con sdegno all'accusa di conservatorismo. In verità le sue ragioni sono tutt'altro che scomparse, ma per farle rientrare nella partita del mondo è necessario che smetta di sentirsi ospite innocente in un universo cattivo e abbandoni ogni nostalgia. Perché la globalizzazione non è solo una banale restaurazione, non è solo espropriazione e sradicamento, ma un gioco di dimensioni planetarie nel quale nuovi protagonisti si affacciano sulla scena della storia. E a questo gioco largo e imprevedibile, pieno di pericoli e di opportunità, non ci si può sottrarre.
Gli anni del pontificato di Benedetto XVI (2005-2013) coincidono con la crisi mondiale del modello che segue al post-'89, la caduta del Muro di Berlino. Crisi della globalizzazione e dei suoi miti, a partire dal crack finanziario del 2008; crisi dell'occidentalismo teocon, naufragato nel bagno di sangue dell'Iraq; crisi della politica mediatica, senza partiti; crisi della Chiesa, travolta dagli scandali e dai giochi di potere. Un mondo senza legami è il risultato dei processi etico-politico-religiosi degli ultimi decenni. È il trionfo della "società del vuoto" (Lipovetsky), in cui virtuale e reale si confondono e l'individualismo trionfa. Ad esso il pontificato di Benedetto ha indicato un nuovo inizio, oltre il nichilismo e il manicheismo, a partire da un rinnovato incontro tra cristianesimo e modernità.
Esprimersi in buon italiano è il miglior biglietto da visita in tante occasioni: a scuola, nel lavoro, negli incontri di tutti i giorni.
Ma che cosa vuol dire usare un linguaggio corretto?
Per rispondere a questa domanda, gli autori hanno raccolto le regole essenziali di un discorso e uno scritto in perfetta forma.
Con semplicità e con l'aiuto di molti esempi, spiegano come mettere gli accenti e la punteggiatura al posto giusto, come evitare le trappole dell'ortografia, come destreggiarsi fra congiuntivi e condizionali.
I due linguisti incoraggiano a adoperare con sicurezza parole nuove o poco frequenti, come avvocata, ministra e altri nomi di professioni al femminile (ancora guardate con diffidenza benché impeccabili dal punto di vista grammaticale) e a tenersi invece alla larga dalle mode e dalle frasi fatte.
E infine smascherano l'artificiosità e l'inutilità di cattivi modelli molto diffusi: il burocratese, l'aziendalese, l'itanglese e lo scolastichese.
Chi li usa dice «effettuare» invece di «fare», chiama «team» il proprio gruppo di lavoro, nasconde i tagli della spesa dietro una spending review e corregge «passare le vacanze » in «trascorrere l'estate».
Dagli studiosi che hanno inventato il modo più efficace e divertente per imparare la grammatica, una guida essenziale all'uso dell'italiano, uno strumento prezioso per abituarsi a parlare e a scrivere in una lingua chiara, piacevole e senza neanche un errore.
Quando inviti un amico a cena c'è il momento in cui quello ti vuole caricare la lavastoviglie, tu gli dici di no, gli dici di andare a casa «faccio io domani con calma», ma lui insiste e alla fine cedi. Poi l'amico se ne va, tu apri il portellone e rimani sbigottito: ma come la caricano gli altri la lavastoviglie? Con che logica? Come si può mettere una padella di ghisa sopra i bicchieri? I bicchieri sono fragili, santiddìo. E allora realizzi che siamo diversi, che tra tutti noi c'è un baratro culturale, ideologico. Le padelle sopra i bicchieri? Ma cosa abbiamo da dirci io e te? Come potremmo intavolare un dibattito serio su un qualsiasi argomento? Come potremmo mai metterci d'accordo su nozze gay, eutanasia, riscaldamento globale? Ecco. Fino a questo preciso momento la tua attenzione era dedicata alla comprensione di una serie di elementi: che roba sarà questo libro, farà ridere o no, potrà andar bene come regalo per mia cugina. Poi hai letto alcune parole, quelle che vengono spesso pronunciate nei dibattiti televisivi, e improvvisamente è avvenuto qualcosa in te. I tuoi neuroni sono ora completamente impegnati in una nuova questione di primaria importanza: questo tizio che scrive... da che parte della barricata sta? A quale clan appartiene? E i clan non sono tanti, sono soltanto due: il tuo e quello dei nemici. Il clan è quel luogo caldo e accogliente che noi umani abbiamo creato per tifare la squadra più giusta per noi, e soprattutto per indignarci insieme per le offese ricevute dal clan avversario. Ma c'è anche chi vive a disagio nel mondo dei pro e dei contro, e cerca un'alternativa. Quella che tenterà di trovare il protagonista di questo libro. Giovanni, infatti, vorrebbe un mondo dove ci sia posto anche per chi non ha tutte le risposte, o per chi ha risposte strane, incoerenti, contraddittorie, paradossali. Un'impresa disperata ed esilarante, in compagnia del suo animale guida, l'unico che gli somiglia perché sfugge a ogni genere di classificazione: l'ornitorinco. Ci proverà per ventuno capitoli, ventuno esperienze di conflitti quotidiani dove incontrerà attori buddisti, cattolici leghisti, atei militanti, attivisti Lgbtq+, alla ricerca della soluzione impossibile per caricare la lavastoviglie altrui senza offendere nessuno. Tenterà, farà conquiste e fallimenti, prenderà un po' di botte, offenderà tutti.
"La verità è una, la giustizia è una. Gli errori e le ingiustizie variano all'infinito." Nei tumulti del "secolo breve", Simone Weil era chiara, quasi profetica sulle sorti non certo felici che avrebbero atteso la democrazia qualora la si fosse idealmente ridotta a una forma vuota, misto di burocrazia, rancore e legalismo. Una democrazia fatta di procedure prive di sostanza e, quindi, di giustizia. Giustizia, che per la Weil non precede ogni forma di rappresentanza o consenso, ma costituisce l'origine propriamente politica della comunità. Il partito politico, piccolo mostro totalitario capace di mascherare da fini i mezzi, le appariva già allora come sintomo e causa di un decadimento delle idee forti di giustizia, politica, comunità. Per uscire dalla crisi, suggerisce la Weil, bisogna "radicare" le nostre buone pratiche nell'idea di giustizia davvero comune. Quella giustizia che racchiude in sé l'intero tragitto storico e di significato di tre altre parole: libertà, uguaglianza, fratellanza. Parole svilite e tradite proprio da quei monopolisti del consenso che la Weil identificava con i partiti politici. I tre testi, che qui proponiamo come una lezione imprescindibile a cui guardare, indicano a noi una strada quanto mai necessaria, oggi: quella di una fase costituente per una politica che si voglia davvero nuova e motore di cambiamento nella libertà.
Fine del mondo, terza guerra mondiale, epidemia letale: questi sono soltanto alcuni dei concetti che i profeti di sventura cercano di mettere nel nostro cervello. C'è un modo per difendere la nostra serenità? Sì, e questo libro cerca di spiegare come, aiutandoci anche a conoscere quello che realmente dovrebbe spaventarci e che, invece, accettiamo ogni giorno come normale.
Nell'età dell'adolescenza, l'infrazione delle regole può essere semplicemente l'espressione di una crisi legata al processo di crescita, quando si fa più impellente l'esigenza di assumere un ruolo e un comportamento autonomi ed efficaci. In alcuni giovani, tuttavia, questa fisiologica tendenza alla trasgressione si orienta in una direzione antisociale, che può minare sia l'equilibrio del processo di sviluppo sia l'acquisizione di un'identità matura. Chi sono questi ragazzi senza paura e, a volte, senza pietà? Sono malati? O sono semplicemente "cattivi"? In realtà - rispondono gli autori sono prima di tutto adolescenti in difficoltà, giovani uomini e donne incapaci di trovare altri modi di percepire se stessi come persone di valore, dotate di un futuro e della possibilità di agire nel mondo senza doversi necessariamente imporre con la prevaricazione. Oggi sappiamo come aiutarli a crescere e a sviluppare una positiva identità sociale. Questo volume integra in una prospettiva evolutiva i più recenti orientamenti su antisocialità e psicopatia minorile, propone strumenti per la valutazione e indica metodi di intervento in psicoterapia, in comunità di accoglienza e in ambito penale - anche attraverso esemplificazioni cliniche tratte dall'ampia esperienza degli autori.
Che cosa si scatena dentro di noi dopo una diagnosi di malattia oncologica? Quali strumenti mettono in campo il nostro corpo e la nostra mente per contrastare la malattia? Quali relazioni si stabiliscono con chi ci cura e con chi ci sta vicino? Come si affrontano interventi chirurgici e terapie? Come sarà la vita dopo questo lungo, doloroso percorso? Umberto Veronesi e Gabriella Pravettoni, che da anni - ognuno per le proprie specifiche competenze - si prendono cura di persone ammalate di tumore, provano a dare risposta a queste domande con un approccio innovativo: la medicina della persona, che supera il concetto tradizionale di cura del corpo e dà spazio alla persona nella sua totalità (corpo e mente). Capiremo che le risposte non sono univoche perché diverse tra loro sono le persone che le pongono, ma anche che, nel baratro in cui ci precipita la malattia, ciascuno di noi può contare su impensabili risorse personali e numerosi alleati con cui combattere la sua battaglia: medici, psicologi, terapeuti, operatori, pronti ad affiancarci nel difficile percorso e capaci di mettere in atto per noi i progressi straordinari della ricerca scientifica. Scopriremo che la malattia può e deve essere vissuta come un'occasione di cambiamento: di stili di vita, di attitudini mentali, di visione del futuro, di senso stesso della vita. E che dopo tanta sofferenza potremmo ritrovarci a essere persone più forti e consapevoli.