
Dalla povertà delle case popolari all'orfanotrofio, da una bottega in periferia a una fabbrica nelle Dolomiti, fino a diventare il numero uno. Con un'idea fissa in testa: «essere il più bravo». Dopo aver per primo setacciato fonti e documenti, incluso il fascicolo presso il collegio Martinitt, parlato con estimatori e detrattori, collaboratori e concorrenti e aver, infine, incontrato lo schivo imprenditore, Tommaso Ebhardt racconta, in questa esclusiva e non ufficiale biografia, il patron di Luxottica.
Gwendy Peterson è tornata, e l'esito della battaglia tra Bene e Male è nelle sue mani. Quando Gwendy Peterson aveva dodici anni, uno sconosciuto chiamato Richard Farris le consegnò una misteriosa scatola di mogano, da custodire con cura. Quell'oggetto dispensava dolcetti e vecchie monete, ma era molto pericoloso: premere uno dei suoi sette bottoni colorati poteva portare morte e distruzione. La scatola dei bottoni è ricomparsa a più riprese nella vita di Gwendy: diventata una scrittrice di successo e una figura politica in ascesa, ha dovuto di nuovo fare i conti con la tentazione costituita da quell'oggetto inquietante. Ora è il 2026, Gwendy Peterson ha sessantaquattro anni e a breve sarà il primo senatore in carica degli Stati Uniti a viaggiare su un razzo fino a una stazione spaziale. Il suo incarico, sulla carta, consiste nel monitoraggio climatico. Ma a nessuno sfugge la valigetta bianca con sopra la scritta materiale top secret che tiene ben stretta a sé. Il vero motivo del suo viaggio è lì dentro: una scatola di mogano che, ancora una volta, Gwendy deve proteggere a ogni costo dalle oscure forze del male che cercano di impossessarsene. È giunto il momento di portare a compimento la sua missione più importante e più segreta: salvare il mondo. E, forse, tutti i mondi possibili. Stephen King e Richard Chizmar firmano l'atto finale della trilogia iniziata con "La scatola dei bottoni di Gwendy" e "La piuma magica di Gwendy", un'avventura che tocca alcuni dei luoghi più iconici dell'immaginario kinghiano, da Castle Rock a Derry, e ne espande i confini oltre il pianeta terra.
Nel suo gruppo di amiche, Gloria è sempre stata la più equilibrata, tanto che in vent'anni non ha mai messo in discussione il rassicurante rapporto con il suo Sergio. Finché l'infarto che ha colpito suo padre non le ha fatto incontrare Bruno Arconati, un affascinante cardiochirurgo che ha salvato la vita del genitore, ma ha complicato la sua, perché i due si piacciono e si desiderano. Per quanto Gloria si sforzi di prendere le distanze da lui, il destino ha deciso altrimenti e le serve il bel chirurgo su un vassoio d'argento durante un congresso medico. Gloria riuscirà a respingerlo? A complicare la sua situazione e quella delle sue amiche del cuore, sulla scena mondiale si presenta un virus feroce che semina morte e dolore, e non risparmierà neppure un protagonista di questa storia. Per fortuna, la voglia di vivere ha il sopravvento. Andreina sta per diventare mamma, ma non ha ancora deciso se svelarlo al padre del bambino, un manager americano ignaro della sua gravidanza. Mentre Maria Sole, la più giovane e sprovveduta del gruppo, dopo il naufragio del suo matrimonio conosce finalmente l'amore, quello vero. E Carlotta, la brillante avvocatessa che ha vissuto mille avventure sentimentali senza prendersi troppo sul serio, sbalordirà le amiche con una rivelazione clamorosa. A dimostrazione che l'amore fa miracoli. Dopo "Festa di famiglia" e "Segreti e ipocrisie", le quattro giovani protagoniste vanno incontro a nuovi batticuori, in un romanzo brillante che rispecchia la realtà e i sentimenti delle donne di oggi.
È la sera del ventitreesimo compleanno di Salvo. Luigi osserva il fratello mentre stringe tra le mani due palloncini argentati e si rende conto di non averlo mai visto tanto felice. È così che si chiude nella sua camera, le cuffie sulle orecchie, la testa piena di musica e pensieri. E inizia a scrivere. Una lunga lettera d'amore per il fratello. Perché Salvo è la persona che ha cambiato tutto. Fin dal giorno in cui è nato, quel bambino speciale, con un cromosoma in più, è diventato il suo migliore amico, il suo compagno di viaggio, il suo maestro di vita. Il professore, così lo chiama Luigi. Certo, le cose non sono sempre state facili: l'infanzia passata tra un ospedale e l'altro, e poi il bullismo, i pregiudizi, le ingiustizie. Salvo e Luigi ne hanno passate tante, ma non si sono mai arresi. La loro storia è un'avventura meravigliosa: quella di due fratelli, cresciuti nella provincia siciliana, che si tengono per mano e lottano contro tutto e tutti a favore dell'inclusione. Un libro che è un inno alla vita, al coraggio e all'amore fraterno. Perché, se c'è una cosa che Salvo e Luigi hanno imparato, è che bisogna essere in due per fare un fratello.
Giulietta Brenna è una donna brillante, ha una vita piena e ricca di affetti che colmano il vuoto lasciato dal compianto marito. Ma c'è una spina nel suo cuore che la tormenta da quarant'anni. È il suo primo grande amore, l'uomo che l'ha tradita e umiliata in maniera imperdonabile. Giulietta ha fatto il possibile per dimenticarlo, ma il suo volto è su tutti i giornali che raccontano i suoi successi imprenditoriali. Nel tentativo di liberarsi di lui una volta per tutte, brucia le foto e le lettere che testimoniano il loro amore lontano. Perché, a sessant'anni, vuole ricominciare una vita nuova. Rocco Di Falco ha origini molto umili. Nato in Sicilia, è arrivato a Milano con la famiglia negli anni Cinquanta. Un fatto traumatico lo ha privato delle certezze famigliari, ferendolo profondamente, e il lavoro è diventato la sua ragione di vita. L'intuito e l'intraprendenza lo hanno reso uno degli uomini più ricchi e importanti del mondo, capace, con la produzione degli occhiali, di creare un impero economico. Eppure, per quanto rapace e geniale negli affari, sul piano sentimentale la sua vita è stata un disastro. Il fatto è che non ha mai smesso di amare Giulietta, la donna che ha vergognosamente tradito. E adesso è arrivato il momento di riconquistarla.
«Benvenuti a casa nostra! Siamo in sette e non abbiamo un cane, nemmeno uno piccolo, perché non siamo ancora riusciti a convincere papà e Therese. Due genitori e cinque bambini dai quindici ai due anni. Qui non ci si annoia mai e il caos regna sovrano.» Gigi e Anna Chiara, inquieti e innamorati, saggi e scombinati, hanno già quattro bambini quando decidono di raccontare la loro vita movimentata nel romanzo Ci vediamo a casa. Mentre il volume va in stampa, diventando ben presto un piccolo cult per migliaia di coppie e di famiglie, i due scoprono di aspettare il quinto figlio. Fin dall'inizio le cose non sono facili come le altre volte, ma mamma e bambino si dimostrano tenacemente attaccati alla vita. Quando Giorgio Maria nasce, la sua tempra è confermata da un sorriso senza fine e dalla sindrome di Down. Mamma e papà in un'alba di complicità rafforzano il loro patto di ferro e continuano a bisticciare e a ritrovarsi. Mentre i fratelli, alcuni dei quali alle prese con l'adolescenza e i suoi terremoti, litigando e discutendo, si coalizzano solo per prendersi cura di Giorgio Maria, come un affiatato team di fan sfegatati. Così inizia la nuova avventura della famiglia capace ancora una volta di farci ridere, piangere, discutere e sperare.
Un'arzilla ottantenne che mobilita il vicinato per aiutare la fidata badante. Una storia sul valore del tempo donato e ricevuto. "Mi chiamo Annarita, ho ottantaquattro anni e vivo nel Mostro di cemento, un anonimo complesso residenziale nella periferia di Milano, su una stramaledetta sedia a rotelle. Non si può certo dire che io sia autosufficiente, ma per fortuna posso contare sull'aiuto di Olga, una donnona rumena premurosa e gentile. Ho anche una figlia, Katia, che vive proprio nella palazzina qui accanto, ma non ha più tempo ormai da dedicare alla sua vecchia. C'è una cosa, però, per cui le sarò per sempre grata: sua figlia Stella, la mia affettuosa nipotina sedicenne, la mia felicità quotidiana. Trascorro le mie giornate tra un caffè con i vicini e i romanzi che Olga mi legge, trascinandomi, di tanto in tanto, nel cortile del Mostro, dove ho conosciuto questo strambo vicinato con cui mi sono trovata a vivere: le vecchiette con cui vado a messa, Alessio - il fidanzatino di Stella - e gli altri ragazzotti con i pantaloni strappati, il giovane e instancabile Totò e don Antonio, su cui tutti possiamo sempre contare. Non ho mai visto il Mostro così animato come nelle ultime settimane, tanti vicini disposti a donare il loro tempo e altrettanti a pagare per imparare a impastare il pane o a usare il computer. Si chiama Banca del Tempo. L'idea è venuta a Stella: chi vuole può rendersi disponibile offrendo dei corsi, e il denaro raccolto dai partecipanti servirà ad aiutare la sorella di Olga, gravemente malata. Speriamo solo che non sia troppo tardi...".
«Lui scese, le andò incontro e le aprì la portiera. Naturalmente lei non sapeva ancora che quello fosse un giorno speciale, né avrebbe mai immaginato che le sarebbe rimasto impresso per sempre.» Attraverso gli occhi della figlia Costanza, rivive la figura forte ma schiva di Giulia Florio, l'ultima discendente della leggendaria famiglia che ha dominato la scena siciliana e quella nazionale tra il XIX e il XX secolo. Per la prima volta la storia dei Florio, a partire dalla mitica donna Franca, madre di Giulia, viene raccontata dalla prospettiva intima ed esclusiva di una componente della famiglia, immergendoci in un mondo affascinante e ormai scomparso. Giulia nasce a Palermo nel 1909, durante il declino della dinastia e all'ombra di una madre ingombrante, bellissima e carismatica, da cui eredita il carattere di combattente indomita e nient'altro. Presto, infatti, ai fasti della belle époque seguono anni difficili e la vita e le abitudini dei Florio cambiano lentamente ma inesorabilmente. Giulia però non si lascia abbattere, raccoglie i cocci e ne fa risorse. Si trasferisce a Roma, studia, lavora tenacemente, rinasce dalle avversità, costruisce da zero la propria autonomia e trasforma la sua vita in un capolavoro. Sposa il marchese Achille Belloso Afan de Rivera Costaguti, è madre di cinque figli, cura con immenso amore la sua famiglia e partecipa intensamente agli eventi cruciali del suo tempo. Durante la seconda guerra mondiale affronta con fiera determinazione il criminale nazista Herbert Kappler e, mostrando straordinario coraggio, non esita a salvare la vita di molte famiglie di ebrei romani che, rifugiati presso il loro palazzo, riescono a sfuggire alla deportazione. Il racconto della sua esistenza trasmette una memoria straordinaria che oggi ha il sapore di una favola moderna.
«Non serve essere perfetti per diventare eroi.» Per Zelda MacLeish «il mondo è un posto dove le cose che contano di più sono il coraggio e far parte di una tribù, in cui siamo tutti vichinghi che remano insieme al ritmo dello stesso tamburo». Zelda adora i vichinghi: ne conosce a memoria tradizioni e miti, ne ammira il coraggio e la possibilità che offrivano a tutti di diventare eroi di una leggenda. Anche alle donne (le valchirie erano più forti di tutti). Anche alle persone quasi invisibili come lei. Zelda è invisibile perché è diversa, che, come è solita spiegare, «è un modo più carino per dire ritardata». È nata con un disturbo cognitivo per il quale gli altri non la ritengono in grado di decidere per se stessa, anche se ormai ha ventun anni e ha le idee molto chiare sulla vita, che organizza rigorosamente in liste da seguire. A prendersi cura di lei è Gert: il suo fratello, il suo guerriero, l'unica famiglia che le resti. Gert è bravissimo a sopravvivere alle battaglie della vita, ma anche a mettersi nei guai. Così, quando Zelda scopre che il fratello ha trovato un metodo discutibile e pericoloso per guadagnare i soldi necessari a mantenere entrambi, decide di prendere in mano la situazione. Ben presto, si ritroverà alle prese con una sfida che metterà a dura prova il suo coraggio vichingo e si scoprirà disposta a tutto pur di scrivere da sola la sua leggenda. Anche ad andare contro le regole, se si tratta di salvare la sua tribù. "Io sono Zelda" è il primo romanzo di Andrew MacDonald.
Il tumore del seno: le conoscenze, la consapevolezza, la cura di sé che aiutano a prevenirlo e combatterlo. Le statistiche dicono che una donna su otto riceve, nella sua vita, una diagnosi di tumore del seno e che in Italia ci sono oggi circa 800.000 persone colpite da questa malattia. Numeri alti, che preoccupano. Perché tanti casi? Le spiegazioni sono rassicuranti. Infatti, oltre al motivo dell'allungamento della vita, bisogna considerare che, grazie alla crescente diffusione dei controlli, il tumore viene scoperto più frequentemente e con una maggiore precocità e così risulta più facile da affrontare, combattere e sconfiggere. Ecco perché Adriana Bonifacino da anni è impegnata, a fianco dell'attività clinica, in un tenace lavoro di divulgazione delle conoscenze mediche che l'ha portata a fondare un'associazione, ideare campagne di prevenzione, partecipare ai lavori degli organismi governativi che si occupano di salute pubblica. Raccogliendo il testimone dal suo maestro Umberto Veronesi, con la sua stessa autorevolezza scientifica e pari forza empatica, la senologa spiega in questo libro, anche attraverso le storie più significative vissute dalle pazienti, i tanti aspetti dello studio, della cura e della prevenzione della malattia - dai test genetici alle terapie personalizzate, dai nuovi farmaci ai rischi ambientali, agli stili di vita. E afferma con forza la necessità di un percorso di cura che tenga conto di tutti i fattori, da quelli chiaramente terapeutici a quelli funzionali, psicologici, affettivi e anche estetici. Perché nella battaglia contro il tumore le donne possano mantenere sempre la loro integrità fisica e interiore e recuperare, dopo i trattamenti o un intervento, un'immagine positiva di sé.