
Qual è il ruolo del giornalista dinanzi al terrorismo? Con l'analisi di alcuni interventi di opinione espressi attraverso pubblicazioni specializzate, il libro tenta di comprendere quando e in che modo il giornalista, o qualsiasi operatore della comunicazione, offre un involontario sostegno a chi persegue un'attività losca e fomenta l'odio fra i popoli; e quando deve accorgersi di essere diventato uno strumento e cessare ogni sorta di propaganda a chi si nasconde e utilizza metodi illeciti.
Intorno alle stragi del 1993, nonostante i trent'anni trascorsi e le numerose sentenze giunte all'ultimo grado di giudizio, permangono ancora molti misteri e opacità. Tanto che sono tuttora in corso inchieste sui "concorrenti esterni" per la collocazione delle bombe esplose a Firenze, Milano e Roma che causarono dieci morti e centosei feriti. A ricostruire le inchieste nei particolari ed evidenziarne il rilievo è ora questo libro che segue il filo rosso che porta agli assassini di Falcone e Borsellino ma anche a quello di don Pino Puglisi. Nella cornice storica e investigativa si stagliano gli indiscussi strateghi mafiosi di quei fatti drammatici. Innanzitutto Matteo Messina Denaro, a lungo latitante, simbolo di una mafia in evoluzione che di lì a poco si trasformerà in una "Cosa nuova", fatta di legami con i "salotti buoni" dell'imprenditoria, di infiltrazioni nel mondo dell’alta finanza, di proiezioni e interessi internazionali. Oltre a lui emergono figure come i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, i boss di Brancaccio. Il primo regista di complesse operazioni finanziarie. Il secondo vero e proprio "gemello diverso" del trapanese Messina Denaro. Tutti e tre irriducibili uomini di fiducia del boss Totò Riina. E depositari di indicibili segreti.
"Tra 25 anni i cinesi ci daranno un sacco di problemi". "Non tra 25 anni. Tra dieci." Era il 1973 e a parlare erano Richard Nixon, presidente americano, e il russo Breznev. Dopo quel colloquio, per precauzione, Nixon chiese alla Cia un prospetto sullo sviluppo della Cina nei successivi 10 e 15 anni. Avevano ragione entrambi. La Russia si è dovuta preoccupare dieci anni dopo. L'America - e il resto del mondo occidentale - oggi. Gli effetti del risveglio del dragone sono sotto gli occhi di tutti e i giochi olimpici del 2008 rappresenteranno l'apoteosi della potenza cinese. Il mondo trema quando la Cina varca i confini della Grande Muraglia, perché ogni volta che è successo, ogni incontro dell'Oriente con l'Occidente è stato in realtà uno scontro. Dalla nascita dell'impero mongolo al regno della famigerata imperatrice vedova Tsu Hsi, dalla lunga marcia di Mao al ritiro degli inglesi da Hong Kong, fino alle minacce economiche delle ultime ore, un'analisi del Fattore Cina e il quadro di un futuro in cui il sole, domani più che mai, sorgerà ad oriente.
Oggi, in Italia, i sondaggi vengono utilizzati quotidianamente un po' dovunque, nel marketing come nella politica, nell'informazione come nel costume. Ma la loro è stata una storia breve e disordinata, una crescita esponenziale che non ha dato al paese il tempo di acquisire i necessari anticorpi. Fino alla fine degli anni Ottanta, aziende e partiti politici, media e istituzioni si disinteressavano quasi integralmente del ricorso alle tecniche demoscopiche per rilevare la portata di un certo fenomeno o comprendere la diffusione di determinati atteggiamenti. Poi, in maniera forse troppo repentina, le cose hanno cominciato ad andare in una direzione diametralmente opposta: senza l'ausilio dei risultati di un sondaggio, sembra quasi che nessuno si senta legittimato a fare scelte di qualunque tipo, siano esse strategiche o comunicative. Ma non sempre chi utilizza i sondaggi o ne legge i risultati comprende fino in fondo le loro regole e le corrette modalità di fruizione. Il sondaggio è infatti uno strumento tanto utile quanto controverso e pieno di tranelli. In quattro agili capitoli Paolo Natale delinea sinteticamente i principali usi (e abusi) cui sono destinati i sondaggi, in particolare quelli politici, e ne illustra le "aree grigie": dalle più frequenti tecniche di manipolazione metodologiche e comunicative ai più madornali errori di previsione registrati nelle stime di voto.
Nel verbosissimo e infinito fiume di parole scritto e detto per raccontare il meridione d'Italia, luci e ombre non sono (quasi) mai nella stessa scena. Da una parte si mettono in evidenza criminalità, sprechi, lentezze, degrado, dall'altra si inalberano una difesa esaltata e a oltranza e un folclore al limite della caricatura. Una contrapposizione che non serve a fare chiarezza. Quello che occorre, invece, è guardare i chiari e gli scuri insieme nella stessa foto. Questo fanno le quattro autorevoli voci che compongono questo libro. Quattro intellettuali "terroni" raccontano il Sud senza sconti, senza piagnistei, senza sensi di inferiorità né di superiorità, tra la "fuganza" di chi proprio non ce la fa a restare e la "restanza" di chi invece ha deciso di tenere duro e rivitalizzare la propria terra. E le ragioni per entrambe le scelte non mancano. Il risultato è una riflessione illuminante, una messa in guardia sul valore del nostro Sud. State attenti, dicono gli autori, significa sia preoccupatevi per il Sud, sia badate a voi perché potrebbe stupirvi ed esplodervi in mano. In ogni caso, stare attenti al Sud vuol dire stare attenti all'Italia intera.
In questo libro vengono messi a fuoco, oltre allo statuto epistemologico della psicoanalisi, i problemi posti dall'osservazione, dalla valutazione e dalla comunicazione nell'attività analitica. Il tema centrale è costituito dai dati sui quali lavora l'analista, il quale deve costantemente evitare due fonti di inganno: le funzioni mistificanti ed elusive del linguaggio come mezzo di comunicazione, gli errori che la memoria ed il desiderio tendono all'attività analitica. Queste caratteristiche dell'esperienza analitica richiedono una continua disciplina ed un costante addestramento.
Con l'esplicito intento di prescindere dallo specifico retroterra culturale del lettore, questo libro si sofferma sulla descrizione di fenomeni che forse preludono ad un vicino quanto radicale mutamento di prospettiva nel cercare di capire come e cosa percepiamo del mondo che ci circonda quando, per qualche motivo, la nostra attenzione è momentaneamente impegnata altrove. I risultati di alcuni paradigmi sperimentali dimostrano che, contrariamente alla nostra impressione di vedere tutto il mondo semplicemente aprendo gli occhi, quello che percepiamo veramente è in realtà molto poco.
Il nome di Attila, il re degli Unni, è diventato sinonimo di violenza, barbarie, ferocia. Ma al di là del mito, che cosa sappiamo davvero sull'uomo, sul suo ruolo nella storia, sul mondo in cui è vissuto? Attila era brutale, capriccioso, volubile, arrogante, sfrenato. Un capo tribù analfabeta dedito ai saccheggi, senza alcun interesse per le arti governative; nondimeno, è stato un abile politico che, dalla sua base nelle pianure ungheresi, ha saputo usare una moltitudine di segretari e ambasciatori per ottenere i suoi scopi; un leader che grazie alle proprie straordinarie doti ha conquistato l'indiscussa supremazia tra i tanti capi tribali. Tra 434 e 454 d.C. i destini dell'Europa dipendevano dalle azioni di quest'uomo: l'impero romano ormai decadente sopravviveva ancora, con le sue due capitali di Roma e Costantinopoli, ma era minacciato da una nuova forza, le orde barbariche. Attila era riuscito a unire le tribù unne in un unico esercito di spaventosa potenza e straordinaria efficacia, per lanciare un doppio assalto alle due metà dell'impero, quella occidentale e quella orientale, guadagnandosi la fama di devastatore senza pari ("dove passa lui, non cresce più l'erba") e portando alla fine della secolare supremazia di Roma.
Perché per alcuni di noi è così difficile praticare sport? Per rispondere occorre considerare aspetti sia psicologici sia sociali: il livello di motivazione, le convinzioni e le emozioni, ma anche l'influenza esercitata da familiari o amici, l'organizzazione dei tempi di vita, la facilità di accesso a strutture sportive o aree verdi. Nel descrivere i meccanismi alla base dell'essere attivi o sedentari, il volume presenta le strategie più efficaci che possono motivare le persone ad essere più attive e illustra gli effetti che ne derivano per il benessere psico-fisico
Questo libro è pensato per tutti i ragazzi che incontrano delle difficoltà nel loro percorso scolastico, con l'obiettivo di aiutarli ad apprendere con maggiore efficacia sviluppando nuove abilità, ma anche imparando a utilizzare meglio quelle che già possiedono. Il programma di potenziamento, preceduto da un'introduzione sul funzionamento normale e disfunzionale dei processi cognitivi, offre agli insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado tecniche e attività per il potenziamento della fase di ingresso, della fase di elaborazione e della fase di uscita delle informazioni, sotto forma di schede operative direttamente utilizzabili dagli alunni.

