
Questo secondo volume della Teologia Popolare è interamente dedicato a spiegare ciò che i vangeli vogliono dire quando parlano, del "Regno di Dio" e della "Signoria di Dio". Il Re del mondo sarà Dio. Cioè nel mondo si farà ciò che vuole Dio, non ciò che vogliono i ricchi e i potenti che c'impongono le loro volontà, i loro interessi o i loro capricci, a costo di sofferenze e privazioni della maggioranza. La Signoria di Dio, così come la spiega Gesù, non è soltanto un programma religioso. È un progetto economico, tenendo presente che il "progetto religioso" diventerà reale nella misura in cui si realizzerà il "progetto economico". E il progetto economico del Regno è chiarissimo quanto pacificamente rivoluzionario. È il progetto che presentano le "Beatitudini" del Regno. Un progetto nel quale il punto centrale della vita non è il denaro, bensì la felicità di ogni essere umano.
Questo libro offre al lettore la Prolusione che il cardinale Matteo M. Zuppi ha tenuto il 27 novembre 2025 in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico 2024-2025 della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale. Già il titolo della Prolusione: «Il Mediterraneo deve diventare una "Grande tenda di pace". Il nostro Papa auspica la pace per il mondo. Quali fondamenti per una teologia e prassi di pace?» fa comprendere che non si tratta di un testo celebrativo o d'occasione, ma di uno studio articolato che affronta l'emergenza di un mondo in guerra cercando di indicare il compito che la teologia deve assumere per contribuire alla costruzione della Pace. Alla ricchezza di argomenti e questioni proposti dalla Prolusione, risponde un gruppo di studiosi legato alla collaborazione con l'Istituto di Storia del cristianesimo "Cataldo Naro. Vescovo e storico della Chiesa" componendo un ricco mosaico di riflessioni e suggestioni che si spera possano aiutare - davanti al Mediterraneo dei naufragi, dei respingimenti in mare, delle carcerazioni di migranti, della sistematica violazione dei diritti umani, della cancellazione della storia - alla costruzione di una Teologia per la pace.
Questa pubblicazione raccoglie alcuni dei contributi del Panel su Philosophy and Theology from the Context of the Mediterranean che si è tenuto a Palermo in occasione dell'European Academy of Religion (EUARE) 2024 organizzato dalla Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia e dall'Associazione Italiana di Filosofia della Religione (AIFR). Il Panel prendeva spunto sia dal discorso di papa Francesco a Napoli nel 2019 su una teologia dopo Veritatis gaudium nel contesto del Mediterraneo sia dal tema generale dell'EUARE 2024 Paradigm shifts. I contributi mostrano in che modo la cultura e la società che nascono e si sviluppano sulle sponde del Mediterraneo diano vita a un vero e proprio paradigma di pensiero, alternativo a quello continentale o anglosassone, che può riguardare tutte le discipline. L'area geografica del Mediterraneo solleva alcune questioni rilevanti (dialogo interreligioso, pluralismo culturale, bisogni sociali urgenti come l'accoglienza dei migranti) attorno le quali filosofia, teologia, letteratura e sociologia intendono qui riflettere e dialogare.
«Il titolo di questo volume, "La Bibbia che non c'è", non è peregrino. Mi ha fatto tornare in mente quanto scriveva circa 15 secoli fa Gregorio Magno, uno dei Padri della Chiesa d'Occidente che è stato tra i più attenti diffusori della lettura della Sacra Scrittura a cavallo tra VI e VII secolo. Egli amava dire che la Scrittura «cum legentibus crescit» (cresce con coloro che la leggono). La Bibbia è una parola che vive ancora. E parla a tutti, credenti e non credenti. Trovare un gruppo di letterati che racconta gli eventi narrati nella Bibbia con la propria sensibilità, con il proprio talento artistico, con il proprio bagaglio letterario è una gran bella notizia» (dalla prefazione di mons. Vincenzo Paglia)
Alla fine del 1949 Luigi Santucci si rivolse all'amico don Primo per coinvolgerlo nel progetto di presentare la figura di Gesù tenendo conto delle esigenze del pubblico colto coevo. Mazzolari accettò, ma consegnò uno scritto allora ritenuto non soddisfacente. Il testo fu sepolto nei cassetti, finché fu pubblicato postumo nel 1969. Il libro merita oggi di essere ripreso, per i tanti spunti, originali e tipicamente mazzolariani, che contiene nella rilettura di alcuni dei più famosi miracoli compiuti dal Figlio di Dio.
Il volume raccoglie per la prima volta gli scritti ecclesiologici di Romano Guardini. Pur non essendo un "ecclesiologo di professione", Guardini ha più volte approcciato il mistero della Chiesa, al punto che il saggio "Il senso della Chiesa" - edito per la prima volta nel 1922 - viene spesso considerato il punto di avvio di un'intensa stagione di rinnovamento dell'ecclesiologia cattolica, che avrebbe trovato il suo approdo nel Concilio Vaticano II. Gli scritti ecclesiologici di Guardini si caratterizzano per la sostanziale omogeneità tematica (la Chiesa come prosecuzione dell'opera di Cristo, come incontro tra santità divina e debolezza umana, come garante oggettiva della verità rivelata contro le derive soggettivistiche), per le sue intersezioni con altri ambiti del pensiero guardiniano (la filosofia della persona e della comunità come "realtà viventi"; la reazione all'idealismo e al positivismo; l'interesse per il rinnovamento liturgico), per la sua sintonia con la dottrina del Vaticano II. Finalmente l'edizione completa e critica di questi suoi studi ecclesiologici, che costellano l'intera sua produzione con un tratto di assoluta originalità.
Questo volume raccoglie diversi studi su Teilhard de Chardin, suddivisi in tre sezioni, ciascuna dedicata a tematiche che accompagnano il lettore nell'esplorazione di passaggi decisivi del suo pensiero. Nel contesto ecclesiale contemporaneo è importante familiarizzarsi con il pensiero di Teilhard, che delinea una pratica della teologia come sapere interdisciplinare. La sua prospettiva può consentire, infatti, di integrare le trasformazioni prodotte dall'espansione del sapere scientifico e dal potenziamento della tecnica con i modi in cui gli uomini comprendono il mondo, se stessi, Dio. Teilhard ha sviluppato una visione capace di interagire con le sfide del nostro tempo. I suoi scritti non offrono però soluzioni già pronte, ma preziose indicazioni nella ricerca di risposte adeguate. Come affermava il compianto prof. Ludovico Galleni, profondo conoscitore della sua opera: «Con Teilhard, oltre Teilhard». Prefazione di Paolo Gamberini.
L'ultimo libro del giornalista e regista Gilberto Squizzato, con il suo inedito ruolo di "teologo di frontiera", ci propone un'indagine storica rigorosa e allo stesso tempo affascinante alla ricerca del Gesù reale. L'indagine si avvale delle acquisizioni - anche recentissime - di decine di studi storici, biblici, filologici e archeologici, e anche da parte della antropologia e della psicanalisi. L'Autore compie un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo della Galilea e della Giudea del I secolo, da cui emerge la vicenda di Gesù, occupandosi non solo di religione, ma anche di politica, cultura, economia, commerci. In tal modo il lettore può conoscere l'Israele reale dei secoli che precedettero l'avvento dell'uomo di Nazareth, la storia collettiva di un popolo di cui si nutrì l'azione e la parola di Gesù. Tramite le pagine di questo libro, che si legge come una vera e propria inchiesta giornalistica, è possibile avvicinarsi a un Gesù di Nazareth molto più umano di quanto si crede, molto più determinato e politicamente combattivo: un autentico sovversivo che propone ai suoi conterranei quella che oggi chiameremmo un'autentica "rivoluzione antropologica" alla quale lui stesso perviene grazie a una lunga, laboriosa "conversione" che costituisce appunto il titolo e il tema centrale dell'opera.
Ciò che i cristiani chiamano "Antico Testamento" corrisponde in parte - ma solo in parte - al testo della Bibbia ebraica. Quali sono le differenze tra i due testi? Come si spiega la formazione del canone biblico? In qualità di archeologo dei testi, Thomas Römer conduce un'indagine e porta alla luce, sotto gli strati accumulati dai numerosi compilatori e redattori, le diverse origini di un libro diverso da tutti gli altri. Storico e filologo, ripercorre la formazione delle tre parti della Bibbia collocandole nei rispettivi contesti socio-storici. Un'immersione affascinante che vi farà leggere la Bibbia con occhi nuovi! La Bibbia fa parte del patrimonio letterario e filosofico dell'umanità. Senza di essa non ci sarebbero stati né l'ebraismo né il cristianesimo, e persino l'islam è inconcepibile senza le tradizioni bibliche. Innumerevoli opere d'arte traggono ispirazione direttamente da essa. Sebbene la Bibbia abbia avuto origine nell'antico Vicino Oriente, molti testi, come il racconto detto "della caduta" (Gen. 3) e quelli della torre di Babele (Gen. 11), del sacrificio di Abramo (Gen. 22) o ancora quello dei dieci comandamenti, hanno segnato la memoria collettiva dell'Occidente. Questo libro offre un'introduzione storica alla Bibbia ebraica, che l'ebraismo chiama "TaNaK" e che i cristiani hanno adottato, con una serie di modifiche e persino di aggiunte, chiamandola "Antico Testamento".
La filosofia non ha mai smesso né può rinunciare del tutto a chiedersi quale sia il limite che separa l'umano dal non umano e l'umano dal disumano. La riproposizione di un discorso sull'"umano" alla luce del pensiero di uno dei massimi filosofi del nostro tempo risulta qualcosa di assolutamente prezioso. È ancora possibile dire qualcosa d'interessante sull'uomo e sull'essere? La tesi che questo saggio argomenta è che tale domanda esprime il compito incessante che l'umanità è chiamata ad affrontare in modo nuovo a ogni crisi storica, come quella dell'odierno Occidente, immerso in un pluralismo etico senza più certezze, o come quella della coscienza africana nel suo incontro con la cultura occidentale. L'autore individua in Robert Spaemann - che Leonardo Allodi, nella prefazione, definisce "anima virgiliana", essendo Virgilio il poeta dell'umano e della res, l'essere - l'esempio privilegiato di una riflessione filosofica sollecitata dall'esigenza dell'uomo di comprendere se stesso sulla base dell'essere, che per i viventi coincide con il vivere, così da dare un senso alla vita. L'uomo si rivela il "paradigma" dell'essere, poiché la persona è l'essere vivente dalla dignità incommensurabile, la cui implicazione etica consiste nel bene e nella benevolenza che uniscono gli uomini tra loro e la cui giustificazione e affermazione costituiscono la sfida e la posta in gioco sul piano pratico con cui deve confrontarsi ogni generazione.
Il volume è un contributo all'indagine teologica promossa dal sinodo sulla sinodalità, su molteplici temi: pensiero metafisico e storicismo dialettico, storicità e storicizzazione del dogma e delle norme morali, sinodalità e comunione ecclesiale, costellazione ecclesiologica e sacerdozio femminile, diaconato femminile, potestà d'ordine/di giurisdizione e nuove forme di ministerialità, celibato sacerdotale, sacerdozio ordinato/comune e laicato, differenza sessuale e ricadute ecclesiali, contributo della donna nella Chiesa. I diversi saggi sono accomunati dall'idea secondo cui l'accesso storico e dunque ermeneutico alla verità non conduce ineluttabilmente allo storicismo, che diluisce la conoscenza nella pluralità delle interpretazioni. Il profilo storico della conoscenza, che colloca la comprensione all'interno dell'interpretazione, non preclude l'accesso alla verità, ne dischiude piuttosto un'assimilazione progressiva. Questo è tanto più vero nella prospettiva cristiana, secondo cui la verità si è manifestata ed è accessibile tramite la mediazione della chiesa, preposta con l'ausilio dello spirito a raccordare essere e tempo, verità rivelata e sua interpretazione lungo la storia.
Il presente studio si propone di indagare teologicamente la complessità di esperienze di santità nel quotidiano rappresentate, appunto, dalle vicende umane e spirituali di Maria Corsini, polo di irradiazione di un amore cristiano universale attraverso la conversione della teoria in pratica, ossia la testimonianza di vita. Il pensiero teologico della Corsini ha un forte timbro pastorale un modo di fare teologia induttivo, che parte dai diversi contesti e dalle concrete situazioni in cui Ella è inserita.
Il tema del popolare e del sapienziale è centrale.
I suo modello pedagogico guardando-assimilando la Vergine Maria riunisce per così dire e riverbera: massimi dati della fede (Lumen gentium, 65), rivelando una originale rilettura della sua incredibile esperienza educativa. Un vero e proprio Minister magisteriale dal prioritario carattere pastorale, come efficacemente espresso da Papa Giovanni XXIII nel Concilio Vaticano II.
Di grande interesse sono testi esaminati della Corsini che rappresentano un autentico tesoro rimasto inesplorato per anni, nel quale l'Autrice delinea una teologia del matrimonio e della familia certamente indiretta. cioè non tematizzata in modo esplicito deliberato, ma nondimeno estremamente ricca promettente. Diventa così possibile istituire confronto tra gli scritti di Maria Corsini e l'insegnamento conciliare condensato soprattutto nella Costituzione pastorale Gaudium et spes, che l'Autrice sembra anticipare e preparare.
Quanto proposto in queste pagine costituisce dunque un bell'esempio di rinascita del pensiero femminile italiano.

