
Il Magnificat, cantico della Vergine Maria, è una delle preghiere più elevate, sublimi ed ispirate dallo Spirito Santo. È l'exultet di Maria, la lode della serva, l'inno alla gioia messianica, il canto ai poveri, la memoria della misericordia. L'amore preferenziale di Dio per i poveri è iscritto nel canto della Vergine. Maria è imbevuta dello spirito dei poveri di YHWH, che ripongono solo in Dio la loro speranza. Ella annuncia la vicinanza del Messia evangelizzatore e liberatore. La presenza di Maria è, dunque, più contenuta nella nostra carne che nelle nostre nicchie. Ne è icona per eccellenza il contenuto del Magnificat che si fa espressione dell'umanità profondamente umana della Vergine di Nazaret e radicalmente consegnata e donata all'azione divina. Donna non astratta dal genere umano e dal suo popolo, ma pienamente dentro la realtà antropologica e suo compendio. La vicenda di Maria è, dunque, filigrana di umane relazioni, coinvolgimento graduale nel "piano divino" per eccellenza. Papa Francesco interpreta e declina nel suo magistero il Dio dell'Alleanza che rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili, ricolma di beni gli affamati e rimanda i ricchi a mani vuote. Maria, per papa Francesco, appare come colei che è madre per i poveri, modello di umiltà, simbolo di liberazione e nello stesso tempo ci mostra la Chiesa che è chiamata ad essere mariana, solidale, samaritana e misericordiosa.
Per la prima volta una delle nuove voci più interessanti della narrativa italiana racconta di sé e del proprio rapporto con il sacro. Paolo Malaguti, affermato narratore del NordEst, condivide con il lettore la propria educazione in una famiglia cattolica "vecchio stile" attraverso continui richiami a una tradizione contadina secolare in cui la fede si confondeva con la quotidianità. Con ironia, partecipazione e uno sguardo sereno alla semplicità di un mondo passato, Malaguti offre confidenze di sé che diventano una dichiarazione di amore per un certo senso del vivere. Prefazione di Andrea Monda.
L’agiografia rappresenta un punto di osservazione privilegiato per comprendere la società e le trasformazioni della cultura occidentale, poiché ha contribuito a plasmarne l’immaginario collettivo, lasciando un’impronta indelebile nell’arte, nella letteratura e nelle tradizioni popolari. Con questo libro l’autore riflette sul valore di questa disciplina, ne ricostruisce l’evoluzione e le trasformazioni che hanno segnato la narrazione della santità nel corso dei secoli. Dopo aver introdotto il lettore alle origini della materia, alle sue principali fonti e al metodo di indagine, il volume si sofferma ad approfondire il rapporto tra l’eroe classico e il santo cristiano, entrambi presentati come exempla ad imitandum, che sembrano svolgere la medesima funzione all’interno della società: l’eroe, simbolo della cultura classica, sarebbe stato sostituito dal santo, nuovo eroe del cristianesimo. Evidenziate le differenze tra le due figure, l’autore analizza quali elementi e schemi narrativi della tradizione classica siano stati ripresi e rielaborati dai primi autori agiografici.
Il volume si apre quindi all’analisi e al commento di alcune tra le opere più significative delle letteratura agiografica. L’itinerario proposto accompagna il lettore attraverso gli atti e le passioni dei martiri, le biografie antiche e medievali, le narrazioni di traslazioni di reliquie. Questo approccio consente di immergersi nel contenuto delle fonti e addentrarsi nei contesti storici in cui hanno preso forma. Un’attenzione particolare è riservata al calendario liturgico e all’evoluzione del processo di canonizzazione, elementi chiave nella costruzione della memoria agiografica. Conclude il percorso il commento alla pièce Assassinio nella cattedrale di T.S. Eliot, incentrata sul martirio di Thomas Becket, opera che getta luce sul complesso rapporto tra verità storica e narrazione agiografica. Il libro introduce così il lettore allo studio dell’agiografia e diventa un percorso che attraversa i secoli, in cui la parola agiografica diventa spazio di confronto tra devozione, politica e cultura, e in cui la lotta tra morte e vita, evocata nel titolo, si rinnova in ogni pagina.
Questo volume indaga, con sapiente equilibrio tra erudizione e profondità spirituale, il mistero dei sacramenti di guarigione: la Penitenza e l’Unzione degli infermi.
L’opera traccia un percorso storico che parte dalle prime testimonianze nel Nuovo Testamento, attraversando tutte le epoche della cristianità. Dai padri della Chiesa alle pratiche medievali, dalla riforma tridentina fino ai rinnovamenti conciliari, l’autore ci guida in un viaggio illuminante che rivela come questi sacramenti si siano evoluti in risposta alle mutevoli sensibilità spirituali e pastorali. Con meticolosa attenzione e linguaggio accessibile, l’autore analizza i riti attuali della Penitenza e dell’Unzione secondo il Rituale Romano vigente, portando alla luce le profonde radici teologiche che ne alimentano il significato. In tal modo l’esperienza liturgica viene arricchita dall’intelligenza teologica, mostrando come si tratti di una vera e propria teologia incarnata.
Per ritus et preces ogni elemento celebrativo acquisisce nuova luce e vitalità, offrendo ai lettori – siano essi studiosi, ministri o fedeli – una comprensione rinnovata di questi potenti strumenti di riconciliazione, conforto e guarigione spirituale. Un’opera particolarmente importante per chi desidera approfondire non solo la pratica, ma anche l’anima di sacramenti che continuano a toccare l’esperienza umana nelle sue dimensioni più vulnerabili e autentiche.
Antonio Miralles, nato ad Alicante (Spagna) nel 1941, è stato ordinato Presbitero nel 1965, incardinato nella Prelatura della Santa Croce e Opus Dei. Già Direttore dell’Istituto di Liturgia della Pontificia Università della Santa Croce (Roma), è Professore emerito di Teologia dei sacramenti della medesima Università. È stato Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede e della Congregazione per il Clero. È autore di decine di articoli e contributi, e di diversi volumi.
L'esaltazione dell'estetica della fede, che al tempo dei primi scritti raccolti in questo volume non esisteva proprio, nonostante Han Urs von Balthasar, è improvvisamente diventata di gran moda. L'improvvisazione non è sempre garanzia di creatività. Di fatto, la conversione teologica di massa alla bellezza che ci salva, che torna romanticamente a concentrarsi intorno alla spiritualità dell'arte, chiede di essere liberata da molti equivoci. Il filo della esplorazione dedicata alla radicalità dell'estetica teologica - non ancora conclusa - si dipana fin dall'inizio sulle tracce di una solida fenomenologia della sensibilità spirituale (di cui l'arte è soltanto uno degli effetti). Il suo obiettivo finale - decisamente in controtendenza - è l'approdo a un'ontologia dell'essere-spiritualmente-sensibile, che istituisce il misterioso piano del Reale che precede quello stesso dell'Essere assoluto. Questo Reale, oggetto estetico e drammatico del desiderio, è l'oggetto rivelato, della parola biblica della creazione di Dio ("dal nulla") e della parola evangelica sulla generazione in Dio ("vita trinitaria"). La crisi attuale del pensiero occidentale è la crisi - finalmente arrivata! - di una metafisica perfettamente anaffettiva, incapace di estrarre pensiero e fede dalla bellezza, perché inadeguato all'estetica e alla drammatica dell'affezione di Dio e in Dio per l'umana creatura. Ricomporre nel grembo dell'ontologia affettiva l'esperienza della teofania (il sacramento cristiano) e l'immaginazione del sacro (l'arte religiosa) è oggi la sfida posta alla ricerca di un cristianesimo all'altezza della sua rivelazione.
Scrive Cacciari nell'Avvertenza: «Nessuno come Van Gogh ha visto la tragica letizia del colore, l'immortalità della cosa nell'estremo della sua facies patibilis, la sua eternità in uno con la sua natura terrestre. Solo nutrendosi di essa il nostro esserci può credersi indistruttibile». Un viaggio attraverso l'opera - i simboli, i paesaggi, gli autoritratti, gli oggetti dipinti, i colori - di uno dei pittori più amati, commentata dal filosofo e illustrata con ampio apparato di immagini.
C'è qualcuno a cui interessa essere salvato? L'amore chiede eternità? La morte, la fragilità, il male ci sfidano? Le relazioni sono una banale consumazione del tempo? Gli altri, uomini e donne, mogli, mariti, figli, genitori, amici sono fonte di gioia e redenzione? E il lavoro, la fatica, i soldi? L'autore ci rimanda all'avvenimento di un Dio che si incarna per salvaguardare la relazione con gli uomini pensati a sua immagine e somiglianza e amati come figli. In quanto creature, per noi la vita si realizza nella relazione con l'altro: l'amore, il matrimonio, la fecondità, anche nelle forme di consacrazione verginale, sono esperienze universali che invocano e offrono a ciascuno opportunità di salvezza. Ma è nella comunione sacramentale della Chiesa, lo strumento salvifico voluto da Cristo come luogo della sua permanenza e presenza nella storia, che si compie al livello più alto la relazione d'amore stabilita da Dio con le sue creature predilette. Prefazione di Marco Andreolli.
Un percorso limpido e profondo attraverso il magistero di papa Francesco. In queste pagine di Stefania Falasca, vaticanista e amica personale del Papa, si dipanano le "vie maestre" del pontificato: il ritorno al Vangelo, la riscoperta della sinodalità, il primato della misericordia, l'opzione per i poveri, il dialogo interreligioso e la tensione ecumenica. Con rigore e partecipazione, l'autrice mostra come Francesco, figlio del Concilio, non innova per rottura ma per fedeltà alla tradizione viva, guidato dallo Spirito e animato dal desiderio di una Chiesa vicina all'uomo, capace di testimoniare la gioia del Vangelo nel mondo contemporaneo. Attraverso memorie personali, citazioni preziose e un'attenta ricostruzione delle radici teologiche e pastorali del pontificato, il testo restituisce una visione organica del cammino della Chiesa oggi: una Chiesa in "uscita", povera, fraterna, generativa, fedele al mandato del Signore.
Rito ufficiale del Matrimonio con Lezionario.
Rito del Matrimonio nella celebrazione eucaristica.
Rito del Matrimonio nella celebrazione della Parola.
Rito del Matrimonio tra una parte cattolica e una parte catecumeni o non cristiana.
Lezionario.
Affidamento degli sposi alla beata Vergine Maria.
Brossura, cm 11 x 16,5
Questo piccolo libro rappresenta il terzo e ultimo volume di un trittico dedicato alla cristologia e soteriologia della Summa Theologiae di San Tommaso d'Aquino. Dopo aver approfondito la persona e le due nature di Cristo ed essersi poi soffermati sui misteri cristologici dal concepimento alla trasfigurazione, in queste pagine si affronta l'analisi della passione, morte e sepoltura, discesa agli inferi, risurrezione e ascensione, glorificazione e giudizio finale di Cristo. L'analisi del mistero pasquale e del compimento dell'opera di redenzione rappresenta infatti il coronamento della riflessione dell'aquinate, che coniuga una cristologia "dall'alto" con una soteriologia "dal basso".
Il testo raccoglie tutte le quindici catechesi di papa Francesco dedicate alla Messa, in particolare alle diverse parti della liturgia eucaristica, che comincia con il segno della croce - da insegnare bene ai bambini fin da piccoli - e si conclude con l'invio del credente alla vita di tutti i giorni. È un vero e proprio vademecum per comprendere e approfondire il significato teologico della celebrazione eucaristica, imprescindibile dagli aspetti liturgici. La Messa deve trasformare la vita in una «Pasqua fiorita»: questo l'invito di Francesco rivolto a tutti e a ciascuno. Preziosa perla che introduce le catechesi è il commento di don Luigi Maria Epicoco. Puntualizza passaggi, fa emergere sfide, lo rende un testo per entrare nel mistero eucaristico celebrato sacramentalmente e vissuto nella vita di ogni giorno.