
Quali sono i principali testi biblici da considerarsi per una consapevole presa di posizioni riguardo all’etica del comportamento e dell’orientamento sessuale? Come vengono utilizzati e come li si dovrebbe utilizzare? Contengono, oggi, un messaggio normativo in proposito? Qual è il posto degli omosessuali nella comunità di fede?
Gli autori – tutti noti studiosi della Bibbia – affrontano con equilibrio questi e altri interrogativi studiando le controverse questioni legate all’etica del comportamento sessuale umano.
Un libro che consente una più profonda comprensione della Bibbia e che si apre alla molteplicità delle voci impegnate in un dibattito biblicamente responsabile e costruttivo rispetto alla sfuggente questione del comportamento e dell’identità sessuale.
Il poema biblico dell’amore e il rapporto tra eros e agape
Una lode alle gioie della sessualità alla luce della volontà di Dio
Il Cantico e l’atteggiamento della chiesa odierna verso i problemi etici del nostro tempo
Fra le pagine austere del libro sacro delle religioni ebraica e cristiana c’è una gemma preziosa dell’antica letteratura erotica: una serie di canti attribuiti al «gran re» Salomone in cui si celebra e si esalta, con assoluta spontaneità e franchezza, l’amore fra un giovane e una ragazza.
Il testo poetico conservato nel canone biblico è chiaramente umano e tuttavia non “profano”: la lode delle gioie della sessualità avviene sempre alla luce della volontà di Dio, come lode della creazione “buona” uscita dalle sue mani.
Scrive Gollwitzer: «Se si tratta effettivamente e semplicemente di amore sessuale umano, la presenza di questo scritto nella Bibbia è una sfida alla chiesa e ai cristiani a stabilire finalmente un rapporto semplice e naturale con il sesso e con l’eros».
Un libro per interrogarsi sull’atteggiamento della chiesa odierna verso i problemi etici del nostro tempo e sul rapporto tra l’eros, ossia l’aspetto creaturale dell’amore, e l’agape, ossia l’amore di Dio che si dona agli esseri umani.
Leo G. Perdue esamina "il libro dei Proverbi" all'interno della tradizione sapienziale non biblica delle civiltà dell'antico Vicino Oriente, che influenzarono direttamente e indirettamente Israele. La letteratura sapienziale biblica e quella non biblica presentano infatti forme letterarie, contesti storico-sociali e tematiche assai simili e di carattere universale, quali il senso della creazione, l'importanza dell'integrità morale, il valore dell'operosità. Raccolta di detti, poemi e princìpi guida che esortano i lettori alla ricerca di ideali elevati - conoscenza, pietà, disciplina, ordine -, "il libro dei Proverbi" fornisce indicazioni su come vivere in armonia con Dio, con gli altri e con se stessi.
L'Evangelo secondo Marco è la narrazione della buona notizia che riguarda Gesù di Nazaret, Messia crocifisso. In che senso la vita di quest'uomo, morto in modo vergognoso, è per noi buona notizia del regno di Dio che si è avvicinato agli uomini? Con un costante riferimento a tale questione fondamentale, l'autore ripercorre l'intero racconto - al quale cerca di dare voce anzitutto attraverso una nuova traduzione - in un commento rigoroso dal punto di vista esegetico, che conduce a un'interpretazione spiritualmente feconda.
Le origini del mondo e dell'umanità sono presentate con la metodologia della "lectio divina" nell'intento di dare una chiave di lettura che permetta di "decifrare" il "progetto teologico" degli antichi racconti biblici.
Durante la cena pasquale, Gesù prega a voce alta davanti ai suoi discepoli ormai rimasti in undici, dopo la partenza di Giuda. Quella preghiera ha il valore di offerta della vita per i seguaci presenti e per quelli futuri. Nel primo capitolo si tenta di capire la psicologia di Gesù in preghiera con riferimenti ai quattro vangeli. Nei capitoli centrali sono esaminate, col metodo dell'esegesi spirituale, le tre parti della preghiera giovannea: Gesù prega per se stesso, per i discepoli e per i futuri credenti. Tutto si conclude con uno slancio di amore al Padre "giusto" che consente a Gesù di rivelare il suo vero nome attraverso gli eventi pasquali che sta per affrontare e che sono la sua glorificazione.
La prima parola dell'ultimo libro del canone cristiano - apokalypsis - è divenuta il titolo stesso dell'opera: rivelazione; parola attribuita a Gesù e che riguarda il senso dell'andamento della storia umana. Ampiamente letto e variamente interpretato fin dalle origini della storia della Chiesa, libro complesso, affascinante, l'Apocalisse è strutturato come un testo epistolare ed è attribuito a Giovanni. L'autore si rivolge alle comunità dell'Asia Minore che rischiavano di "annacquare" l'esperienza cristiana con la cultura ellenistica del tempo. Santi Grasso accompagna il testo con il commento, offrendo una lettura attualizzante il significato del Libro biblico.
Il messaggio teologico dell'opera di Luca (Vangelo e Atti) conserva nel tempo grande attualità e la figura stessa dell'autore sacro non perde il suo fascino: storico e teologo, attento osservatore e interprete del mistero di Dio sull'uomo, Luca emerge per la sua singolarità e, al contempo, non può che essere letto nel più ampio contesto delle voci teologiche del Nuovo Testamento. A partire da precisi riferimenti e raffronti testuali, il volume introduce e orienta il lettore alla scoperta dei temi fondamentali della visione teologica di Luca: la salvezza universale, la figura di Gesù Cristo, lo Spirito Santo, il Regno di Dio e la Chiesa. Pubblicata la prima volta nel 1992 e non più disponibile da tempo, la monografia di padre Bottini è divenuta ormai un classico. Questa edizione include una Postfazione dell'Autore, che completa e aggiorna la già accurata panoramica sulla storia dell'interpretazione dell'opera lucana.
Fra i numerosi ed eccellenti commentari alle lettere di Paolo, quest'opera si distingue per il taglio principalmente didattico: aiuta il lettore ad accostare l'epistolario paolino in modo serio e intelligente, senza tuttavia le pesantezze dell'erudizione e senza problematizzare all'eccesso il pur necessario studio critico. Alla base del commento è la recente traduzione Cei della Bibbia (2008), anche se frequenti, utili e necessari risultano essere i rimandi al testo originale greco. L'analisi esegetica spiega accuratamente il linguaggio paolino, illumina i singoli passi valorizzando i paralleli, mette in rilievo la dimensione teologica delle lettere. Questo secondo volume fa seguito al precedente dedicato alle Lettere ai Tessalonicesi e ai Corinzi.
Il testo, da un lato mette in risalto, con semplicità e profondità, la specifica esperienza di Gesù da cui è nato il quarto vangelo. E dall'altro la pone in parallelo con la testimonianza epistolare di una suora di clausura: con sorprendenti e illuminanti affinità fra queste pagine e il testo giovanneo.
Sette figure bibliche - Isaia e i poveri del Signore, Zaccaria ed Elisabetta con Giovanni Battista, Maria e Giuseppe - punteggiano il cammino che ha per traguardo il Natale del Signore. Per ognuna sono individuati due brani della Scrittura che vengono letti e commentati secondo il classico metodo della lectio divina.
Chi non crede si scandalizza, chi crede dubita. E Matteo, per incoraggiare il lettore, ricostruisce la figura messianica di Gesù.