
Il Nuovo Testamento è materia viva, oggi più che mai attuale e in grado di parlare a tutti. Per comprenderlo però è necessario saper ascoltare, conoscerne il linguaggio e la storia. Romano Penna, studioso fra i più noti, ci offre in queste pagine una prima guida, agile e chiara, al Nuovo Testamento, che viene esaminato attraverso tre livelli: il primo storico-salvifico, fa riferimento all’alleanza che Dio ha sancito con l’uomo in Gesù Cristo oltrepassando (o inglobando?) il Testamento Antico della Legge donata a Mosè sul Sinai; il secondo intende con Nuovo Testamento il complesso letterario dei ventisette scritti di generi molti diversi tra di loro; il terzo infine si dedica a indagare il testo dal punto di vista della formazione del canone.
Destinatari
Un’introduzione al Nuovo Testamento adatta anche per un pubblico non specialistico.
Autore
Romano Penna (1937), ordinario di Nuovo Testamento presso la Pontificia Università Lateranense,è autore di numerose pubblicazioni a carattere esegetico. Tra i suoi ultimi lavori ricordiamo: Profili di Gesù (EDB. 2011) e Le prime comunità cristiane. Persone, tempi, luoghi, forme, credenze (Carocci, 2011). Per le edizioni San Paolo ha pubblicato, tra gli altri: Paolo di Tarso. Un cristianesimo possibile (20003), Una fede per vivere (1992), I ritratti originali di Gesù il Cristo, 2 voll. (20013-20032), Vangelo e inculturazione (2001) e Il DNA del cristianesimo (2011).
Il volume, che propone il testo dei quattro Vangeli nella nuova versione della Conferenza Episcopale Italiana (2008), è strutturato nel modo seguente: • Introduzione ai Vangeli canonici (secondo Matteo, Marco, Luca e Giovanni)
e breve presentazione dei Vangeli apocrifi e del loro significato per l’esperienza di fede, tenuto conto del successo anche editoriale che hanno riscontrato questi testi negli ultimi anni;
- Breve introduzione a ogni singolo Vangelo e note al testo a cura di monsignor Gianantonio Borgonovo, noto biblista della diocesi di Milano;
- Fotografie di don Roberto Di Diodato, che illustrano in parte l’ambiente geografico in cui si sono svolte le vicende narrate nei Vangeli, in parte i volti e i costumi dei popoli che oggi vivono nel Medio Oriente.
Un volume per conoscere meglio i Vangeli, tenendo conto che “l’autore dei Vangeli rimane sempre lo stesso Gesù, protagonista della storia della salvezza, il Figlio mandato da Dio Padre a rivelare agli uomini l’ultima e definitiva parola di amore”.
Punti forti
Testi dei Vangeli della nuova versione CEI (2008).
Autorevolezza nel panorama biblico italiano del nome di monsignor Gianantonio Borgonovo, che ha curato le introduzione e le note di commento.
Destinatari
Vasto pubblico, anche laico.
Autori
Gianantonio Borgonovo, presbitero della diocesi di Milano, ha conseguito la specializzazione presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma e presso l’Università Ebraica di Gerusalemme (1980-1981). Docente presso la Sezione parallela della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale nel Seminario di Milano e dal 1991 presso la Sede centrale di Milano, è dottore ordinario della Biblioteca Ambrosiana, all’interno della quale ricopre gli incarichi di Direttore della Biblioteca e Direttore della Classe di Studi sul Vicino Oriente. è collaboratore delle Paoline in qualità di condirettore della collana “I libri biblici/ Primo testamento”.
Pregare è chiedere qualcosa per sé. Intercedere è chiedere qualcosa per qualcuno, per altri. Ma dire questo non basta.
Intercedere significa «intromettersi», o come ama affermare il cardinale C.M. Martini: «Fare un passo in mezzo». È questa la chiave ermeneutica con cui vengono affrontate alcune figure bibliche, intercessori:Abele,Abramo, Mosè, Salomone, l’orante del Sal 122, Amos, Geremia, Giobbe, Gesù.
Questo approfondimento biblico è significativo per comprendere il compito della «persona che intercede» nel suo vero contesto e per comprendere la storia della salvezza.
In questa visione, l’intercessione include la missione, perché l’intercessione comporta sempre l’apertura verso percorsi inesplorati, modalità inattese di rapportarsi con Dio, in cui si coniugano il ristabilirsi della giustizia e il riconoscimento che Dio è fedele alle sue promesse.
Chi ha compiuto il suo definitivo «passo in mezzo» tra Dio e gli umani e ha reso la comunità dei credenti capace di questa mediazione – intercessione e missione – è il Cristo. Nella sua vicenda storica, come pure nella sua posizione celeste, il ruolo di Cristo è quello di intercessore. L’idea di intercessione e missione maturata lungo la storia precedente si scontra con la novità operata da Cristo: tale novità permette di restituire il senso di queste due parole ai figli della risurrezione.
Punti forti
Il metodo: l’alternarsi continuo tra lettura esegetica e lettura sapienziale.
Il percorso: il filo rosso, quindi le tappe, della storia della salvezza sul tema, da Abele a Gesù.
Destinatari
Persone con conoscenza biblica e teologica di base.
Autore
Martino Signoretto, sacerdote di Verona, ha conseguito il dottorato in Teologia biblica presso la Pontifica Università Gregoriana a Roma con il volume Metafora e didattica in Proverbi 1-9 (Assisi 2002). Con l’associazione Luci nel mondo ha contribuito facendo da guida e il commento all’edizione di tre dvd: Dieci parole di libertà (Comandamenti, 2007), Otto parole di felicità (Beatitudini, 2008), Una parola di verità (Padre nostro, 2009). Ha curato il commento alle immagini e al testo de La Bibbia narrata ai bambini (Milano 2009). È docente di Antico Testamento presso lo Studio Teologico San Zeno e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Verona. Inoltre, è guida di pellegrinaggi in Terra Santa ed è collaboratore per la formazione del clero.
Uomo e mondo secondo i capitoli iniziali della Genesi
"Comprendiamo a che cosa serviva questo testo nella comunità o nelle comunità che l'hanno visto nascere? Possiamo determinare il modo in cui questo testo giocava esattamente e funzionava nei riguardi dei primi ascoltatori?" (dalla Prefazione). Sono queste le grandi domande che p. Standaert pone sul Vangelo di Marco, in un commentario che è frutto di quindici anni di lavoro. A suo modo di vedere, sul piano letterario il testo contiene tutti i segni distintivi che ne fanno un discorso convenzionale e un'azione drammatica, che richiede di essere proclamata in una sola volta, d'un fiato. L'ipotesi guida della sua lettura è la seguente: Marco veniva letto durante la notte pasquale cristiana, nella veglia fra il sabato e la domenica. I suoi destinatari erano una comunità mista, a maggioranza di gentili. Per alcuni nuovi membri della comunità tale notte era il punto d'approdo della propria iniziazione: al termine della lettura integrale del racconto evangelico venivano battezzati e partecipavano per la prima volta al banchetto eucaristico. Nella seconda parte del commentario, Standaert tratta la sezione che va da 6,14 fino alla fine del capitolo 10, in cui Marco introduce il suo lettore alla vera comprensione di chi è Gesù e alle conseguenze pratiche derivanti da tale corretta comprensione dell'identità riconosciuta.
DESCRIZIONE: Come compiere una ricerca storica su Gesù? A tale domanda cruciale Mauro Pesce cerca di rispondere in queste pagine nel confronto critico con gli studi di J. Dupont, E. Käsemann, D.C. Allison e con la più avveduta ricerca contemporanea. Di qui i due binari su cui si articola il volume: da una parte ricostruire la fisionomia storica di Gesù, dall’altra individuare quali forme religiose scaturiscono dopo di lui fra i diversi gruppi dei suoi seguaci. A fare problema, e ad essere qui messo a fuoco in quanto oggetto di interesse storico, è il nesso tra la figura di Gesù e la nascita del cristianesimo come religione distinta dal giudaismo.
Prioritaria è una osservazione di metodo su come impostare la questione Gesù/cristianesimo: assumere questo nesso nella sua continuità – come per lo più fa l’esegesi cristiana – è una posizione apologetica, orientata a giustificare una fede. Ma lo sguardo distaccato dello storico deve esaminare tutti gli elementi disponibili per ricostruire l’individuo Gesù e il suo ruolo prima di formulare un’ipotesi. Qui nello specifico si affronta la trasmissione delle sue parole (ciò che realmente ha detto) e la sua ebraicità, vale a dire la sua differenza rispetto al cristianesimo primitivo. Si evidenzia anche la necessità di una ricerca antropologica su Gesù: analizzare la sua pratica di vita, di un leader immerso fra la gente. Quando poi ci si chiede come è nato il cristianesimo, è necessario tener conto della pluralità dei cristianesimi: di quale cristianesimo si parla? Si giunge quindi al delicato problema del rapporto fra ricerca storica e presupposti della fede: come conciliare l’autonomia dello storico e la tradizione della Chiesa?
Questioni quanto mai attuali perché investono dall’interno il mestiere dello storico e l’identità della storia del cristianesimo. Se l’indagine su Gesù consta ormai di più modelli di ricerca – la storiografia la divide in Old, New e Third Quest –, né può ritenersi compiuta né può ritenersi archiviata. Ogni tassello ha la funzione di far progredire il dibattito scientifico su quella storia, e ha in sé bisogno tanto del passato – dell’esegesi dal XVI secolo ad oggi – quanto di nuove piste future.
COMMENTO: Il libro che sta alla base dei successi editoriali di Pesce sul Gesù storico. Qui l'autore ripercorre le tesi principali del suo studio su Gesù, che hanno aperto il famoso dibattito sulle origini del cristianesimo nel suo confronto con Corrado Augias.
MAURO PESCE è ordinario di Storia del cristianesimo all’Università di Bologna. Fra le sue più recenti pubblicazioni: Le parole dimenticate di Gesù (2004); con Adriana Destro, L’uomo Gesù (2008) e Forme culturali del cristianesimo nascente (Morcelliana, 2008); con Mara Rescio, La trasmissione delle parole di Gesù nei primi tre secoli (Morcelliana, 2011).
Questo volume raccoglie saggi teologici scritti con la sensibilità e nell’ottica dello scritturista, e benché opera di un biblista non intendono essere un’invasione del campo altrui bensì soltanto l’espressione di una collaborazione iniziata nei giorni caldi del concilio Vaticano II e continuata e coltivata, nello stesso spirito del concilio, in tutta la vita di padre Luis Alonso Schökel. Si tratta quindi di studi che sono frutto di riflessione e di critica personale, i cui risultati vennero spesso esposti in conferenze pubbliche suscitando reazioni di sorpresa, di stupore, e anche di rifiuto. Molti sono i motivi sorprendenti sviluppati nelle pagine di questo biblista indimenticato, due in particolare: l’idea di una rivelazione che non si basa esclusivamente sulla parola e quella di una tradizione che non è soltanto rivolta verso il passato, nella convinzione che la tradizione è la realizzazione dell’essere storico della chiesa, che si riferisce sempre a un inizio e a un termine.
Il testo di Rm 12,1-2, nonostante si trovi all'inizio della parte esortativa della Lettera ai Romani, non contiene suggerimenti etici concreti, quanto, piuttosto, l'esortazione generale ad offrire il proprio corpo a Dio come "culto spirituale". Dopo aver presentato, attraverso un sintetico status quaestionis, le diverse interpretazioni che si sono avute nel corso della storia, l'autore, attraverso l'approccio letterario e retorico, inserisce la pericope all'interno della Lettera, proponendo una sua ipotesi di strutturazione di quest'ultima. Successivamente conduce un'attenta analisi filologico-esegetica della pericope, dialogando con i diversi autori, antichi e moderni, che l'hanno commentata. In questo modo egli può, infine, proporre ai lettori il senso teologico profondo dell'esortazione paolina ad offrire la propria esistenza a Dio, senza lasciarsi conformare agli "schemi" dominanti nella cultura di ogni tempo, ma lasciandosi rinnovare nella sua mente, per essere in grado di cogliere nella vita la volontà di Dio, che chiama a realizzare il "bene" a Dio gradito ed espressione perfetta di tutta la vita cristiana.
Una raccolta di quindici contributi su temi vari dell'Antico e Nuovo Testamento scritti in onore del biblista padre Tiziano Lorenzin.
Le vicende narrate nei libri del Vecchio e del Nuovo Testamento si svolgono in un'area geografica ben più vasta della Terra Santa, lungo sentieri della fede che collegano l'Armenia con la Valle del Nilo. Si tratta di Paesi dalle tradizioni antiche, spesso in conflitto tra loro, oggi profondamente mutati, ma che custodiscono gelosamente le vestigia dei siti sacri. Quest'opera indaga i luoghi della Bibbia attraverso i testi, le tradizioni e le ricerche archeologiche più recenti; ma, soprattutto, fa rivivere le suggestioni delle scene bibliche avvalendosi di un ardito confronto tra l'arte pittorica e il reportage fotografico. I più importanti episodi narrati nei testi sacri, dal Giardino dell'Eden alla Torre di Babele, dal Monte Ararat, dove si arenò l'Arca, alle sponde del Nilo, dove Mosè fu salvato, dal Monte Sinai al sontuoso tempio eretto da Salomone a Gerusalemme, dalla mangiatoia di Betlemme al Santo Sepolcro, sfilano in queste pagine illustrati dalla forza evocativa dei grandi capolavori dell'arte e dalle fotografie scattate nei luoghi in cui vissero e operarono i profeti, i condottieri e i grandi personaggi biblici. Località che, nel corso dei secoli, sono entrate nell'immaginario collettivo di milioni di credenti e che ancor oggi richiamano schiere di pellegrini di due grandi religioni.