
L’evangelo della grazia
Atti dell’VIII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità della Riforma
Bose, 26-28 maggio 2017
“Come posso avere un Dio misericordioso?”. Questa la domanda che ha portato il monaco Lutero alla liberante riscoperta dell’aspetto fondamentale del messaggio evangelico: la giustificazione del peccatore, la grazia immeritata, offerta incondizionatamente da Dio. Alla tematica della giustificazione ha voluto dare spazio l’VIII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità della Riforma, di cui presentiamo qui gli atti. La giustificazione, che fu al cuore del movimento di riforma del XVI secolo, è oggi anche una questione significativa in una prospettiva ecumenica, come parola di libertà e di speranza per gli uomini e le donne del nostro tempo. Attraverso approfondimenti storici, biblici, teologici e spirituali, i relatori, appartenenti a confessioni cristiane diverse, presentano linguaggi nuovi e condivisi per ridire questa parola del vangelo, che dischiude per le chiese e per ogni cristiano un rinnovato cammino di unità aperto al futuro.
Contributi di M. Arnold, E. Bianchi, A. Birmelé, Ch. Chalamet, J.-F. Chiron, S. Coakley, É. Cuvillier, S. Durber, F. Ferrario, W. Kasper, D. G. Lange, A. Maffeis, P. Ricca, B. Sesboüé.
Vengono offerte: l'analisi grammaticale di tutte le forme verbali presenti, e note per un confronto critico fra testo ebraico, testo greco, latino e italiano; infine sono indicati anche i passi paralleli.
Il Vangelo di Tommaso, rinvenuto con altri manoscritti gnostici nel 1945 a Nag Hammadi, nell'Alto Egitto, ha un valore storico e teologico inestimabile. Perché allora fu condannato alla distruzione? Elaine Pagels istituisce un appassionato confronto fra il Vangelo di Tommaso (di cui fornisce una nuova traduzione) e quello di Giovanni, scorgendovi due diverse interpretazioni della presenza di Dio nel mondo. La lettura dei testi apocrifi, infatti, i più vicini alla predicazione di Gesù, suggerisce verità alternative e apre nuovi percorsi di ricerca, sia religiosa sia storico-scientifica. Questo libro, ricco di spiritualità, ci rivela la grande lezione di umanità e di antidogmatismo presente nell'insegnamento "negato" di Tommaso, suggerendo una nuova chiave di lettura di pagine di storia cristiana rimaste troppo a lungo celate.
I Salmi sono uno dei libri della Bibbia più amati, poiché contengono le parole più belle per ringraziare e lodare Dio. Questo volume, grazie a una grafica appositamente progettata, permette di leggere, pregare e meditare il Salterio con la propria personale creatività, prendendo appunti, sottolineando e scrivendo in margine al testo. E quando le parole non bastano, lascia liberi di disegnare e decorare per esprimere tutti i colori della fede. Il volume offre il testo integrale dei Salmi nella traduzione interconfessionale in lingua corrente con introduzione, note e consigli per l'attività e oltre 60 illustrazioni, sia colorate che personalizzabili. Le pagine hanno larghi margini bianchi di 5 cm per lasciare spazio alla creatività, il tutto nel segno del "Bible journaling", il modo più creativo per avvicinarsi alle Scritture annotando, decorando e commentando ai margini del testo i passi più amati. Già adoperato nel medioevo dai monaci amanuensi, oggi è praticato da tantissimi giovani e adulti, a casa, in gruppo e sui social network.
Il volume indaga l’atteggiamento verso i popoli pagani nel Salterio della Settanta (LXX) attraverso un confronto con il testo masoretico. La ricerca considera il Salterio greco non solo come traduzione letterale, ma anche come interpretazione di quello ebraico e tenta in questo modo di evidenziarne l’apertura universalistica. In questo contesto il termine «universalismo» si riferisce in modo specifico a un atteggiamento favorevole, più aperto, nei confronti di popoli diversi da quello ebraico, coinvolti in qualche modo nel rapporto fra Dio e Israele. A questo scopo vengono esaminati quattordici testi in cui si riscontrano significative divergenze tra il testo ebraico e quello greco.
«Ma perché, tra tutti gli uomini, proprio io dovevo fare ritorno?». Le parole di Lazzaro risuscitato sono intrise di un profondo rammarico. Il gesto di Gesù che gli ha restituito la vita non lo sollecita alla gratitudine, ma gli impone un amaro rimprovero: ritornare dalla morte significa per Lazzaro rinunciare al più grande amore della sua vita, scoperto e vissuto solo nella foschia dell’aldilà.In questo sconvolgente atto unico, Gibran rovescia una delle più commoventi pagine evangeliche e costringe a riflettere sul rapporto tra l’amore che Lazzaro ha scoperto nell’aldilà e l’«egoismo» di chi ha voluto strapparlo dal sepolcro e da un’insospettabile gioia.Attraverso questo originale cambio di prospettiva, Gibran amoreggia con la propria fine imminente e con la morte, restandone sedotto fino al finale inaspettato.
Note sull'autore
Kahlil Gibran (1883-1931), scrittore e poeta, libanese cattolico di rito maronita, emigra nel 1912 a New York dove vive fino alla morte. La maggior parte dei suoi primi scritti è in lingua araba, ma dopo il 1918 pubblica quasi esclusivamente in inglese. Ampia è la sua produzione, ma Gibran conosce la notorietà per alcune opere come Il profeta, tradotto in oltre venti lingue, Il folle e Gesù il figlio dell’uomo.
Tra i vari insegnamenti all'uomo di oggi, indaffarato nella moltitudine degli stimoli, affamato di potere e perso nell'anonimato delle relazioni artificiali di un mondo virtuale, Gesù ci propone una guida ai disagi della psiche, al senso di smarrimento, al vuoto interiore e ai significati perduti. Al malessere esistenziale e psicologico propone la cura della rinuncia al superfluo, materiale e psicologico. Con parole secche e chiare, rivoluzionarie dal punto di vista clinico psicologico, Gesù evidenzia la piena realizzazione di sé. E l'uomo pienamente realizzato non può prescindere dal superamento del proprio Io egocentrico e narcisista.
Non conosciamo con esattezza né la data né la città in cui Tommaso ha commentato il Vangelo secondo Matteo. In ogni caso è un'opera di esegesi biblica che resta un punto di riferimento anche per i biblisti di oggi e per tutti coloro che desiderano conoscere il senso profondo del Vangelo. L'esegesi di Tommaso è quanto mai caratteristica: dà grande rilievo all'interpretazione storico-letterale e solo dopo all'interpretazione mistico-allegorica; e nella sua semplice linearità è ricca di intuizioni geniali che anticipano alcuni problemi che oggi teologi ed esegeti avvertono con acutezza. Il testo latino è quello consolidato dalla tradizione manoscritta e comprende anche alcuni frammenti del cosiddetto manoscritto di Basilea, che presenta delle varianti rispetto al testo consolidato.
L’esegesi del Nuovo Testamento è un’arte e una tecnica che possono essere apprese. L’introduzione di Thomas Söding e Christian Münch è guidata dalla convinzione che il lavoro metodologicamente e rigorosamente critico sugli scritti biblici consente alla fede sia di mettersi in discussione sia anche di trovarsi arricchita. Gli autori sono mossi dal principio che l’esegesi critica non ha né deve avere alcuna pretesa di monopolio. Se sotto il profilo metodologico deve limitarsi al lavoro sui testi, essa d’altro lato non può prescindere dal dato di fatto che il Nuovo Testamento è un testo di fede scritto anzitutto per la celebrazione liturgica.
In quest’ottica il volume espone con ricchezza di esempi i vari tipi di analisi critica degli scritti neotestamentari, dall’analisi della situazione originaria dei testi all’analisi dei motivi che stanno dietro al singolo testo, passando per l’analisi della forma e del genere, come anche del contesto e della tradizione. E tutto ciò in una prosa chiara e fluente, non appesantita da note né apparati documentari, senza mai perdere di vista l’unitarietà del corpo neotestamentario.
Con un finale aperto che rimanda al suo inizio, il Vangelo di Marco, primo dei tre sinottici, invita a ripercorrere le singole tappe della vicenda di Gesù.Il gesuita Silvano Fausti accompagna il lettore in questo itinerario, rivelando a ogni passaggio l'estrema attualità del testo e offrendo un'analisi approfondita che aiuta a scoprire il vero volto di ciascuno di noi riflesso nel volto di Dio.
Gli esperti lamentano che i genitori non diano più ai giovani le istruzioni necessarie per la vita. Nella Bibbia, invece, sia i padri che le madri non stanno “dietro le quinte”, sono presenti e danno insegnamenti ai propri figli su valori fondamentali. In questo libro l’Autore commenta dieci istruzioni di genitori ai figli, tutte caratterizzate da una forma speciale di comunicazione, il discorso diretto. Nel “tu” col quale la Bibbia si rivolge ai giovani, ciascun lettore potrà vedere se stesso e trovare una strada che porta alla felicità. Sono parole di saggezza che hanno ancora molto da dire sia alle nuove generazioni, sia a quei genitori che non sanno come rivolgersi ai propri figli.