
Una splendida raccolta di icone che seguono la vita di Gesù. Dopo una utilissima introduzione alla lettura delle icone di Gabriele Brigantini, ogni singola icona viene presentata dal passo biblico relativo alla tappa della vita di Gesù accostato alla riproduzione a tutta pagina a colori dell’icona stessa. Nella pagine successiva il volume offre i testi patristici e della tradizione cristiana che interpretano il testo evangelico.
Le trenta icone sono la riproduzione delle icone della preziosa Bibbia di Tbilisi con le quali si ricostruisce la vita di Gesù e che da sempre viene utilizzata per presentare i misteri della vita di Gesù.
La storia più bella dell'umanità, la forza del mito, il rigore della storia, tra fede speranza e filosofia. Il cuore del cristianesimo spiegato e conciliato con la nostra ragione, la filosofia hegeliana applicata concretamente alla Rivelazione. Un saggio coinvolgente che, emozione dopo emozione, ambisce alla grande sfida di sempre: coniugare religione e scienza e rispondere una volta per tutte a paure e a domande antiche e sempre attuali. La Vita di Gesù avrebbe dovuto dividersi in tre parti, corrispondenti alla triadicità del metodo filosofico hegeliano (tesi, antitesi, sintesi). La tesi avrebbe dovuto esser costituita dal corpus dogmatico della religione cristiana protestante; l'antitesi dalla negazione critica dell'ortodossia e dalla dimostrazione della non attendibilità storica dei Vangeli ("germe negativo del sapere"); la sintesi, negazione della negazione, avrebbe dovuto reinterpretare la religione cristiana come "rappresentazione" della verità filosofica, sottraendo il Cristo alla storia per restituirlo al mito. Dell'architettura originaria furono scritte solo la seconda e la terza parte. In questa edizione si propongono al lettore gli ultimi capitoli del "momento negativo", quelli relativi alla Passione e l'importantissima dissertazione finale.
I vangeli sono opere letterarie singolari. Testimoniamo un fatto unico nella storia: la presenza di Dio stesso nell'umanità di Gesù di Nazaret, un ebreo che visse in Palestina nei primi anni della nostra era. Nella storia umana non troviamo un altro fatto simile a questo: un uomo che dice di essere Dio.
Il testo dei vangeli è giunto fino a noi in greco, anche se il modo di pensare e di esprimersi che vi si percepisce è in grande misura semitico. E' già stato fatto notare da autorevoli studiosi che la lingua dei vangeli appare "una lingua non greca espressa in termini greci".
Non è quindi improprio ipotizzare una traduzione greca di un originale aramaico. Partendo da queste considerazioni l'autore ci guida il lettore attraverso una rilettura dei vangeli, con proposte di nuove traduzioni e interpretazioni dei passaggi più enigmatici.
La sua serrata indagine storica e linguistica conduce a importanti e rivoluzionarie proposte di datazione e reca un contributo fondamentale al dibattito sulla storicità dei testi evangelici e sul fondamento della fede cristiana.
François Mauriac ci presenta un Gesù lontano da qualsiasi tipo di intellettualismo o storicismo e invece vicinissimo alla vita e all'umanità ferita dell'uomo. Il racconto si snoda veloce e fedele lungo il percorso segnato dagli appunti evangelici, cogliendo l'umanità e la divinità di Gesù attraverso le pieghe e gli istanti degli incontri e dei rapporti che egli intraprese nei suoi anni di vita terrena. Come ebbe a rimarcare il cardinale Paul Poupard, "tutto il talento del geniale romanziere è già presente in questa Vita di Gesù. Le scene della samaritana e dell'adultera, del cieco nato e del buon samaritano, del figliol prodigo e del giovane ricco sono di una bellezza meravigliosa e sconvolgente". Così si può seguire il cammino terreno di Gesù, fino alla via crucis e poi alla resurrezione, quel fatto prorompente che anticipa la permanenza e l'immanenza amorosa di Gesù nella storia.
Come sottolinea padre Ermes Ronchi nella Prefazione, «l'immagine di Maria appare e scompare nella storia della Chiesa e nella riflessione teologica come al ritmo di misteriose maree dello spirito» e anche in questo libro «santa Maria riappare, accompagnata dai testi sapienti e competenti di Micaela Soranzo, scortata da un corteo di opere d'arte». Il quarto volume della collana L'arte racconta la Bibbia mantiene l'approccio alle raffigurazioni artistiche già felicemente sperimentato nei precedenti volumi: all'evocazione del testo biblico o degli apocrifi - fonte antica di devozione mariana e di ispirazione artistica - segue la presentazione dei modelli iconografici, per descrivere poi l'ambientazione della narrazione pittorica, i suoi protagonisti e gli elementi simbolici utilizzati. L'autrice ci guida a cogliere la straordinaria ricchezza teologica e simbolica delle raffigurazioni artistiche della vita e del mistero di Maria, «questa donna, fra tutte - ricorda ancora padre Ronchi - la più nominata, la più conosciuta, la più dipinta, la più scolpita, la più cantata e invocata».
Nel presente volume abbiamo raccolto alcuni dei più famosi testi apocrifi sulla beata Vergine. Essi coprono la sua storia, dalla nascita all'assunzione in cielo, e giustificano dunque il titolo che abbiamo voluto assegnare al testo: una "vita di Maria" è infatti quella che emerge, collateralmente al racconto dei vangeli canonici, dalla miriade di testimonianze apocrife con cui i primi secoli hanno confessato la propria fede nella Madre di Dio.
"Il creato si disfa sotto la più schiacciante alluvione. Da allora sussiste il secondo mondo. Dio ha annullato la sua prima stesura della vita. La seconda volta non è migliore della prima, è però passata attraverso la distruzione, dunque ha il valore aggiunto della restituzione. Dio, dice la scrittura, è 'ehàd', uno. Il mondo invece si sostiene sulla potenza generatrice del numero due, sulla coppia che fabbrica la vita, trasmette discendenza. Dio è uno, la vita no. La salvezza delle specie viventi a bordo della scialuppa di Nòah/Noè è abbinata alla coppia maschio-femmina. A Nòah/Noè è affidata un'impresa solitaria e colossale, la fede gli imponeva di credere all'annuncio del diluvio e di fabbricare l'assurdo cantiere navale lontano dal mare."
Saulo di Tarso ebbe la fortuna di essere iniziato a una doppia cultura: l'ellenismo e l'ebraismo. La sua illuminazione sulla via di Damasco non cambiò il suo carattere impetuoso: la Grazia non cambia la natura. Saulo rimarrà ebreo, anche se rinuncerà a recitare la preghiera giudaica quotidiana: «Benedetto sei tu Signore che mi hai creato ebreo e non pagano». Frédéric Manns conferma le sue doti di raffinato divulgatore affrontando la figura di Saulo, colui che da acerrimo nemico del cristianesimo ne divenne invece, con il nome di Paolo, il più appassionato testimone. Un racconto avvincente che trascina il lettore nella cultura del tempo, fra ellenismo ed ebraismo, agli albori della religione che avrebbe mutato il destino di popoli e culture.