
La lettura della Genesi può essere appassionante come quella di un romanzo, può suscitare profonde riflessioni come un testo di filosofia, far scaturire la preghiera come uno scritto mistico, far conoscere l'uomo come un libro di psicologia, farci conoscere Dio come un trattato di teologia. Questo primo Libro della Scrittura ci parla dell'uomo e della donna nella loro nudità davanti a Dio, rivestiti di un amore fedele e portatori della scintilla di carità che continua a renderli immagine dell'Amore. L'uomo perfetto è Cristo, il Figlio di Dio che ha preso la natura umana per insegnare agli uomini chi è l'uomo, per rivelare loro il volto del Padre e per donare loro lo Spirito che li riveste di Cristo, che li rende figli del Padre, figli nel Figlio. Nella Genesi, per questo, tutto è profezia di Gesù Cristo.
I Salmi costituiscono un ricco patrimonio di preghiera, un forte grido a Dio nel dolore quando ci si trova in situazioni di pericolo o di grande difficoltà. Sempre più le parrocchie, i gruppi di spiritualità e apostolici, i gruppi giovanili, le famiglie e singoli cristiani apprezzano la ricchezza dei salmi nella preghiera delle Ore, soprattutto quella delle Lodi e dei Vespri. Tuttavia non sempre è facile sintonizzarsi con essi, per applicarli al mistero di Cristo e alla vita cristiana, in particolare per cogliere la ricchezza spirituale e mistagogica che è presente nella celebrazione eucaristica. è necessario guidare «a comprendere i salmi in senso cristiano, in modo da condurli a poco a poco a gustare e a praticare sempre più la preghiera della Chiesa» e attraverso di essi crescere nella partecipazione al Mistero Eucaristico.
Il secondo volume della collana "Scritture: percorsi critici attorno al testo biblico" riguarda i sentimenti. L'incanto fa sì che tutto ciò che già si conosce s'illumini di luce nuova: è una magia che all'improvviso rapisce, rende muti, fa esultare, riempie il cuore di gioia e di umiltà (testo: Salmo 8;commenti di: Luca Mazzinghi, Umberto Guidoni, Alda Merini, Ana Maria Laurent, Claudio Camarca, Dino Carlesi). La felicità è, al tempo stesso, l'aspirazione più universale e più insoddisfatta. Si può "diventare" felici attraverso il rovesciamento dei luoghi comuni che declinano la beatitudine con i nomi di ricchezza, autosufficienza, sazietà, affermazione? (testo: Matteo 5,1-12; commenti di: Marinella Perroni, Giuseppe Maffei, Salvatore Natoli, Vincenzo Paglia, Alberto Alesina, Giovanni Paolo II). Lo stupore e la meraviglia sono emozioni che emergono davanti a una sorpresa, a qualcosa di inimmaginabile. Preoccupati di prevedere tutto o di cercare forzatamente qualcosa che ci stupisca, come possiamo ritrovare il senso dello stupore? (testo: Luca 1,46-55; commenti di: Marida Nicolaci, Chiara Tonelli, Antonio Paolucci, Silvan, Arturo Paoli, Mino D'Amato). Il sorriso, al centro del brano dell'annuncio della nascita di Isacco, ci presenta un aspetto curioso della relazione tra Dio e l'umanità. Cosa significa il sorriso dell'uomo? Che cosa suscita il pensiero che Dio, intenerito, sorrida delle cose umane?
La teologia e la spiritualità hanno spesso guardato con sospetto il mondo dei sentimenti e degli affetti. La Bibbia invece ne parla con frequenza, talvolta con intensità. I Vangeli descrivono i sentimenti di Gesù. San Paolo esorta i cristiani: «Abbiate tra di voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2, 5). L’argomento è complesso e delicato perché, oltre che in quello biblico, entra nel terreno sia della psicologia che della spiritualità. Questo libro, facendo puntuale e fecondo ricorso alle scienze umane e teologiche, guida il lettore ad «attingere al pozzo» inesauribile del mondo affettivo della Bibbia.
Trentasette nuovi commenti ai vangeli delle più importanti celebrazioni liturgiche (Natale e Pasqua) e feste dei Santi, secondo il rito romano e ambrosiano.
Com'era la vita amorosa di re Salomone con le sue 1000 mogli? Come mai si trovano tra gli antenati di Gesù ben due prostitute? Come si faceva l'amore nel paradiso terrestre? Il re Davide era davvero bisessuale? Molti testi della Bibbia non vengono mai letti durante la liturgia, e mai commentati durante la catechesi o l'ora di religione. Soprattutto i racconti in cui si parla di sesso vengono tralasciati sempre. E la cosa è davvero singolare, perché la Bibbia parla sorprendentemente spesso di questa tematica, in tutte le sue varianti. Il libro che tenete tra le mani chiama le cose per nome, descrive i vari aspetti della vita sessuale dei protagonisti dei racconti biblici, e ne discute sia gli aspetti tradizionali, che quelli problematici. Parla di amore romantico, ma anche di violenza sessuale, di intrighi e di amore spirituale e naturalmente riserva non poche sorprese.
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Le proposte bibliche di questo libro ruotano attorno al Salmo 16, che al versetto 2 recita: «Senza di te non ho alcun bene»; una frase che, presa sul serio, trasforma radicalmente l'indirizzo della nostra vita. Il metodo con cui sono svolte le meditazioni è quello della lectio divina, ampiamente illustrato nell'Introduzione; ricollegandosi alla definizione che della lectio dava il priore certosino Guigo II, «Scala Paradisi», l'autore espone le proprie riflessioni percorrendo una sorta di «scala del Paradiso»: da Abramo, modello di aderenza alla Parola, si passa a Mosè, attraverso cui si mostra la fedeltà di Dio al suo popolo. Poi, nel Vangelo di Marco, la chiamata dei Dodici sottolinea come noi dobbiamo essere con Gesù per diventare come Gesù. Si scorrono i testi che esplicitano i fondamenti biblici di un vero servizio alla Parola, e si approda all'episodio della lavanda dei piedi, anticipo del Calvario, e alla parabola degli operai mandati nella vigna, in cui si vede il modo originale con cui il Signore ricompensa i suoi servi. Chiude il volume un Salmo di lode [il 14 6), espressione viva di una fede amante, di una esistenza tutta proiettata sul Signore che ci salva.
Una lectio divina sull’inno alla carità, caratterizzata dalla costante presenza di testi di san Francesco di Sales a commento delle parole ispirate di san Paolo. Come quest’ultimo, anche il grande vescovo e dottore della Chiesa ha una visione totalizzante dell’amore. E sa coglierne i diversi aspetti guardando sempre alla loro fonte prima e perenne, il Dio trinitario.
La carità non è solo necessaria per piacere a Dio e al prossimo, ma è anche indispensabile per la vita quotidiana del semplice cristiano, dell’apostolo, del missionario.
Dalla quarta di copertina:
Questa lectio divina sull’inno paolino alla carità (1 Cor 13) è caratterizzata dalla costante presenza di testi di san Francesco di Sales (1567-1622): una sorta di antologia degli scritti del grande vescovo e dottore della Chiesa, a commento delle parole di san Paolo.
Come Paolo di Tarso, anche Francesco di Sales ha una visione globale e totalizzante dell’amore: lo sa cogliere nella sua fonte prima e perenne, al punto che i suoi vari aspetti risultano essere nient’altro che i variopinti petali di un unico fiore. Per i due Maestri la carità non solo è necessaria per piacere a Dio e al prossimo, ma è indispensabile anche per la normale vita quotidiana, oltre che per l’azione apostolica e missionaria.
A proposito di quest’ultima, a chi gli chiedeva come riconquistare la sede vescovile di Ginevra, il giovane prevosto Francesco di Sales nel suo primo discorso rispose in modo sorprendentemente chiaro: «Non vi propongo né ferro né polvere di zolfo; ma con la carità bisogna scuotere i muri di Ginevra, con la carità bisogna invaderla, con la carità bisogna ricuperarla».
Dodicesimo volume della collana Lectio, in coedizione con la Gregorian and Biblical Press. L'autore si interroga su quali rapporti esistano tra tipologia e cristologia. La prima indica il processo con cui i primi cristiani interpretarono situazioni e figure dell'Antico Testamento come antecedenti (tipi) di senso della persona e vicenda di Gesù. Comprendere a fondo come i primi cristiani utilizzarono questa tecnica interpretativa e la misero in atto nella stesura dei vangeli equivale a far luce sul processo di elaborazione della cristologia primitiva. L'autore va oltre l'abituale prospettiva apologetica con cui si affronta(va) il discorso della tipologia.