
Perché il messaggio di felicità che Gesù ha portato sulla terra non fa più breccia nel cuore dei giovani? Perché i nostri ventenni stanno alla larga dalle pratiche di fede e di preghiera? Dove sono finiti le ragazze e i ragazzi della GMG?
Di fronte a tale situazione e più in generale all'irritualità che segna molti comportamenti giovanili, ci si ripete solitamente che i "giovani non sono più quelli di una volta", avallando la rassicurante idea che sia "normale" il loro non essere normali.
Il libro, al contrario, interroga sul serio l'inedito che il modo di vivere e di credere/non credere dei giovani manifesta. individua così al fondo del loro cuore la ferita di un grido di speranza, in mezzo a una società che ama più la giovinezza che i giovani.
E' da questo cricco che bisogna ripartire. Per il loro futuro, per il futuro della società, per il futuro della Chiesa.
Armando Matteo è Assistente ecclesiastico nazionale della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana).
A dieci anni quasi dalla sua prima apparizione, "La prima generazione incredula" viene ora ripubblicata in versione aggiornata e ampliata. Quella del difficile rapporto tra i giovani e la fede è, in verità, questione sempre più decisiva per una Chiesa che non voglia ridursi ad un piccolo club di vecchi affezionati. Di più. Senza riallacciare significativi rapporti con giovani, non c'è futuro per la Chiesa, almeno qui in Occidente. Tutto questo mentre all'orizzonte si staglia - secondo l'esplicita diagnosi del "Documento preparatorio" del Sinodo sui giovani, fortemente voluto da papa Francesco per l'ottobre del 2018 - una generazione che nella sua componente maggioritaria non si pone "contro", ma che sta imparando a vivere "senza" il Dio presentato dal vangelo e "senza" la Chiesa, e che più in generale arranca a crescere a causa della presenza di adulti di riferimento non solo meno credenti, loro stessi, ma sempre meno credibili già solo dal punto di vista umano. Qui è davvero tutto in gioco. È finito il tempo di una pastorale del cambiamento. È tempo di un cambiamento di pastorale. Prefazione di Enzo Bianchi.
Oggi l'adulto non rappresenta più il polo di compimento e di maggiore splendore dell'esistenza umana: si è letteralmente eclissato, compromettendo in modo radicale la trasmissione della fede tra le generazioni. Al suo posto, è la forma giovane dell'umano ad assurgere a stella polare del desiderio di tutti. Non cedere sulla tua giovinezza: questo è il nuovo e più importante dei comandamenti dell'uomo comune. Siamo così nell'epoca dell'"adorazione della giovinezza", per utilizzare un'espressione di papa Francesco. Non possiamo più non dirci giovani. Ma, allora, dove e come poter ancora diventare cristiani, sotto queste condizioni? Il saggio fornisce una risposta a quest'interrogativo, indicando la rotta di un entusiasmante e concreto viaggio di rivoluzione evangelizzatrice delle comunità parrocchiali, e alimentando il coraggio necessario per andare oltre l'attuale "follia pastorale" di chi crede di riuscire ad ottenere risultati diversi, facendo sempre le stesse cose.
Mai come negli ultimi anni la Chiesa ha prestato notevole attenzione all'universo giovanile. Si pensi al lavoro svolto in occasione del Sinodo del 2018. Eppure, si deve riconoscere che da quell'evento non è scaturita una rinnovata azione pastorale nei confronti dei giovani, in particolare con coloro - e sono la maggioranza, in Occidente - che faticano con la fede cristiana. Il saggio avanza l'ipotesi che la ragione ultima di tutto ciò sia da individuare nel fatto che il Sinodo sui giovani non abbia sino in fondo riflettuto sulla «rottura nella trasmissione generazionale della fede», chiaramente indicata da papa Francesco sin dai tempi dell'Evangelii gaudium, e dunque sulla trasformazione della nostra in una società senza adulti. Il nostro è, in verità, il tempo del trionfo di Peter Pan nel cuore degli adulti e delle adulte attuali, i quali non fanno più crescere e credere nessuno dei loro cuccioli. Per questo, il nostro è il tempo giusto per riportare i giovani a Messa. Non solo perché, senza giovani, la Chiesa muore, ma soprattutto perché, unicamente permettendo ai giovani di incontrarsi e innamorarsi del Cristo vivo, potranno onorare ciò che oggi risulta loro praticamente impossibile: il compito di diventare adulti e adulti credenti.
C'è oggi una sorta di «fatica a essere giovani»: è la difficoltà delle nuove generazioni a vivere in pienezza la propria età, in un tempo in cui tutti - a prescindere dal certificato di nascita - fanno di tutto per essere e restare giovani. Questo dilagante «amore per la giovinezza» rende semplicemente impossibile la vita di coloro che giovani lo sono davvero, gettando alle ortiche la generatività, ovvero quel tratto qualificante dell'età matura che si preoccupa di mettere al mondo, crescere, educare e poi lasciare spazio. Generatività significa soprattutto suscitare curiosità e domande cruciali: perché esisto? Per chi e per cosa vale la pena vivere? Il Bene, la Verità, Dio sono invenzioni dell'uomo pensante o realtà a cui affidarsi? Secondo la lucida analisi dell'autore, è anzitutto per questa ragione che «i giovani di oggi non solo non credono più nelle religioni, nei partiti, nel futuro, nella società, ma hanno proprio smesso di declinare il verbo "credere"», perché è chiaro che se non vengono provocate le grandi questioni nel cuore dei ragazzi, nessuno di loro mai si sognerà di andare a cercare le risposte nelle istituzioni civili o religiose. Il sempre più evidente dato del mancato riferimento al Vangelo da parte dei giovani - la loro incredulità - dipende da un vuoto di testimonianza o, meglio, dalla testimonianza di un vuoto da parte di quell'adulto postcristiano incarnato dalle loro mamme e dai loro papà. Non ci si può occupare del rapporto dei giovani con l'esperienza del credere, senza tenere presente che da esso dipende il destino delle società e delle chiese, un destino sempre più incerto.
In questo saggio il sociologo francese evoca le utopie di Moro, Campanella, Saint-Simon, Fourier e Comte ma risale fino a Colombo e Vespucci, per cogliere l'origine di un allargamento delle frontiere che, invece di tradursi in un allargamento di mentalità, si trasformò di fatto in un allargamento dello spirito di conquista. Mattelard si chiede: perché sono falliti i grandi imperi e le grandi religioni? Perché è fallito il loro tentativo di unione universale? Perché è fallita l'utopia della "pace perpetua" di Kant, o quella della Società delle Nazioni del presidente Wilson?
È la prima tappa di un cammino di catecumenato maturato e sperimentato nella parrocchia di Mattarello (Trento). È un progetto realizzato partendo dalle indicazioni della Cei per dare una risposta a chi si accosta ai cammini della fede senza il Battesimo o una esperienza di fede, offrendo un apprendistato di vita cristiana. Questa prima tappa sviluppa un anno di prima evangelizzazione in cui si portano fanciulli e genitori all'incontro con Gesù Cristo ripercorrendo, narrando e rappresentando il Vangelo di Marco e valorizzando il Catechismo "Io sono con voi". Questa guida accompagna il relativo volume di Schede per i fanciulli.
È la prima tappa di "Figli della risurrezione", un cammino di catecumenato maturato e sperimentato nella parrocchia di Mattarello (Trento). È un progetto realizzato partendo dalle indicazioni della Cei per dare una risposta a chi si accosta ai cammini della fede senza il Battesimo o una esperienza di fede, offrendo un apprendistato di vita cristiana. Questa prima tappa sviluppa un anno di prima evangelizzazione in cui si portano fanciulli e genitori all'incontro con Gesù Cristo ripercorrendo, narrando e rappresentando il Vangelo di Marco e valorizzando il Catechismo "Io sono con voi". Oltre a questo volume di schede, è disponibile anche la Guida per i catechisti.
Il volume raccoglie i contributi provenienti da un Gruppo di Studio Interdisciplinare sulla Pastorale Biblica che aveva come primo obiettivo quello di fare una riflessione accademica in chiave epistemologica sull’Animazione Biblica di tutta la Pastorale. In secondo luogo quello di fare un’indagine interdisciplinare sui significati, i presupposti, i contenuti e i soggetti dell’«Animazione Biblica dell’intera Pastorale» (VD 73) e sul significato dell’affermazione di Evangelii Gaudium 174: «Tutta l’evangelizzazione è fondata sulla Parola di Dio, ascoltata, meditata, vissuta, celebrata e testimoniata». In terza battuta aveva l’obiettivo di riflettere sull’apporto specifico della riflessione sistematica e della teologia pratica nell’ambito di una animazione biblica della pastorale.
Questa raccolta di studi e riflessioni è in linea con il nuovo Direttorio per la Catechesi a cura del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione che dice: «La catechesi attinge il suo messaggio dalla Parola di Dio, che è la sua fonte principale. Perciò, “è fondamentale che la Parola rivelata fecondi radicalmente la catechesi e tutti gli sforzi per trasmettere la fede”. La sacra Scrittura, che Dio ha ispirato, raggiunge in profondità l’animo umano, più di qualsiasi altra parola». La pastorale – e in essa la catechesi – ha lo scopo di aprire la persona all’azione trasformante dello Spirito Santo che è il medesimo Spirito che ha ispirato e si comunica nella Parola di Dio. Dunque l’ascolto delle Scritture è fondamentale per poter vivere una spiritualità integrale, che continuamente trasforma la persona nell’immagine di Cristo.
«Non so se ci avete mai fatto caso che il luogo più sacro della cristianità in Occidente è conosciuto come basilica del Santo Sepolcro, mentre in Oriente è chiamato basilica della Risurrezione. Probabilmente gran parte del nostro linguaggio è condizionato più dalla sofferenza che dalla speranza, mentre per operare una reale conversione è necessario che la Chiesa ritrovi il tempo della gioia. Troppo spesso preoccupata di organizzarsi come struttura, essa ha dimenticato di annunciare il mistero, quasi lasciando in ombra il fulcro della nostra fede: la risurrezione di Cristo e con essa la speranza che nasce dalla certezza dell’eternità» (dalle Conclusioni).
Tenendo come punto di riferimento gli interrogativi sulla parrocchia che la CEI ha posto all’attenzione della Chiesa italiana, la riflessione dell’autore ripercorre le motivazioni bibliche, teologiche e storiche che hanno determinato la nascita della Chiesa locale e l’evoluzione della pastorale del XX secolo, per meglio comprendere la realtà odierna della parrocchia e lanciare una possibile sfida. Nelle sue conclusioni Matino individua come problema primo cui mettere mano quello del linguaggio, nel senso più ampio del termine: non sempre infatti la Chiesa ha insegnato a vivere la realtà concreta della letizia come testimonianza dell’essere cristiani, ottenendo spesso il compiacimento in un atteggiamento di tristezza consono agli aspetti negativi della natura umana e insieme la fuga di coloro che hanno giustamente voglia di vivere. Eppure la storia di Gesù inizia con l’annuncio al mondo della lieta notizia: «Oggi è nato il Salvatore!».
Sommario
Introduzione. 1. La Chiesa nel XX secolo. 2. La parrocchia come popolo di Dio. 3. La parrocchia: comunità o Chiesa locale?. 4. Decanato e parrocchia. Conclusioni. Bibliografia.
Note sull'autore
Gennaro Matino (Napoli 1956) è parroco nella sua città. Teologo pastoralista, è docente presso la Facoltà teologica dell’Italia meridionale e insegna etica d’impresa all’Università “Federico II” di Napoli. Da sempre sensibile ai problemi dei paesi in via di sviluppo, è impegnato, soprattutto in India, con progetti di solidarietà in favore dei bambini più poveri. Presso le EDB ha pubblicato La tenerezza di un Dio diverso (32004) e Nostalgia di cielo (2003).
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Maria Domenica Montereale (1911-2009) il 14 settembre del 1932 si consacra a Cristo col nuovo nome di Suor Liliana del Paradiso. Nel 1935, seguita da Suor Teresina di Gesù Obbediente, ora Serva di Dio, dà inizio alla Compagnia della Regina dei Gigli al servizio della Chiesa. Il volume raccoglie alcuni saggi, che approfondiscono il messaggio evangelico della purezza e l'opera di Madre Liliana, nella prospettiva di contribuire alla ritessitura di un nuovo umanesimo ispirato ai principi del Vangelo.