
Uno dei fenomeni più straordinari dei nostri giorni è senza dubbio la diffusione dei messaggi di Medjugorje, che riguarda un arco di tempo che si avvicina ormai al mezzo secolo e si amplia sempre di più in ogni angolo della terra. Ciò che caratterizza i messaggi della Regina della pace è la loro semplicità e la loro capacità di soddisfare i bisogni più profondi del cuore. In poche parole la Madonna è capace di risvegliare ciò che vi è di più profondo, di più vero e di più autentico nell’anima di ogni uomo. Questa fonte di acqua viva, che alimenta la vita spirituale di innumerevoli persone di ogni parte del mondo, è ben lungi dall’esaurirsi e, ogni volta che il suo messaggio arriva fino a noi, diventa irresistibile il desiderio di conoscerlo e di viverlo. La parole della Madre non sostituiscono quelle del Figlio, che il Vangelo ci ha conservato, ma le spiegano e le rendono comprensibili anche alle persone più semplici. La grande opera di evangelizzazione della Regina della pace, in questo momento di crisi spirituale e morale del mondo, è per la Chiesa un dono di inestimabile valore dai frutti straordinari.
Una scorciatoia è tale «non perché facile, ma perché pertinente e comprensibile». Newman insegna che «non ci sono vie brevi alla perfezione, ma ce ne sono di sicure». Questo volume ne esplora nove. Tra esse troviamo la via della coscienza, dell’amicizia spirituale, dell’immaginazione, dell’amore concreto, ecc. Le nove scorciatoie, che trapelano dalla vita e dal pensiero del grande santo e dottore della Chiesa, costituiscono un invito a trovare un cammino personale per andare verso Dio. Indagando e rileggendo gli insegnamenti e la vita di Newman, questo libro offre al lettore il privilegio di scoprirne la potenza spirituale.
In un’epoca in cui l’umanità si trova sospesa tra accelerazioni tecnologiche e crisi spirituali, nasce un libro unico: un’intervista immaginaria ma profondamente verosimile a Papa Francesco, realizzata attraverso l’ausilio dell’intelligenza artificiale. Il pontefice risponde, con il suo tono inconfondibile di tenerezza e fermezza evangelica, alle grandi domande del nostro tempo: la sfida dell’intelligenza artificiale, il dramma dell’indifferenza, la pace come dovere e promessa, la cura della casa comune, la crisi della fede, i nodi della liturgia, della famiglia e del ruolo della donna nella Chiesa. Diviso in tre sezioni — La Chiesa e i problemi sociali, L’idea di Chiesa, La Chiesa e i problemi interni — il libro attraversa temi caldi e controversi: l’ecumenismo, la sinodalità, la misericordia, il celibato, la messa in latino, l’eutanasia, la maternità surrogata. In ogni risposta, si intrecciano la voce profetica di Francesco, la memoria viva della tradizione e la volontà riformatrice di una Chiesa che vuole "camminare insieme".
"Dilexi te", titolo della prima Esortazione apostolica di Papa Leone XIV, significa "Ti ho amato" e riprende il versetto del libro dell’Apocalisse 3,9, una dichiarazione di amore da parte di Dio per una sua comunità cristiana, che non aveva alcuna rilevanza o risorsa ed era esposta alla violenza e al disprezzo. Papa Francesco, che, nell’Enciclica Dilexit nos, aveva approfondito l’amore divino e umano del Cuore di Cristo, stava preparando, negli ultimi mesi della sua vita, un documento sulla cura della Chiesa per i poveri e con i poveri, intitolato proprio Dilexi te, immaginando che Cristo si rivolga ad ognuno di loro dicendo: Hai poca forza, poco potere, ma "io ti ho amato" (Ap 3,9).Papa Leone, sentendo di aver ricevuto come in eredità questo progetto, si dichiara - all’inizio del documento - felice di farlo proprio, aggiungendo alcune sue riflessioni, per proporlo all’inizio del suo pontificato, "condividendo il desiderio dell’amato Predecessore che tutti i cristiani possano percepire il forte nesso che esiste tra l’amore di Cristo e la sua chiamata a farci vicini ai poveri".
«Il senso ultimo della vita e la scelta di una via per la propria vocazione hanno bisogno di tempo, di preparazione e di riflessione. Dobbiamo, quindi, essere capaci di sostare, di attendere, di purificare il nostro pensare e agire.» Eppure, oggi tutto sembra condurci nella direzione opposta. Travolti dal flusso frenetico degli eventi e dal frastuono del mondo, raramente troviamo il tempo per fermarci a contemplare la grandezza dell'universo - capace di smitizzare ogni tentazione di superbia - o per ascoltare la voce della nostra coscienza, che, come insegna l'autentica sapienza, laica o religiosa, si rivela soltanto nel silenzio, nella sosta e nel distacco dalla superficie delle cose. Senza questo ascolto, infatti, «si corre il rischio di non vivere umanamente, ma solo di sopravvivere fisicamente.» È con questo spirito che il cardinale Ravasi propone una riflessione per ciascuno dei 366 giorni dell'anno solare, a partire da citazioni di autori antichi o contemporanei (scrittori, poeti, filosofi, ma anche umoristi, cantanti, fumettisti), illustrandone e ampliandone il significato. Sono testi caratterizzati dalla brevità e dalla semplicità, ma ricchi di intuizioni e di spunti sui temi più disparati: dall'amore all'amicizia, dalla solitudine alla famiglia, dall'infanzia alla malattia, dalla bontà all'odio. Proprio come le pagine di un «breviario», a cui si ispirano, richiedono di essere assaporati e meditati riga per riga, parola per parola, in una quotidiana pausa di isolamento e tranquillità perché possano davvero stimolare il pensiero e sollecitare l'agire. Sul finire di un anno giubilare improntato alla speranza, Custodire la luce è un sincero invito ad ascoltare e preservare la voce che risuona nel profondo della nostra interiorità, la sola che può indicarci come diventare pienamente e autenticamente «persone umane».
"Le età della vita" - qui tradotto integralmente - è una delle opere più fortunate di Romano Guardini. La sua popolarità è dipesa dal felice connubio di molteplici fattori: la capacità con la quale Guardini riesce a delineare, con pochi essenziali tratti, ciascuna età della vita in un modo che consente a tutti di ritrovarsi; la maturità dello sguardo frutto di una trentennale esperienza di docente, di educatore, di pastore d'anime in costante confronto con le tappe e le crisi della vita; l'approccio insieme distaccato ed empatico con il quale vengono còlti con nettezza sia i tratti positivi presenti in ogni età, sia quelli che destano inquietudine; non da ultimo, l'affabilità dello stile espressivo che lascia trasparire una fondamentale dimensione orale, una parola rivolta e ascoltata che rende così vicino il testo. Un vademecum per la vita in cui ogni lettore può riconoscere, e accettare, se stesso.
Quando ritorna il Natale da una parte si prova una grande gioia, veramente profonda, perché questa festa evoca la stagione più bella della vita - l’infanzia - quando ci sembrava che la casa, anzi, i cuori della famiglia diventassero tutti insieme una piccola Betlemme, e Gesù nasceva in casa e la riempiva di pace. Ma si affaccia anche un altro pensiero, ed è un pensiero di paura, di trepidazione, perché il clima di oggi certamente non è un clima favorevole al Natale: i messaggi che si vedono in giro allontanano dal vero significato della festa e propongono un falso Natale. Il card. Comastri invita a riscoprire l’autentico Natale del Signore attraverso i racconti di come lo hanno vissuto i Santi, i testimoni della fede ...e gli atei, che non credenti - dopo la nascita di Gesù anche nel loro cuore - non lo sono stati più.
Un’opera unica - divisa in due volumi - che raccoglie le catechesi tenute da Leone XIV e Papa Francesco nelle Udienze generali del Giubileo 2025. In questo primo volume si trovano le meditazioni dei Pontefici sull’infanzia e sulla vita di Gesù (in particolare sugli incontri, le parabole e le guarigioni). Con parole chiare e ispiratrici, questo libro guida il lettore verso una fede viva, ricca di speranza e amore. Un testo prezioso per chi desidera approfondire il messaggio giubilare, ideale per un pubblico ampio e variegato. Un viaggio spirituale intenso e luminoso che invita alla riflessione e alla crescita personale.
Chi è Papa Leone XIV? Dopo i primi mesi di pontificato, il mondo si interroga sulla personalità, sul magistero e sulle scelte del nuovo pontefice eletto l’8 maggio 2025, il giorno della supplica alla Madonna di Pompei, dopo un conclave durato meno di 24 ore. «Sono un figlio di Agostino», ha detto subito dopo l’elezione. E questo profilo certamente lo caratterizza. Anzi, ci aiuta a comprendere meglio le categorie che orientano la spiritualità, la teologia, la visione della Chiesa di Leone. Agostiniano fino in fondo, legato alla famiglia religiosa che ha guidato per 12 anni come Priore generale, ma pastore della Chiesa universale. Leone non ha cambiato numero di cellulare e risponde come sempre ai messaggi dei confratelli. Si interessa di loro. Ma allo stesso tempo ha allargato lo sguardo al mondo intero. Mette la sua esperienza, la sua conoscenza della Chiesa e delle diverse culture, maturata in tanti anni di viaggi e attività missionaria, al servizio di tutti. Con alcuni tratti caratteristici del suo carattere: la mitezza, il garbo, la gentilezza, la semplicità, la misura, la sobrietà. Successore di Pietro e Vicario di Cristo, ma umanissimo pastore di una Chiesa chiamata a dialogare con il mondo e ad ascoltarne le domande.
Prima di tutto ascoltare, perché il coraggio viene dall’ascolto. Poi, avere come bussola l’amare poiché amore e unità sono le due dimensioni della missione affidata da Gesù a Pietro, il primo papa. Con questi e molti altri insegnamenti, che Leone XIV attinge dal faro spirituale del suo Ordine, Agostino di Ippona, si apre il pontificato di uno dei papi più imprevisti della storia della Chiesa: uomo riflessivo e pieno di spirito di servizio, religioso agostiniano convocato dal Perù a Roma per volere di Bergoglio, Robert Francis Prevost non si aspettava di essere chiamato a guidare la cristianità, eppure ha trovato da subito le parole più giuste per trasmettere a tutti speranza, spirito di dialogo e impegno universale. In queste pagine sono condensati i punti principali che hanno segnato l’avvio del cammino pastorale di Leone XIV. Discorsi, messaggi e omelie si alternano a citazioni tratte dalle opere del maestro Agostino, ma anche alle parole dei due papi precedenti, in una continuità d’ispirazione ricca di spunti originali: dalla centralità dell’amore all’appello per una pace disarmata e disarmante, dalla visione del futuro all’attenzione ai giovani, fino ad arrivare alle sfide vecchie e nuove che la Chiesa, ma anche l’umanità tutta, si trova ad affrontare.
La prima esortazione apostolica di papa Leone XIV, simbolicamente firmata nella festa di san Francesco, viene presentata con una prefazione di fra Carlos Alberto Trovarelli, ministro generale dei francescani conventuali che evidenzia la spiritualità francescana sottesa al documento. Padre Giulio Albanese, missionario comboniano, uno dei massimi esperti sul tema della povertà ha curato l'Invito alla lettura.
Fra Carlos A. Trovarelli è ministro generale dei frati minori conventuali dal 2019. Giulio Albanese, missionario comboniano è direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali e dell’Ufficio per la cooperazione missionaria del Vicariato di Roma. Ha fondato e diretto per molti anni l’agenzia di stampa Misna. Collabora con varie testate, fra cui Avvenire e L’Osservatore Romano. È anche membro del Consiglio per la Sezione per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali della Segreteria di Stato della Santa Sede. Le sue ultime pubblicazioni con EMP: Libera nos Domine. Sulla globalizzazione dell'indifferenza e sull'ignoranza dell'idiota giulivo (2020); Poveri noi! Con Francesco dalla parte dei poveri (2017).
Dilexi te, "Ti ho amato" è il primo documento di Leone XIV, firmato nella mattina del 4 ottobre, festa di san Francesco d’Assisi. Richiama nel titolo la quarta e ultima enciclica di papa Francesco, Dilexit nos, sull’amore umano e divino del cuore di Gesù Cristo. La contemplazione dell’amore di Cristo ci aiuta a coltivare una maggiore attenzione alle sofferenze degli altri e ci rende strumenti del suo amore, scrive il Papa, in continuità con il Magistero di Francesco. E chiede alla Chiesa di liberarsi dall’autoreferenzialità per ascoltare il grido dei poveri, perché la scelta prioritaria dei poveri sia una via di straordinario rinnovamento spirituale e sociale al contempo. L’invito per ogni cristiano è a guardare con lucidità anche alle prassi quotidiane, nella consapevolezza che la presenza dei poveri è indice di ingiustizia sociale e disuguaglianze. «Sia attraverso il vostro lavoro, sia attraverso il vostro impegno per cambiare le strutture sociali ingiuste, sia attraverso quel gesto di aiuto semplice, molto personale e ravvicinato, sarà possibile per quel povero sentire che le parole di Gesù sono per lui: "Io ti ho amato" (Ap 3,9)».

