
«Dobbiamo onorare Gesù Cristo servendolo corporalmente e spiritualmente nella persona dei poveri, sia malati, sia bambini, sia carcerati o altri, che per vergogna non osino far trasparire il loro bisogno». Così scriveva il sacerdote Vincenzo de Paoli. E a quattrocento anni di distanza dalla nascita del carisma delle sue fondazioni, che ebbe inizio il 25 gennaio 1617 a Folleville in occasione della "prima predica della Missione" e con la realizzazione - il medesimo anno - delle "Carità", si propone questa nuova e appassionata biografia del santo dei poveri, da parte di don Luigi Mezzadri, a sua volta sacerdote vincenziano. Non si tratta, qui, di una semplice agiografia ma di una riflessione che prende spunto dalle intuizioni e dalla vicenda di un gigante della spiritualità, per riflettere ancora oggi sulla carità e sui poveri, che egli definì essere i suoi veri maestri, insieme a Cristo. Un omaggio a una figura che continua a irradiare il proprio carisma nel mondo e di cui dovremmo tornare a conoscere le radici. La biografia è ampiamente corredata di citazioni che portano il lettore ad ascoltare la voce viva di san Vincenzo.
La tradizione iconografica ci consegna la figura di un Giuseppe avanti negli anni, un anziano dal viso rugoso, un patriarca i cui occhi hanno già visto e vissuto tutto. Eppure la verità è un'altra: è un ragazzo nel fiore degli anni. Giuseppe ha sedici anni quando prende per fidanzata Maria, la ragazza che ama. Sedici saranno anche gli anni ancora a sua disposizione prima di essere pianto, pianto veramente, dal suo Dio, da suo figlio. E sarà lui, Gesù, a chiudere le sue palpebre per l'ultima volta, tremando con quel tremore che segna i passaggi. Queste pagine ci restituiscono in tutta la sua umanità la vera storia di Giuseppe, il falegname di Nazaret.
La leggenda vuole che a inventare il presepe sia stato, nel lontano 1223, san Francesco d'Assisi. Recatosi a Betlemme l'anno precedente, Francesco rimase incantato dalle rappresentazioni sacre allestite in occasione del Natale e al ritorno chiese a papa Onorio III di poterle riproporre. A quei tempi la rappresentazione dei drammi sacri era vietata dalla Chiesa; il Papa gli concesse però di celebrare la messa in una grotta naturale, l'eremo di Greccio, e così, il 24 dicembre del 1223, venne messa in scena la nascita di Gesù bambino. C'erano la grotta, il bue e l'asinello. Nessuno dei presenti prese il ruolo di Giuseppe e Maria, perché Francesco non voleva si facesse "spettacolo" della nascita del Salvatore. La popolazione accorse numerosa e così il santo poté narrare a tutti i fedeli, che non sapevano leggere, la storia della nascita di Gesù. In queste pagine, padre Fortunato ripercorre la storia del presepe dalla grotta di Betlemme al primo presepe vivente di Greccio, fino alla Basilica Superiore di Assisi e a Scala, dove Sant'Alfonso Maria de' Liguori, tra pastori, grotte e greggi, trovò ispirazione per la composizione di "Tu scendi dalle Stelle". Prefazione di Domenico Pompili.
San Giuseppe figura nella storia della Bibbia e della Chiesa come "il grande silenzioso". Se possiamo accedere all'intimità della Vergine Maria attraverso le sue poche frasi nei Vangeli, lo stesso non si può dire del suo sposo, Giuseppe. Non una sola sua frase è riportata nei Vangeli. Eppure, questo silenzio non solo non sminuisce la sua santità, ma dà grande spessore alla sua missione. Giuseppe ricevette l'annuncio dell'angelo in sogno. Egli nacque per compiere la missione richiesta da Dio: prendere Maria in sposa e vegliare sul bambino Gesù, che doveva nascere non dalla volontà dell'uomo ma dallo Spirito Santo. Per questo, l'evangelista Matteo lo chiama "giusto". Per noi, la parola giustizia rimanda immediatamente alla giustizia sociale e alle rivendicazioni salariali. Nella Bibbia, la giustizia equivale alla santità. Giuseppe è giusto non solo perché ha lavorato bene nel suo laboratorio, ma perché ha adeguato la sua volontà a quella di Dio. La volontà di Dio conduce il credente alla più alta realizzazione della sua esistenza, nonostante le apparenze. L'esempio di san Giuseppe invita all'azione.
San Francesco (1182-1226) è una delle più straordinarie figure della storia. Il suo entusiasmo, la sua semplicità, la sua radicalità, accompagnati dallo slancio mistico e dall'amore per Dio, per ogni uomo e ogni creatura, ne fanno un personaggio di grande interesse e attualità. Accompagnato dalla sua sposa, «Madonna povertà», Francesco ha varcato i confini di Assisi e del suo tempo, ha attraversato i secoli fino a giungere ai nostri giorni e ha donato con abbondanza le grazie di una testimonianza cristiana unica nel suo genere. Tutti coloro che si sono accostati a lui, in ogni epoca e in ogni condizione, sono rimasti affascinati dalla ricchezza della sua umanità e dal suo ardente desiderio di essere come Gesù.
Francesco Forgione, che diventerà famoso in tutto il mondo con il nome di Padre Pio, nacque a Pietrelcina (Benevento) nel 1887. Entrato nel noviziato cappuccino nel 1903, divenne sacerdote nel 1910. L'8 settembre di quell'anno ebbe per la prima volta le stimmate invisibili, che il 20 settembre 1918 si trasformarono in piaghe visibili alle mani, ai piedi e al costato. Dal 1916 risiedette nel convento di San Giovanni Rotondo (Foggia), dove morì il 23 settembre 1968. Dopo un intervento personale di Papa Giovanni Paolo II, nel 1983 si poté aprire il processo canonico sulla vita, le virtù e i miracoli di padre Pio, che ha condotto alla sua beatificazione, il 2 maggio 1999, e canonizzazione, il 16 giugno 2002.
Nato a Firenze il 21 luglio 1515 - lo stesso anno di Teresa d'Avila - Filippo arriva a Roma intorno al 1534. E in pochi anni conquisterà il cuore dei romani per il suo singolare apostolato ambulante proposto a nobili e straccioni, giovani e vecchi, ladruncoli e strozzini, ignoranti e colti. Nel volgere di alcuni decenni, Filippo darà vita a una delle esperienze cristiane più affascinanti e originali della storia della Chiesa, rendendo appassionanti e carichi di attrattiva quei tesori che la Chiesa aveva elargito ai suoi figli da secoli: l'eucarestia, la confessione, i sacramenti, la musica sacra, i pellegrinaggi, l'orazione continua, la devozione al Santissimo Sacramento. Da allora il fascino di questo santo fiorentino-romano ha oltrepassato i confini dell'Urbe giungendo fino alle Indie, alle terre del Nuovo Mondo, all'estremità dell'Africa.
Questo libro è un invito a rivolgersi a san Giuseppe nelle varie situazioni della vita e a fidarsi della sua potente intercessione presso Gesù. «Ite ad Joseph, Andate da Giuseppe» erano le parole con cui il faraone ordinava agli egiziani, afflitti dalla carestia, di rivolgersi a Giuseppe, viceré d'Egitto e figlio del patriarca Giacobbe. «Andate da Giuseppe» sono le parole con cui la Chiesa insieme con le suppliche alla Vergine si rivolge all'altro Giuseppe, lo sposo di Maria di Nazareth e padre terreno del Figlio di Dio. In Giuseppe si riflette la paternità di Dio e nella Famiglia di Nazareth rifulge l'amore del Paradiso: ecco perché nella sua storia di straordinario-ordinario troviamo modelli e spunti di tenerezza e di quella speranza che il Patrono della Chiesa universale diffonde nel mondo con lo stile "silenzioso" e concreto della sua vita. Queste pagine, che raccolgono anche gli Inni, le preghiere e le devozioni più belle, ne tracciano un profilo delicato e completo, grazie anche alle parole che al santo falegname hanno dedicato i santi, i pontefici, papa Francesco.
Negli anni successivi alla sua esistenza terrena e sempre con maggiore intensità e freschezza, Alfonso de' Liguori ha assunto le dimensioni di un gigante nella storia del cristianesimo e della Chiesa. Di ciò si è tentato di dare documentata dimostrazione, ripercorrendo la vita, le opere, il pensiero e l'impegno nel quotidiano di questo straordinario santo, al quale si deve tra l'altro anche un'efficace riscoperta del culto popolare verso la Vergine Maria.
Santa Caterina da Genova, grande mistica del XV secolo, è ricordata non solo per le sue opere di misericordia verso i poveri e gli ammalati, ma anche per il suo Trattato del Purgatorio, frutto di ciò che lei stessa visse e provò nel suo cammino mistico. La vita di Caterina da Genova fu infatti lo specchio di ciò che descrisse nel suo trattato sul purgatorio, che ebbe modo di osservare in profondità perché lo sperimentò in se stessa in tutta la sua dolorosa realtà. Ciò che scrisse delle povere anime ci mostra un aspetto essenziale della loro condizione: da una parte sono compenetrate da un ardentissimo amore di Dio, dall’altra provano un grande dolore per la propria imperfezione. Così l’amore nelle povere anime è nel contempo “fuoco” della beatitudine e “fuoco” di tormentato dolore ed è attraverso questo fuoco che avviene la loro purificazione.
Di san Giuseppe i Vangeli sono così scarni di parole che diventa molto difficile comprendere la grandezza della sua missione e santità. Nei Vangeli si dice di san Giuseppe che era un uomo giusto, il che equivale a dire che era un uomo santo. Se san Giuseppe è un così grande santo, lo si deve innanzitutto alla missione che Dio gli ha affidato, cioè quella di essere padre putativo di Gesù. Ed è per questa sua speciale prerogativa che anche noi ci affidiamo alla sua protezione.
Note sull'autore
Marcello Stanzione è nato a Salerno il 20 marzo 1963 ed è stato ordinato sacerdote nel 1990. Nel 2002 ha rifondato l’Associazione Cattolica Milizia di San Michele Arcangelo (www.miliziadisanmichelearcangelo.org) per la retta diffusione della devozione cattolica ai santi angeli. Ha scritto oltre 300 libri sugli angeli e su tematiche affini di spiritualità cattolica per 30 diverse case editrici europee e americane, sia cattoliche sia laiche. I suoi libri sono stati tradotti in polacco, tedesco, sloveno, portoghese, francese, spagnolo e inglese. Don Stanzione è disponibile a tenere conferenze su temi di angelologia, mariologia e agiografia
L'11 febbraio 1858, in una piccola cittadina francese ai piedi dei Pirenei, alla quattordicenne Bernadette Soubirous apparve una signora bellissima, vestita di bianco, con una cintura azzurra in vita. L'apparizione si ripeté nei giorni seguenti, finché la Signora rivelò il suo nome: "Io sono l'Immacolata Concezione", un dogma dichiarato solo pochi anni prima da papa Pio IX e del quale la povera e semianalfabeta Bernadette non poteva essere a conoscenza. Nel tempo Lourdes è diventata meta di pellegrinaggi, un luogo di fede in cui innumerevoli guarigioni miracolose continuano a testimoniare la forza del messaggio cristiano. Scopriamo in questa inchiesta uno degli eventi spirituali più potenti mai avvenuti in Europa.