
Il volume propone un’attenta e articolata analisi delle posizioni che la rivista «Studium» assunse negli anni in cui Aldo Moro ne fu direttore, dal 1945 al 1948. Tale momento della vicenda politica ed intellettuale del giovane Moro, sinora poco esplorato, coincise con anni cruciali nella storia italiana, segnati dalla conclusione della guerra mondiale, dalla Costituente, dall’edificazione del nuovo Stato repubblicano. Animando un vivace dibattito tra intellettuali di grande prestigio, la rivista contribuì alla elaborazione e alla diffusione di una cultura democratica e cristiana e rappresentò un qualificato punto di riferimento anche all’interno della DC.
Il dialogo con la cultura e la modernità oggetto del presente studio fece emergere alcune tra le più originali proposte del cattolicesimo politico italiano del secondo dopoguerra.
Paolo Acanfora è dottore di ricerca in storia moderna e contemporanea. Ha svolto attività di docenza in università italiane e straniere e pubblicato numerosi studi su riviste specializzate nazionali ed internazionali. Nel 2010 è stato borsista presso la Fondazione Giulio Pastore. Attualmente collabora con l’Istituto Luigi Sturzo e con l’Accademia di Studi Storici Aldo Moro
Quanto sia stata profonda la devozione di san Tommaso Moro per l'eucaristia è ancora tutto da raccontare. Egli visse la realtà del sacramento adeguando la sua intera esistenza al mistero della passione, morte e risurrezione di Gesù, fu il primo e più grande difensore in Europa della presenza reale di Cristo nel sacramento contro riformatori del calibro di Lutero, Tyndale, Frith, Barnes ed altri, le sue opere sono dense di richiami eucaristici. L'ultimo anno della sua vita in carcere scrisse un Trattato per ricevere degnamente il corpo del Signore. Ma non saremmo fedeli alla verità storica se ci limitassimo a registrare la presenza di questa devozione nella vita di Moro e quanto essa abbia contribuito al perfezionamento delle sue virtù, se non prendessimo in considerazione la sua esperienza spirituale come una testimonianza di laicità eucaristica. Lo scopo di questa pubblicazione è quello di indagare e portare sul banco degli studiosi tale significativo locus theologicus che ricaviamo dalla vita e dal pensiero di Tommaso Moro.
La fenomenologia, teorizzata da Husserl alla fine dellʼOttocento, rappresenta una corrente fondamentale nella filosofia contemporanea. Nel corso dei decenni si è progressivamente diffusa in tutti i continenti, influenzando discipline non filosofiche: dapprima la psicologia e la psichiatria, per poi coinvolgere il teatro, la letteratura, lʼarchitettura, la medicina, le scienze infermieristiche, la psicologia sociale, lʼecologia.
Il volume propone unʼintroduzione alla fenomenologia intesa come analisi riflessiva. Essa viene affrontata non in senso storico, attraverso la presentazione di temi o autori appartenenti a questo filone teoretico, ma come metodo applicabile a qualsiasi ambito di esperienza, sia diretta che indiretta. Lʼautore distingue due stili filosofici: lʼargomentazione, prevalente nella filosofia analitica contemporanea, e lʼanalisi riflessiva che, a suo giudizio, è propria della fenomenologia. Scopo di questo lavoro è familiarizzare con il metodo fenomenologico e quindi migliorare le proprie abilità riflessive e teoretiche.
Il testo, già tradotto in diverse lingue e qui presentato per la prima volta in traduzione italiana, ha un intento pedagogico – ogni capitolo si conclude con degli esercizi – ma non è orientato limitatamente ad un pubblico di studenti, bensì a chiunque voglia imparare ad analizzare e a riflettere. La prima metà del lavoro presenta gli strumenti del metodo fenomenologico mentre i capitoli finali si concentrano su alcuni ambiti particolari dellʼesperienza quali il credere, il valutare ed il volere.
Lester Embree è William F. Dietrich Eminent Scholar in Philosophy presso la Florida Atlantic University. Ha studiato presso la New School for Social Research con Dorion Cairns e Aron Gurwitsch, discepoli di Edmund Husserl. Ha insegnato presso la Northern Illinois University (1969-1974) e la Duquesne University (1974-1990). Autore di oltre 200 pubblicazioni, ha diretto per ventʼanni il Center for Advanced Research in Phenomenology e curato la Encyclopedia of Phenomenology (Kluwer 1997). È fondatore della Organization of Phenomenological Organizations (OPO), che raccoglie 160 organizzazioni filosofiche di ispirazione fenomenologica.
«[...] studiavo Origene: che spiegava come i cacciatori e i pescatori inseguivano misticamente, sui colli e nel mare, la sfuggente selvaggina delle parole e degli uomini di Dio, vedendone solo il dorso e le orme, sulla sabbia o nelle fessure della roccia. I profeti, insieme, costituiscono le maglie della rete di Dio. Ognuno di noi è preso nelle maglie della sua misura, del suo profeta, dove Dio lo spinge. A me è toccata la ventura bellissima di incappare in padre Chenu, per il quale, con lui, ringrazio il Signore». Così Vittorio Peri scriveva a frère Marie-Dominique Chenu e nelle sue parole è possibile intravedere il fascino di questa corrispondenza, che rivela l'amore di entrambi per la Chiesa, l'intelligente partecipazione alla complessità della sua storia in cammino, la speranza sempre viva anche nelle ore buie della vita.
Giambattista Vico è il filosofo italiano più significativo dell’epoca moderna. Considerato spesso un precursore, dimenticato a tratti dalla critica, incompreso durante la vita, egli è stato colui che prima e più di tutti ha portato la storia nella riflessione filosofica e ha elaborato una gnoseologia, alternativa a quella cartesiana, imperniata sul principio del verum-factum.
Il volume ricostruisce la visione vichiana dell’uomo e della storia, considerando in particolare il ruolo e il significato di Dio e della trascendenza. I capitoli del testo si occupano dei tre momenti più significativi della produzione di Vico: la metafisica e l’antropologia come emergono dal De antiquissima e dal Diritto universale e quindi la Scienza nuova, in cui si ritrova la visione della storia come luogo della tensione fra libertà e provvidenza. La vera “rivoluzione” vichiana è il costituirsi della scienza storica, l’attribuire valore e centralità alla storia, liquidata spesso come inaffidabile sul piano della conoscenza, in quanto costitutivamente effimera e mutevole. Nella fedeltà all’orizzonte epistemologico del principio del verum-factum, Vico concepisce invece la storia quale luogo autentico del fare e quindi del conoscere umano; allo stesso tempo essa manifesta una vera e propria “teologia filosofica”, in quanto nella conoscenza storica l’uomo può compiutamente, sotto forma di scienza, conoscere quel Dio che altrimenti resterebbe sconosciuto sul piano della ragione, essendo per lui impossibile muovere dalla realtà naturale.
Antonio Sabetta, dottore in teologia e filosofia, è docente incaricato di teologia fondamentale presso l’Università Lateranense e l’ISSR “Ecclesia Mater”, di cui è preside e dove insegna anche teologia filosofica. È inoltre docente a contratto presso la Libera Università «Maria SS. Assunta» - LUMSA di Roma. Studioso della modernità, di Giambattista Vico, del rapporto tra cristianesimo e postmodernità e delle tematiche liminari tra filosofia e teologia, oltre a diversi saggi in testi e riviste scientifiche internazionali ha pubblicato le seguenti monografie: Teologia della modernità (Cinisello Balsamo 2001), I “lumi” del cristianesimo. Fonti teologiche in G. Vico (Roma 2006), Dal senso cercato al senso donato. Pensare la ragione nell’orizzonte della fede (Roma 2008), L’esistenza di Dio tra (in)evidenza e “probabilità” (Roma 2010). Ha anche curato l’edizione critica del volume di A. Rosmini, Risposta ad Agostino Theiner (Roma 2007).
Lʼimmaginario popolare pensa alla terza età solo come disfacimento fisico, indebolimento delle facoltà cognitive e affettive, lento ritiro dal mondo, inevitabile declino verso la morte. Contro questi equivoci protestano le analisi più recenti della psicologia, della sociologia e dellʼantropologia: la longevità dischiude infatti una forma di vita originale e rilevante, durante la quale si apprende quanto è sfuggito nel tempo del vigore fisico e si riesce a comprendere lʼumano per intero. Se il mondo esterno non lusinga più come terreno di conquiste, si apre invece quello interiore, che porta a compimento lʼesistenza e a maturazione i suoi frutti: la serenità, lʼesperienza del limite, la saggezza, la tolleranza, il senso dellʼumorismo.
Lʼuomo non si afferma solo quando trasforma con la propria azione il mondo esterno: il più grande successo lo raggiunge quando muta e migliora se stesso. Finché si vive si è sempre posti a confronto con un compito, non si finisce di imparare e crescere. A patto che la longevità, nonostante i disagi dellʼetà che avanza e la salute che si fa cagionevole, non sia subita, ma accettata e vissuta come momento per realizzare davvero se stessi. La piena maturità ha bisogno di tempo, di molto tempo, che diventa opportunità unica per chi la sa sfruttare.
Mario Bizzotto ha studiato teologia a Vicenza, Verona e Vienna dove ha completato gli studi teologici conseguendo il dottorato in filosofia con una dissertazione su San Bonaventura. In Italia ha continuato lo studio della filosofia insegnando ermeneutica, etica filosofica e antropologia allo Studio teologico San Zeno di Verona. Tiene corsi di antropologia medica allʼIstituto Internazionale di Teologia Pastorale Camillianum di Roma. Presso Studium è autore de Il corpo e il volto (2005), pubblicato in questa collana. Tra le altre sue pubblicazioni segnaliamo: Erkenntnis und Existenz. Conoscere e interpretare; Rinascita dellʼetica; Il Grido di Giobbe. Lʼuomo, la malattia, il dolore nella cultura contem poranea; Esperienza della morte e speranza.
Il volume ripercorre la riflessione di Francesco Bacone sull’uomo, sulla morale, sulla politica e sulla storia cercando di chiarire la complessa ed originale elaborazione dei temi che egli assimilò dagli scritti più significativi del Rinascimento italiano ed europeo, con i quali il filosofo recepì anche il miglior dettato di quella fortunata stagione del pensiero e le energie intellettuali che gli consentirono di vestire gli abiti lustri della nascente “modernità”.
La ricerca dimostra come tali scritti e, in particolare, le opere di Machiavelli, abbiano emancipato il Londinese dall’astrattismo e lo abbiano orientato ad una percezione realistica e concreta dei fatti, incentrata sulla necessità di guardare alla “realtà effettuale” delle cose per enuclearvi i limiti e le insufficienze e per escogitare le modalità con le quali sostituire alla “vergogna dell’ignoranza” le risorse e i benefici di un sapere “pragmatico” e “utile”, forgiato sui bisogni dell’uomo e sui risultati di un’osservazione attenta e priva sia delle distorsioni personali che delle imposture.
Dalla ricerca emerge così un inedito profilo di Bacone e l’architettura complessa di idee e di soluzioni con cui egli si apriva al “moderno” e ne alimentava l’esuberante vitalità, in un rapporto dialettico di dare e di avere con le fonti rinascimentali che resta uno degli aspetti più stimolanti delle sue opere e un fatto indubbiamente nuovo nel panorama culturale del Seicento.
Masino Glauro Moretti (Chieti, 1980) ha rivolto la sua attenzione alla filosofia moderna e, in particolare, al ruolo e alle proposte di Francesco Bacone nel quadro della cultura europea del Seicento. Sul filosofo e sul suo pensiero ha pubblicato presso Studium due monografie: Scienza ed epistemologia in Francesco Bacone. Dal «Novum organum» alla «New Atlantis» (2004) e Francesco Bacone e la sapienza degli antichi. Dal mito al pensiero critico. Con testo latino, traduzione e commento (2007).
"Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in noi" (1 Pt. 3, 15)
Nel nostro secolo, Pier Giorgio Frassati ha incarnato nella propria vita queste parole di San Pietro. è diventato, così, il testimone vivo e il difensore coraggioso di questa speranza a nome dei giovani cristiani del secolo ventesimo.
Certo, ad uno sguardo superficiale, lo stile di Pier Giorgio Frassati, un giovane moderno pieno di vita, non presenta granché di straordinario. Ma proprio questa è l'originalità della sua virtù, che invita a iflettere e che spinge all'imitazione.
In lui la fede e gli avvenimenti quotidiani si fondono armonicamente, tanto che l'adesione al Vangelo si traduce in attenzione amorosa ai poveri e ai bisognosi, in un crescendo continuo sino agli ultimi giorni della malattia che lo porterà alla morte.
Egli testimonia che la santità è possibile per tutti e che solo la rivoluzione della Carità può accendere nel cuore degli uomini la speranza di un futuro migliore. (Giovanni Paolo II)
Nel contesto odierno appare sempre più necessario rinvigorire la consapevolezza del valore e del significato della democrazia. Alla società globale si impone con urgenza una rivalutazione del fondamento metafisico ed etico dell’autorità politica, un’analisi approfondita della svolta antropologica del personalismo, un bilancio del cammino compiuto dal principio democratico. Questo volume offre un utile contributo in tal senso. l’autore mette in luce la rilevante eredità del pensiero di Pietro Paan, uno dei più grandi pensatori cattolici del secolo scorso, nel magistero sociale della chiesa e, in particolar modo, la risemantizzazione del concetto di democrazia da lui operata nell’alveo della cultura moderna. Tale riflessione aiuta a riscoprire il volto autentico della democrazia, rispettosa della trascendenza dell’uomo, quale strumento di liberazione e di partecipazione dei cittadini alla causa del bene comune.
Lourenço Flaviano Kkambalu (Alto Catumbela, Angola 1970) è Missionario Salettino dal 1991 e presbitero dal 1997. nel 2006 ha conseguito la laurea in Filosofia presso la Pontificia Università Salesiana. Ha collaborato con la rivista religiosa di informazione e cultura La Salette. È attualmente Vicario regionale dei Missionari Salettini per l’Angola, rettore del Seminario salettino di Filosofia, membro della Commissione internazionale di Formazione dei Missionari Salettini e docente presso il Seminario diocesano di Benguela.
Il volume propone la riflessione a più voci sul tema dell’economia sviluppata dalla Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI) durante i convegni nazionali dell’anno accademico 2009-2010. Il testo, con i contributi di autorevoli studiosi quali, tra gli altri, Tommaso Padoa Schioppa, Luigino Bruni, Ettore Gotti Tedeschi, esamina in maniera interdisciplinare i presupposti e le implicazioni della crisi economica che grava sulla comunità internazionale e cerca di aprire prospettive originali di studio su argomenti quali il perseguimento di nuovi stili di vita, la sobrietà e la tutela delle risorse, la ricerca di relazioni fraterne, l’etica della responsabilità, il mercato equo e solidale. L’opera accoglie inoltre un’ampia meditazione sul messaggio del testo biblico in merito alla gestione dei beni e della ricchezza e una interessante e puntuale rivisitazione delle tappe del pensiero filosofico sul rapporto tra etica ed economia.

