
Scopo di questo volume è mostrare come le verità cristiane sulla Madre del Signore possono essere lette come un'illustrazione fedele del cammino spirituale di ognuno di noi. Spesso i dogmi che riguardano Maria ci sembrano astratti e lontani dalla vita, ma così non è. Dietro ogni asserto di fede sulla Madre di Dio si nasconde la perla preziosa di un moto particolare della grazia, di un desiderio divino di raggiungerci. Maria, con la sua esistenza e con i suoi misteri, può veramente essere la guida della nostra vita spirituale. Bisogna sempre ricordare, come emerge dalla devozione mariana, che su Maria non è importante sapere molto, ma assumere la sua forma spirituale con pazienza e tenacia. Se ciò avverrà, come scriveva san Luigi Maria Grignon de Montfort, «l'esperienza ti insegnerà infinitamente di più di quanto ti dico io». Il futuro è di chi ama la Parola. Ecco perché, nota giustamente l'autore di questo prezioso volume "mariano", nel nostro domani di credenti la giovane donna di Nazaret rimarrà sempre come Madre e come Discepola.
L'unica cosa certa della nostra vita è che tutti, prima o poi, dovremo morire. Ma che cosa è la morte? Semplicemente la fine della vita? Per chi crede, no. È, anzi, il momento dell'incontro con Dio. Eppure, tutti ne abbiamo paura, l'abbiamo raffigurata in modi tenebrosi, atroci, spaventosi: con una falce, come uno scheletro... E se, invece, la Morte fosse una bella donna? Ci farebbe altrettanta paura? Se la trovassimo sul nostro letto, alla sera, come un ospite inatteso (e probabilmente indesiderato) e scoprissimo che si sente sola, perché l'abbiamo messa in un angolo, con la nostra cultura che assolutizza la vita ma allo stesso tempo la distrugge, la riempie di violenza, la "mortifica"? Se la Morte ci chiedesse di concederle del tempo per fare quattro chiacchiere e conoscerla meglio? Don Diego Goso affronta il tema della morte e del morire con un tocco di sana ironia, ma con profondità e proponendola in una prospettiva diversa, o forse nell'unica prospettiva davvero cristiana, per imparare di nuovo a chiamarla "sorella", come la nominò san Francesco nel Cantico.
La Bibbia racconta molte storie di ritorno alla vita, nell'Antico e nel Nuovo Testamento. Accade talvolta che la morte sia reale, come per gli uomini e le donne resuscitati da Gesù, ma succede anche che la morte sia interiore, uno smarrimento di sé completo e apparentemente definitivo, un buio interiore che si può rischiarare solo guardando a Dio. «Se Cristo è davvero Vita, tornare a vivere significa tornare a farsi irradiare da Lui», spiega Natale Benazzi, che in questo libro compone un itinerario per riprendere o cominciare «a respirare di Lui, a camminare con Lui», un percorso che punta, con semplicità e decisione, a ritrovare la ragione profonda che ci rende credenti.
Recuperare la vista o, più spesso, iniziare a vedere sono temi ricorrenti nei testi evangelici. Sul loro valore spirituale non lascia dubbi il Vangelo di Giovanni, secondo cui Cristo «venne come testimone per dare testimonianza alla luce», e che specifica: «La luce vera, quella che illumina ogni uomo». Serrare gli occhi, essere ciechi, significa restare nelle tenebre, in un buio privo di senso, di direzione e di verità. Aprirli, al contrario, è mettersi in cammino, una scelta che comporta fatica ma aiuta a vedere le cose sotto un aspetto nuovo. In questo libro Natale Benazzi, seguendo passo dopo passo un episodio del quarto Vangelo, invita a rimettere in discussione la nostra "cecità spirituale", perché l'unico cieco davvero insanabile è colui che sceglie di non vedere.
Talvolta le nostre esistenze sembrano arrestarsi, chiudersi entro i propri confini, dare la sensazione che sia tutto come già scritto, già detto. Quando succede, spesso ci accomodiamo, ci adagiamo ed evitiamo con cura tutto ciò che potrebbe sconvolgere la nostra tranquillità. Altre volte proviamo noia, perché il tempo trascorre per noi come un soffio di vento leggero, non lascia nulla e non ci fa crescere. La tradizione ebraico-cristiana nasce da esistenze diverse, nomadi, in continuo movimento, e la Parola di Gesù invita i suoi a una vita in perenne ricerca, senza ripetitività, tesa alla realizzazione piena di ciò per cui siamo fatti. Questo libro, tra riflessioni ed esercizi, vuole essere un pungolo che, come per il paralitico dei Vangeli, ci invita ad alzarci e a rimetterci in cammino.
Madre Teresa è stata una delle donne più stimate del XX secolo, e il suo ricordo continua a ispirare le opere di carità in tutto il mondo. Ma anche una santa può amare il cioccolato e i dolci, fare battute e riprendere il presidente degli Stati Uniti. Questa è la donna che Jim Towey ha conosciuto. A metà degli anni Ottanta, l'autore di questo volume era un importante avvocato e consulente del Congresso. Ma un breve incontro con Madre Teresa illuminò il vuoto della sua vita. Iniziò a fare volontariato presso la mensa delle Missionarie della Carità a Washington e fece ricorso ai suoi contatti politici per aiutare la Congregazione. Per oltre dieci anni viaggiò spesso con Madre Teresa, organizzando i suoi incontri e gestendo le questioni legali e personali della santa. Amare ed essere amati è il suo resoconto di quegli anni. In queste righe vediamo come lei ridesse e scherzasse con le persone più vicine, piangesse quando morivano, si adirasse e diventasse impaziente, perdonasse le critiche e affrontasse le oscurità interiori e il dolore fisico. Soprattutto, vediamo la sua straordinaria devozione a Dio e ai più poveri tra i poveri. Madre Teresa ebbe cura dell'anima di Towey restituendole la vita. Gli insegnò a pregare, a essere meno egoista, più umile, meno mondano, più innamorato di Dio e meno di se stesso. Prefazione del card. Angelo Comastri.
I Fioretti di San Francesco sono il libro che meglio esprime il messaggio del Santo d'Assisi, l'espressione del desiderio di un vangelo vissuto e annunziato con radicalità. Contengono episodi celeberrimi, ormai sedimentati nella memoria dei secoli. Questa edizione raccoglie la parte più interessante dei Fioretti, costituita dai primi 28 capitoli. È un gruppo omogeneo di episodi tenuti insieme dalla personalità fascinatrice di Francesco. I fioretti del glorioso messere santo Francesco e d'alquanti suoi santi compagni.....Santo Francesco levò gli occhi e vide alquanti arbori allato alla via, in su' quali erano quasi infinita moltitudine d'uccelli; di che santo Francesco si maravigliò e disse a' compagni: voi m'aspetterete qui nella via e io andrò a predicare alle mie sirocchie uccelli. Ed entrato nel campo cominciò a predicare agli uccelli...
Rosmini scrisse Delle cinque piaghe della Santa Chiesa tra il 1832 e il 1833, ma prima di pubblicarle anonime a Lugano nella primavera del 1848, le lasciò riposare in un cassetto per ben tre lustri, fino all'avvento al soglio pontificio di Pio IX. Il successo riscosso dall'opera fu bloccato per oltre un secolo dall'inserzione nell'Indice dei libri proibiti il 15 agosto 1849. Nonostante la messa all'indice, "la sua meditazione sulla natura della Chiesa e la sua lettura della storia contemporanea alla luce di quella passata, lungi da spingerlo sulla strada dell'aperta ribellione, intensificano il suo amore verso la Chiesa, confermando la carica utopica e profetica che aveva contraddistinto i suoi precedenti interventi". Saggio introduttivo e note di Nunzio Galantino. Postafazione di Giuseppe Lorizio.
Spesso prendiamo il testo biblico come un libro triste e impegnativo, mentre la storia della Chiesa ci appare piena di tensioni, noiosa, vecchia e stantia. Ma nella Bibbia e nelle vite dei santi ci sono molte pagine di profonda ironia, di capacità di guardare all'esistenza aprendosi alla speranza e al sorriso. Dio ride, dice papa Francesco, ed è vero, più di quanto immaginiamo. Nei racconti di Mocellin, l'avventura del "povero cristiano", per mutuare un'espressione da Silone, si frantuma in una serie di vicende che, apparentemente, non hanno nulla di eroico, ma che nascondono vissuti capaci di sconcertare, provocare, a volte anche sconvolgere un'idea di cristianesimo che è tutt'altro che vecchia e stantia, ma anzi è capace di riproporsi sempre in modo rinnovato a ricordare che senza sale e senza lievito nessuna storia cresce e ha sapore.
Don Armando Sansone propone un commento alla liturgia domenicale con un approccio di grande freschezza, che mette al centro i due aspetti che non dovrebbero mai mancare nella lettura dei Vangeli: da un lato la Parola, con il suo primato assoluto e indispensabile; dall'altro noi, creature umane tanto diverse l'una dall'altra ma tutte accomunate dal bisogno di salvezza, cioè di guarigione e di liberazione, di pienezza di senso e di vitalità. La lettura biblico-patristica dei Vangeli festivi rende l'offerta veramente appetibile e ancor più originale. Una vera e propria miniera di spunti di riflessione, letture e commenti di varie epoche della tradizione cristiana; una miriade di schegge della Parola così come essa è stata accolta in differenti culture e contesti. Un libro di una profonda e ricca spiritualità, fondata su visioni teologiche legate alle varie epoche della grande tradizione cristiana, che può suscitare ancora oggi scelte di vita credibili e coraggiose.