
Ha dedicato tutti i suoi libri agli esorcismi e al diavolo. In tutto il mondo è conosciuto come l'esorcista più potente. E ora, ritirato ormai in pensione e a 90 anni appena compiuti, decide di svelare a tutti il suo segreto, in un libro del tutto inedito e per anni tenuto nascosto in un cassetto della sua cella all'interno della Casa generalizia dei paolini. Padre Amorth svela la sua forza intima, ciò che gli ha permesso in tutti questi anni di combattere contro il male senza cedimenti né sconfitte: la preghiera del Rosario, con le sue meditazioni che da più parti, credenti e anche laici, aspettano. Padre Amorth vive oggi a Roma. Si muove poco. Le sue giornate sono fatte di studio e preghiera all'interno di una piccola cella. Riceve poca gente, di fatto non pratica più esorcismi. Le forze fisiche, infatti, sono ormai venute meno. Ma la forza di pregare è rimasta intatta. Queste pagine sono dense di luce, come la vita di padre Amorth. Incaricato dalla diocesi di Roma di combattere quotidianamente il male, egli vive una vita ancorata alla luce di Cristo, alla sua forza, alla sua potenza che sola può aiutare l'uomo in questa valle di lacrime che è la vita. La forza del Rosario nelle parole di padre Gabriele Amorth.
Il racconto della nascita e dei primi trent'anni di vita della Fraternità san Carlo. Un piccolo libro, volutamente sintetico, che esige meditazione e riflessione. Un testo che sarà utile anche alle generazioni che verranno, testimonianza del pensiero di Camisasca sulle questioni fondamentali che riguardano la vita e la natura della Fraternità. Perché siamo nati? Che cos'è la Fraternità san Carlo? Qual è il volto a cui dobbiamo mantenerci fedeli? si domanda l'autore in questo volume. Queste pagine rappresentano inoltre la gratitudine di Camisasca a tutti coloro che hanno condiviso con lui l'esperienza della Fraternità e a cui deve il maturare della sua coscienza.
La spiritualità è fonte di vita e incontrare Dio aiuta a vivere meglio. È per questo che le persone credenti che vivono nella tristezza dovrebbero chiedersi che cosa manca nella loro relazione con Dio. Questo volume ci aiuta a entrare nella presenza del Signore, a riconoscere che egli è presente e a gettarci, con tutto il nostro essere, pieni di fiducia e di gratitudine, di desideri e di bisogni, nelle sue braccia d'amore. Víctor Manuel Fernández, teologo di riferimento e amico di papa Francesco, ci offre un percorso per liberarci dai quei pesi dell'esistenza che rischiano di allontanarci da una vita pienamente cristiana.
C'è tanta gente triste, spesso a buon diritto; eppure sappiamo che anche nel mezzo di una guerra possono esserci persone capaci di comunicare gioia ed è altrettanto certo che in momenti buoni e favorevoli ci sono persone tanto negative da riuscire a togliere l'entusiasmo a chiunque. Fernàndez propone in queste pagine alcune vie per cacciare dalla nostra vita la tristezza inutile e la negatività, tornando a scegliere la gioia.
Può succedere di sentirsi un po' mediocri, di convincerci che stiamo sprecando giorni e anni inseguendo cose che ci lasciano vuoti. Quando sentiamo questa specie di amarezza ci piacerebbe capire come vivere con più profondità. In questo libro troviamo un cammino per scoprire cosa vuol dire davvero essere una persona profonda e per diventare veramente noi stessi.
Se gettassimo uno sguardo panoramico su tutta la storia del pensiero sull'evoluzione, noteremmo come l'universo ordinato dei teologi naturali sia stato a poco a poco mutato dalla visione evolutiva della vita. Volti, nomi, eventi ci accompagnerebbero in questo cammino: sono quelli che l'autore di quest'opera si impegna a presentarci. Da loro - da Stenone a Teilhard de Chardin, passando per Lamarck, Darwin, Wallace, Mivart - impariamo una verità essenziale: come la vita ha potuto evolversi solo quando si è organizzata la Biosfera come entità con un fine proprio, così i vari individui che compongono la specie umana possono procedere nell'evoluzione solo se realizzano una nuova entità: la Noosfera, un'umanità nuova che muove verso un fine comune, convergente con quanto fissato nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Questa evoluzione diviene per la teologia non un'antagonista, ma una risorsa, un monito, un progetto di tutti e per tutti.
La Bibbia si apre davvero a Pasqua, perché è nella celebrazione della morte e risurrezione del Signore che si dispiega il libro della Bibbia, in tutte le sue dimensioni. Mai come in queste ore notturne si fa esperienza dell'unità della Scrittura e della sua ispirazione, fra Antico e Nuovo Testamento. Il presente saggio nasce da un dialogo fra esegeti e liturgisti. L'indagine sulla storia della veglia pasquale lungo i secoli - fra memoria e amnesia - mette in risalto la magnificenza della proposta liturgica contemporanea. Percorrendo le nove tappe del lezionario, sette biblisti associano all'indagine esegetica classica un'attenzione originale alla Parola in quanto proclamata, chiedendosi: Come risuonano i testi antichi nel presente simbolico dell'azione liturgica? Come l'assemblea collega la successione delle letture, dai racconti fondatori al discorso profetico e sapienziale, e a quello di Paolo, prima di sentire di nuovo un racconto, quello dell'Evangelo pasquale? Che ruolo giocano le orazioni che concludono ogni tappa della liturgia della Parola? Ascoltata ogni anno, la sequenza del lezionario di Pasqua è il luogo di approfondimenti progressivi. La Bibbia cresce non solo con chi la legge, ma anche con chi la ascolta e la celebra.
Il libro nasce avendo come pretesto il passo del Vangelo dei discepoli di Emmaus. Suo scopo è quello di riscoprire tutto l'umano che c'è alla base di chiunque viva l'esperienza della fede o dell'incredulità. Ecco il motivo per cui l'opera è divisa in due parti. Nella prima sono affrontate cinque tematiche: Autenticità, Amicizia, Inquietudine, Senso e Nostalgia, che conducono il lettore a calarsi nella propria umanità e a riscoprire quella che i più considerano una malattia, l'essere umani con tutta la fragilità che esso comporta. Nella seconda parte è offerta una riflessione teologica a partire da quattro immagini: Locanda/Chiesa; Tavola/Condivisione; Lo spezzare il pane/Fede; Tornare indietro/Annuncio. In fine, in appendice una rilettura della vita di San Paolo, come l'uomo che più di ogni altro ha fatto sintesi tra tutti gli aspetti che i capitoli precedenti hanno trattato. Uno sguardo nuovo sulla propria umanità, facendo eco alle parole di Gesù di essere venuto per i malati e non per i sani. Solo a partire dall'ammissione della propria umanità, Cristo può operare una guarigione, cioè una riconciliazione del nostro umano. Ma non può esserci guarigione per chi non si considera malato perché troppo intento a convincersi e a convincere di essere perfetto, o come dice il Vangelo, giusto.
La Quaresima è un tempo non solo propizio, ma pure emblematico di quel cammino che i discepoli di Cristo sono chiamati ad attraversare ogni anno e in modo sempre più profondo e consapevole. Se gli antichi cristiani dicevano giustamente di non poter rinunciare alla celebrazione della Domenica, potremmo dire che la nostra generazione di discepoli non può in alcun modo rinunciare alla Quaresima come tempo di purificazione, di conversione, di incremento di intelligenza del Vangelo e di crescita in una testimonianza serena, disarmata, cordiale e affidabile. Grazie a questo volume, il tempo di Quaresima vissuto sin dall'antichità come particolarmente propizio e adatto alla crescita nella vita di fede, può essere vissuto attraverso un percorso pensato per rispondere al meglio alle esigenze dei credenti di oggi.
Questa biografia è composta da una selezione degli scritti lasciati dal francescano san Massimiliano Kolbe e grazie all'apporto di molti testimoni che lo conobbero. Così, in queste pagine, è la viva voce del santo a raccontare i rivolgimenti della sua esistenza che lo portarono al martirio. Intelligente, appassionato, visionario, Kolbe fu giovanissimo fondatore della Milizia dell'Immacolata, un'organizzazione impegnata nella predicazione mariana attraverso i mezzi di comunicazione più moderni dell'epoca. Fu missionario in Giappone e attento alla diffusione della Milizia in tutto il mondo, ma lo scoppio della seconda guerra mondiale lo trovò nella sua Polonia, presso il convento di Niepokalanów che lui stesso aveva fondato. Arrestato più volte, giunse al campo di concentramento di Auschwitz il 28 maggio 1941. Lì si distinse per il sostegno offerto ai detenuti e per la misericordia donata ai carnefici. Lì firmerà la sua condanna, chiedendo di sostituire un prigioniero destinato a morire di inedia nel "bunker della fame" e salvandogli la vita al prezzo della propria.