Quando si accenna al ministero degli angeli presso gli uomini, si fa spesso riferimento a quelli che ci hanno presi sotto le loro ali protettrici: gli angeli custodi. Dio ci ha dato un angelo custode per proteggerci e accompagnarci dall'inizio al termine del nostro pellegrinaggio terreno. San Gregorio Magno dichiara che questi compagni celesti, che ci hanno assistiti per tutta la vita, si presentano quali delicati musicisti in punto di morte. Dato che Dio ci chiama a vivere eternamente nella gioiosa compagnia di questi principi del regno di Dio, impariamo a conoscerli e ad amarli fin da ora! Il consiglio di san Bernardo cade a proposito: "Considerateli vostri intimi amici, gli angeli, fratelli miei; fateli oggetto di un'assidua considerazione e stabilite un dialogo devoto con loro che vi assistono e confortano giorno e notte".
Levitazione, bilocazione, digiuno protratto per mesi e anni, stigmate, profezia, visioni e molto altro ancora sono fenomeni tipici della mistica di tutti i tempi: eventi apparentemente incredibili, ma talmente ben documentati e testimoniati da non consentire di dubitare della loro realtà. In questo libro tale fenomenologia viene per la prima volta presentata, inquadrata e discussa nel suo completo, con ricchezza di esempi e di testimonianze; ne risulta un quadro sorprendente che evidenzia l'impronta soprannaturale del misterioso colloquio dei mistici col Signore e che, in quanto tale, rafforza la nostra fede.
Nel mondo di oggi non ci sono solo i martiri uccisi dalla violenza fondamentalista. A un missionario può capitare di morire anche in un Paese cattolicissimo e per un altro motivo: la difesa dei diritti degli ultimi. È la storia di padre Fausto Tentorio, missionario del Pime, ucciso nelle Filippine il 17 ottobre 2011 a causa del suo impegno a fianco dei manobo, la locale popolazione tribale. Martire per la giustizia, ma - nello stesso tempo martire di una periferia dimenticata del mondo di oggi, dove in nome della sete di materie prime dell'economia globale si continua a uccidere chi, schierandosi dalla parte dei poveri, "crea problemi". Questo libro racconta la storia di padre Fausto e le tante opere che ha lasciato dietro di sé nell'Arakan Valley. Il sogno di un missionario che ha dato la vita per nutrire la sua gente. "I vostri sogni sono i miei sogni, le vostre battaglie per la libertà sono le mie battaglie per la libertà, voi ed io siamo compagni nella costruzione del Regno di Dio."
Padre Antonino Scagliotti (1884-1962), religioso della Provincia Piemontese dei Frati Minori, per circa trent'anni è stato parroco nella chiesa della Madonna degli Angeli in Torino. Non sono pochi coloro che, avendolo conosciuto di persona o attraverso testimonianze, nutrono nei suoi confronti sentimenti di stima e di venerazione, e si raccomandano fiduciosi alla sua intercessione, sperimentandone l'efficacia. Il volume dell'autrice, che l'ha conosciuto di persona, si prefigge di tratteggiare la sua figura di francescano e di parroco così come viene descritta da una serie di testimonianze rese in tempi e modi diversi. Queste testimonianze sono integrate con frequenti riferimenti anche agli scritti dello stesso padre Antonino. Il ritratto che ne emerge è quello di una persona ricca delle migliori qualità umane, di un francescano innamorato della sua vocazione e fedele alle sue esigenze, di un sacerdote che ha incarnato l'immagine evangelica del buon pastore che si dedica senza risparmio al servizio dei fedeli, di un carismatico che utilizza a beneficio dei sofferenti e dei tribolati i doni di natura e di grazia ricevuti da Dio.
Nel Congo dilaniato dalla guerra civile si consuma il dramma di un prete siciliano, Francesco Spoto, partito nel 1964 per annunciare il Vangelo ai congolesi. Intrappolato nella Missione di Biringi, decide di compiere il proprio dovere fino alla fine: braccato dai Simba che odiano i bianchi cattolici, il sacerdote è costretto a una fuga disumana nella foresta. Picchiato a sangue, offrirà la sua vita in cambio di quella dei confratelli. Un romanzo intimo che restituisce la tragica generosità di un sacerdote al bivio della propria esistenza. Il viaggio senza ritorno di Francesco Spoto è la parabola esistenziale di ogni uomo che resiste al male e si arrende a Dio.
Don Bernardo è stato un missionario nel senso più ampio del termine. Lo è stato con la sua parola, con la sua attività apostolica, con i suoi scritti, ma soprattutto con la sua testimonianza di vita. Un missionario che ha voluto percorrere le orme del grande Paolo di Tarso, del quale nutriva profonda ammirazione. Per molte persone è stato un'àncora, un punto di riferimento, sempre con il sorriso sulle labbra. Don Bernardo è riuscito a comprendere i messaggi della Provvidenza, a leggere negli eventi, piacevoli o meno, la volontà di Dio. In questo senso, ha saputo accogliere l'invito alla missionarietà rivolto verso la Russia, a quell'immenso Paese crogiolo di razze e di religioni che all'epoca (1989) si apriva lentamente alla libertà e alla trasparenza dopo decenni di comunismo. Erano gli anni di Michail Gorbaciov, della perestroika, della glasnost, della caduta del muro di Berlino e tutto questo non è passato inosservato agli occhi di don Bernardo, che si è reso immediatamente disponibile per la missione in Russia, dove ha svolto la sua preziosa opera pastorale dal 1990 al 2002 sotto la guida della gerarchia cattolica ricostituita da papa Giovanni Paolo II.
Questo volume raccoglie alcune delle stupende pagine che i Padri della Chiesa offrirono alle comunità del loro tempo per celebrare e magnificare il nome della santa Vergine. Sono scritti densi di afflato spirituale, di stupore e di commossi sentimenti di gratitudine verso quella donna in cui il cristianesimo del primo millennio ha subito riconosciuto un pegno della salvezza offerta al mondo dal Figlio di Dio. I temi sono quelli cari all'innografia classica. Di Maria si canta con meraviglia il suo essere ricettacolo dell'Incontenibile "tu hai contenuto nel tuo grembo colui che i cieli non poterono contenere!" -, se ne commemora con lieta devozione la perenne verginità, se ne impetra l'intercessione nel continuo rincorrersi dei vocativi, accorati e gravidi di sentimento. Gli inni provengono per buona parte dai libri liturgici della chiesa bizantina e costituiscono una testimonianza luminosa della preghiera della Chiesa ancora indivisa. In molti casi si tratta di inni appartenenti a generi che la cultura occidentale fatica oggi a riconoscere. Chiudono la nostra raccolta due stupende preghiere a Maria, una delle quali ci conduce alle soglie del secondo millennio cristiano: come il lettore potrà intuire, sono capolavori di una spiritualità senza tempo.
La divisione in quattro libri, già proposta dall'edizione monfortana degli anni Cinquanta, richiama ovviamente quella dell'Imitazione di Cristo, ma espungendo alcuni testi secondari e riadattando la resa letteraria a un lessico più moderno. Agli occhi di chi legge dovrebbe risultare immediatamente chiaro che delle innumerevoli pagine scritte da Tommaso da Kempis quelle mariane non sono meno belle o meno evocative di quelle dedicate all'imitazione del Figlio di Dio. Un filo d'oro lega anzi l'imitazione della Madre alla sequela del Figlio, e Tommaso ne parla con grande convinzione: nelle pagine dell'autore Maria non fa altro che rimandare al suo Unigenito, e se si compiace di esaudire le preghiere dei suoi devoti è solo per riannodarne le storie spezzate e irrorare ciascuna di esse della linfa vivificante della grazia. Le parole poste sulle labbra della Vergine non sono solo toccanti, ma anche profondamente innestate in una sapienza del credere che, passata indenne sotto le forche caudine di una certa critica teologica, non intacca né intorbida la gerarchia delle verità e anzi rafforza l'atto di fede, riscoprendone l'imprescindibile dimensione filiale.
Nel presente volume abbiamo raccolto alcuni dei più famosi testi apocrifi sulla beata Vergine. Essi coprono la sua storia, dalla nascita all'assunzione in cielo, e giustificano dunque il titolo che abbiamo voluto assegnare al testo: una "vita di Maria" è infatti quella che emerge, collateralmente al racconto dei vangeli canonici, dalla miriade di testimonianze apocrife con cui i primi secoli hanno confessato la propria fede nella Madre di Dio.
Con Romano il Melode (490-560 ca.) la Chiesa conosce una delle massime espressioni della poesia sacra. L'appellativo riconosciutogli lo individua come cantore per antonomasia, innovatore fecondo che ha elevato a vette sublimi il genere poetico che prenderà il nome di 'kontakion', al tempo stesso opera di preghiera, di catechesi e di storia religiosa. Romano è senz'altro "testimone eminente del sentimento religioso della sua epoca, ma anche di un modo vivace e originale di catechesi. Attraverso le sue composizioni possiamo renderci conto della creatività di questa forma di catechesi, della creatività del pensiero teologico, dell'estetica e dell'innografia sacra di quel tempo" (Benedetto XVI, Udienza generale del 21 maggio 2008). In questo volume sono raccolte alcune delle sue migliori composizioni.