
In vista del 700° anniversario della morte di Dante (2021), un’edizione speciale in tre volumi del capolavoro di Dante, la Divina commedia, con il commento di Giuliano Vigini, le illustrazioni in bianco e nero di Nino e Silvio Gregori.
La Divina commedia è una sorta di portabandiera di Dante, dell’Italia e del mondo, nel segno della poesia che tutti accomuna e illumina nel viaggio della vita. In questo viaggio dove nulla si perde dell’incontro fatto con l’uomo sulla terra, ma tutto si completa e illumina nella luce di Dio, sono però molte le cose che non è facile capire, interpretare, collocare nel loro contesto o nella loro esatta prospettiva. Anzi, si può dire che, senza commenti e guide sicure, c’è il rischio di perdersi nel labirinto di fatti, personaggi e riferimenti d’ogni genere che Dante dissemina a piene mani nel corso del suo lungo itinerario nell’aldilà.
In presenza di figli da 0 a 18 anni, i genitori costruiscono quotidianamente un ambiente che ottimizza le possibilità e le potenzialità dei figli. A fronte di un evento eccezionale come l'epidemia che il nostro Paese sta ancora affrontando, i genitori sono stati chiamati - senza una specifica preparazione - a guidare i figli nel percorso necessario all'adattamento. Oltre ai genitori esiste una rete di supporto alla genitorialità: le famiglie d'origine, gli insegnanti o altri adulti incaricati dai genitori. Tutte queste risorse umane impegnate nello sviluppo dei figli, rappresentano quello che viene definito come l'ambiente di accadimento. Non esistono genitori perfetti, né famiglie ideali. Si apprende attraverso continui errori, ma si cresce come genitori attraverso altrettante continue riparazioni.
La vita di Sant’Agata narrata nella forma di un avvincente fumetto.
Dalla prefazione scritta da Salvatore Gristina, Arcivescovo di Catania:
“La vita di Sant’Agata può essere un modello per tutti noi e particolarmente per i giovani.
Infatti, è una ragazza che con fede e coraggio ha sfidato i potenti di un tempo con le loro lusinghe, vivendo sempre con amore. Moltissimi sono i giovani devoti che ogni anno si avvicinano alla nostra Santa Patrona, affezionandosi a Lei come a una amica o a una sorella. Affezionarsi vuol dire voler bene e, per voler bene veramente, è necessario conoscere maggiormente la persona oggetto di questo amore.
Con questo fumetto originale e artisticamente pregiato, si desidera offrire ai lettori un modo nuovo per conoscere e far conoscere la storia della Martire Agata, perché la Sua testimonianza continui ad essere feconda nella società odierna e nella Chiesa. Si tratta di un linguaggio semplice e per immagini, molto appassionante e di facile lettura per piccoli, giovani e adulti; un linguaggio che, attraverso Sant’Agata, le sue parole e le sue vicende, permette di fissare lo sguardo su Cristo e sul Vangelo in questo mondo che cambia.”
Fabia Mustica vive a Catania dove ha conseguito la laurea in Giurisprudenza.
Seguendo la propria inclinazione artistica, l’autrice da anni col- labora con numerose scuole nelle quali svolge attività creative per bambini e propone il genere raffinato del fumetto come strumento universale di comunicazione, cultura e facilitazione.
Con questa opera, densa e documentata, l’autore espone i fondamenti biblici e teologici su cui si costruiscono la vita, il pensiero e la spiritualità della comunità di Sant’Egidio. L’angolatura predominante in questo approccio è quella propria della teologia biblica: ciò permette di evitare schemi concettuali troppo rigidi che sarebbero riduttivi per un pensiero e una vita in continuo movimento e assai flessibili. Quattro sono le coordinate all’interno delle quali cresce il carisma della comunità: il primato della parola e della preghiera, i poveri come amici, il sogno della pace, una comunità di popolo. Il volume sviluppa un percorso teologico che prova a combinare in un unico insieme le coordinate che costituiscono il DNA della comunità. Esse permettono di unire missione e preghiera, profezia e liturgia, dimensione sociale e dimensione spirituale. Inoltre il carisma di Sant’Egidio respira con la Chiesa di Roma, presieduta nella carità dal suo vescovo, il Papa. Sant’Egidio è profondamente romana e, perciò, universale. La sua vocazione di incontro con persone e popoli non si è limitata nel tempo. Anzi, nei cinquantenne di vita della comunità si sono varcate nuove frontiere, pur mantenendo in modo perseverante e fedele gli impegni già acquisiti.
Nato per meditare i temi quaresimali con le pagine di Etty Hillesum, questo libro ormai classico a cura di Fratel MichaelDavide Semeraro, viene ripresentato e aggiornato.
La vita di Etty Hillesum si può racchiudere in uno stupendo verso di Rilke: “anche se non vogliamo, Dio matura”. Una vita assai breve, caduta come seme nel solco della storia il 30 novembre 1943, nel campo di concentramento di Auschwitz. Per lunghi anni questo seme è rimasto ben custodito, praticamente sconosciuto fino a quando – nel 1981 – il suo fittissimo Diario ed alcune Lettere sono stati raccolti, pubblicati e tradotti in varie lingue. Per la forza e l’audacia con cui ha vissuto il suo tempo, Etty è così divenuta inconsapevolmente maestra. Queste pagine, scandite su quaranta tappe, le stesse di un insolito ma coinvolgente cammino quaresimale, conducono alla scoperta del suo amore maturo, adulto che avverte la pienezza donandosi al mondo, nonostante l’urto traumatico con la violenza estrema. Difficile trovare, nella nostra esperienza contemporanea, una introspezione così profonda nel mistero della vita da lei avvertito come enigma:“siamo noi stessi a derubarci da soli.Trovo bella la vita, e mi sento libera. Credo in Dio e negli uomini e oso dirlo senza falso pudore. La vita è difficile ma non è grave”.
Fratel MichaelDavide Semeraro è monaco benedettino dal 1983. Dopo i primi anni di formazione monastica ha conseguito il Dottorato in Teologia Spirituale presso l’Università Gregoriana di Roma. Nel suo servizio di intelligenza della fede e di accoglienza della vita, cerca di coniugare la sua esperienza monastica con l’ascolto delle tematiche contemporanee.
Torna la collana Madri della Fede, una serie di commenti alle figure femminili del testo biblico.
Ester - la straniera, la regina, la nascosta - è protagonista del libro biblico che porta il suo nome, il rotolo che viene letto nella festa di Purim, in cui tra lacrime e sorrisi si parla della storia: un libro infatti “per un tempo come questo” (4,4), il tempo dell’esilio e della contaminazione con il mondo della Persia che lo vede nascere, ma anche il nostro tempo. Ester è una narrazione e vuole essere nuovamente narrata: il rotolo è entrato tardivamente nel canone ebraico, è stato accolto in quello cristiano con diverse aggiunte greche, come si può vedere dall’Appendice, è stato molto letto dagli Ebrei, che gli hanno dedicato un commento Talmudico, un Midrash, diversi Targumim.
Ester è il Rotolo e la capacità di srotorarlo, di rivelare quello che è nascosto, pur mantenendolo tale, come il Nome di Dio. Raccontata e allusa da tante persone - da Etty Hillesum alle Santuzze di Verga, da Wiesel a Delphine Horvilleur - trova qui nella penna di Giusi Quarenghi la forza poetica e la competenza biblica per tornare a parlare ai nostri giorni.
Giusi Quarenghi, nata a Sottochiesa in Val Taleggio nel 1951, vive a Bergamo. Lettrice appassionata della Scrittura, l’ha attraversata in molti modi e in molti sensi.Autrice in particolare di letteratura “infantile”, ha ideato albi illustrati e libri/gioco; ha scritto racconti, testi di divulgazione, sceneggiature, testi teatrali, romanzi, poesie; ha rinarrato fiabe, miti e storie sacre; ha riproposto i Salmi ‘per voci piccole’ e le storie del Primo Testa- mento (con le illustrazioni di Guido Scarabottolo, Topipittori 2020).
Questa Via crucis è un'opera "doppia", in cui alla perdita di sé che caratterizza il cammino di Cristo verso il Calvario fa da contraltare il cammino dell'uomo moderno, il tipico businessman, verso la piena realizzazione di sé. Chi è il vincitore? Qual è l'"Ora" della vera rivelazione dell'umano? Quella del crocifisso o quella del padrone del mondo? In fondo: a Dio o a Satana - ci dice Mencarelli -, a chi vogliamo guardare come nostro salvatore? Nessuno dei due ha una strada facile, nessuno dei due si può seguire senza ferirsi, ma (per dirla con un riferimento all'ultimo romanzo di questo poeta dell'oggi) a chi "chiedere salvezza-, poiché tutti la chiediamo? Un'opera per entrare, laicamente, nel mistero delle domande sul credere e sulla vera umanità dell'uomo.
Al centro del libro, la vicenda di Guglielmo, studente dell’ultimo anno di liceo che, pur intraprendente e capace, non si adatta al mondo della scuola. Proprio, lui, tuttavia, attraverso il racconto dell’amico Ferdinando, appassionato di storia, sembra essere proiettato nella vicenda di un frate, Padre Massimiliano Kolbe, che nel buco nero dell’Europa salva la vita a un compagno di prigionia accettando la morte per fame e sete. La narrazione si concentra sulla volontà di Guglielmo di non tirarsi indietro e scrutare l’oscuro. In questo esercizio dello sguardo, Guglielmo vede la misericordia del frate nei confronti del capo, artefice di una morte tanto ignobile; vede Anita, la moglie del capo, sempre più insofferente al sistema in cui il marito è immerso.
Il romanzo sta fra questi due piani basculanti, fra il passato e il presente, e nel finale saranno i compagni di classe di Guglielmo ad accettare di colmare il divario temporale e di mettere in scena la morte di una persona che avuto il coraggio di dare la vita per gli amici, svelando a tutti coloro che vogliono andare oltre lo schermo dell’evidenza la forza del Bene inesauribile.
Graziella Bonansea è storica e scrittrice, membro della Società Italiana delle Storiche, titolare di corsi di Storia delle donne presso l’Università del Piemonte Orientale di Vercelli, Researche Associate dal 2013 al 2018 all’European University Institute di Firenze in cui ha lavorato a una ricerca su nuove memorie d’Europa nelle culture giovanili.
Joy aveva 23 anni quando a Benin City, dove era nata e viveva con tante speranze, è stata convinta da un’amica di fiducia a partire per l’Italia con la promessa di un lavoro con il quale avrebbe potuto mandare denaro alla sua famiglia in gravi difficoltà e proseguire gli studi.
Poche ore di viaggio per rendersi conto che era stata ingannata ed era precipitata in un girone infernale: la drammatica attraversata del deserto, i campi di detenzione libici, lager di violenze crudeli e di orrori indescrivibili, il barcone alla deriva nel Mediterraneo.
Salvata miracolosamente dal naufragio, scopre al suo arrivo in Italia che il lavoro promesso era “la strada”, dove la madam, madre dell’amica nigeriana che l’aveva indotta a partire, l’obbliga a prostituirsi con il ricatto del woodoo e di un debito di 35.000 euro.
A Castel Volturno, in Campania, diventa una schiava alla quale i suoi aguzzini rubano e distruggono il corpo, la dignità, lo stesso nome. Jessica, non più Joy, è soltanto una merce da usare e da buttare, in vendita a clienti violenti e mai sazi, pericolosi.
Una seconda Libia. Ogni giorno può essere l’ultimo.
Ma a Joy non è venuta mai meno, anche nei momenti più drammatici, la fiducia in quel Dio che, sin da bambina, sentiva Amico, abitare in lei; la forza atavica e il coraggio delle donne della sua terra che l’hanno sorretta anche quanto tutto pareva perso.
Mariapia Bonanate vive a Torino. Scrittrice e giornalista, ha firmato réportage da diverse parti del mondo, dall’America all’Asia, all’Africa. Ha svolto importanti inchieste sul mondo dei giovani, della donna e su fenomeni come la droga e l’alcolismo, la malattia mentale. Ha pubblicato numerosi libri fra cui Perché il dolore nel mondo? Suore, Donne che cambiano il mondo e I bambini della notte.
Trenta piccole meditazioni e un "quaderno" per la riflessione personale: un percorso di preparazione alla Pasqua.