
Il volume raccoglie gli interventi degli studiosi che in un recente convegno promosso dall'Università LUMSA di Roma e dall'Università degli Studi di Perugia hanno riavviato un dibattito sul significato della storia del movimento sindacale per la comprensione delle dinamiche della società italiana. I caratteri del ripensamento avvenuto nella storiografia degli ultimi vent'anni e le sue prospettive sono affrontati nei saggi dedicati al ruolo della storia del movimento sindacale nella storia contemporanea, nella storia della trasformazione del lavoro, nella storia del movimento operaio e nella storia delle relazioni internazionali. L'attenzione di alcuni interventi si è concentrata, sotto diverse prospettive, sul profilo della discussione storiografica delle dinamiche di continuità e rotture nella storia del sindacalismo italiano. La rilevanza dell'evoluzione della recente storiografia sindacale nella cultura della società italiana, infine, è oggetto dei contributi dedicati al recente dibattito pubblico nelle riviste, all'atteggiamento della stampa quotidiana e dei media e alla formazione dell'identità degli stessi soggetti sociali.
Il volume ripercorre le tappe della creazione delle Forze di Pace dell'Unione, a partire dalle novità introdotte dal Trattato di Amsterdam fino alla razionalizzazione attuata dal Trattato di Nizza. Viene preso in esame anche il lavoro svolto dalla Convenzione europea e dalla Conferenza intergovernativa fino alla conclusione della Presidenza italiana (dicembre 2003), dove erano già state delineate le disposizioni del Trattato costituzionale sull'Unione Europea. Particolare attenzione è dedicata alle capacità operative e impiego delle Forze di Pace, al loro comando e controllo, nonché ai rapporti Ue-Nato.
La ricerca è costruzione senza fine, reperimento di problemi, invenzione di ipotesi, realizzazione di strumenti, costruzione di prove, ricerca degli errori, proposta e prova di nuove teorie in un processo senza fine. Nonostante la lunga storia di quella controversia sul metodo che ha visto tutta una serie di tentativi volti a negare l'unità del metodo scientifico, oggi appare sempre più chiaro che le teorie scientifiche si costruiscono, si provano, si confermano o si rigettano attraverso un'unica metodologia. E questa è appunto la metodologia della ricerca, il metodo del tentativo e dell'errore, ossia quella procedura che, partendo dai problemi, mette a prova le ipotesi proposte e ne cerca la soluzione.
Questo volume è il seguito abbastanza lontano nel tempo di quello dedicato or sono più di venti anni a I Vescovi di Gerace-Locri (Chiaravalle Centrale 1981) e precede un altro, o, forse, due, sulle vicende di questa diocesi in età moderna e contemporanea. Esso, infatti, si ferma al 1480, anno in cui, con la mutazione del rito da greco in latino, la nostra Chiesa Locrese impresse alla storia di tutto il suo territorio una svolta riguardante non soltanto la vita religiosa, ma tutto il tessuto della società, quindi la cultura, il modo di pensare e di operare della gente.
Il Centro Italiano Femminile, che da sempre ha posto al centro del suo impegno l'attenzione alla salute e ai diritti delle donne, ai valori della vita e della famiglia, in occasione della celebrazione del 60° anniversario della sua fondazione ha dedicato al tema della procreazione medicalmente assistita una tavola rotonda, prendendone in esame con l'aiuto di esperti gli aspetti medici, sociali, giuridici ed etici, e dando spazio a quel "ragionare sui valori" che costituisce il requisito primo di un buon dialogo tra laici e cattolici. Il testo ne riprende le relazioni, con l'aggiunta di una post-fazione di Francesco D'Agostino.
Paolo, Agostino, Lutero: hanno davvero a che fare con la storia moderna? Oggi i loro nomi sembrano remoti, evanescenti. L'argomento non è nuovo, anche se lo si approfondisce di rado. Eppure alle origini del mondo moderno questi personaggi hanno giocato un ruolo determinante. Chi penserebbe mai che le Lettere di Paolo e il Nuovo Testamento di Erasmo hanno avuto una diffusione non piccola, ancor prima di Lutero? Nel corso del XVI secolo l'epistolario paolino supera le 700 edizioni e l'Opera omnia di Agostino, dal 1506, ha diverse ristampe.
Il volume è dedicato agli anni della crisi del centrismo degasperiano dopo la sconfitta dell'alleanza democratica del 7 giugno 1952, e narra le vicende che segnarono il passaggio alla politica fanfaniana che preparò, attraverso il profondo travaglio del mondo cattolico e della stessa DC, l'apertura a sinistra. L'autore, avendo partecipato agli importanti eventi di allora come membro della Direzione Nazionale del Partito, a fianco di De Gasperi prima e di Fanfani poi, completa il racconto storico con la sua personale, inedita esperienza.
La storia qui rappresentata, risultato di una sperimentazione di molti anni con bambini a partire dagli otto anni, appartenenti a culture molto diverse, e con adulti durante i corsi di formazione per catechisti, va vista alla luce di come il popolo d'Israele vive il tempo e quindi la storia, scansite, non dal passato, presente e futuro, ma dal "Filo d'oro", cioè il nesso che lega insieme gli avvenimenti.
L'approccio con il quale teologi, politologi ed economisti neo-conservatori hanno tentato di affrontare le questioni legate alle trasformazioni sociali, culturali e politiche evidenzia un metodo che ha posto in primo luogo il problema del rinnovamento delle istituzioni, piuttosto che la restaurazione di un ordine ormai passato di cui probabilmente sono in pochi a nutrire nostalgia, avendo cura di una realtà socio-culturale in continua trasformazione, estremamente vivace e plurale come quella americana. La modernità, a differenza di quanto affermano i paleoconservatori, non rappresenta la tomba della tradizione, quanto il momento per vivere più adeguatamente gli ideali di libertà e di responsabilità in ambito politico.
Nel corso dell'età moderna si hanno nella Chiesa cattolica vivaci discussioni circa il significato e l'uso del denaro. L'autore si sofferma in particolare su una chiave di lettura illuminante, quella del prestito a interesse. Attraverso di essa è possibile cogliere non solo aspetti specifici di una questione dalle molteplici sfaccettature, ma anche, tra irrigidimenti e segnali di apertura, più generali elementi per la conoscenza delle traiettorie della Chiesa moderna, alla difficile ricerca di un'identità. In ultima analisi, al cuore della questione, nel quadro della necessità per il cristiano di osservare i precetti della Chiesa, vi sono interrogativi e opzioni intorno al valore della creatività e della libera iniziativa dell'uomo.