
Miriam, meglio nota al mondo come Maria, è destinata a diventare la mamma del Messia ed è ignara di quanto la attende. Piccolissima, in adempimento al voto dei genitori viene affidata al Tempio, dove si istruisce e diventa amica di Alexiel, angelo stravagante che la chiama Mangusta e la nutre con cibo venuto dal cielo. È ancora una bambina quando la sorte la assegna in sposa a Josaphat, maturo falegname che non sa bene cosa farsene di lei. E nella casa di Josaphat, ma senza di lui, aspettando l'età delle nozze, circondata da ragazzine che come lei sono in attesa di un uomo e di un'esistenza propria, Miriam cresce, tesse, cucina, coltiva l'orto, si ribella, medita, litiga. Ama, anche, di nascosto: lui è un giovane selvatico, il loro è un amore incompiuto, segreto, prezioso. I giochi di una ragazzina che non accetta i ruoli prestabiliti, i doveri di una giovanissima donna ammaliata dal sogno di una libertà impossibile, un'infanzia e un'adolescenza di duemila anni fa narrate in prima persona da una voce di bruciante intensità. Età di lettura: da 10 anni.
Davide Bergamaschi. Occhi da bambino, corpo da adulto, forte e vivo come lo si è solo a sedici anni. Di fronte a lui, invisibile tra una folla di persone che ballano e bevono, un uomo anziano, stanco e pericoloso, lo osserva. E lo sceglie. Il ragazzo viene rapito, scaraventato a forza su un camion e costretto a lottare a mani nude contro uno sconosciuto. È il suo ingresso nel mondo dei combattimenti clandestini all'ultimo sangue: o uccidi o vieni ucciso. All'inizio Davide piange, protesta, si ribella: cresciuto in una quotidianità ovattata e rassicurante, non sa cosa sia la violenza. Ma il suo corpo conosce l'istinto, e vince i primi incontri. L'uomo, il suo rapitore, scorge in lui il potenziale di un combattente diverso da tutti gli altri, e forse anche qualcosa di più, una sorta di erede a cui trasmettere la sua conoscenza, i suoi valori e le sue personalissime leggi morali. Lo aiuterà a sopravvivere in un mondo disumano, gli insegnerà che la prigionia, i soprusi, l'omicidio e la morte possono diventare accettabili, una nuova "normalità". Dopo 1442 giorni, un centinaio di omicidi alle spalle e la perdita di ogni inibizione o moralità, di Davide Bergamaschi non sarà rimasto più niente e dalle sue ceneri sarà nato Batiza, il più feroce degli assassini. Il secondo romanzo di Paola Barbato è l'educazione alla violenza di un moderno gladiatore in un inferno popolato da sadici con il colletto bianco.
La passione totalizzante e assoluta dell'amore, l'amicizia sincera e fedele, l'irrisione triviale e feroce verso chi gli è nemico, le feste spensierate della jeunesse dorée romana negli anni convulsi delle guerre civili: da 2000 anni Catullo rapisce generazioni di lettori cantando con il linguaggio impetuoso e travolgente della giovinezza la vita in ogni suo aspetto.
Per quanto la si studi, la follia resta una delle esperienze più tragiche e irrisolte della condizione umana. Ma la follia è stata nel corso del tempo anche una delle più potenti suggestioni delle quali gli scrittori si sono impadroniti per mettere in scena l'umano nelle sue forme più estreme e misteriose. Da Svevo a Pirandello, da Stocker a James, da Gadda a Buzzati, passando per Tobino, Berto, Dostoevskij e tanti altri, la letteratura ha costruito un dialogo fertile e continuo con la sofferenza psichica, contribuendo alla sua conoscenza.
Dopo aver prediletto storie ambientate nel passato, Melania Mazzucco sceglie la Roma di oggi come scena per il suo romanzo. Il giorno perfetto - come nel titolo di una canzone di Lou Reed - è quello in cui Camilla compie sette anni, Zero fa esplodere la prima bomba in un McDonald's, Emma perde il lavoro, Kevin le mutande, Elio recita il discorso sbagliato al suo comizio elettorale, Valentina fa un piercing all'ombelico, Maja trova la casa dei suoi sogni, Sasha festeggia l'anniversario dei dieci anni con l'amante, Antonio vede la moglie per l'ultima volta e qualcuno carica con 7 colpi + 1 la sua pistola. Mentre le loro strade si incrociano sul grande palcoscenico di una Roma frenetica e sorprendente, e la tensione si accumula, le loro vite sembrano destinate a esplodere in mille pezzi. Romanzo corale, affresco sociale, foto di gruppo di una nazione, questa cronaca di un giorno apparentemente qualunque in una grande città di oggi è un'immersione totale nella realtà che ci circonda. Una storia d'amore e disincanto, di scuola e di lavoro, una notizia da prima pagina e uno straziante caso di nera. Ma soprattutto, l'anatomia di una famiglia: ragazze e bambini, uomini e donne, madri e padri, figli e figlie, scene da un matrimonio in cui ciascuno, nel bene e nel male, può riconoscersi.
Pubblicato a puntate tra il 1871 e il 1872, "Middlemarch" è, nel variegato paesaggio del romanzo inglese di fine Ottocento, tra i punti più alti mai raggiunti in termini di capacità di rappresentazione della complessità delle psicologie e di attenzione quasi d'ordine sociologico all'ambiente sociale (il sottotitolo, "Studi di vita in provincia", definisce da subito il contesto). Al centro della storia è proprio l'immaginaria cittadina inglese di Middlemarch, all'interno della quale si articolano i destini di quattro personaggi e di due matrimoni infelici, indagati da George Eliot nei loro più impercettibili interstizi attraverso lo strumento chirurgico di uno stile espressivo sempre acuminato. Il romanzo che permette di comprendere la solidissima fragilità dell'Inghilterra vittoriana.
Prima superiore: un'avventura che Sonia intraprende sospesa tra curiosità e imbarazzo, senza sapere bene che cosa ci si aspetta da lei, come ci si comporta, come si fa a passare inosservate. In fondo è questo che vorrebbe. Ma avere quattordici anni è ogni giorno una sfida diversa, un confronto cercato, un conflitto aperto. Con la mamma, che prima era così importante e adesso si allontana sempre di più. Con l'amica di sempre, pronta a diventare un'estranea e a tornare quello che era con inquietante intermittenza. Con i ragazzi, questi sconosciuti. Per fortuna Sonia ha Cessetto, il suo vecchio, orrendo, carissimo motorino, e quando non ne può più scappa via, in collina, con la testa nel vento. Prima da sola. Poi non più.
Dieci anni fa, il 29 ottobre del 1998, il "New York Times" riportava in prima pagina la notizia della vendita all'asta, da Christie's, di un libro di preghiere medioevale. Poco dopo ci si accorse che sotto i versi sacri si celava il più antico manoscritto di Archimede di Siracusa, il testo nel quale il grande matematico dell'antichità aveva concentrato, in parole e in diagrammi, tutta la sua conoscenza. Reviel Netz e William Noel rispettivamente docente di matematica e conservatore di manoscritti e libri rari -, coinvolti nel progetto di recupero e studio di questo palinsesto dal valore inestimabile, costruiscono un saggio che ha l'andamento del thriller storico, raccontandoci gli entusiasmi e le incertezze del ritrovamento e trasformando la biografia di Archimede in una narrazione.
Una guida pratica che offre una visione serena della maternita' come tappa naturale della vita di una donna.
L'opera poetica di Gozzano ha sempre rivelato una capacità di struggimento e di corrosione che non ha eguali nella poesia italiana tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del nuovo secolo. Almo Paita disegna la storia di uno dei nostri maggiori poeti, legando al rigore della ricostruzione l'affettuosa intensità della rievocazione. Ci restituisce le persone reali che si celano dietro i personaggi più conosciuti delle sue liriche, insieme al timbro di un'Italia borghese e crepuscolare e al volto di una Torino assorta e vivace, colta in uno dei suoi momenti più vitali.