All'inizio c'era il World Wide Web, eccitante e aperto fino all'anarchia, una miniera enorme e un po' inquietante di caos creativo non indicizzato. Poi venne Google con la sua impressionante missione: organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. Oggi Google sembra onnisciente, onnipotente e onnipresente. E sostiene anche di essere un'azienda benevola. Non sorprende perciò che la rispettiamo quasi come una divinità. Ma che cosa guadagniamo o perdiamo permettendole di essere la lente attraverso cui vediamo il mondo? Stiamo muovendoci lungo una strada che porta a un'era più illuminata o ci stiamo avvicinando a un futuro di controllo e sorveglianza sociale? E che effetto potrà avere l'egemonia del motore di ricerca sullo sviluppo della nostra cultura? Per rispondere a queste e altre domande, Siva Vaidhyanathan - tra i più quotati analisti ed esperti di Internet -, esamina in profondità l'influenza spesso insidiosa di Google nella società e suggerisce che potremmo vivere meglio imparando a vederla come una semplice azienda invece che come una forza del bene, prendendo atto che noi con le nostre fantasie, feticci, predilezioni e preferenze - non siamo i suoi clienti ma il prodotto che vende agli inserzionisti
Frutto di oltre dieci anni di studi e ricerche, ricco di documenti inediti e originali, rintracciati da Melania Mazzucco negli archivi veneziani, Jacomo Tintoretto & i suoi figli è la seconda parte del dittico che, col romanzo La lunga attesa dell’angelo, l’autrice ha dedicato al grande maestro, passando così dalla libera interpretazione dei fatti e dalla dimensione fantastica dei personaggi all’indagine appassionata di una possibile verità storica. Prima importante biografia mai apparsa in Italia su Tintoretto, questa preziosa opera storico-documentaria rappresenta un vero e proprio monumento alla grandezza e alla complessità di un pittore immenso, inventore di sterminati teleri narrativi, affollati da centinaia di personaggi e animati da violenti chiaroscuri – un artista ambizioso e discusso, scorretto e devoto, colto e popolare, eccentrico e conformista, incalzato da un perenne furore creativo.
In un dialogo continuo e attraverso un confronto serrato con le sue opere, Melania Mazzucco ricostruisce minuziosamente la vita del “più terribile cervello che abbia avuto mai la pittura”. Ma, accanto al protagonista, come in una delle sue tele brulicanti, dal buio della storia riemergono le figure dei suoi familiari: il padre, la giovane moglie Faustina, le figlie suore, i nipoti rinnegati. Fra tutti, brilla di luce propria la figlia primogenita Marietta, pittrice e musicista presto consegnata a un mito che la trasforma in personaggio letterario. A poco a poco, dall’oblio riaffiorano anche le innumerevoli vite di coloro che nel corso di due secoli hanno incrociato i loro destini con quelli dei Tintoretto: gioiellieri, librai, dogi, pittori, formaggiai, barcaioli, serve, spie, eretici, truffatori, contrabbandieri, ciarlatani; pagina dopo pagina, ci vengono raccontate storie dimenticate e insolite come quelle della meretrice blasfema Orsola, dello scrittore-alchimista Evangelista Ortense, della monaca ribelle suor Maria Isabella, del musicista itinerante Julio Zacchino, del faccendiere Asdrubale Fiorelli. Una caleidoscopica galleria di ritratti che compone l’affresco di una città unica e irripetibile, Venezia: attraversata casa per casa, esplorata nei fondachi, sui moli, nei bordelli, nelle botteghe e nei monasteri, rivelata in ogni aspetto delle sue attività e dei suoi costumi, evocata con impressionante realismo in tutto lo splendore e la miseria dei suoi mille traffici e dei suoi mille mestieri.
Affiancando a un eccezionale lavoro di ricerca e di documentazione la raffinatezza di una scrittura coinvolgente e affabulatoria, capace di restituire alla vita migliaia di storie perdute, con quest’opera singolare, smisurata come i teleri del maestro Tintoretto, Melania Mazzucco ricrea per noi un intero universo e ci regala l’ennesima conferma del suo talento di narratrice, trascinandoci nell’avvincente romanzo della più affascinante città d’Italia e del più misterioso e geniale tra i suoi artisti.
Un'accesa condanna della fede cieca nel sistema del libero mercato. Hans Kung torna a esercitare il suo acume critico contro un dogma del nostro tempo.
La notte del 27 gennaio 1967, Luigi Tenco fu ritrovato senza vita nella sua camera nella dépendance dell'Hotel Savoy a Sanremo. Un suicidio, apparentemente. Solo poche ore prima aveva presentato, in coppia con la cantante francese Dalida, Ciao amore, ciao al Festival della canzone ed era stato eliminato. L'improvvisa scomparsa di Tenco sconvolse l'opinione pubblica, lasciando un segno profondo nella memoria collettiva italiana. Eppure l'inchiesta venne chiusa in tutta fretta. Nelle luci sfavillanti del Casinò di Sanremo, dove all'epoca si svolgeva il Festival, nella celebrazione festosa della musica leggera, e dell'immenso business che essa portava con sé, quella scena di sangue, infatti, proprio non ci sarebbe voluta. A quarant'anni di distanza un giornalista francese, voce narrante di questo emozionante libro d'inchiesta, viene invitato a scrivere un reportage sul caso di Tenco e Dalida, anche lei suicida nel 1987. Superando presto l'iniziale disinteresse per avvenimenti così lontani, viene catturato dagli innumerevoli aspetti misteriosi. E così che si butta a raccogliere tutti i documenti e a cercare i testimoni ancora viventi. Ma, a ogni passo della sua indagine, vengono alla luce ulteriori buchi e contraddizioni nella versione ufficiale dei fatti. In "Ciao amore" Philippe Brunel scandaglia la vicenda tragica di Tenco che, con il passare del tempo, sembrava archiviata con una soluzione affrettata e di comodo
Nel 1944 il nobel per la fisica Erwin Schrödinger, in un libro divenuto fondamentale nella storia della biologia molecolare, s'interrogava sul mistero che più di tutti ha affascinato scienziati, filosofi, intellettuali e uomini comuni: Che cos'è la vita? A cinquant'anni dalla sua morte, il dibattito è tutt'altro che concluso. Certo, la scienza ha fatto progressi enormi: due secoli fa veniva sintetizzata in laboratorio la prima sostanza organica, aprendo la strada agli esperimenti successivi che hanno permesso di produrre ogni singola molecola. Ma, nonostante le conoscenze acquisite, la vita per alcuni sembra ancora qualcosa di indecifrabile e misterioso, inspiegabile senza postulare l'esistenza di un Dio che l'avrebbe creata. Eppure, nel 2010 il biologo statunitense Craig Venter ha annunciato al mondo di aver riprodotto l'intero genoma di un batterio - ovvero di avere, di fatto, creato la vita. Ma è davvero così? In un viaggio lungo quattro miliardi di anni, Edoardo Boncinelli esplora l'essenza più profonda dei viventi e ripercorre la nascita e gli sviluppi della biologia molecolare per rispondere a questa domanda. A partire dall'avvento della Teoria dell'evoluzione darwiniana fino alle più recenti scoperte, ci fornisce le chiavi interpretative per dissipare il velo di misticismo che ancora sembra avvolgere questo fenomeno, ridefinendo i confini spesso labili che separano la vita naturale da quella artificiale.
La guerra che infuria tra il popolo Eidr e l'Impero di Colvian, uno scontro di civiltà alimentato da uomini che l'odio ha reso belve assetate di sangue, sembra non avere fine. In un conflitto che non conosce regole né pietà, il legionario Yanvas conquista con coraggio e con la forza delle armi il rispetto e la gloria. Dopo vent'anni sui campi di battaglia, solo un'ultima missione lo separa dalla sua nuova vita, signore di una fortezza al fianco della splendida Sylia. Ma per chi trama all'ombra della Corona Nera, Yanvas, seppur valoroso, è una pedina sacrificabile. Ben presto vedrà il mondo come lo conosceva sgretolarsi sotto il peso di macchinazioni e tradimenti, terribili segreti e cupe verità che sembrano non risparmiare nessuno, nemmeno le persone a lui più care. E mentre il caos dilaga e l'Impero stesso minaccia di crollare, Yanvas dovrà decidere quale prezzo è disposto a pagare per salvare l'unica donna che abbia mai amato e ottenere vendetta. Rituali necromantici, spietati complotti, battaglie violente e sanguinarie, nel primo episodio di una nuova saga fantasy.
Sanremo. A poche ore dalla serata finale del Festival della Canzone, un clamoroso omicidio scuote il mondo dello spettacolo e l'Italia intera: uno dei cantanti più amati dal pubblico è stato ucciso nella sua lussuosa suite con un colpo di pistola al volto. Delle indagini è incaricato il commissario Oscar Borrani - qualche chilo di troppo, un matrimonio fallito che brucia ancora e una gran voglia di chiudere il caso nel minor tempo possibile: in vent'anni di carriera, di morti ne ha già visti abbastanza, e sa che portano sempre rogne. Ma i morti non sono tutti uguali, ed Enrico Bertini in arte Chico non è mai stato un uomo come gli altri. Sregolato, geniale, eccessivo in tutto nell'amore per le donne, il rischio, il successo - ha vissuto bruciando ogni tappa, spingendo sempre al massimo, lasciandosi alle spalle un esercito di nemici. E di segreti che soltanto il sangue della vendetta potrà lavare via. "La confessione" di Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, è un thriller che ci trascina nel mondo sfavillante dello spettacolo, mostrandoci dall'interno la sua anima nera.
"Dalle numerose lettere che da tempo mi inviano i lettori, mi sono reso conto che fra tante passioni quella per il mare è tra le più forti e profonde. Leggendo le testimonianze della gente si intraprende un viaggio senza fine che ci porta in paesi lontani al di là del mare, per scegliere la rotta che ci porterà in salvo dalle tempeste della vita. Il mare è protagonista di questo libro dove si narra la storia di un uomo che si salva quando tutto pareva ormai finito. Carol Wilson, un londinese cui è stato diagnosticato un male incurabile, decide di finire i suoi giorni nel mare che ama. Parte con il suo veliero e si affida al vento che portandolo di isola in isola lo condurrà attraverso incontri con persone straordinarie, a ripensare alla sua vita e a riconciliarsi con essa, gli farà ritrovare la salute, la serenità e conoscere il vero amore. La storia dell'avventuroso viaggio pieno di sorprese, di prodigi, in un continuo dialogo con gli abitanti e la natura dei luoghi, è quella che Carol rivela a un giovane amico incontrato nel paese di Portovenere dove è giunto insieme a Sanja, la ragazza che lo ama e che, appassionata di lettura, aveva avuto notizia, nella sua terra lontana, di questo paese d'amore e di poesia." (Romano Battaglia)
In novant'anni di storia, dal 1922 al 2011, abbiamo avuto il Ventennio fascista e il quasi-ventennio berlusconiano: per poco meno di metà della nostra vicenda nazionale abbiamo scelto di farci governare da uomini con una evidente, e dichiarata, vocazione autoritaria. Perché? Una risposta possibile è che siamo un popolo incline all'arbitrio, ma nemico della libertà. Vantiamo record di evasione fiscale, abusi edilizi, scempi ambientali. Ma anche di compravendita di voti, qualunquismo: in poche parole una tendenza ad abdicare alle libertà civili su cui molti si sono interrogati. Da Leopardi a Carducci che dichiarava "A questa nazione, giovine di ieri e vecchia di trenta secoli, manca del tutto l'idealità", fino a Gramsci che lamentava un individualismo pronto a confluire nelle "cricche, le camorre, le mafie, sia popolari sia legate alle classi alte". Per tacere di Dante con la sua invettiva "Ahi serva Italia, di dolore ostello!" e di Guicciardini con la denuncia del nostro amore per il "particulare". Con la libertà vera, faticosa, fatta di coscienza e impegno sembriamo trovarci a disagio, pronti a spogliarcene in favore di un qualunque Uomo della Provvidenza. Questo libro, un'indagine colta e curiosa su una pericolosa debolezza del nostro carattere, è anche un appello a ritrovare il senso alto della politica e della condivisione di un destino. La libertà, intesa come il rispetto e la cura dei diritti di tutti, non è un'utopia da sognare ma un traguardo verso cui tendere.
Cos'è successo all'uomo, alla civiltà? Concentrati su un qui e ora puramente corporei, abbiamo ucciso tutti gli dei e reso la bellezza l'unica nostra religione. Non abbiamo più sogni, non coltiviamo progetti, non sopportiamo il silenzio, facciamo rumore per vincere la solitudine, sradicati come siamo dalle nostre origini, incapaci di amare, di insegnare ai nostri figli e di imparare dai nostri padri. E siamo pieni di paura. Vittorino Andreoli, che non distoglie mai l'attenzione dal destino dell'uomo contemporaneo, ripercorre la parabola della propria vita per descrivere, nel modo più personale e insieme collettivo, l'importante mutamento cui stiamo andando incontro. Dall'emergenza parsimoniosa e crudele della guerra, dove tutta la famiglia sedeva intorno al piatto in cui campeggiava un'unica grande aringa annegata nell'olio, al boom economico, in cui il dilagare del benessere ha condotto in fretta all'eccesso, alla saturazione, all'inutile; dall'entusiasmo delle scoperte scientifiche, che ci hanno permesso di rimuovere il dolore, di controllare le nascite, di nascondere ma non cancellare la morte, alle crisi, sempre uguali e sempre diverse, della Repubblica. Andreoli non dà giudizi né offre ricette, non ha certezze né dogmi da imporre. Ha però uno sguardo profondamente umano, e la consapevolezza della sua e nostra fragilità, l'unica meravigliosa forza su cui possiamo e dobbiamo contare per risorgere.