
Un viaggio nei mari e negli oceani del pianeta alla scoperta di destinazioni di vacanza magica e totale. Questo volume, ora in edizione economica, ci aiuterà a scoprire le isole più belle del mondo, dalle Galapagos a Rodi, da Cuba alle Azzorre, alla ricerca di paesaggi dove la storia ha lasciato tracce indelebili, di suggestioni create dalla letteratura e dal cinema, di avventure alla scoperta della natura e dell'ambiente sottomarino o di sapori e profumi paradisiaci.
Somalia, 1994. Murayo, una bambina gravemente malata, viene lasciata in un ospedale militare italiano per essere curata. Il padre va a visitarla una volta e poi sparisce. La piccola diventa la mascotte dell'accampamento fino al momento del ritiro del contingente. Ma il militare che avrebbe dovuto accompagnarla all'orfanotrofio di Mogadiscio non se la sente di abbandonarla, le vuole bene e decide di portarla con sé. Murayo arriva in Sicilia e diventa il centro di una nuova famiglia. È convinta di aver perso tutti i suoi cari e la Somalia resta per lei solo un lontano ricordo. Fino a quando, quattordici anni dopo, una puntata della trasmissione Chi l'ha visto? rimescola di nuovo le carte e accade quello che nessuno avrebbe mai immaginato: Murayo riconosce suo padre in un campo di rifugiati in Kenya. "Solo le montagne non si incontrano" mai è l'incredibile storia di una ragazza che intraprende il viaggio più importante della vita per ritrovare la sua famiglia. Una vicenda segnata da situazioni imprevedibili e coincidenze fatali che travolgono anche tutte le persone a lei vicine. L'aiuta in questa impresa una donna determinata come Laura Boldrini, da anni impegnata nella difesa dei diritti dei rifugiati, che racconta con grande coinvolgimento come una perdita può trasformarsi in una conquista. Perché oggi Murayo non è più divisa tra due padri ma unita a tutti e due.
Se solo lo volesse, Attilio Bonifazi, detto anche Ottavo re di Roma, potrebbe far cadere il governo. Il suo regno è l'immondizia, da cui ha spremuto negli anni potere e ricchezze. La figlia Marta, come ogni bambina del mondo, ha venerato il suo papà, ma molto presto qualcosa si è rotto e l'odio per il padre si è fatto acuto quanto lo è stato l'amore. Così Marta si è lasciata colare addosso strati di grasso, talmente tanto che ormai è una ventiduenne obesa che trascorre le sue giornate senza mettere il naso fuori di casa. Sola, aggressiva, violenta e senza amici, a eccezione di Lorenzo, l'ex compagno di scuola educato e gentile, che in quel mondo dorato sembra trovarsi a suo agio. Il padre Attilio invece è un combattente, lui non molla, anche quando tutto pare precipitare. Abbandonare il business dei rifiuti come consiglia il figlio maggiore Pietro, fresco di laurea a Oxford? Non se ne parla nemmeno. Il gassificatore è stato chiuso perché avvelena l'aria di Roma? Riaprirà. Marta investe un ragazzo e rischia di finire in carcere? Non ci andrà, c'è sempre una soluzione o una scorciatoia per risolvere le situazioni. Ma non sempre le cose sono come sembrano e la verità può affiorare nel modo più inaspettato. Con un sottile gioco di prospettive che annulla ogni pretesa di oggettività, Teresa Ciabatti smaschera in questo romanzo tenero e crudele le bugie di una famiglia e di un Paese.
Alessio Slaviero è un uomo molto temuto nel suo quartiere, quel triangolo di strade strette che si estende a Milano tra viale Monza, via Padova e la ferrovia; il ventre oscuro della città, dove il territorio si conquista e si difende con la forza, tutti i giorni. Alessio Slaviero è un uomo assediato da mille ombre e da mille fantasmi. Il suo unico amico è Manuel, un travestito brasiliano bello come un adolescente cattivo, che abita nell'appartamento di fianco. Ma Alessio Slaviero è anche un uomo, forse l'ultimo, capace di intuire nella miseria del quotidiano la grandezza di un passato rimosso, e di aggrapparsi a una visione: una donna incantevole che ogni sera si affaccia, sul balcone di fronte al suo, per dare l'acqua alle piante. Se non una promessa di felicità, almeno la conferma che un senso può ancora esserci. Ma il caldo infernale dell'estate del 2003 avvolge e appanna la metropoli in una morsa che vanifica la speranza, istiga alla violenza e prelude a un ultimo scontro frontale. Ci saranno ferite e ritorsioni, passioni irrefrenabili, esaltazione e vergogna, finché arriverà il momento di prendere decisioni irreversibili. Alessandro Bertante restituisce una dimensione epica a un tempo, il nostro, che sembra avere smarrito la memoria. E ci regala un romanzo scorretto, di straordinaria potenza visionaria, che fa esplodere i contrasti e in cui ogni cosa, perfino la più semplice, vibra di un antico mistero.
L'uomo che Jason Bourne ripesca dalle acque del Baltico è vivo per miracolo. Il suo corpo intirizzito dal gelo ha subito ferite d'arma da fuoco, e il cervello annebbiato nasconde più di un mistero, primo fra tutti quello della sua identità. Cosa c'è nel suo passato? Chi ha cercato di ucciderlo e perché? Rebeka, agente del Mossad e vecchia amica di Bourne, potrebbe conoscere la risposta a queste e ad altre domande. Da settimane, infatti, dà ossessivamente la caccia a colui che ora giace impotente in un letto, prigioniero della sua stessa amnesia. Incurante di ogni pericolo e di ogni cautela, Rebeka si è spinta al punto di infrangere i ferrei protocolli dell'organizzazione a cui appartiene pur di catturare la preda, e i suoi superiori hanno reagito affidando a un killer il compito di eliminarla. Lungo una scia di sangue, tradimenti e interessi che da Stoccolma porta a Città del Messico, Pechino e Washington D.C., Bourne e Rebeka si addentrano in un labirinto di specchi dove nulla e nessuno è quel che sembra. Per sventare una cospirazione che mette in gioco i destini del mondo intero.
Amiche, figlie, rivali, madri, sorelle. Ragazze soldato. Sono le donne le protagoniste assolute del romanzo di Shani Boianjiu. Yael, Avishag e Lea crescono insieme in un piccolo villaggio israeliano al confine con il Libano. La loro iniziazione passa attraverso il gioco, la solitudine, gli amori, il dolore che come una nebbia sottile offusca l'orizzonte. Il dolore dei bambini palestinesi che la notte smantellano la base nemica portandosi via tutto ciò che sa di metallo; quello dei sudanesi abbattuti dai soldati egiziani alla frontiera; quello dei fratelli e degli amanti che le tre amiche - poco più che bambine in uniforme - vedono morire ogni giorno. Alla fine, diventeranno donne molto diverse dalle adolescenti di un tempo, più consapevoli o forse irrimediabilmente spezzate. Intimo e feroce, dolente e spericolato come le storie che racconta, "La gente come noi non ha paura" è la fotografia commovente e dura, aliena da compiacimenti, dello stato d'animo di un'intera generazione condannata a vivere sempre nell'istante che precede il pericolo e la violenza.
Tutti lo conosciamo come il Coniglio di Pasqua, mite dispensatore di dolciumi. Ma quanti di voi sanno che è anche l'ultimo esemplare della leggendaria lega dei Pooka, i Conigli Guerrieri, è specializzato in arti marziali ed è anche uno straordinario scavatore di tunnel sotterranei? Particolare non trascurabile poiché Pitch, il Re degli Incubi, trama una cruenta vendetta proprio nelle viscere della terra. Per fortuna il Coniglio di Pasqua ha al suo fianco il temerario Nicholas Nord, il mago Ombrie Shalazar, la dolce e coraggiosa Katherine e soprattutto un temibile esercito di uova guerriere. L'avvincente riscossa dei Guardiani continua... Età di lettura: da 8 anni.
Qual è il destino della nostra cultura ora che il mondo in cui è nata non esiste più? Eric Hobsbawm ha dedicato ampio spazio ai mutamenti, profondi e irreversibili, che hanno costellato la storia sociale e culturale del Novecento. Questi saggi, in gran parte inediti e qui per la prima volta raccolti in volume, tracciano la storia tutt'altro che lineare della nostra cultura per metterne in luce le tortuosità, le involuzioni, ed esplorarne le prospettive. Lo fanno spaziando da quel poderoso carico di credenze e valori che è stata la civiltà borghese mitteleuropea al mito americano del cowboy, da Paul Klee a Vivienne Westwood, fino alla straordinaria ondata di produzione creativa degli ultimi anni. Materiali, idee, storie personali e collettive che del secolo breve, ma interminato, echeggiano tutta la complessità, le interferenze, gli attriti.
"Un mistero di croce e di luce": quell'inspiegabile e irriproducibile immagine corporea impressa sul telo è la testimonianza della passione e della morte di Gesù, ma anche della sua risurrezione. Le parole pronunciate da papa Benedetto XVI restituiscono alla Sindone tutta la verità che la ricerca scientifica aveva cercato di ridimensionare. Nel 1988, infatti, con la datazione al carbonio l4, alcuni scienziati stabilirono che la Sindone risaliva all'epoca medievale. Oggi, grazie a un lavoro multidisciplinare promosso dall'università di Padova e durato quindici anni, l'equipe guidata da Giulio Fanti dimostra che quella radiodatazione è stata falsata da una contaminazione ambientale, e va anticipata proprio all'epoca della morte di Gesù; che le tracce di polvere, polline e spore indirizzano verso la provenienza mediorientale; che il corpo raffigurato sul lino ha subito le violenze raccontate nei vangeli della Passione; e che l'immagine è stata prodotta dall'eccezionale radiazione sviluppatasi al momento della risurrezione. Questo libro, scritto a quattro mani da Fanti e da Saverio Gaeta, è il resoconto di una scoperta e la narrazione delle straordinarie vicende storiche della reliquia più preziosa e venerata della cristianità.
Nel 1939 Sultana, detta Susy, ha sette anni, dei bei boccoli neri, e non sa che la vita normale sta per finire. Nell'agosto del 1941 l'intera famiglia si ritrova nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia. Nel giugno del 1944, si aprono per loro i cancelli di Bergen-Belsen. Sono anni di paura, fame, violenza. Ed è solo l'inizio. Perché al ritorno a casa, nel dopoguerra, Susy scopre che la lotta per la sopravvivenza non è affatto finita. La aspettano la miseria di una Milano in rovina, i sacrifici per poter studiare, il lavoro febbrile per perseguire un obiettivo difficile per una donna in quegli anni: la carriera medica, nel neonato reparto di pediatria del Fatebenefratelli prima e all'ospedale San Carlo poi. Ma questo è anche il tempo delle scoperte e dell'entusiasmo per i progressi della medicina, del clima fervido di cambiamento sociale, di avventure sentimentali fino alla passione totalizzante e travagliata per quello che rimarrà per sempre il grande amore: Umberto Veronesi. Anno dopo anno, nonostante il lavoro durissimo, i sei figli, i lutti, la malattia, Susy si riappropria della sua vita, tiene alta la bandiera della sua indipendenza, e dà vita a un clan familiare numeroso e vitale, allargato, composito, unito. Sultana Razon ci accompagna nel racconto di un'esistenza densa e drammatica con uno stile secco, ruvido, veloce, capace di attraversare senza alcuna retorica il desiderio e l'orrore, la fatica e il gusto di vivere.