
In questo secondo volume del suo PerCorso, don Giussani mostra il passaggio dal senso religioso in generale all'avvenimento di Gesù Cristo, cioè all'esperienza religiosa cristiana. Dopo un'introduzione in cui si riepilogano gli aspetti salienti della riflessione sul senso religioso, l'autore aiuta a rendersi conto di come l'uomo in tutti i tempi, fin dalle sue origini remote, abbia sentito la necessità di mettersi in rapporto con il mistero ultimo, mediante tentativi che hanno fatto nascere le varie religioni. L'impossibilità a raggiungere chiarezza e sicurezza ha fatto sentire all'uomo l'urgenza o la necessità di un aiuto offerto dallo stesso mistero, cioè di una rivelazione. Ma tutte le affermazioni in tal senso nelle diverse storie spirituali dei popoli sono state come "superate" da un fatto eccezionale: in un certo momento storico un uomo, Gesù di Nazareth, non solo ha rivelato il mistero di Dio, ma ha identificato se stesso con il divino. Come questo avvenimento abbia iniziato a imporsi all'attenzione degli uomini; come abbia creato una chiara convinzione; in che modo abbia comunicato il mistero della sua persona; come abbia confermato il suo svelarsi con una concezione nuova e perfetta della vita umana; tutto ciò è il contenuto di questo volume.
Nel 1986 il giovane svizzero Andreas Widmer si arruolò nel corpo di guardia di Giovanni Paolo II, allora al suo ottavo anno di pontificato, e per due anni visse a contatto con il grande Papa, assorbendone gli insegnamenti spirituali e umani che lo hanno reso una delle figure più influenti dei nostri tempi. Dopo molti anni, e diverse esperienze da imprenditore, Widmer offre oggi come testimone diretto e credente uno sguardo dietro le quinte alla persona di questo grande Pontefice, "la più autentica che abbia mai incontrato", e rivela come i ricordi di lui abbiano forgiato la sua attività di manager e amministratore di imprese. Dall'importanza della vocazione al potere della preghiera, dall'etica dell'essere umano al libero arbitrio, dal valore della testimonianza all'importanza del team, fino alla visione della propria attività come servizio, il libro offre un'inedita applicazione degli insegnamenti di Papa Wojtyla al mondo del business, per richiamare i credenti, attraverso il suo esempio, a principi di fede e di missione in tutti gli aspetti della vita. Prefazione di George Weigel.
Perché presso diverse culture è il fegato, e non il cuore, la sede della vita spirituale e affettiva dell'uomo? Possiamo non essere "legalmente" proprietari del nostro corpo? Monna Lisa non ha le sopracciglia e noi non lo notiamo: com'è possibile? Gli universi culturali e simbolici del corpo umano sono infiniti, sempre diversi nel corso della storia dell'umanità. In questo libro Aldersey-Williams ne traccia un ritratto sorprendente, ricco di scoperte e clamorose smentite, soffermandosi su significati e caratteri attribuiti alle sue parti e ai suoi organi: dagli studi di Leonardo sull'armonia delle proporzioni alla presunta purezza del sangue e della razza, dal cannibalismo alla simbologia dello scheletro, da Frankenstein ai robot umanoidi, dai crani rimpiccioliti di alcune tribù amazzoniche al cervello di Einstein, conservato a Princeton e studiato ancora oggi per scoprire il segreto del suo genio. Con scarsi risultati, a dir la verità: notizie bomba sui modi in cui la genialità si manifesta nel corpo fisico per ora non ci sono arrivate. Familiare eppure misterioso, il nostro corpo ha da dirci su noi stessi molto più di quanto immaginiamo.
Il bravo poliziotto non è senza paura, è un uomo che la paura ha imparato a conoscerla, a dominarla, ne ha fatto un'arma di difesa e contrattacco. Lo sa bene l'ispettore Giovanni Galasso, che in trent'anni di carriera ha combattuto la criminalità di strada e quella organizzata, imparando sulla propria pelle che l'unico modo per restare vivi è non abbassare mai la guardia. A Palermo ha subito il più ignobile degli attacchi, ha dovuto accettare il trasferimento, e adesso alla Squadra Mobile di Roma ha trovato una seconda casa, un gruppo di amici leali, una famiglia. Ma nella vita di uno sbirro la pace non può durare troppo a lungo: succede così che l'omicidio di Anna De Caprariis, un'affascinante nobildonna nota nella capitale come organizzatrice di iniziative benefiche, diventa per Galasso l'inizio di un'indagine piena di insidie e interrogativi, destinata a riportare alla luce antichi misteri personali. Come quello del suicidio di Laura, sua fiamma giovanile, che scopre collegata alla De Caprariis attraverso discutibili amicizie. Per venirne a capo servirà intuito, cattiveria e quel pizzico di imprevedibilità che appartiene soltanto ai numeri uno.
Venezia, 1327. Quello di Giulia Bondimier, unica erede di un'illustre famiglia patrizia, è un amore sincero, travolgente e passionale. Ma anche impossibile. Vietata dai costumi del tempo, la sua relazione con il giovane Samuel Macalia, setaiolo ebreo, ha come tragica conseguenza una gravidanza inattesa. Segnata da questa macchia indelebile, Giulia non ha scelta: deve cambiare vita e rinunciare al frutto della sua colpa. Destino parallelo, quello di Nicoleta. Figlia di un umile carpentiere e vittima di uno stupro, è costretta a privarsi della creatura che porta in grembo. Fuggita in terraferma, riesce a trovare un lavoro capace di restituirle dignità e rispetto. Giulia, invece, obbligata suo malgrado alla vita monastica, rimane nella città che l'ha vista nascere. Venezia è una prigione per lei, ma è anche l'unico luogo che le permette di rimanere vicino a chi non avrebbe mai voluto perdere. Passati vent'anni, Giulia sarà chiamata a scelte difficili e coraggiose. Nonostante la società di cui fa parte sia dominata dai rapporti di forza stabiliti da uomini, saprà dimostrare come il legame ancestrale che unisce una donna ai suoi figli non possa essere spezzato da niente e da nessuno. In una Venezia opulenta, alle soglie della più tremenda epidemia di peste mai conosciuta in Europa, Valeria Montaldi ci regala una vicenda dolce e potente, che, tra le pieghe della grande Storia, racconta il senso pieno dell'essere donne e madri.
A partire dal XVII centenario dell'Editto di Milano, il cardinale Scola indaga sul pensiero e sulla pratica della libertà religiosa, al centro di un dibattito più che mai attuale e complesso per le marcate diversità che il problema presenta nelle democrazie rispetto alle dittature, nei paesi a maggioranza musulmana e in quelli più secolarizzati. Dopo aver ripercorso, per sommi capi, il cammino travagliato della libertà religiosa dall'"initium" mancato di Costantino e Licinio fino al Concilio Vaticano II, a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, l'autore si sofferma su vari "nodi" del problema, in particolare sulla libertà di fedi e di culture nella società plurale. E parla del valore irrinunciabile della aconfessionalità dello Stato: per l' arcivescovo di Milano è necessario uno Stato che, senza far propria una specifica visione, non interpreti la sua aconfessionalità come "distacco", come una neutralizzazione delle fedi e delle culture che si esprimono nella società civile, ma apra spazi in cui ciascun soggetto, personale e sociale, possa portare il proprio contributo all'edificazione del bene comune. In questo orizzonte, la libertà di religioni e di culture si presenta come la più sensibile cartina di tornasole del grado di civiltà delle nostre società plurali. Non c'è spazio in queste pagine per sterili nostalgie del passato, ma a partire dal bene pratico comune che è l'essere insieme si suggerisce qualche passo per il cammino futuro.
"Facebook non è stato originariamente creato per essere una società. È stato costruito per compiere una missione sociale: rendere il mondo più aperto e interconnesso", ha detto Mark Zuckerberg agli investitori in occasione del debutto in Borsa, nel febbraio 2012. Oggi sappiamo che l'operazione non è stata un successo, ma l'opinione del fondatore non appare cambiata. In questo ritratto di Facebook e del "billionaire boy" che l'ha creato, attraverso le parole dello stesso Zuckerberg e le opinioni di un selezionato numero di "commentatori" (amici, colleghi, critici, insider, ammiratori ma anche detrattori), George Beahm fornisce diverse prospettive su di lui e il social network più usato al mondo, con particolari dall'interno, strategie di business e "lezioni apprese". Dagli inizi ad Harvard ai rapporti, a volte turbolenti, con i soci; dai modelli ispiratori primo tra tutti Steve Jobs alle contraddizioni sulla privacy, fino allo "stile hacker" che ispira l'innovazione continua in azienda, il libro è una lettura per comprendere l'anti-conformista con la felpa al quale tutti abbiamo affidato le informazioni più personali (e qualcuno anche il proprio denaro).
Sedie, scrivanie, librerie, vasi, appendiabiti realizzabili da tutti con materiali facilmente reperibili nei negozi di bricolage. Pezzi unici da fare con le proprie mani, e in più l'opportunità di adattarli o migliorarli condividendone i risultati con gli altri. Con i contributi inediti di quattro maestri del design contemporaneo: Andrea Branzi e Aldo Cibic, Michele De Lucchi e Alessandro Mendini.
Il mondo come lo conosciamo non esiste più: l'umanità è stata decimata da una febbre globale e fatale. Hig è uno dei pochi sopravvissuti. A bordo di un vecchio Cessna, un cane come copilota, presidia volando un pezzo d'America che una volta si chiamava Colorado, più deserto di quanto non sia mai stato ma incredibilmente bello nella sua selvaggia desolazione. A terra lo aspetta il suo socio Bangley, che difende il loro territorio e le loro provviste sparando a vista su chiunque si avvicini. Hig no, lui non spara: lui è diverso. Nell'epidemia ha perso la moglie; non piange da anni; solo la pesca, la caccia, il ritrovato legame con la natura lo tengono in vita. E l'affetto per il cane Jasper, compagno silenzioso e sereno. Ma nel mondo alla fine del mondo non ci sono certezze. Si può perdere in una notte anche il poco che si possiede. Solo il desiderio di volare salva Hig da se stesso e lo porta a scoprire dentro un canyon un Eden abitato da un vecchio e da sua figlia: allevano animali, coltivano un orto. Un'oasi che accoglie Hig e lo consola. Eppure anche quel minuscolo paradiso corre rischi.
"Esiste ancora la sinistra in Italia? Sembra di sì, e non so dire se sia un bene o un male. Qualche amico proverà orrore perché oso scriverlo e penserà che abbia davvero cambiato campo. Ogni tanto qualcuno mi accusa: Pansa, sei diventato di destra! Di solito sono signori che non hanno digerito i miei libri revisionisti sulla guerra civile. Adesso troveranno qui una conferma dei loro sospetti. Li capisco. "Tipi sinistri" è il ritratto dei vizi che uccidono il progressismo italiano, una descrizione fondata sulle figure dei suoi capi e capetti. Ho imparato da tempo una verità: le idee camminano sulle gambe degli esseri umani. È un principio che vale anche per i partiti. Se vogliamo capire di quale pasta sono fatti, bisogna osservare i personaggi che ne occupano le prime file. "Tipi sinistri" dipinge senza riguardi i big rossi. Ma soprattutto li colloca in una sequenza di gironi infernali che spiega molte delle loro disgrazie. Si va dagli Invincibili agli Sconfitti, dai Superstiti agli Isterici, dagli Apprendisti agli Indignati, per approdare ai Bolliti, ai Dispersi, ai Rinati e agli Inguaiati. (...) Concludo avvertendo che nella catastrofe delle sinistre ho saputo distinguere. Giorgio Napolitano non assomiglia certo a tante eccellenze rosse. Lo stesso vale per Carlo De Benedetti: l'Ingegnere è meglio di molti dei soloni che scrivono sui suoi giornali." (Giampaolo Pansa)