
Siamo sui monti di Aune, il paese sopra Feltre bruciato dai tedeschi l'11 agosto del 1944, base di appoggio della brigata partigiana Gramsci. Giacomo, undici anni, è stato mandato in alpeggio a lavorare in una malga durante l'estate. Il suo padrone si chiama Bepi, un uomo rude che gli incute timore. E poi ci sono Sergio, sempre ingrugnito anche lui, e Alpina, la nipote di Bepi. È taciturna, Alpina, e vestita da maschiaccio. L'estate di Giacomo comincia così, tra la nostalgia di casa, l'odore delle vacche e la fascinazione per i famosi partigiani, che circolano da quelle parti ma lui non ne ha ancora mai visto uno. Poi un giorno, insieme all'amica Rachele, trova in una casèra abbandonata un plico di volantini. È roba segreta, roba che scotta, lo capiscono subito, ma è anche la via d'accesso a quel mondo di combattenti che tanto li affascina. E intanto, mentre le giornate trascorrono veloci tra il lavoro e l'avventura, qualcosa di inquietante e difficile da capire fino in fondo turba le notti di Giacomo, ponendo fine per sempre alla sua innocenza di bambino. In bilico tra realtà e finzione, un romanzo crudo che racconta la Liberazione e l'Italia ferita di quegli anni ma anche la fatica di conoscere gli adulti e le loro feroci contraddizioni. Età di lettura: da 12 anni.
"Papa Giovanni ha vissuto una purificazione che gli ha permesso di distaccarsi completamente da se stesso e di aderire a Cristo, lasciando così emergere quella santità che la Chiesa ha poi ufficialmente riconosciuto." Così Papa Francesco ha commemorato il cinquantesimo anniversario della morte di Angelo Giuseppe Roncalli, l'uomo che il mondo ha imparato a conoscere e amare con il nome di Papa buono. Eppure la sua santità, avvertita nel cuore di tutti i fedeli fin dalle prime ore della sua morte, ha dovuto attendere ben cinquant'anni per ottenere l'approvazione della Chiesa. Giovanni XXIII è infatti il primo pontefice canonizzato pro gratia, non in presenza di un miracolo riconosciuto. Un evento eccezionale che Stefania Falasca racconta in questo libro, ripercorrendo la storia della sua causa e le motivazioni che hanno portato alla proclamazione della sua santità. Queste pagine dimostrano come la spiritualità e il messaggio di Papa Roncalli siano di grande attualità e rappresentino uno spartiacque del Novecento, una pietra miliare nel cammino della fede. L'esemplarità della sua vita e la fecondità del suo pontificato hanno arricchito i popoli di insegnamenti e gesti che oggi rappresentano le priorità della Chiesa. Un uomo che viene dal passato, eppure talmente contemporaneo da ispirare Papa Francesco, che dell'opera di Roncalli è custode e continuatore. Con un saggio di Ezio Bolis.
Roberto è solo un ragazzo quando compie la prima di tante scelte importanti: a Cremona, in un'Italia divisa in due, nel cuore della guerra si aggrega a una singolare compagnia di finti teatranti, che di notte fanno saltare i ponti sul Po per impedire il passaggio delle truppe tedesche. Il gruppo viene scoperto, molti componenti sono arrestati. Roberto riesce a fuggire. È solo il primo episodio di una lunga, dolorosa, faticosa avventura: la separazione dalla famiglia, la fuga in montagna, l'arresto e la cella d'isolamento, infine la lotta con una brigata partigiana fino all'arrivo degli alleati. Una storia di resistenza, di coraggio inevitabile, raccontata con semplicità a chi vuole sapere oggi com'è stato fare la Storia senza saperlo. Età di lettura: da 12 anni.
"È facile. Se è lo stomaco che ti fa male o magari il fegato non hai dubbi: alzi il telefono e sai quale medico chiamare. Ma se è il cervello che fa clik?" Comincia così il viaggio di Alessandra Arachi, andata e ritorno nella follia del disturbo bipolare. Una patologia della mente che colpisce un italiano su dieci, ma che solo oggi inizia a essere riconosciuta e curata. Picchi di euforia si alternano a baratri di depressione, il cervello va su e giù come un'altalena: è qualcosa che condiziona ogni aspetto della vita, perché è intimamente legato all'eros, alla creatività artistica, alla genialità politica. E quell'indefinibile "stato misto" alla base della depressione post-partum, responsabile occulto di molte tragedie che hanno portato giovani madri a uccidere i propri figli neonati. Alessandra è stata vittima di una diagnosi affrettata: schizofrenia paranoidea. Una sera di luna piena, in un prato appena fuori Roma, una cura sbagliata stava per costarle la vita. Ma come è arrivata in quel prato? In un libro dal ritmo serrato l'autrice racconta i mesi di fuga dalla realtà, pedinata "dal servizio segreto più pericoloso del mondo", in viaggio di notte lungo strade e autostrade d'Italia, a volte contromano. Racconta l'alterazione della coscienza e il "miracolo" che l'ha salvata restituendole il controllo della psiche. "Lunatica" è un'avventura della mente, scritta con l'ironia e la lucidità di chi ha avuto la fortuna di venirne fuori e di poterla raccontare.
Precari contro pensionati, uomini contro donne, autonomi contro statali, dipendenti contro professionisti: negli ultimi anni il mondo del lavoro italiano si è trasformato in un vero e proprio campo di battaglia, in cui tra giovani in fuga, cinquantenni licenziati e imprese al collasso - la scarsità di posti disponibili e l'assenza di riforme efficaci hanno causato una pericolosa spirale di tensioni e reciproche accuse. Dopo aver indagato per anni le realtà dell'universo occupazionale, Passerini e Marino denunciano contraddizioni e assurdità del sistema attuale e spiegano come districarsi nella giungla lavorativa italiana: dal ruolo cardine della formazione alle molteplici possibilità per reinventare il proprio mestiere, dai profili più richiesti alle migliori occasioni di impresa e investimento, fino alle potenzialità connesse alla rivoluzione delle nuove professioni, gli autori spiegano come uscire dalla guerra assurda in cui siamo imprigionati e, soprattutto, mostrano quali sono le idee e i progetti già oggi esistenti in Italia e in Europa per creare lavoro e costruire così un futuro dignitoso per noi stessi e il Paese.
"È tutto accaduto, più o meno". È l'incipit di un grande romanzo e peccato sia stato già scritto da Kurt Vonnegut, perché sarebbe l'attacco ideale per questa storia. Anzi, per queste storie. I due protagonisti - e autori - sono fratelli ma non si frequentano molto, forse nemmeno si sopportano molto. Vite diverse, caratteri diversi e forse anche qualche lontano rancore, lasciati covare sotto la cenere per troppo tempo. Adesso però gli tocca stare insieme, almeno per qualche ora: devono dare un'ultima occhiata alla casa di villeggiatura della loro infanzia - la casa nel bosco - prima di consegnare le chiavi al nuovo proprietario. Sembra solo un adempimento banale anche se un po' triste e invece diventa l'occasione, inattesa e sorprendente, per un viaggio nella memoria, per una riconciliazione, per un inventario buffo e struggente di oggetti, luoghi, odori, storie e soprattutto sapori. In una sequenza di dialoghi fulminanti, comici e commoventi, Gianrico e Francesco Carofiglio (rigorosamente disposti in ordine di anzianità) percorrono il crinale sottile che divide affetto e rivalità, divertimento e malinconia, nostalgia e disincanto. Un memoir a quattro mani che racconta di amicizie perdute, di amori rubati, di vecchi fumetti e di torte di ricotta. Un ricettario, non solo metaforico, dell'infanzia, dell'adolescenza e di un'età adulta ancora capace di riservare sorprese.
Ilaria Alpi era una reporter della Rai. È stata uccisa in Somalia nel 1994 insieme al cameraman Miran Hrovatin. Aveva trentadue anni. Quando è morta stava indagando su un traffico di armi e rifiuti tossici tra la Somalia e l'Europa. Lo faceva per conto suo, quando non doveva seguire gli sviluppi della guerra. Questo libro racconta di lei, di Miran Hrovatin, e di una ragazzina somala di nome Jamila, che è immaginaria ma potrebbe benissimo essere vissuta davvero. Questo libro parla di coraggio e di speranza, e di tutti quelli che si battono per avere un mondo migliore a costo della vita. Età di lettura: da 12 anni.
I rapporti tra il Vaticano e il fascismo sono da sempre oggetto di controversia. Da una parte quanti sostengono che la Chiesa sia stata una ferma oppositrice del Duce, dall'altra quanti ritengono che invece lo abbia appoggiato in materia determinante. Dopo l'apertura, nel 2006, degli Archivi vaticani, nuovi documenti permettono di approfondire il dipanarsi delle relazioni tra Pio XI e Benito Mussolini. Spie, traditori, carte segrete e scandali taciuti rivelano una storia di opportunismi, di interessi talvolta convergenti - a partire dalla comune lotta contro il comunismo - ma anche di riluttanze, insofferenze e duelli all'arma bianca. Mussolini aveva bisogno del Papa per far dimenticare il proprio passato anticlericale e guadagnare il consenso in un Paese cattolico, il Papa, per parte sua, intendeva restaurare i privilegi perduti del clero e cullava il sogno di uno Stato confessionale. Ma con lo stringersi dell'alleanza tra Mussolini e Hitler, le perplessità di Pio XI si faranno sempre più serie e la sua disponibilità verso il regime vacillerà ogni giorno di più. La visita trionfale del Führer a Roma e le successive esternazioni del Duce sulla superiorità e la purezza della razza italiana lo fecero inorridire. Allora decise di scrivere un discorso, per denunciare l'intollerabile abbraccio del razzismo nazista: avrebbe dovuto tenerlo a tutti i vescovi d'Italia l'11 febbraio 1939, ma il giorno prima morirà e tutte le copie di quel discorso saranno fatte scomparire.
Figlio di una madre devota e di un padre inaffidabile, Theo Decker sopravvive, appena tredicenne, all'attentato terroristico che in un istante manda in pezzi la sua vita. Solo a New-York, senza parenti né un posto dove stare, viene accolto dalla ricca famiglia di un suo compagno di scuola. A disagio nella sua nuova casa di Park Avenue, isolato dagli amici e tormentato dall'acuta nostalgia nei confronti della madre, Theo si aggrappa alla cosa che più di ogni altra ha il potere di fargliela sentire vicina: un piccolo quadro dal fascino singolare che, a distanza di anni, lo porterà ad addentrarsi negli ambienti pericolosi della criminalità internazionale. Nel frattempo, Theo cresce, diventa un uomo, si innamora e impara a scivolare con disinvoltura dai salotti più chic della città al polveroso labirinto del negozio di antichità in cui lavora. Finché, preda di una pulsione autodistruttiva impossibile da controllare, si troverà coinvolto in una rischiosa partita dove la posta in gioco è il suo talismano, il piccolo quadro raffigurante un cardellino che forse rappresenta l'innocenza perduta e la bellezza che, sola, può salvare il mondo.
"Come se ne esce?" è la domanda che risuona più spesso in questi anni. Non solo dalla crisi economica ma dalla paralisi politica e istituzionale, e anche da quella vocazione al consumo superfluo e al piacere pronto-cassa che dopo aver caratterizzato gli anni ruggenti del berlusconismo rischia ora di lasciare sul campo tanti smarriti e depressi. In questo romanzo che seziona i giorni come un diario, Siti affronta la questione partendo da un'esperienza personale: racconta la propria uscita da un'ossessione erotica che sembrava eterna, e la propria conversione a qualcosa che sembra rappresentare il suo contrario, dal cielo drogato dei corpi artificiali alla terra di un amore umano troppo umano. A fare da contrappunto ci sono i capitoli della berlusconiade: dal sole in tasca al mesto tramonto, dal tintinnio delle farfalline al cane Dudù. Ritratto spietato dell'immobile frenesia italiana e insieme sincera autoanalisi di un tentativo di liberazione (con un simbolico trasloco da Roma a Milano e un addio altrettanto simbolico al mondo dei reality), il libro non offre ricette miracolose ma suggerisce che una via d'uscita esiste, almeno nel privato, e che le ossessioni si possono, se non sconfiggere, almeno addomesticare. "Exit strategy" è un romanzo che vive la vita del protagonista e dell'autore permettendo a chi legge un percorso di analogia - chiudendo il cerchio della Trilogia autobiografica con un'ultima disperata tentazione: la serena, responsabile misura.