
Alla fine del xvi secolo Iov, monaco ucraino, lascia il Monte Athos per ritirarsi a Manjava, luogo appartato dei Carpazi orientali, dove inizia a vivere la preghiera continua e la solitudine con Dio. Ben presto raggiunto da numerosi discepoli, Iov si ritrova a guidare una straordinaria esperienza di vita comune nel solco della tradizione esicasta. I testi curati da Sophia Senyk rivelano un aspetto originalissimo e finora poco conosciuto del monachesimo ucraino: in una cristianità lacerata dal conflitto tra occidente cattolico e oriente ortodosso, i monaci di Manjava vivono la sottomissione reciproca nell’ obbedienza all’evangelo, promuovendo una riforma della vita monastica e cristiana che parte dal cuore. Custodi dell’eredità di Nil Sorskij, il grande esicasta russo del xv secolo, essi preparano il rinnovamento filocalico di Paisij VelicÛpokovskij attualizzando la grande lezione di Basilio: il fine della vita di preghiera è l’amore per i fratelli, l’agape.
Lucide considerazioni di autorevoli intellettuali russi per un cammino verso l'unità delle chiese
Fin dall’antichità l’uomo ha avvertito il fascino e la paura della solitudine. Essa infatti può diventare maledizione quando si trasforma in isolamento, in separazione mortifera dagli altri, ma può essere invece occasione cruciale per aderire alla realtà e inserirsi nella storia, fecondo luogo di crescita e di comunione con tutto il creato. Ascoltando esperti di varie discipline, attraverso queste pagine siamo condotti a scoprire il senso umano e cristiano del la solitudine, e a comprendere il messaggio che instancabilmente trasmettono all’umanità intera tutti coloro che lungo i secoli hanno riconosciuto nel nascondimento e nella solitudine il modo loro più consono per portare a pieno compimento la propria umanità e la vocazione ricevuta mediante la grazia battesimale.
Gesù non solo si manifesta a coloro che si dedicano alla contemplazione, ma anche a quanti camminano con giustizia sulle vie dell’azione. Lo sanno alcuni di voi, poiché spesso Gesù, che hanno cercato nella preghiera senza trovarlo, inatteso è andato loro incontro sulla via del lavoro.
Per Guerrico d’Igny parlano i suoi sermoni: poco sappiamo infatti della sua vita, ma quanto ci ha lasciato nelle omelie tenute ai suoi monaci è di profondo insegnamento per le nostre vite ancora oggi. La sapienza spirituale di questo abate del xii secolo – che, assieme a Bernardo, Guglielmo e Aelredo, è stato giustamente definito “uno dei quattro evangelisti di Cîteaux” – emerge con salda pacatezza dalle pagine qui presentate nella prima traduzione italiana integrale . Frutto dell’assiduità con la Parola nella lectio divina, queste meditazioni bibliche per le diverse festività e i vari tempi dell’anno liturgico costituiscono anche un prezioso strumento per la lettura patristica nella liturgia delle ore quotidiana.
I dati delle scienze umane e la sapienza della tradizione cristiana si intersecano in queste pagine per illuminare i “luoghi” in cui ogni essere umano incontra le opportunità e i rischi della crescita: il corpo, la sessualità, la coscienza morale, il desiderio di vivere, la fede cristiana... Un percorso attraverso l’alterità che fa di noi dei soggetti , perché ciascuno non è mai tanto se stesso come quando è per gli altri. Un saggio di antropologia cristiana rivolto a quanti non rinunciano al difficile compito di divenire ogni giorno più umani e a coloro che in questa fatica li aiutano.
Jean-Paul Mensior, gesuita, è medico psichiatra e psicanalista. La sua formazione e la sua esperienza l’hanno condotto a un quotidiano confronto con educatori, formatori, padri spirituali, terapeuti, così come al contatto diretto con giovani e studenti.
Accade oggi a volte di leggere l’esperienza spirituale cristiana seguendo unicamente criteri umani, come quelli offerti dalla psicologia, dalla sociologia o dallo studio dei fenomeni religiosi. André Louf ci conduce per mano in queste pagine attraverso i luoghi e le attività dello Spirito. Aiutandosi con quegli elementi della tradizione monastica che sono eloquenti per ogni uomo, l’autore ci insegna le varie fasi della vita spirituale: ascolto, conversione, riconciliazione con i fratelli , servizio a ogni creatura. Senza disdegnare gli apporti delle scienze umane, ci sarà così possibile riacquisire a poco a poco quei sensi spirituali senza i quali non è possibile una vita secondo il sentire di Cristo: una vita cristiana.
André Louf (Lovanio 1929) è entrato a vent’anni nell’abbazia trappista di Mont-des-Cats, nelle Fiandre francesi. Eletto abate durante il concilio Vaticano II, ha contribuito con i suoi scritti e la sua umile sapienza alla riscoperta degli elementi essenziali della vita cristiana in occidente e al rinnovamento della vita monastica invocato dal concilio. Lasciato nel 1998 il servizio abbaziale, vive oggi ritirato in un eremo.
Queste pagine sono semplici appunti per un “viaggio interiore”. “Semplici” perché riconducono alla simplicitas le molteplici e multiformi tensioni che abitano il cuore umano: è qui tratteggiato il percorso che attende ogni uomo alla ricerca della propria unità e del senso dell’esistenza. Appaiono per la prima volta in italiano le preziose riflessioni di un contemplativo cristiano, un mistico capace di attingere cose antiche e cose nuove dalla più schietta tradizione evangelica come dalla sapienza orientale. In un mondo e in una società sempre più frammentati che appiattiscono le differenze nell’omologazione globale, la riscoperta dell’interiorità e della capacità di contemplare la realtà con lo sguardo di Dio costituisce lo strumento indispensabile per imparare a vivere come persone unificate.
Thomas Merton (Prades 1915 - Bangkok 1968), monaco trappista e poeta, ha saputo trasformare la sua ricerca contemplativa ed eremitica in un ponte per il dialogo con il mondo moderno e con le religioni orientali. Il diario del suo cammino interiore – La montagna dalle sette balze – lo ha fatto conoscere al grande pubblico dei cinque continenti. Di Merton le nostre Edizioni hanno pubblicato Un vivere alternativo.
Sono raccolti gli interventi più significativi del magistero del Patriarca ecumenico di Costantinopoli, dal suo discorso inaugurale – autentico documento programmatico per un servizio di comunione – fino alla Via crucis composta per papa Giovanni Paolo II e da questi celebrata al Colosseo il Venerdì santo del 1994, passando per tematiche vaste e profonde quali l’ecumenismo, il dialogo con gli ebrei e le grandi religioni del mondo, l’ ecologia e la pace. È la testimonianza di un servizio reso a tutta l’umanità attraverso quello strumento della volontà di Dio che è il ministero del Patriarca ecumenico e, nello stesso tempo, un segno della gratitudine del Monastero di Bose verso Bartholomeos I per la paterna benevolenza e l’amicizia mostrata a più riprese, in particolare in occasione della sua visita a Bose il giorno di Pentecoste del 1994.
Bartholomeos I (Dimitrios Archondonis, nato a Imbros il 29 febbraio 1940), dopo essere stato Metropolita dapprima di Philadephia e poi di Calcedonia, nonché segretario del Santo Sinodo, il 2 novembre 1991 è stato eletto a succedere a Dimitrios come Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca ecumenico.
˛ˇ I l t r a t t a t o S h i r t a d e l l a M e k h i l t a d i R a b b i J i s h m a ˛ e l , q u i t r a d o t t o e p r e s e n t a t o p e r l a p r i m a v o l t a i n i t a l i a n o d a A l b e r t o M e l l o , Ë n o r m a l m e n t e c o n o s c i u t o c o m e i l c a n t i c o d e l m a r e . I n r e a l t ‡ Ë i l c a n t i c o p r e s s o i l m a r e p e r c h È n o n Ë i l m a r R o s s o a d a v e r l o d a t o i l S i g n o r e p e r l a l i b e r a z i o n e d a l l E g i t t o , b e n s Ï M o s Ë e M i r i a m l a p r o f e t e s s a e , c o n l o r o , i f i g l i e l e f i g l i e d i I s r a e l e . S e c o n d o l a t r a d i z i o n e e b r a i c a , q u i s p l e n d i d a m e n t e t e s t i m o n i a t a , a n c h e g l i a n g e l i a v r e b b e r o v o l u t o f a r l o , m a n e f u r o n o i m p e d i t i : i l S a n t o , b e n e d e t t o s i a , d i s s e l o r o : L e o p e r e d e l l e m i e m a n i a n n e g a n o n e l m a r e , e v o i v o r r e s t e c a n t a r m i u n a c a n z o n e ? . U n i n v i t o a r i l e g g e r e l e m e r a v i g l i e o p e r a t e d a l S i g n o r e n e l l a t t e s a c h e g i u n g a l o r a i n c u i s i p o t r ‡ c a n t a r e q u e s t o c a n t i c o i n s i e m e a g l i a n g e l i , l o r a i n c u i t u t t i i F a r a o n i s a r a n n o s p r o f o n d a t i n e g l i a b i s s i , m a n o n c i s a r a n n o p i ˘ e g i z i a n i m o r t i s u l l a r i v a , l o r a i n c u i i l m a r e o s t i l e n o n c i s a r ‡ p i ˘ . L a M e k h i l t a d i R a b b i J i s h m a ˛ e l Ë i l p i ˘ a n t i c o c o m m e n t o r a b b i n i c o s u l l E s o d o e f o r s e l a p i ˘ a n t i c a o p e r a e s e g e t i c a d i t u t t a l a l e t t e r a t u r a r a b b i n i c a , u n a d e l l e s u e f o n t i p i ˘ r i c c h e e p i ˘ o r i g i n a l i , c u i s i s o n o i s p i r a t i t u t t i i c o m m e n t a t o r i s u c c e s s i v i .
Quando la vita, nostra o d una persona cara, si avvicina al tramonto, riemergono con forza le questioni essenziali - "Per quale ragione vivo? Per quale causa sono pronto a morire?" - e si cerca un criterio per valutare la vita nel suo rapporto con la morte. Risuona così un ultimo appello per imparare a vivere: attendere la morte personale come si attende la persona amata, vivere nell'attesa che la porta si schiuda... Perché, se Cristo è la porta che si apre sull'eternità, allora egli è il passaggio dalla morte alla vita, il pegno della nostra risurrezione, il senso ritrovato per il nostro vivere quotidiano.
Il metropolita Anthony Bloom (Losanna 1914 - Londra 2003) è stato Esarca per l’Europa occidentale del Patriarcato ortodosso di Mosca. Figura tra le più autorevoli del nostro tempo, padre spirituale dotato di raro discernimento e autore di testi sulla preghiera e sulla vita cristiana apprezzati in oriente come in occidente da cristiani di tutte le confessioni.