
«E ora, signore e signori, passiamo a Leonardo da Vinci, al "Salvator Mundi", capolavoro del genio fiorentino.» Con queste parole, il 15 novembre 2017, il banditore della sede newyorkese di Christie's mette all'asta un piccolo dipinto a olio, raffigurante Cristo che con una mano benedice e con l'altra tiene un globo trasparente. Dopo una lotta serratissima, il quadro viene aggiudicato per 450 milioni di dollari, diventando così l'opera d'arte più costosa al mondo. Ma qual è la sua storia, dal momento che per diversi secoli se ne sono perse le tracce? Quando è stato realizzato? Chi è il misterioso acquirente? E soprattutto: si tratta davvero di un dipinto di Leonardo? Sono queste alcune delle domande cui Ben Lewis tenta di rispondere, accompagnando il lettore in un viaggio che parte dalla bottega milanese di Leonardo, allora al servizio di Ludovico il Moro, segue le disavventure del "Salvator Mundi" nei palazzi di re Carlo I durante la guerra civile inglese e arriva fino ai giorni nostri. Tentando di non perderlo di vista tra le innumerevoli copie prodotte da artisti minori, comprate e vendute nell'Ottocento, il racconto assume i contorni di un vero e proprio giallo. Lo sfondo delle eleganti corti rinascimentali si trasforma in un mondo globalizzato, dominato da un mercato opaco e privo di regole, in cui l'arte è spesso uno strumento per rifarsi una reputazione e riciclare denaro. La vicenda prosegue quindi tra un laboratorio di restauro a Manhattan e un consesso dei massimi esperti mondiali dell'opera leonardesca presso la National Gallery di Londra; tra il porto franco di Ginevra, sede delle maggiori transazioni offshore del pianeta, e il paradiso fiscale del Principato di Monaco; tra una modesta casa in vendita a New Orleans e la prestigiosa sede di Christie's a New York. Numerosi sono i protagonisti di queste pagine, incontrati da Lewis durante la sua lunga ricerca della verità: periti, restauratori, mercanti d'arte, oligarchi russi, sceicchi. Ma soprattutto lui, il "Salvator Mundi", un quadro di intensa forza espressiva, capace di emozionare chiunque abbia avuto la fortuna di vederlo esposto e che tuttavia continua a mantenere l'aura di mistero che lo ha sempre circondato.
Dieci storie di donne anticonformiste, scomode, spesso antipatiche, rivoluzionarie. Nel ciclo arturiano Morgana è la sorella potente e pericolosa del ben più rassicurante re della spada magica. Ed è la madrina ideale delle donne scelte in questo libro: da Vivienne Westwood, stilista che ha rivoluzionato il mondo della moda, all'ex pattinatrice Tonya Harding, da Shirley Temple alle sorelle Brontë, a Marina Abramovic, Santa Caterina, Moana Pozzi, Moira Orfei, Grace Jones e Zara Hadid. Nessuna di queste è una donna esemplare, nessuna incarna la natura gentile e sacrificale del femminile. Sono anzi streghe per le donne stesse, irriducibili anche agli schemi della donna emancipata e femminista di oggi. Il nemico simbolico di questa antologia è l'idea - sottilmente misogina - che le donne siano migliori in quanto tali. In una narrazione simile non c'è posto per la dimensione oscura, aggressiva, vendicativa, caotica ed egoistica che invece appartiene alle donne tanto quanto agli uomini. Nelle pagine di questo libro è nascosta silenziosamente una speranza: che ogni volta che la società ridefinisce i termini della libertà femminile, arrivi una Morgana a spostarli ancora e ancora, finché il confine e l'orizzonte non saranno diventate la stessa cosa.
Ti sei mai chiesto perché a volte tutto funziona alla perfezione nella tua testa e a volte invece sembra che ci sia il terremoto? Perché ti arrabbi all'improvviso per motivi apparentemente banali, o per un no da parte dei tuoi genitori? Come mai con un professore ti senti rilassato quando ti interroga e dai il meglio di te e con un altro invece sei agitatissimo e rischi di prendere un brutto voto? Immagina di poter avere tra le mani una vera e propria bussola per orientarti nel complesso territorio delle emozioni primarie: la tristezza, la paura, il disgusto, la rabbia, la sorpresa e la gioia. Grazie a essa riuscirai a mettere a fuoco perché in determinati momenti ti comporti in un modo che a volte fatichi tu stesso a spiegarti. Per ogni emozione troverai: un test che ti aiuterà a capire che rapporto hai con essa; un racconto di vita personale con cui confrontarti e riflettere; una spiegazione di come funziona il nostro cervello; consigli pratici su come gestire al meglio ogni situazione. Per finire, una filmografia pensata ad hoc per rivivere ogni singola emozione tra lacrime e risate. Età di lettura: da 10 anni.
Anno Domini 832, inverno. Una delegazione dell'imperatore Ludovico il Pio trova riparo da una bufera di neve presso l'abbazia benedettina di Fulda, nel cuore dell'Assia, e lì è costretta a sostare per due settimane, approfittando dell'ospitalità dell'abate Rabano. Tutt'intorno, le vie che collegano Magonza a Erfurt sono impraticabili, le selve infestate dai lupi. Ma è proprio tra le mura del cenobio che iniziano a trovarsi le prime vittime straziate dai morsi di una grossa fiera. Tra i benedettini di Fulda si diffonde immediatamente il panico. Inizia a circolare voce che dentro l'abbazia si nasconda un lupo assassino o addirittura un licantropo. Toccherà al giovane monaco Adamantius, fra i maggiori miniaturisti della cristianità, indagare sulla vicenda. Prima per soddisfare la propria curiosità, poi per salvarsi la vita.
Rolando vive nel cimitero, insieme allo zio che fa il guardiano. Ne esce solo per andare a scuola, dove i compagni lo evitano, e non ha amici, a eccezione di un merlo di nome Cip. Quando un giorno tra le lapidi appaiono i cugini Marika e Mirko Gini, Rolando trova due amici della sua età. Ma i cugini Gini sono dei fantasmi e presto spariranno per sempre nel Grande Buco. Per salvarli , Rolando deve addentrarsi sul Monte Pupazzo, fino al buio nero, per trovare la Cosa Rossa entro la mezzanotte del giorno dopo, quando sarà anche il suo compleanno. Il viaggio insieme a Cip attraverso la natura incontaminata si trasforma in un'impresa clamorosa, in compagnia di personaggi indimenticabili: un robivecchi sbandato, un cacciatore strabico,una femmina di cinghiale elegante e raffinata, e una bambina selvatica che si fa chiamare Tigre e vive nei boschi. Età di lettura: da 6 a 9 anni.
A centotrent’anni dalla sua nascita, avvenuta il 20 aprile 1889, gli studiosi non smettono di confrontarsi con il personaggio che più di ogni altro ha segnato la storia del XX secolo. Nonostante milioni di pagine siano state scritte su di lui, infatti, Adolf Hitler rimane una figura enigmatica.
Fu soltanto un opportunista privo di valori morali e dominato da un’insaziabile sete di potere? O incarnando le speranze e il desiderio di rivincita della società tedesca fu piuttosto l’espressione dello spirito del suo tempo? L’uomo che per oltre un decennio tenne l’Europa e il mondo intero con il fiato sospeso era un individuo scialbo e incapace di tessere relazioni sociali – un «guscio vuoto», come lo definì lo storico Ian Kershaw – oppure un politico astuto, determinato a perseguire una strategia ben precisa?
La monumentale opera di Volker Ullrich, la più completa ed esaustiva biografia del Führer mai scritta, di cui L’ascesa costituisce il primo volume, si propone di affrontare questi e altri interrogativi a partire dalla sterminata bibliografia sull’argomento, ma attingendo anche a documenti conservati nei numerosi archivi tedeschi e divenuti accessibili solo di recente. Atti ufficiali del Terzo Reich, diari e testimonianze di funzionari del Partito nazista, nonché gli scritti e i discorsi inediti di Hitler risalenti al periodo 1925-1933 consentono di arricchire di nuovi dettagli la sorprendente parabola politica del Führer e la sua personalità, con le sconcertanti contraddizioni e incongruenze che la caratterizzano.
La figura del dittatore emerge nella sua innegabile complessità, perché, lungi dall’essere un uomo senza qualità, Hitler possedeva molti talenti, primo fra tutti quello di saper sommuovere gli istinti della massa.
Ullrich ci svela l’uomo dietro il personaggio pubblico e apre scorci illuminanti sulla sua vita privata, sui suoi rapporti con la famiglia, le donne e i fedelissimi: dall’infanzia ai fallimenti giovanili a Vienna, dalle esperienze durante la prima guerra mondiale fino all’ascesa a capo del partito.
La «normalizzazione del mostro», anziché contribuire ad assolverlo e a minimizzare i suoi crimini, lo rende ancora più inquietante, perché illustra passo dopo passo e con ineguagliabile chiarezza il percorso attraverso il quale la mente di un uomo comune è arrivata a concepire la più scellerata e inspiegabile tragedia della storia.
Volker Ullrich, storico e giornalista tedesco, scrive per il settimanale «Die Zeit» ed è tra i curatori della rivista «Zeit Geschichte». Ha pubblicato numerose opere sulla storia del XIX e XX secolo tra cui le biografie di Bismarck e Napoleone e uno studio sull’Impero tedesco. Con la biografia Hitler. L’ascesa ha vinto il Los Angeles Times Book Prize.
Al centro di "Calypso" troviamo un sacco di roba: una tartaruga mostruosa, una casa di vacanza al mare, fratelli sorelle & genitori, il rapporto di totale sottomissione di David nei confronti di Fitbit, la sua divorante passione per l'attività di netturbino volontario, i diritti dei gay negli USA di ieri e di oggi, l'elezione di Trump, ecc. ecc. Siamo alle prese con narrazioni esilaranti, spietate e tenere raccontate con una inconfondibile vena ironica e al contempo partecipe; ma in queste pagine l'impasto si arricchisce di tonalità e temi più dark e dolorosi. La storia del suicidio della sorella Tiffany e quella dell'alcolismo della madre portano i lettori alla scoperta di un continente malinconico e ancora inesplorato. La verve narrativa di Sedaris, la sua capacità di cogliere e immortalare quei momenti di totale assurdità che costituiscono la tessitura più vera delle nostre vite, la sua passione per le dinamiche familiari (e non) più crude e spassose: tutto contribuisce a portarci ancora più vicino a quel cuore di tenebra che si nasconde dentro (e intorno) a ciascuno di noi.
La grandiosa e amata epopea fantasy diventa un graphic novel d'autore. Duelli e amori, corti magnifiche e lande desolate, guerra e magia, in un imponente affresco dal ritmo rapinoso.
C'è stato un momento, fra il 1979 e il 1989, in cui i rappresentanti politici e la grande industria si sono dimostrati disposti a mettere in primo piano la tutela del pianeta e a collaborare con scienziati e attivisti per affrontare le conseguenze del riscaldamento globale. In più occasioni, durante quel decennio, le maggiori potenze mondiali sono arrivate a un soffio dal condividere un serio impegno sul cambiamento climatico. Ma non ce l'hanno fatta. "Perdere la Terra" racconta i retroscena di questo fallimento, concentrandosi sul ruolo di uno dei principali responsabili di emissioni di anidride carbonica, gli Stati Uniti d'America, e ricostruendo l'infaticabile contributo di alcuni eroi che hanno lottato per risvegliare la coscienza pubblica, come Rafe Pomerance, «lobbista per l'ambiente», e James Hansen, astrofisico e climatologo. Il primo si muove attorno al mondo della politica, il secondo parte dalla ricerca scientifica, ma il loro obiettivo è comune: spingere il governo del loro paese ad agire prima che sia troppo tardi, e a farsi promotore di un accordo internazionale vincolante. Le loro vicende personali e professionali si intrecciano con quelle di numerosi altri personaggi: scienziati appassionati e incerti; filosofi ed economisti «fatalisti»; negazionisti senza scrupoli; compagnie petrolifere e del gas, come Exxon, interessate ai benefici economici di un clima stabile e di risorse energetiche alternative; giornalisti alternativamente allarmisti e sprezzanti; giovani politici, come Al Gore, che provano a cambiare le cose dall'interno delle istituzioni; e presidenti degli Stati Uniti, come Ronald Reagan e George H.W. Bush, capaci, con il loro entourage, di alterare da un giorno all'altro il destino del mondo intero. Quella raccontata da Rich sembra una classica storia americana, in cui buoni e cattivi si danno battaglia a suon di rapporti scientifici e disegni di legge, udienze pubbliche e commissioni, tentativi di censura e campagne infamanti. Ma di questa storia tutti noi, oggi, siamo vittime e insieme protagonisti, perché il finale è ancora da scrivere. Il passato ci insegna che politica, scienza, tecnologia ed economia da sole non bastano a raggiungere una soluzione di fronte al cambiamento climatico. È necessario riportare al centro la dimensione etica del problema. Ora che l'esistenza della nostra civiltà è incontrovertibilmente minacciata, cosa siamo disposti a fare? Siamo disposti a modificare il nostro stile di vita? Riusciremo a scrivere una storia diversa per i nostri figli e nipoti?