II giornalista Peter Seewald ha incontrato più volte il suo conterraneo Joseph Ratzinger, sia quando costui era cardinale, sia dopo l'elezione a Sommo Pontefice. Uscito profondamente mutato da quelle conversazioni, torna ora a parlare con Benedetto XVI e a riportarci in queste pagine le parole del papa su una varietà di temi di attualità, anche scomodi come la triste vicenda degli abusi sui minori da parte dei preti irlandesi, il ruolo dei media, il rapporto con le altre religioni, le sfide delle nuove tecnologie e del progresso scientifico in termini di ricerca biomedica, fine-vita, libertà di coscienza.
Enrico, ingegnere, 51 anni, ha deciso di abbandonare l'azienda per dedicarsi alla gestione degli hotels de charme. Per Donatella l'attività di volontariato è diventata così importante che a 56 anni ha deciso di lasciare il posto di impiegata e mettere la sua esperienza al servizio dell'associazione a cui dedicava parte del tempo libero. Augusto, che al cambiamento è stato costretto, non si è dato per vinto e, a 59 anni, ha combattuto l'azienda per cui lavorava sul suo stesso terreno, creando un'agenzia import-export di prodotti di diagnostica. Sandro è riuscito ad andare in pensione a 60 anni, ma ha mantenuto una collaborazione part-time che gli permette di dedicare molto più tempo alla famiglia. Le generazioni dei baby boomer sono le prime a risentire di un cambiamento radicale dell'età da sempre ritenuta "pensionabile", il cui inizio viene di giorno in giorno posticipato, se non addirittura messo in forse, ma sono anche le prime a godere di almeno una ventina d'anni in più rispetto al passato in cui realizzare progetti, sogni e aspirazioni a lungo rimandati. Enrico Oggioni, da sempre impegnato nello sviluppo delle risorse umane, racconta le condizioni e le aspettative di chi, per necessità o desiderio di cambiare, si è trovato a reinventarsi la quotidianità tra i 50 e i 70 anni. Come goderne al meglio? Che scelte fare? Oggioni illustra come i baby boomer sono riusciti a mutare prospettiva sul futuro e affrontare con caparbietà una fase che non si presenta sempre facile.
Il cristianesimo è esperto in comunicazione. Lo mostrano venti secoli di storia: dalla vivacissima circolazione di testi, che caratterizza già le prime generazioni cristiane, sino al ruolo d'avanguardia assunto in questo ambito dalla Santa Sede nel corso dell'ultimo secolo e mezzo. Eppure, soprattutto a partire dalla metà degli anni Sessanta del Novecento, questo filo sembra essersi interrotto, moltiplicando le incomprensioni tra Vaticano e stampa internazionale. Perché? A interrogarsi in queste pagine sono figure di primo piano nell'ambito degli studi e della comunicazione: un cardinale (Gianfranco Ravasi), due docenti di storia contemporanea (Andrea Riccardi e Lucetta Scaraffia), cinque giornalisti non italiani (John L. Alien, Paul Badde, Jean-Marie Guénois, John Hooper e Antonio Pelayo) e il direttore di un quotidiano (Giovanni Maria Vian). Voci tra loro diverse, ma unite dalla volontà di capire senza tesi precostituite un nodo cruciale che, pur non limitato agli ultimi anni, affronta temi di stretta attualità. Comprendere il motivo di queste difficoltà mediatiche per un'istituzione esperta in comunicazione è un compito storico, che s'intreccia innanzi tutto con le problematiche ambivalenti della secolarizzazione e della modernità. In una tradizione di lunghissimo periodo come quella cristiana, nella quale la continuità presenta due facce: forza vitale e lentezza.
Non c'è romano che scampi ai loro pugni, non c'è arrosto di cinghiale che sopravviva al loro formidabile appetito: finché ci saranno Asterix e Obelix a difendere il villaggio, la conquista della Gallia sarà un incubo per Cesare e per i poveri centurioni che incroceranno la loro strada! Età di lettura: da 10 anni.
Non c'è romano che scampi ai loro pugni, non c'è arrosto di cinghiale che sopravviva al loro formidabile appetito: finché ci saranno Asterix e Obelix a difendere il villaggio, la conquista della Gallia sarà un incubo per Cesare e per i poveri centurioni che incroceranno la loro strada! Età di lettura: da 10 anni.
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Non c'è romano che scampi ai loro pugni, non c'è arrosto di cinghiale che sopravviva al loro formidabile appetito: finché ci saranno Asterix e Obelix a difendere il villaggio, la conquista della Gallia sarà un incubo per Cesare e per i poveri centurioni che incroceranno la loro strada! Età di lettura: da 10 anni.
Non c'è romano che scampi ai loro pugni, non c'è arrosto di cinghiale che sopravviva al loro formidabile appetito: finché ci saranno Asterix e Obelix a difendere il villaggio, la conquista della Gallia sarà un incubo per Cesare e per i poveri centurioni che incroceranno la loro strada! Età di lettura: da 10 anni.