
"L'amore per crescere ha bisogno di muri, proprio come l'edera." Nonna Comasia ha insegnato questo a Francesco, detto Veleno, e lui lo ricorda ogni giorno. Timido e solitario, fino ai quattordici anni è vissuto immaginando vite eroiche e ammirando i coetanei più intraprendenti. Il suo universo quotidiano, nel paese pugliese dove vive, è quello della scuola, con regole e muri che sembrano fatti per essere invalicabili, non certo per nascondere gioie proibite. Fino all'incontro con Donatella Telesca, professoressa di Educazione tecnica. Lei ha il doppio degli anni di Veleno, eppure veste in modo più simile a lui e ai suoi amici Mimmo e Nappi che alle altre insegnanti. Ha la pelle candida, ma nasconde un'ombra che agisce come una calamita sui suoi giovani allievi: somiglia forse a quella che abita ogni adolescenza, presto dimenticata negli anni in cui si cresce e si impara a adeguarsi alle leggi del mondo. La Telesca siede tra i banchi, ascolta i ragazzi, li guarda come nessuno ha mai fatto prima. Nasce un'attrazione irresistibile, destinata a essere scoperta nel clamore dello scandalo. Un'attrazione imperdonabile, interrotta con la massima violenza. Per ristabilire l'ordine ognuno deve essere rimesso nella casella che gli spetta: Nappi, Mimmo e Veleno, ragazzi plagiati da raddrizzare e "reinserire"; Donatella, la plagiatrice da punire.
Slughy, la levriera venuta dal deserto in Italia e terrorizzata da qualsiasi tipo di scala; i cani dell'infanzia Rio e Ras, compagni di avventure cittadine; e Medoro, meticcio cacciatore di piccoli squali nei reefs degli atolli Tuamotu, nel sud Pacifico; gli springer spaniel Oliva e Oliver, marito e moglie, lei vispa e coraggiosa al punto da venir promossa marinaio scelto durante una tempestosa traversata dell'Egeo, lui distratto fino a perdersi per le strade di Roma costringendo i padroni a lunghe ricerche... Questi e altri cani hanno accompagnato Folco Quilici in una sorprendente vita quotidiana e in viaggi straordinari. Con la loro intelligenza, la loro simpatia, il loro amore silenzioso e tenace sono stati presenze preziose: i loro occhi lucidi e buoni hanno offerto una lente speciale attraverso cui osservare il mondo, il loro fiuto ha catturato insospettabili scie. Con voce divertita e commossa Folco Quilici dà vita a una galleria di vicende tenere, bizzarre, emozionanti, raccontandoci quelle che lui stesso definisce "grandi storie d'amicizia, anzi: d'amore". Ai suoi piedi, mentre scrive, si accoccolano i fedeli Pioppo e Lenticchia: i due bassotti, oggi suoi compagni in nuove, imprevedibili avventure.
"Ogni giorno, continuamente, accadono fatti incredibili. I partecipanti dei miei corsi non solo ricordano vite precedenti, ma sperimentano straordinarie esperienze spirituali o di guarigione, trovano l'anima gemella, ricevono messaggi dai loro cari trapassati, accedono a una saggezza e a una conoscenza profonda o fanno esperienza di qualche altro evento mistico e straordinario". Questo nuovo libro di Brian Weiss arriva dopo anni di attesa dei suoi moltissimi lettori, e racchiude anni di storie, esperienze, miracoli raccontati dai loro protagonisti. Racconta di anime e di anime gemelle, della vita dopo la vita e di esistenze presenti che sono state rivoluzionate da ciò che hanno trovato. Racconta di profonde guarigioni fisiche e insieme spirituali. Racconta di come il dolore possa essere trasformato in serenità esperanza, e di come la realtà spirituale compenetri e arricchisca quellafisic sempre.
La lunga vita di Martin Buber (Vienna 1878 - Gerusalemme 1965) è segnata da una formidabile presenza in diversi campi del pensare e dell'operare: prima nel Reich guglielmino, nella Germania di Weimar e in quella dei primi cinque anni hitleriani e poi, a partire dal 1938, in Palestina e nello Stato d'Israele è impressionante la capacità e versatilità d'intervento con cui Buber commenta e interpreta, dal punto di vista ebraico, ma non solo, le guerre, le rivoluzioni, le democrazie e i totalitarismi del Novecento. Di grande respiro sono le sue riflessioni sul concetto di nazionalismo, sul rapporto fra etica e politica, fra politica e religione, sul pacifismo, la disobbedienza civile, la pena di morte. E poi la Shoah, la colpa, la responsabilità. Fra l'inizio del secolo e la fine della Grande Guerra Buber disegna in Germania e in Austria un suo netto profilo di interprete dell'ebraismo europeo fino a diventare un'autorità indiscussa (anche se spesso avversata), nonché una figura di culto per la gioventù ebraica di lingua tedesca. Con le sue riscritture delle leggende chassidiche è l'autore più importante nel transito verso Occidente della cultura ebraica dell'Est europeo, di cui promuove l'affermazione letteraria in Germania e nel mondo. Esiste infatti un'intenzione costante nella biografia intellettuale di Buber: recuperare, dell'ebraismo, gli elementi fondanti, costitutivi, distintivi; rinsaldare l'ebraismo nella coscienza della propria specificità e fisionomia.
È possibile descrivere lo spirito della civiltà occidentale, così come si è evoluto con mutamenti vertiginosi nel corso del XX secolo, attraverso venti capolavori dell'arte? L'impresa è senza dubbio temeraria, e non priva di insidie che potrebbero indurre a forzature o interpretazioni arbitrarie. Ma Flavio Caroli, da sempre interessato a indagare i fondamenti primari del "pensiero in figura", accetta la sfida. Ed ecco allora che, dopo aver tratteggiato i volti dell'uomo e della natura nelle sue molteplici manifestazioni artistiche, delinea un nuovo volto che in qualche modo li racchiude. Un'immagine essenziale e al tempo stesso complessa, un poliedro a venti facce: venti opere da Van Gogh a Warhol. Tra fine Ottocento e fine Novecento l'impulso innovativo dell'arte ha subito accelerazioni inaudite, dissacrando, rinnegando, stravolgendo il punto di vista sulla realtà e tuttavia, una volta esauritasi la violenza di tale eruzione, ha riscoperto, in una visione rinnovata, le radici di quella tradizione che intendeva estirpare. Non a caso i venti capolavori prescelti, celeberrimi e di valore universale, sono da considerare archetipi, motori originari di "tutto ciò che si è mosso nell'immaginario occidentale": fra questi, "La notte stellata" di Van Gogh, "La Dame" di Matisse, "Primo acquerello astratto" di Kandinskij, "Guernica" di Picasso, "La città che sale" di Boccioni, "Le Muse inquietanti" di de Chirico, "Murale" di Pollock, "Trenta è meglio di una" di Warhol.
"Siamo legati a una strana idea della politica. Non la consideriamo lo strumento che dovrebbe permetterci di vivere meglio, ma una religione, nei confronti della quale c'è solo fede cieca e nessuna voglia di ragionare. Si procede senza valutare il proprio interesse, comportamento tipico di un Paese che non sa cosa sia la patria, quindi si attacca a un partito, a una confessione religiosa, talvolta al calcio. Tutto, pur di non riconoscersi come popolo unico e come patria." Gennaro Sangiuliano e Vittorio Feltri ripercorrono le vicende fondamentali del dopoguerra, dalle origini della Repubblica fino alla nostra desolante attualità, per giungere a una conclusione sconfortante: l'Italia è una Repubblica senza patria, che è come dire uno Stato senza nazione, fatto di cittadini che si riconoscono solo nel proprio gruppo, che perseguono solo il proprio tornaconto. Gennaro Sangiuliano ricostruisce storicamente la cronaca degli anni fra il 1943 - dalla firma dell'Armistizio e dalla fuga del re - e gli anni Settanta del Novecento. La matrice che a suo parere unisce tutte le esperienze politiche italiane è la divisione, la mancanza di una prospettiva condivisa della Stato e dello sviluppo economico e culturale della nazione. Vittorio Feltri racconta invece gli anni della nostra storia più recente: dall'esperienza del centrosinistra di Fanfani alla strategia della tensione; da Mani Pulite alla nascita della Lega e all'avvento di Silvio Berlusconi sulla scena politica italiana.
Secondo un noto adagio, la mela non cade mai lontano dall'albero, ossia un figlio assomiglia sempre ai suoi genitori. Ma i bambini descritti in questo libro sono mele cadute altrove, in un altro frutteto, a volte in un altro mondo. Sono sordi o nani, affetti da sindrome di Down, autismo, schizofrenia o molteplici gravi disabilità; sono bambini prodigio, bambini concepiti in uno stupro o che commettono reati, sono transgender. Eppure, le loro famiglie, spesso accomunate da un profondo senso di isolamento, imparano a tollerare, accogliere e infine a essere orgogliose di figli tanto diversi. Giorno dopo giorno, questi genitori cercano di rispondere a una domanda cruciale: fino a che punto è possibile accettare i figli per quello che sono, aiutandoli, magari anche contro le proprie aspettative e i propri desideri, a trovare la loro autentica identità? Attingendo a quarantamila pagine di trascrizioni di interviste condotte con oltre trecento famiglie, Andrew Solomon esplora l'universo della diversità e della sofferenza, in un racconto corale in cui si intrecciano le molteplici esperienze di persone normali poste di fronte a sfide eccezionali. Che si tratti di impianti cocleari per sordi, di allungamento degli arti per bambini affetti da nanismo, di interventi chirurgici di riassegnazione del sesso, l'approdo finale di questo viaggio nella differenza è la conquista della compassione.
Luciano Pavarotti è stata una delle grandi stelle della lirica mondiale, il marchio inconfondibile del belcanto italiano. Ambasciatore infaticabile della musica, con il timbro della sua voce "morbida eppure volitiva come una melagrana appena spaccata, che sembra sangue e sa di zucchero", ha emozionato il pubblico dei più celebri teatri, dalla Scala di Milano al Metropolitan di New York. A suo modo "figlio d'arte" - il padre Fernando faceva il panettiere per mestiere e il cantante lirico per passione - Luciano non frequentò il Conservatorio ma si dedicò a un meticoloso apprendistato con Arrigo Pola ed Ettore Campogalliani, i suoi mentori e maestri, per poi esordire con successo all'inizio degli anni Sessanta. Da allora la sua straordinaria avventura artistica e umana non ha conosciuto soste. Fino al 6 settembre 2007, giorno della sua scomparsa, quando si è capito che Big Luciano avrebbe lasciato un vuoto difficile da colmare. Lo rimpiangono i melomani, ma anche i tantissimi appassionati d'opera, i milioni di fan che hanno imparato a conoscerlo grazie ai concerti con José Carreras e Placido Domingo e ai duetti con le grandi star del pop internazionale, in occasione dei "Pavarotti&Friends". Ma Big Luciano un successore ideale ce l'ha, e porta il nome di Andrea Bocelli. Anche per il tenore toscano la musica è una sola, e il messaggio che veicola, potente e universale, può diffondersi nello spazio raccolto di un teatro come in uno stadio gremito di folla.
"In amore si soffre perché si resiste. Si soffre perché si vuole adattare questa forza cosmica agli schemi della vita comune. Ogni ragionamento, ogni paragone, ogni spiegazione, ogni progetto è lontano da Amore. Guardare l'amore con l'orologio in mano per vedere quando e dove arriva significa tradirlo. Significa soffrire. Il mal d'amore è sempre legato al nostro bisogno di controllare, gestire, possedere l'amore, portarlo nei nostri schemi, nelle vicissitudini della nostra storia, nei nostri progetti. Amore senza identità, senza storia, senza padri, madri, amici, senza opinioni, senza giudizi: queste sono le basi, i mattoni del buon Amore." Dopo aver ribaltato i punti di vista consueti sulle diete e sulla salute fisica, Raffaele Morelli scardina i luoghi comuni sull'amore: non è vero che per amare gli altri devi prima amare te stesso. Che un rapporto "serio" dura per sempre. Che c'è un'età per amare (e che per te ormai è tardi). Non è vero che le occasioni perdute non ritornano più. Che in amore vince chi fugge. Che bisogna dimenticare il passato e ritornare insieme. Ma soprattutto non è vero che devi migliorare il tuo rapporto di coppia. Che devi cercare l'amore con la A maiuscola, aspettare il principe azzurro. Che devi capire che cosa ti ha fatto innamorare. Che, in generale, devi capire. Un libro spiazzante, provocatorio, capace di donare, a chi saprà seguire i suoi consigli, il prezioso segreto dell'amore felice.
Nelle prime pagine di questo romanzo un motoscafo della polizia è lanciato a tutta velocità attraverso la baia di Miami con a bordo Nestor Camacho, un giovane agente di origine cubana che crede nella giustizia e nel suo lavoro. Ma a guidare quel motoscafo è Tom Wolfe, lanciato a tutta velocità con il suo stile inconfondibile e il suo occhio inappagabile dentro la sola città al mondo in cui gente di un altro paese, che parla un'altra lingua e ostenta un'altra cultura, ha preso legittimamente il potere. Miami è un crogiolo di razze e culture in cui molti, maledizione!, non si fondono affatto: il sindaco cubano e il capo della polizia nero; lo scatenato reporter del "Miami Herald" uscito da Yale; lo psichiatra specializzato in disturbi sessuali che ha una rovente relazione con la sua infermiera cubana e tiene sulla corda il suo paziente più importante; il professore haitiano che pensa di essere francese e non sa come tenere a bada il figlio adolescente, fiero della sua identità creola; i ricchi collezionisti che spendono milioni in opere d'arte contemporanea al Miami Art Basel; gli spacciatori neri in guerra con i poliziotti cubani. Sono queste le figure su cui Tom Wolfe ha costruito il suo nuovo romanzo, per raccontarci una città che è la punta dell'iceberg sociale contemporaneo, il luogo in cui si manifestano tutte le contraddizioni e si sperimentano le dinamiche del mondo che verrà.