
Poco prima del '68 scoppia uno scandalo che mette in subbuglio la principale banca della città: i vertici dell'Istituto, i giudici, gli impiegati, i funzionari, i dirigenti dell'esattoria e i loro clienti, gli amici, i parenti, si trasformano in attori di una vicenda paradossale nella quale i buoni diventano i cattivi, le vittime i carnefici, i colpevoli gli innocenti e alla fin fine tutti sono irrimediabilmente complici. Questo mondo alla rovescia rivela contraddizioni e magagne di una società che, mentre conquista il benessere, ha perso il ben dell'intelletto e ogni senso morale, ogni discernimento. In una sequenza di casi raccapriccianti ricostruita con feroce sarcasmo.
Lisbeth Salander è sopravvissuta al fuoco, ma è ancora lontana dall’avere risolto i suoi problemi. Persone potenti cercano di ridurla al silenzio per sempre. Intanto, Mikael Blomkvist è riuscito ad avvicinarsi alla verità sul suo terribile passato ed è deciso a pubblicare un articolo di denuncia che farà tremare il governo, i servizi di sicurezza e l’intero paese.
«Ho letto la trilogia di Stieg Larsson con la stessa febbrile eccitazione con la quale da bambino e adolescente lessi Dumas, Dickens e Victor Hugo e chiedendomi a ogni pagina “E ora, che succederà?”» Mario Vargas Llosa, el pais
Nel profondo nord della Svezia, circondati da un paesaggio di straordinaria bellezza, Wilma e Simon stanno per affrontare l'avventura che attendevano da mesi. Sono giovani e innamorati, intorno a loro la pellicola bianca del gelo si stende sul bosco intanto che si preparano a immergersi nel Vittangijärvi, alla ricerca del relitto di un aereo precipitato molto tempo prima. Ma mentre nuotano sul fondo del lago, qualcuno scioglie la sagola di sicurezza e chiude l'apertura verso la superficie, posandoci sopra una porta di legno. Non avranno scampo. Quando molti mesi dopo il corpo di Wilma viene finalmente alla luce, Rebecka Martinsson, ora procuratore a Kiruna, sa che non è stata una disgrazia. Comincia per lei una nuova indagine nella sua amata terra lappone, che oltre alle meraviglie di una natura primitiva, le offre anche l'ostilità di una popolazione dura e sospettosa. Rebecka e l'ispettrice Anna-Maria Mella intuiscono che è nel passato che vanno cercate le ragioni di un gesto tanto spietato, e sfidano il silenzio di una famiglia che da lunghi anni custodisce un segreto crudele. Con la sua caratteristica ambientazione e forza espressiva, Åsa Larsson, definita dalla critica una «cometa nell'universo del giallo scandinavo», delinea con efficacia una fatale rete di colpe, paura e tradimento, intrecciando sapientemente le vicende della storia al destino e alle scelte dei singoli individui.
Erano tutti ragazzini. Tutti tra i tredici e i sedici anni. Tutti o quasi cresciuti in ambienti malavitosi. Tutti con un destino già segnato. Tutti avrebbero dovuto sedere ancora tra i banchi di scuola e invece, tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta, diventano il braccio armato della "Stidda", l'organizzazione criminale nata da una costola di Cosa Nostra e diventata in pochissimo tempo la "padrona" della parte meridionale dell'isola grazie al traffico di droga, alle estorsioni e alle esecuzioni spietate. Nel libro si incrociano le loro storie e le loro confessioni davanti a un tribunale dove raccontano in un crescendo di violenza, che forse non ha eguali, come si sviluppò la Stidda. Due di loro già a 14 anni vengono cooptati dalla cosca prima per attentati incendiari e poi per uccidere i nemici del clan, i commercianti che non si piegavano al pizzo e uomini delle forze dell'ordine. Nel caso di uno, per esempio, c'è un episodio terribile: per il tredicesimo compleanno il padre gli regala la prima pistola, commissionandogli anche il primo omicidio. Sullo sfondo una Sicilia quasi da girone infernale.
Mikael Blomkvist ha una nuova storia tra le mani. Due giornalisti, Dag e Mia, intendono pubblicare un libro che svela nomi e retroscena di un losco e vasto traf?co di prostituzione tra Svezia e paesi dell'Est. Sono coinvolti personaggi di rilievo, poliziotti, giudici e politici. Nel corso dell'inchiesta, un triplice brutale omicidio scatena una vera e propria caccia all'uomo: l'attenzione di polizia e media nazionali si concentra proprio su Lisbeth Salander.
Agli inizi del 1991, al sostituto procuratore Italo Agrò, appena trasferito a Roma, viene assegnata come primo caso l'inchiesta sulla morte del commerciante di legname Abramo Carpino, trovato morto nella sua Mercedes davanti all'ingresso di casa. I sospetti del fratello del defunto, Aaron, si indirizzano sulla vedova, vista teneramente abbracciata a un uomo. Ma le indagini fanno scoprire ad Agrò che non tutto è come sembra nella vicenda e che la verità potrebbe essere assai più complessa. Sarà durante una forte nevicata che blocca tutti gli indiziati nella villa della vedova che Agrò, interrogandoli uno alla volta e incrociando le deposizioni come nella migliore tradizione del giallo classico, risolverà il caso.
Kurdo Baksi era uno dei pochi veri amici intimi di Stieg Larsson. Si chiamavano reciprocamente "fratellino" e "fratellone". Pochi lettori sanno chi fosse realmente Stieg Larsson e che in precedenza avesse scritto parecchio, sia articoli sia libri di un genere totalmente diverso dai polizieschi con Mikael Blomkvist e Lisbeth Salander. Ora il "fratellino" Kurdo Baksi ha scelto di scrivere una sorta di personale biografia del suo caro amico. Gli sono occorsi quasi cinque anni per radunare il coraggio e la forza di raccontare dello Stieg che conosceva. Due amici che spesso avevano dovuto coprirsi a vicenda, costantemente impegnati a difendere la propria vita privata dalla minaccia di gruppi neonazisti. Baksi parla della loro collaborazione, delle loro numerose e lunghe discussioni, racconta dell'enorme capacità lavorativa di Stieg, della sua energia e ricchezza di idee ma anche della preoccupazione per la salute e della sua testardaggine e scarsa propensione ai compromessi che talvolta finivano per essere di ostacolo perfino a lui stesso. Descrive anche il lavoro di Stieg all'agenzia di stampa TT e di come il suo grande interesse per il genere poliziesco l'avesse invogliato a scrivere.
Il premio Nobel 2009 a Herta Müller ha riportato alla nostra attenzione questo romanzo per tanti aspetti autobiografico, scritto subito dopo il passaggio dell'autrice dalla Romania alla Germania ovest (1987) e pubblicato nel 1989 alla vigilia della caduta del Muro di Berlino. Si tratta di una delle prime e più forti testimonianze della difficoltà di vivere quel passaggio, che racconta l'esperienza di fuga da una dittatura e il travaglio di un esilio volontario, tanto cercato quanto doloroso e traumatico; della nostalgia e della perdita, della vita nomadica, di una coazione al movimento attraverso stazioni grandi e piccole, su treni, sale d'aspetto e altri non-luoghi. Con uno stile secco e tagliente, con un racconto senza ornato e senza tentazioni sentimentali, con una lingua alla quale resterà sostanzialmente fedele negli anni, Herta Müller fissa quasi ossessivamente gli oggetti e i gesti minimi di una vita tra confini e nonluoghi, racconta gli amori, le inibizioni e i ricordi di una giovane donna, il suo disagio di fronte a nuove relazioni umane. (Maria Fancelli)
È un problema di libertà, è un problema di democrazia, ma è anche il terrore che ingabbia le vite di chi, in Calabria, è in prima linea. Cronisti minacciati dalla 'ndrangheta. La mafia più potente e sottovalutata del nostro Paese raccontata attraverso le storie di chi ogni giorno ne dà notizia. E ci sbatte il muso. Volti sconosciuti, firme e sigle in fondo alle pagine di quotidiani locali, col vizio di chiamare le cose col loro nome, animati dal desiderio di normalità. E tanto basta per esporsi al pericolo. Non ci sono eroi in Avamposto, solo persone a rischio per aver creduto nel diritto di cronaca. La loro colpa, quella di vivere troppo, troppo vicino alle ville dei mammasantissima. Storie di mafia, di faide sanguinose, di ragazzi uccisi e mai più ritrovati, di potentati locali, di cattiva politica, di imprenditoria marcia, di giudici nel mirino e magistrature compiacenti. Storie pericolose. Poco conosciute. Nonostante siano il miglior termometro per comprendere la realtà di una terra ostaggio della peggiore forma di sovranità. Calabria, Italia.