
Considerato uno dei capolavori della letteratura mondiale, La Storia di Nanda è un poema scritto, in un sanscrito elegante, nei primi secoli d.C. nel Nord-Ovest del subcontinente indiano, con il dichiarato intento di presentare l'essenza del messaggio di liberazione del Buddha in forma poetica. Nanda, destinato a divenire re dopo la rinuncia al trono del Buddha, suo fratello maggiore, è felicemente sposato con la più bella donna del regno, ma viene costretto dal Buddha stesso a diventare monaco. Non trovando pace lontano dall’amata moglie, Nanda viene condotto magicamente dal fratello nel paradiso di Indra, dove ottiene la visione delle ninfe celesti, la cui inconcepibile bellezza cancella dalla sua mente il ricordo della moglie. Libero da ogni interesse per l’amore mondano, Nanda può allora dedicarsi con intensità alla vita ascetica per raggiungere, dopo ripetuti tentativi, la liberazione.
Sommario
Introduzione. Sulla pronuncia delle parole sanscrite. Canto I. La fondazione di Kapilavāstu. Canto II. Ritratto del re Śuddhodana. Canto III. L’illuminazione e le prime conversioni del Buddha. Canto IV. Nanda è devoto alla moglie. Canto V. Nanda è fatto monaco dal Buddha. Canto VI. Il lamento di Sundarī. Canto VII. Il lamento di Nanda. Canto VIII. Contro le donne. Canto IX. La condanna delle illusioni. Canto X. La visione delle ninfe celesti. Canto XI. La disillusione riguardo al paradiso. Canto XII. La presa di coscienza. Canto XIII. La condotta virtuosa e la sconfitta dei sensi.
Note sull'autore
Aśvaghoṣa (II secolo d.C.), poeta e filosofo indiano di famiglia brahmanica convertito al buddismo, è il più antico autore a noi pervenuto di kāvya («letteratura d'arte») in sanscrito ed è considerato, insieme a Kālidāsa, uno dei maggiori poeti indiani.
Giulio Geymonat (master in Sanscrito alla School of Oriental and African Studies di Londra) insegna Sanscrito e Filosofia dell'India e cura il sito www.sanscrito.it.
Descrizione
Che cosa può nascere dall’incontro casuale tra un venditore ambulante di cimici di gomma e statuine irriverenti con un borseggiatore alcolista che spaccia libri religiosi per raccolte umoristiche e romanzi d’avventura? Le otto storie raccolte in questo libro, mai pubblicate prima d’ora in Italia, narrano vicende semplici o bizzarre in cui i protagonisti appaiono di volta in volta tragici, buffi o entrambe le cose. È l’effetto di una scrittura contrassegnata da una sottile vena ironica, raffinata e tagliente, capace di virare, di volta in volta, verso la malinconia, il grottesco o il paradosso.
Sommario
Vita breve di un raffinato scrittore, Giorgio Leonardi. 1. Bibliografia di orientamento. 2. Il mio amico profeta. 3. I marinai della belle-julie. 4. Il pianoforte verticale. 5. La city of benares. 6. Procellarie. 7. Il temporale. 8. Colloquio con il diavolo. 9. La morte di Sancho.
Note sull'autore
Jean de La Ville de Mirmont (1886-1914), nato a Bordeaux in una famiglia borghese di fede protestante, all’età di 22 anni si trasferisce a Parigi, dove ritrova l’amico d’infanzia François Mauriac e ottiene un impiego alla Prefettura della Senna, che gli ispirerà il romanzo Le domeniche di Jean Dézert. Allo scoppio della prima guerra mondiale si arruola volontario nell’esercito e muore nel corso di una banale operazione militare pochi giorni prima di compiere 28 anni.
«Le donne si prendono con Dio una libertà che gli uomini neanche si sognano». Questo testo fondamentale del femminismo filosofico e teologico è un libro che scandalizza i custodi dei sacri poteri maschili per l'importanza che dà alla differenza femminile e per lo spirito di libertà che lo anima. Dal Medioevo al Novecento, da Margherita Porete a Simone Weil, da Angela da Foligno a Etty Hillesum, da Giuliana di Norwich a Cristina Campo, il Dio delle donne è stato infatti avvicinato attraverso l'esperienza diretta dell'incontro e l'accesso libero alla Scrittura Sacra, almeno finché la gerarchia ecclesiastica lo ha permesso. Forse solo le mistiche hanno saputo vibrare del rivoluzionario vento divino, inventare una teologia in lingua materna, rinunciare alle sicurezze delle dottrina perché «Dio possa capitare a questo mondo». Perché le donne sono l'umanità che sa che l'essenziale non è niente che possiamo produrre o conquistare e possedere, ma solo aspettare e ricevere.
Descrizione
I Vangeli apocrifi sono stati redatti in epoche diverse, dal II al VII secolo. Alcuni di questi testi respirano il clima della Chiesa primitiva e dei testimoni che hanno ascoltato i seguaci di Gesù, mentre altri sono stati composti in seguito, in un tempo che si allontana da quegli eventi e raccolgono narrazioni della tradizione orale. Quest'opera di Mario Erbetta, pubblicata per la prima volta tra gli anni Settanta e Ottanta del Novecento, spazia non solo nella filologia e nella linguistica, ma anche nella tradizione giudaica e cristiana, nella letteratura rabbinica e patristica, nell'intricato mondo della gnosi e in quello della più classica esegesi biblica.
Note sull'autore
Mario Erbetta (1924-2002) è stato docente di Siro-caldeo, Greco biblico e Copto alla Pontificia Università Urbaniana. Filologo meticoloso, conosceva sumerico, semitico orientale e occidentale, copto, etiopico, armeno, arabo, aramaico, siriaco e persiano.
Le più significative utopie scritte in Italia tra Cinque e Seicento sono La Città del Sole di Tommaso Campanella e La città felice di Francesco Patrizi. La Città del Sole viene composta dal filosofo domenicano nel 1602 ispirandosi a Platone e a Tommaso Moro. La città è retta da un re-sacerdote e da tre magistrati (potenza, sapienza e amore); gli abitanti seguono una religione naturale, conducono un'esistenza organizzata secondo ragione, la proprietà privata è abolita e il principio fondamentale è la comunità dei beni. Mezzo secolo prima, nel 1551, il filosofo Francesco Patrizi aveva scritto La città felice, Richiamandosi alla Repubblica di Platone, ai principi religiosi e all'esempio concreto della Repubblica di Venezia, aveva disegnato il suo modello di Stato, offrendo una delle più pregevoli manifestazioni della tendenza razionalistica del Cinquecento.
All'ospedale psichiatrico parigino della Salpêtrière, di cui diventa direttore nel 1862, Jean-Martin Charcot non incontra delle semplici pazienti, ma le «quattro o cinquemila donne infernali» che gli serviranno da materia prima per teorizzare sulla follia. Tra quelle mura egli troverà la fama inventando quel particolare tipo di disagio, tutto femminile, che chiamerà «isteria». In questo volume, arricchito da 108 immagini d'archivio, Georges Didi-Huberman rivela le pratiche mediche e le «messe in scena» a cui i medici sottoposero le cosiddette isteriche. Un saggio fondamentale che si muove con disinvoltura tra la storia della mentalità, della psichiatria e della fotografia.
Per secoli la Bibbia ha costituito lo sterminato repertorio iconografico, ideologico e poetico a cui la cultura occidentale ha attinto. Nel flusso ininterrotto e variegato di immagini prodotte per narrare la storia sacra una vetta è rappresentata dalla Bibbia commissionata a Doré nel 1864. A quest'opera il disegnatore francese si consacrò con una passione e un entusiasmo straordinari, affidandosi alla fantasia, ma senza ignorare le prime fotografie che a quel tempo giungevano dalla Palestina. Il risultato è una fitta e stupenda sequenza di 241 immagini che spaziano dalla Genesi all'Apocalisse attraversando i 73 libri biblici.
Stalin andava quasi ogni sera al Bolscioi, percorrendo un corridoio sotterraneo segreto. Spesso gli artisti ricambiavano la cortesia e si recavano al Cremlino. Tra essi, una donna ebbe un rapporto privilegiato con il dittatore: Olga Lepeshinskaya, prima ballerina a Mosca dal 1933 al 1963. Stalin le portava delle rose in camerino, poi cenava con lei e le chiedeva di danzare. Dopo la fine della guerra fredda e la dissoluzione dell'Unione Sovietica, dagli archivi, dalle biblioteche, ma soprattutto dalle confidenze personali di molti protagonisti della storia russa emergono racconti sorprendenti.
Sommario
Prefatio dolorosa. 1. Il catalogo di Voltaire e la volpe russa. 2. Le tesi di Lenin sono nel menù . 3. Un pinguino per Eisenhower. 4. Tolstoj sul divano verde . 5. Il pendolo di Jasnaja Poljana . 6. Segreti della Stalinka. 7. «Non uccidete lo Zar». 8. Le rose di Stalin. 9. Pasternak e Togliatti. 10. Simenon: l’indizio è in una pipa. 11. Chruščëv e il falso della scarpa. 12. Una lettera per il Papa. 13. Il modesto comò del dottor Čechov. 14. Una beauty farm nel bunker. 15. Leggere De Amicis nella dacia di Gorki. 16. La notte in cui l’Urss si fermò per Glenn Gould. 17. Cervelli da clonare. 18. Quando Dostoevskij dormiva nel baule. 19. Il mistero delle dodici stazioni. 20. Una lunga scia di fuoco. 21. Le spie in cantina. 22. Come i cosacchi inventarono il bistrò
Note sull'autore
Armando Torno è stato fondatore e responsabile del supplemento culturale “Domenica” de Il Sole 24 Ore e responsabile delle pagine culturali del Corriere della Sera. Ha frequentato la Russia per oltre un decennio ed è stato l'unico giornalista italiano ad accedere alla biblioteca di Stalin. I suoi libri sono stati tradotti in francese, inglese, tedesco, russo, svedese, sloveno e portoghese.
Questo saggio, divenuto ormai un classico dell'economia civile, suggerisce un percorso all'interno della modernità con l'intento di esplicitare le premesse antropologiche e culturali su cui si fondano l'economia contemporanea e le sue promesse. La scienza economica, con la sua promessa di una vita in comune senza sacrificio, rappresenta una grande via di fuga dal contagio della relazione personale. La crisi che le società di mercato stanno attraversando è infatti essenzialmente crisi di rapporti umani, originata dall'illusione che l'impresa burocratica e gerarchica ci possa regalare una buona convivenza senza l'incontro rischioso con l'altro e con la sua ferita.
Descrizione
Elaborata lentamente nei lunghi anni dell’esilio dalla dittatura franchista, Dell’Aurora è una straordinaria opera di pensiero che fuoriesce dagli schemi del discorso filosofico: una trama poetica in cui si riannodano, riconoscibili ma trasfigurate, le domande, le riflessioni e le ricerche che occupano la scrittura di tutta una vita. La ricerca di una diversa modalità espressiva della ragione raggiunge in questo testo un’espressione compiuta nella forma di una filosofia poetica.
Sommario
1. Prima parte. I. Prima di cominciare. II. Alcuni impossibili prolegomeni: sospiri. III. Il rumore. IV. L'apparizione del confine. V. Guida Aurora.
2. Seconda parte. I Lo sguardo. II Dell'occaso. III. Della notte. IV. Quando il giorno comincia come una fiamma. V. L'alba coagulata e disseminata. VI. Il celeste. VII. Prima dell'occultamento. VIII. La linea dell'Aurora. IX. Il limite impenetrabile. X. La bilancia dell'Aurora. XI. Il vuoto. Le ombre. XII. Il germinare silenzioso dell'Aurora. XIII. La parola perduta. XIV. La rugiada.
3. Terza parte. I Una progressione: fuoco, parola, fiamma. II. La parola e gli dèi: la germinazione dell'Auroraa. III. La parola indicibile, la parola che si perde. IV. Dei numeri e degli elementi. V. Lo sguardo e il dire. VI. Il balbettio. VII. Il linguaggio e la parola. VIII. La linea della scrittura. IX. Linguaggi non umani.
La Aurora della parola (Tre frammenti). La fiamma.
4. Quarta parte. Finalmente, l'Aurora. I. La geografia dell'Aurora. II Il gallo dell'Aurora. III. Del regno del sole. IV. L'occultamento: il nominare. V. Il regno dell'Aurora. VI. Gli esseri dell'Aurora. VII. La pura Aurora accesa.
María Zambrano, filosofa dell'Aurora di Elena Laurenzi
Notizie biografiche
Note sull'autore
María Zambrano (1904-1991), filosofa e saggista spagnola, allieva di José Ortega y Gasset, all’avvento della dittatura franchista prende la via di un lungo esilio durato 45 anni, di cui dieci trascorsi a Roma. Rientrata in Spagna nel 1984, si impegna nella difesa della giovane democrazia spagnola.