
«Ai miei bambini È commovente guardare un bambino con gli occhi sgranati sul volto della propria mamma mentre gli racconta cosa gli potrà accadere crescendo. Narrargli però come la profezia di Isaia si sia realizzata in Maria e Giuseppe, con la nascita di Gesù, è spalancargli il cuore ad una sicura speranza.» Mauro Inzoli Illustrazioni di Cristina Daccò Costa
Atti delle III Giornate di Studi Medievali
Castiglione delle Stiviere, 25-27 settembre 2003
Il volume raccoglie i risultati di un convegno interdisciplinare di studio che ha visto coinvolti storici e archeologi di università e istituti di ricerca dell'Italia settentrionale intorno al tema della committenza di edifici religiosi dall'età carolingia al Mille. È diviso in tre parti: la prima è dedicata al legame fra committenti (laici, soggetti ecclesiastici secolari, monasteri) e territorio; la seconda è dedicata agli edifici e la terza presenta una serie di rassegne regionali su scavi tutt' ora in corso o di recente realizzazione. Il saggio di Nicolangelo D'Acunto tratta il tema della committenza edilizia dei vescovi nel Regno Italico, quello di Renata Salvarani esamina il caso della struttura territoriale della diocesi di Mantova, strutturata in età carolingia. Cristina La Rocca ha esaminato il rapporto fra aristocrazie laiche e l'edificazione di chiese private fra VIII e IX secolo. GianPietro Brogiolo ha trattato le architetture e i simboli del potere, Aurora Cagnana le tecniche murarie prima del romanico, Marco Sannazaro l'epigrafia all'interno delle chiese. Tra gli studi regionali, Renato Perinetti ha presentato alcuni casi in Valle d'Aosta, Alberto Crosetto la produzione scultorea della piena età carolingia in Piemonte; Alessandra Frondoni ha esaminato la Liguria, Paolo De Vingo alcune fondazioni religiose a Genova e nel territorio suburbano tra X e XI secolo; Sauro Gelichi, Mauro Librenti, Claudio Negrelli, Rossana Gabrielli hanno indagato situazioni dell'Emilia Romagna, Cristina Felici e Fabio Gabbrielli tracciano un panorama degli scavi in Toscana. Il volume è corredato di fotografie, rilievi, plamimetrie e dell'indice dei toponimi e degli antroponimi.
Ogni giorno ci serviamo di nomi. Ignoriamo tuttavia quale sia la loro natura più segreta. Inoltre temiamo l’anonimato come il nostro peggiore nemico. Ma finché non sappiamo cosa siano i nomi, non potremo affrontare davvero quella determinazione dell’esistenza che sappiamo che in qualche modo ci tocca e ci riguarda tutti da vicino. Così parlando, leghiamo il nostro dire alla denominazione di cose, di persone, di fatti, siano essi reali o inesistenti. Eppure di questo gesto così abituale ignoriamo le conseguenze più profonde. Né abbiamo ancora imparato a pensare cosa significhi dare un nome o portarne uno. Cosa implica il fatto di dare un nome a un figlio? a degli animali? Cosa significa chiamare qualcuno “amico”? Cos’è quel nome di famiglia nel quale ognuno reca memoria del padre e della madre, oltre la loro morte? Nomi di nomi s’interroga sulle figure che costellano la nostra vita (la madre, il padre, gli amici e i nemici, i figli e le famiglie, l’ospite, il testimone, il capo, il colpevole, gli animali…) per ripensarle a fondo a partire dalla valenza che in ciascuna di loro assume il nome proprio.
GLI AUTORI
GIANLUCA SOLLA insegna Filosofia presso l'Università di Verona.
Il pensiero, e in generale la cultura postmoderna, dopo la crisi delle ideologie e delle loro pretese di uniformare gli uomini, le società e le culture, hanno ridestato, rivalutandone il senso, l’attenzione verso la “differenza”. In stretto rapporto con la nuova sensibilità che ne è emersa, si ripresenta la domanda sulle possibilità e sulle modalità di un discorso religioso. Concretamente, ci si interroga sul rapporto tra linguaggio su Dio e logos metafisico. Il pensiero di Heidegger sulla differenza ontologica e su Dio determina uno dei momenti salienti del dibattito contemporaneo su tali argomenti. Tommaso d’Aquino, nonostante la distanza temporale, si dimostra un interlocutore proficuo nell’attuale contesto culturale. Un confronto, attraverso questi due autori, sul rapporto tra pensiero della differenza e apertura a Dio potrebbe rivelarsi particolarmente illuminante per addentrarsi in tematiche di indubbia rilevanza teoretica ed esistenziale. Presentazione di Emmanuele Morandi
Gli autori di questo libro sono protagonisti della società e della cultura, e provengono da diverse esperienze ideali e religiose, da diverse parti del mondo e da diversi settori disciplinari. Ciascuno di loro, a partire dalla propria esperienza, ha conversato con giovani universitari sul significato del termine "identità" come problema inerente la concreta esperienza umana. Interventi di: Stefano Alberto, docente di Introduzione alla Teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano Paolo S. Blesa Aledo, prorettore alle Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica, Murcia - Spagna Angelica Calò Livnè, regista teatrale, Israele Sergio Cristaldi, docente di Letteratura Italiana presso l’Università degli Studi, Catania Massimiliano Marzo, docente di Economia Politica presso l’Università degli Studi, Bologna Paolo Pombeni, docente di Storia Comparata dei Sistemi Politici Europei presso l’Università degli Studi, Bologna Davide Rondoni, poeta, Bologna Samar Sahar, direttrice di orfanotrofi, Betania - Palestina Nerses Sakayan, responsabile del Museo e della Biblioteca armeni, Vienna - Austria Annette Schöningh, curatrice della mostra “La Rosa Bianca. Volti di un'amicizia", Monaco - Germania Presentazione di Luigi Caimi
Nel 1971 il «New York Times» pubblicò alcuni stralci dei Pentagon Papers, documenti segreti del Dipartimento della difesa relativi all’impegno americano nel sud-est asiatico dal dopoguerra alla fine degli anni sessanta. Lo scandalo al cuore di quella pubblicazione – che precedette di poco la celebre infrazione al Watergate Building, e che inaugurò la grave crisi di legittimità che caratterizzò la presidenza di Richard Nixon – riguardava l’ammissione, da parte degli esperti del Pentagono, dell’assoluta inutilità strategica dell’impegno americano in Vietnam. Che questa ammissione, nota ormai da anni ai più, venisse addirittura riconosciuta – e tenuta segreta – dai governanti statunitensi fu motivo di profonda indignazione nella pubblica opinione. A partire da queste premesse, Hannah Arendt, nel saggio qui proposto in nuova traduzione, riflette sul rapporto fra politica e menzogna. Il saggio, uscito nel 1972 sulla «New York Review of Books», prende in esame le affinità e le differenze fra la menzogna tradizionale – il mentire per ragion di Stato – e la deliberata falsificazione dei fatti per ragioni di "immagine" o di "reputazione". Ben oltre una mera ricognizione sui metodi pubblicitari, manipolatori del consenso e della pubblica opinione, all'opera nelle moderne democrazie di massa, il saggio di Arendt offre una profonda e originale riflessione sulla natura della politica e il suo rapporto con la verità. Testo originale a fronte
In questo volume sono raccolti alcuni testi di riflessione sul mistero natalizio dell'allora cardinale Joseph Ratzinger e una densa omelia sul mistero dell'ascensione pronunciata il 20 maggio 2004 in occasione della Festa dell'Ascensione. «Il lettore è così indotto a meditare e a pregare sull'inizio e sul compimento della missione salvifica del Verbo Incarnato, secondo un procedimento profondamente biblico: parlare del principio e della fine, per mettere in evidenza in realtà tutto ciò che tra l'inizio e la fine resta compreso, cioè la vita, l'opera, le parole del Signore Gesù Cristo. I due testi qui pubblicati sul Natale e sull'Ascensione non riguardano due momenti tra i tanti della vita di Cristo, ma segnano il principio e la fine, la partenza e la meta» (dalla presentazione del card. Dionigi Tettamanzi). Le immagini di raro fascino che illustrano il volume sono tratte da due codici rinascimentali nordeuropei. Il primo è il Tegernseer Psalterium di Jörg Gutknecht, un manoscritto del 1515 proveniente dall'abbazia benedettina posta sulle rive del Tegernsee in Baviera. Il secondo è un libro d'ore che il Duca di Berry fece eseguire nei primi anni del Quattrocento, conosciuto come Très Belles Heures de Notre-Dame, uno dei capolavori della miniatura francese. Presentazione del cardinale Dionigi Tettamanzi
Lui sta morendo. Morirà?
Lei, a qualunque costo, deve trovare suo figlio.
L’altra ascolta e fa cosa può.
Questa è una storia di santi, dove nessuno è chiamato per nome.
Tranne un peccatore.
Tanto, di che si parla, è chiaro per tutti.
Forse.
«Il senso del libro è semplice da dire. Le donne e gli uomini che ci hanno lavorato e lo firmano, si sono ritrovati più volte, liberamente, per parlare di sé e del mondo nel loro linguaggio abituale ma senza escludere “Dio”, come parola e come pensiero. Perché lo hanno fatto, con quali scopi? Non trovo una risposta semplice, da mettere qui, bisogna cercarla nel libro. Il punto sul quale ci siamo trovati d’accordo (anch’io che scrivo ero una di loro), dal primo momento, è quello che ho detto: ci andava bene parlare di quello che ci capitava di essere, vivere, pensare, e di quello che succedeva tra noi, con parole di un vocabolario dove c’era anche la parola “Dio”, e con pensieri che non lo escludevano». (dalla Presentazione del libro di Luisa Muraro) Gli autori: Marco Cazzaniga, Gabriella Cimarosto, Elsa Confortin, Luisella Conti, Livio Dal Corso, Manuela Dal Soldà, Fabia Di Stasio, Gianni Ferronato, Luisa Muraro, Adriana Sbrogiò, Tilde Silvestri, Rosetta Stella, Gelindo Tonon, Marisa Trevisan, Carla Turola, Natalina Zanatta
Non un trattato sulla verità (de veritate) ma un discorso ex veritate, che raggiunge l’esistenza dalla verità, perché la verità che non può non interessare l’uomo è quella che lo interpella come esistenza. La verità che lo chiama a esistere, non semplicemente a vivere, o a essere. La valenza di queste tre parole deve essere approfondita nella loro correlazione, ciascuna rappresenta infatti un enigma per il pensiero. La chiave interpretativa è allora l’interrogazione della verità, che attraverso tali parole si esprime ma insieme non evita di farsi equivocare. Perché s’intende non come una verità maiuscola, assoluta, che domina l’essere e il tempo, bensì minuscola, perché si fa solo nei discorsi degli uomini, tuttavia capace di convocarli e tenerli a colloquio gli uni con gli altri.