L'evento straordinario del Giubileo della Misericordia offre lo spunto per la condivisione di una profonda meditazione sul centro del mistero insondabile di Dio: l'Amore misericordioso. Luigi Mistò accompagna questi giorni di grazia, dall'8 dicembre del 2015 al 20 novembre del 2016, con una riflessione a commento delle incomparabili parole di Gesù nel Vangelo secondo Giovanni: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto ma abbia la vita eterna".
Il testo congiunge due approcci alla misericordia distinti ma complementari: quello religioso-cristiano di Roberto Donadoni e quello laico-politico di Marco Pannella, di cui si riportano gli interventi più significativi pronunciati negli anni di maggiore drammaticità degli istituti di pena e delle condizioni dei carcerati. Ad unificare le due prospettive sta il comune riconoscimento di una giustizia riconciliatrice che sia finalizzata alla riabilitazione del delinquente e al suo reinserimento nella comunità.
Il testo presenta un corso di Esercizi tenuto dal card. Marco Cè nel 2012. Le otto meditazioni (La nascita di Gesù, La vita di Gesù a Nazareth, Gesù maestro, La preghiera di Gesù, L'Eucaristia, "Non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu", La resurrezione e la missione, I misteri di Maria) vogliono essere uno sguardo prolungato sulla persona di Gesù e una contemplazione dei misteri della sua vita. I misteri sono gli eventi che, realmente, storicamente accaduti nella vita del Signore, hanno il valore di salvare la nostra vita.
L'opera fa il punto sull'ecclesiologia contemporanea a partire dalle istanze conciliari, scegliendo come prospettiva di osservazione privilegiata il lavoro di riflessione sviluppato da Cettina Militello. Analizzando le diverse articolazioni ecclesiologiche, presenti nella produzione della Militello, l'opera si propone l'obiettivo di offrire ragioni teologiche e metodologiche per la strutturazione di un trattato di ecclesiologia dal Vaticano II, proprio nel pieno 50° anniversario dalla firma delle maggiori Costituzioni Conciliari.
La ricerca parte dal concetto di "delicta graviora", approfondendone il significato e l'origine storica. Le Normae del motu proprio Sacramentorum sanctitatis tutela hanno finalmente disciplinato in maniera più organica e sistematica l'argomento, anche sotto il profilo procedurale. Il presente lavoro si sofferma, in particolare, sui cinque reati più gravi contro l'Eucaristia. La ricerca si propone di scrutare la ratio sottesa alle disposizioni, la loro storia, il loro contesto, i pregi ed i limiti.
Che senso ha ammonire i peccatori in una società come la nostra, dove vale "la regola dell'individualismo per cui ognuno, per rispetto apparente, lascia da solo l'altro di fronte ai propri errori"? Di contro alla pretesa autosufficienza di chi si illude di bastare a se stesso, Meluzzi spiega, con il supporto delle sacre scritture, di sant'Agostino e dell'autorevole lezione di papa Benedetto, che ammonire l'altro "non significa giudicarlo al fine di allontanarlo ma vuol dire legarsi a lui per aiutarlo" e che la correzione "ha come motivazione principale la fraternità".
Ciò di cui l'uomo contemporaneo ha urgente bisogno è di "rientrare" nella creazione e di capire che non è un essere indipendente che possa ergersi sopra la distruzione di tutto il resto della natura: noi ci relazioniamo alle creature precisamente come co-creature, siamo cioè membri di una comunità interdipendente della creazione. Per l'autore questa è la prospettiva più saggia della Bibbia ed è anche coerente con la scienza ecologica contemporanea che ci ha spiegato le intricate interconnessioni da cui dipende la vita del pianeta.
Il testo si sofferma sul significato del perdono nella religione ebraica: la richiesta di "perdono" non avviene per delega, ma può partire solo dai responsabili viventi, esige il loro pentimento, e va rivolta a quanti sono stati da loro offesi, comportando la riparazione delle conseguenze arrecate sul piano morale, penale, civile ed economico. Nel dialogo col cristianesimo emergono interessanti punti di convergenza: il Dio della Bibbia ebraica, dice il rabbino Di Segni, "è giustizia e amore [...]. Nulla avrebbe senso nell'ebraismo senza il perdono. E l'esortazione 'ama il tuo prossimo come te stesso' è anche evangelica ma viene dalla legge mosaica".
Il testo propone una rilettura ecologica che sostituisce il modo tradizionale, antropocentrico, di leggere il racconto della creazione: da questa nuova prospettiva emerge che non è la terra che è stata affidata all'uomo, ma l'uomo che è stato affidato alla terra. L'autore invita poi a considerare la creazione non "dal principio", bensì "dalla fine", in visione escatologica. In conclusione, egli affronta il problema della morte e dell'uccidere, sia nell'ambito degli animali che in quello degli uomini, e il suo superamento nel regno messianico: un mondo senza morte.
In questo numero la parte monografica sarà dedicata al tema della rinuncia del Pontefice, con contributi sia di carattere storico che di diritto positivo di G. Boni, O. Condorelli, A. Errera, M. Ganarin, V. Gigliotti. La rivista presenterà inoltre un intervento dal titolo Diritto e misericordia a firma di G. Dalla Torre; un approfondimento sul ruolo dell'economo diocesano di H. Pree, ed alcuni articoli di carattere storico di N. Alvarez de las Asturias, J. M. Cabezas Cañavate e S. A. Szuromi. Nota bibliografica sul diritto patrimoniale canonico di J. Miñambres.