Sulle vette degli Heller, Coryn Leynier, figlio minore di un signore del pianeta Darkover, si risveglia dall'incubo in cui un fuoco rabbioso divora le foreste di Verdanta che lo circondano. Ma scopre che non si tratta affatto di un sogno. Mentre gli abitanti delle sue terre lottano contro il più grande incendio a memoria d'uomo, Lord Leynier lancia una disperata richiesta d'aiuto ai suoi più immediati vicini, gli Storn di High Kinnally. Gli antichi rancori però sono difficili da dimenticare, e Lord Storn rifiuta. Tutto sembra perduto tra le fiamme, quando il soccorso giunge da Rumail, il laranzu della Torre di Neskaya. Un aiuto miracoloso quanto inatteso, motivato da ragioni ben diverse dalla nobiltà d'animo, perché Rumail è lì soprattutto per esaminare il laran, la straordinaria dote psichica di Coryn. E non solo...
È un momento difficile per Alex Cross. Non solo i figli crescono e necessitano di tutta la sua attenzione di padre, ma la relazione sentimentale con la detective Jamilla lo coinvolge più di quanto aveva previsto. E poi passare dalla Omicidi all'FBI può essere un salto di qualità professionale ma certamente comporta difficoltà. Nuove procedure, corsi di aggiornamento e una non celata ostilità dei nuovi colleghi. Insomma il momento peggiore per affrontare un nuovo nemico del calibro del mitico Mastermind, che per anni ha infestato i suoi incubi. Questa volta il pericolo viene da est. Lo chiamano Il Lupo. È un padrino della mafia russa. Per qualificarlo basta un aneddoto: durante uno dei suoi brevi soggiorni nelle carceri americane ha insistito per essere lasciato solo pochi minuti con un boss della mafia siciliana. Quando è uscito dalla cella il suo "rivale" era morto con tutte le ossa fratturate, un chiaro segnale della mala russa che significa il cambio della guardia al vertice del crimine. Adesso il Lupo è libero, e cominciano a scomparire giovani donne, eleganti, ricche, affascinanti. Un caso che sembra fatto apposta per Cross il quale si troverà, per risolvere il mistero, a dover chiedere aiuto proprio a Mastermind.
Iraq, 2003: lo scoppio di una bomba copre una donna di detriti e fa emergere dal suolo un piccolo cono d'argilla, un oggetto usato dai Sumeri per contare, 5000 anni fa. La donna, Aémer, è sopravvissuta, e il suo mestiere è proprio setacciare, alla ricerca di oggetti come i calculi d'argilla, il suolo del Paese dove fu inventata la scrittura delle lettere e dei numeri. Fa l'archeologa. Ma questa terra custodisce anche il mistero delle sue vite precedenti: sacerdotessa dell'amore a Uruk, prostituta a Ur, interprete di sogni a Babilonia, danzatrice a Bagdad nel IX secolo... A ciascuna di queste figure femminili corrisponde una tappa della storia del numero zero, cominciata in Mesopotamia e passata attraverso la cultura babilonese e araba. Ma nella vita quotidiana delle cinque donne ritroviamo la medesima Aémer, la cui vitalità cerca di colmare un vuoto non dissimile da ciò che lo zero rappresenta.
Kurt Austin e Joe Zavala, una coppia di agenti spericolati nel momento dell'azione ma competenti e ricchi di esperienza quando si tratta di valutare un pericolo ambientale o una ricerca sottomarina per risolvere un mistero. Sono la nuova generazione della NUMA, l'agenzia che si occupa di minacce e ritrovamenti sottomarini in collaborazione con il governo americano, degni eredi di Dirk Pitt e Al Giordino. Una serie di misteri distanziati nel tempo legano un'emergenza al largo delle isole Faer Oer a un diabolico piano di una misteriosa multinazionale per impadronirsi delle risorse oceaniche. Un incidente provocato da una nave di ambientalisti mette Kurt e Joe sulle tracce di un complotto.
Gli autori analizzano la realtà italiana illustrando i vari significati del "conflitto d'interessi", dimensione trasversale riscontrabile in ogni dimensione progettuale e produttiva del Paese (politica, informazione, sanità, ricerca scientifica), che ha causato un vero arretramento della democrazia e dell'economia. Ma per cogliere la dimensione del problema bisogna allargare lo sguardo: si vedrà così quanto la separazione dei poteri sia compromessa dalla mancanza di efficaci sistemi sovranazionali di controllo, e la necessità di normative europee e internazionali per tutelarla. Un libro che lascia presagire un triste scenario futuro, se non si interverrà per mutarlo con riforme appropriate e promuovendo un'inversione di tendenza culturale, che diffonda la percezione del conflitto d'interessi come "disvalore".
Nel 1945, le forze aeree americane e britanniche effettuarono massicci bombardamenti contro le città tedesche e giapponesi, culminati nella distruzione di Dresda, Tokyo, Hiroshima e Nagasaki. Tale offensiva fu un crimine contro l'umanità? Oppure fu giustificata dalle necessità della guerra? Queste domande caratterizzano una delle ultime controversie legate a quel tragico conflitto. Sono domande che fin da allora vennero poste in relazione a una strategia che ebbe come obiettivo quello di colpire città e popolazioni civili nemiche con ordigni incendiari e, infine, con bombe atomiche. I discendenti di coloro che morirono sotto quegli attacchi chiedono ragione del perché ai discendenti di coloro che si resero responsabili di quella scelta. Questo libro cerca di dare al riguardo delle risposte definitive. Talora anche scomode.
Erano contadini, artigiani, operai, commercianti. Settantasette italiani, tra i 20 e i 35 anni, precipitati nel peggior mattatoio della seconda guerra mondiale: Stalingrado. Erano del 127° e 248° autoreparto: avevano portato uomini e rifornimenti alla VI armata di Paulus e dovevano rientrare dopo aver riempito gli autocarri con la legna per affrontare l'inverno. Furono invece bloccati dall'avanzata dell'Armata Rossa alla fine di novembre del 1942. L'evento che cambiò le sorti del conflitto viene vissuto dal basso, il massacro dei combattimenti s'intreccia ai tormenti di poveri soldati: freddo, malattie, fame crescente. La loro lenta agonia è raccontata dalle lettere spedite a casa. Le ultime, in gennaio, testimoniano la fine di ogni speranza. Dopo la resa, la prigionia falcidia i sopravvissuti. Solo due rivedranno l'Italia. Oggi la loro memoria vive nel ricordo dei familiari. Alfio Caruso, in una sorta di doloroso pellegrinaggio, li ha rintracciati quasi tutti.
A disposizione del grande pubblico il metodo di Betty Edwards, sperimentato nei suoi laboratori sull'uso del colore, per apprendere come mescolare e combinare efficacemente le tinte nel dipingere: una serie di esercizi di vari livelli, dai più semplici ai più complessi, permettono di imparare a conoscere il linguaggio del colore; conoscere con precisione tinte, valore e intensità del colore; creare combinazioni armoniche tra i colori; percepire come la luce influenza il colore e i colori si influenzano a vicenda; calibrare il colore nel dipingere una natura morta; comprendere la funzione delle implicazioni psicologiche dei colori nell'espressione artistica.
Le storie d'amore non sono così frequenti nell'opera di Kadaré, e questo romanzo ne cela una delle più belle e delle più tragiche. Lul Mazrek, giovane aspirante attore, Vjollcia Morina, bella ragazza impiegata alla banca di Stato, il ministro a capo della polizia segreta dell'Albania comunista, più molti altri personaggi insoliti, si trovano coinvolti in questa vicenda singolare dagli sviluppi enigmatici, ambientata in una stazione balneare del sud del Paese, prima e dopo la caduta della dittatura. I crimini perpetrati nell'ex impero comunista non sempre si manifestano sotto le loro vere spoglie. In quelli - basati su fatti veri - narrati in questo romanzo, l'orrore si traveste pubblicamente da spettacolo teatrale: all'autore provare a svelare come attori e spettatori siano potuti soggiacere insieme alla stessa suggestione quasi ipnotica.
Le due vite narrate sono quelle del prozio dell'autore, Shanti Behari Seth, e di sua moglie Henny Caro. Per alleviare la solitudine in cui precipita Shanti dopo la morte della moglie, avvenuta nel 1989, la madre di Vikram Seth propone al figlio di "intervistarlo", e durante alcuni mesi di conversazioni l'autore prende appunti per scrivere un libro su di lui. Saranno poi le lettere di Henny, scoperte per caso dal padre di Seth in un baule, a far nascere il progetto del libro, un affresco che spazia dall'India d'inizio secolo - quella dell'infanzia di Shanti - fino all'Inghilterra degli anni 70, quelli vissuti da Vikram con gli zii come ospite nella loro casa londinese.