Cosa rende una giovane donna dagli occhi chiari, i capelli ricci e un largo sorriso una campionessa olimpionica di windsurf, con quattro medaglie e un ricco palmarès? Immaginate mare e vento dappertutto. Un talento naturale per lo sport e una grande determinazione. Un carattere in apparenza schivo, ma in realtà giocoso e forte. Una vita trascorsa tra la Maremma e il mondo, una tappa dietro l’altra, una medaglia dietro l’altra, obbiettivi centrati e altri che sfuggono tra le dita.
La vita di Alessandra Sensini, nel pieno dei suoi quarant’anni, sembrerebbe facile da raccontare, se solo fosse tutta qui. Se dietro il suo percorso non ci fossero lei, le sue delusioni, l’ansia e la preoccupazione di non farcela, le sue aspirazioni, i sogni di ragazza e la forza di non permettere a niente e a nessuno di cambiarla o decidere per lei. Vissuto ai massimi livelli, lo sport impone severità e rinunce, con il rischio di trasformare la passione di una vita in un lavoro come gli altri. Ma se la passione riesce a rimanere intatta, può regalare un grande senso di libertà. Ecco perché la sua storia – scritta insieme a Stefano Vegliani – non è solo la storia di un’atleta, ma la storia di un percorso interiore che l’ha portata a molte vittorie entusiasmanti e ad alcune sconfitte.
In attesa dell’uscita del suo nuovo romanzo, Frank Føns vive rinchiuso in una villa sul mare del Nord. È solo. A tenergli compagnia, l’immancabile bottiglia di whisky e i ricordi. Ricordi dei tempi in cui i suoi thriller non lo avevano ancora reso uno degli autori più famosi in Danimarca, e lui era solo un giovane squattrinato, un marito innamorato e un padre felice. Ora tutto è cambiato. Il successo, si sa, ha un prezzo. Quello che Føns ancora non sa è quanto sia alto.
Lo capisce quando la polizia ritrova il cadavere di una ragazza annegata nelle acque del porto di una tranquilla cittadina costiera, morta in circostanze che sembrano copiate minuziosamente dal romanzo che è in procinto di presentare alla fiera del libro di Copenaghen. Ma perché qualcuno dovrebbe ispirarsi a un omicidio del suo libro? E in quanti possono conoscere il contenuto di un’opera ancora inedita?
La sconcertante analogia lo induce a iniziare un’indagine tutta sua. Quando si trova a Copenaghen per la fiera, vede compiersi un altro omicidio del tutto simile a uno di quelli descritti in un suo romanzo. La stessa efferata violenza, la stessa insopportabile crudeltà. Solo allora la possibile coincidenza assumerà i connotati di una vera e propria persecuzione, di un folle gioco fra lo scrittore e un lettore, a quanto pare, molto attento. E sempre un passo avanti...
"Dopo averci raccontato negli Affari di famiglia le molte miserie e la poca nobiltà dei figli dei padroni, Filippo Astone svela i segreti di Confindustria, un partito come tutti gli altri, con tanto di scandali, guerre interne e conflitti di interesse, ma anche ricco (circa un miliardo di ricavi all'anno), potentissimo e ramificato sul territorio. Di Confindustria si è sempre saputo poco o niente. In questo libro, Astone ne esamina la gigantesca struttura svelandone i meccanismi interni e le complesse e oscure alchimie. Spiega perché è così influente e come funziona il suo potere, quali sono le leggi che ha imposto e in che modo vuole ridisegnare il Paese, delegittimando il sindacato e ottenendo mano libera sui contratti.
Il Partito dei padroni racconta inoltre segreti, trame e strategie dei signori dell’economia italiana e gli scontri sotterranei che ne squassano il tessuto. Scoperchia il santuario dell’establishment economico mettendone in luce la mancanza di ricambio, i compensi incredibili e slegati dai risultati, il parassitismo e la tendenza a comportarsi in modo del tutto analogo, se non peggiore, a quello della "casta" politica.
Una stanza buia. Un registratore acceso. Un giornalista. E un vampiro. Da quasi due secoli, ormai, Louis de Pointe du Lac non è più un uomo: è una creatura della notte, e ha tutta la notte a disposizione per convincere Daniel, il giornalista, che la storia che gli sta raccontando è vera. Così come è vero il suo volto, tanto pallido ed esangue da sembrare trasparente, di una bellezza soprannaturale e per sempre cristallizzata.
Louis racconta di come abbia ricevuto il dono (o forse la maledizione?) della vita eterna proprio quando non desiderava altro che la morte. È il 1791, è un’altra New Orleans, e Louis, in seguito al suicidio dell’amatissimo fratello, vorrebbe soltanto seguirne il destino. Ma la seduzione del dono oscuro è potente, specialmente se ha i modi, la voce e l’aspetto di Lestat. Sensuale e affascinante, crudele e allo stesso tempo capace di profonda commozione, Lestat ha bisogno di Louis tanto quanto Louis ha bisogno di lui. Quando infine, dopo anni di scorribande notturne, Louis sta per decidersi ad abbandonare Lestat, questi gli fa il regalo più grande: Claudia. Una bambina di appena cinque anni, in fin di vita, che solo il dono oscuro può salvare. L’unico peccato che il sacrilego e irriverente Lestat non si può permettere: creare una vampira di soli cinque anni. Una vampira bambina, che non crescerà mai. E sarà l’inizio della fine.
Bournemouth, sud dell’Inghilterra: l’archeologa Nina Wilde e il fidanzato Eddie Chase, ex SAS e guardia del corpo, decidono di far visita alla famiglia di Eddie. Sono appena partiti, quando si trovano per le mani uno strano messaggio. Lo storico Bernd Rust è convinto di aver scoperto come localizzare Excalibur, la leggendaria spada di re Artù: un’arma di una potenza incredibile e devastante che, se finisse nelle mani sbagliate, rischierebbe di alterare per sempre gli equilibri mondiali...
Nina è scettica, ma quando Bernd viene ucciso in modo efferato sotto i suoi occhi deve ricredersi. Sono davvero troppe le persone interessate al ritrovamento: alcuni mercenari russi sembrano disposti a tutto pur di impadronirsene, e persino il governo americano è coinvolto. E se Excalibur esistesse davvero? Se fosse più di una semplice spada? Nina e Eddie vengono così catapultati in una caccia senza confini, dai torridi paesaggi del Medio Oriente ai misteriosi castelli austriaci, dalla verde campagna inglese ai gelidi mari della Russia, in una frenetica corsa contro il tempo che li costringerà a rischiare ogni cosa, faccia a faccia con un nemico spietato.
UN BRANO
«Diamine», disse Chase. «È quello che penso che sia?»
«Lo è», rispose Nina strabiliata. A differenza di Caliburn, finemente ornata, Excalibur era molto semplice, spartana. Il suo unico ornamento era costituito da una coppia di serpenti attorcigliati intorno all’eisa... esattamente come l’aveva descritta Rust. Era altresì evidente, però, che forgiarla aveva richiesto un bel po’ di tempo e di lavoro, il metallo della lama aveva una lucentezza simile a quella dei mercurio, l’elsa sembrava modellata a perfezione sulla stretta di un uomo in particolare. «Oh Dio, povero Bernd. Ha passato tutti quegli anni a cercare di capire come ritrovarla, e aveva ragione... ma non è qui a vederla.»
Mitchell fece un passo avanti, sfiorò Nina e si posizionò tra le due bare. «La cosa importante è che siamo stati noi a trovarla, e non i russi.» Si inginocchiò e fece cenno a Nina di avvicinare la torcia elettrica. Un po’ infastidìta, Nina obbedì. «Guarda quant’è raffinata la finitura del metallo. Avevamo ragione, è ben più che acciaio.» Protese una mano, per impugnare l’elsa."
L'AUTORE
Andy McDermott è nato a Halifax, nello Yorkshire, e vive a Bournemouth. Ha lavorato a lungo come giornalista, e oggi è uno scrittore a tempo pieno.
IL LIBRO
A Palermo, di fronte alla casa del giudice Borsellino, vive un’anziana donna che sembra uscita dalle pagine di un racconto d’altri tempi. Domenica Lupo, questo il suo nome, da anni assiste i carabinieri che dopo la strage di via d’Amelio piantonano la casa dei familiari del magistrato, e ha stretto con loro un legame così forte da diventare, ai loro occhi, «la mamma» di tutti. Porta il tè, l’acqua, i cornetti, i panini con le «panelle», a qualcuno attacca un bottone o sistema la divisa. Finché un giorno tra quei giovani carabinieri arriva un ragazzo che, incuriosito, decide di scoprire il motivo di tanta dedizione e si fa raccontare la sua storia. E quella che Domenica, detta Mimma, gli narra è una vicenda tanto drammatica quanto vera che appartiene al passato, all’epoca in cui le donne siciliane subivano abusi e violenze, di fronte ai quali dovevano chinare il capo in silenzio. Mimma racconta un amore mai consumato per un giovane brigadiere dell’Arma dei carabinieri, un legame fortissimo che l’accompagnerà tutta la vita, nonostante sia stato calpestato dall’ostilità degli uomini e dalle regole non scritte dell’onore... Una storia straordinaria dall’epilogo sorprendente, che ha commosso tutti quelli che l’hanno conosciuta e che, per l’intensità del messaggio in essa contenuto, merita di essere, come si legge nella Prefazione di Rita Borsellino, «ascoltata, vissuta e tramandata».
UN BRANO
Domenica Lupo, «zia Mimma», vive da anni in una piccola casa, una villetta stile Liberty dei primi del Novecento. Vive sola, circondata da vicini affettuosi. Frequenta la casa dei Borsellino da molto tempo e, dopo la morte del giudice, l’amicizia con la vedova del compianto magistrato si è fatta ancora più intima, tanto che per la signora Borsellino è quasi «una di famiglia», un’anziana zia alla quale chiedere consigli.
La casa di zia Mimma si trova di fronte all’abitazione di Borsellino, e così, la prima cosa che lei vede la mattina, aprendo le finestre, sono i carabinieri che dalla morte del magistrato montano la guardia per proteggere i suoi familiari.
Ma torniamo a zia Mimma.
E un caldo mattino di luglio. Sono le dieci e la canicola già opprime, fastidiosa, a causa dello scirocco che investe la Sicilia da due giorni. Palermo annaspa sotto il sole cocente, ma la vita cittadina continua. Zia Mimma apre il cancelletto pedonale. E vestita con semplicità, ma anche con una certa eleganza: un abito di stoffa leggera sul beige con piccoli pois terra di Siena, ton sur ton; una semplice cintura le cinge la vita. E una donna minuta, con una silhouette ancora giovanile... per i suoi quasi novant’anni!"
GLI AUTORI
Alessio Puleoè nato a Palermo nel 1981 e si è formato presso il Teatro Libero di Palermo, dove ha lavorato per diversi anni.
Filippo Vitale è nato a Cinisi nel 1949, borgo contadino e marinaro e si è trasferito quindi a Padova, per dedicarsi alla poesia e alla pittura.
Cosa spinge uno stimato e irreprensibile medico di paese ad ammazzare la moglie a colpi d’ascia dopo quarant’anni di matrimonio? E come si può consumare un delitto tanto efferato in un’atmosfera di calma apparente? Muove da qui il racconto di Ferdinand von Schirach, da situazioni di normalità in cui un colpo di vento può scatenare una follia criminale. Dalla sua posizione privilegiata di avvocato penalista, l’autore osserva quotidianamente gli orrori e le violenze della vita di tutti i giorni. Spacciatori, prostitute, skinhead, ma anche famiglie aristocratiche, ricchi uomini d’affari e insospettabili guardiani di museo diventano così i protagonisti di vicende semplicemente inspiegabili dalla ragione.
Entrando in punta di piedi nelle vicende che racconta, l’avvocato von Schirach riesce a mostrarcele sotto una nuova luce, invitandoci a rivedere i pregiudizi sui criminali e sulle cause delle loro azioni, e a riflettere sul labile confine fra il bene e il male.
In uno sperduto villaggio del Lancashire muore avvelenato, dopo una cena in casa di una conoscente, il parroco Robin Sage. Di lì a poco arrivano in paese, per una vacanza fuori stagione, il patologo Simon St. James e la moglie Deborah, che aveva casualmente conosciuto il sacerdote a Londra. La scoperta della disgrazia li trascina tra le ombre più cupe di quei luoghi, sui quali aleggiano ancora antiche storie di stregoneria. L’inchiesta del coroner si è già conclusa con il verdetto di morte accidentale, ma Simon non ne è convinto, e decide di convocare il suo amico, l’ispettore Lynley, presto raggiunto dal sergente Barbara Havers. I quattro vengono così sommersi da una realtà in cui tutto è continuamente messo in dubbio. Com’è possibile che un’esperta erborista abbia inconsapevolmente offerto della cicuta al parroco? Nei panni di una mite perpetua si nasconde davvero una devota seguace dei culti pagani della Dea? È possibile leggere il destino di un uomo nel palmo della sua mano?
In un clima di sospetti e pettegolezzi che rendono indecifrabili i volti del crimine, l’ispettore Lynley è costretto ad affondare sempre di più la lama delle indagini per riuscire a portare alla luce la verità. Una verità dal sapore amaro e crudele.
Tomàs è una persona come tante. E, come tante, crede poco in se stesso, subisce la vita ed è convinto di non possedere gli strumenti per cambiarla. Ma una sera si ritrova proiettato in un luogo sconosciuto che riaccende in lui quella scintilla di curiosità che langue in ogni essere umano. Incomincia così un viaggio simbolico che, attraverso una serie di incontri e di prove avventurose, lo condurrà alla scoperta del proprio talento e alla realizzazione dell’amore: prima dentro di sé e poi con gli altri. Con questa favola moderna che offre un messaggio e un massaggio di speranza, Massimo Gramellini si propone di rispondere alle domande che ci ossessionano fin dall’infanzia. Quale sia il senso del dolore. Se esista, e chi sia davvero, l’anima gemella. E in che modo la nostra vita di ogni giorno sia trasformabile dai sogni.
Massimo Gramellini, torinese di sangue romagnolo, è giornalista e vicedirettore de La Stampa. Ha pubblicato: Colpo Grosso (con Curzio Maltese e Pino Corrias), 1994; Compagni d’Italia, 1996; Buongiorno, 2002; Granata da legare, 2006.
Nel monastero di Santa Radegonda, nella Milano del 1736, vive una ragazza dallo straordinario talento musicale. Il suo nome è Paola Pietra, una giovane contessa in clausura per imposizione dell’illustre famiglia. La voce di contralto, scura e potente, è la sua unica ragione di vita; ma la passione per la musica rappresenta una minaccia per la badessa del convento. Oltre la grata, nel corso delle messe cantate, un diplomatico inglese in missione presso l’arciduca d’Austria nota la sua voce e non la dimentica. Nasce così, da una suggestione del canto, da profumi e immagini rubati, l’amore proibito fra la novizia e sir John Breval, a cui farà seguito la fuga dal convento e un lungo viaggio in terre straniere e in un mare pieno di insidie...
Romanzo d’amore, romanzo d’avventura, romanzo storico (e Marta Morazzoni, come scrive Pietro Citati, «possiede il dono naturale di una narratrice storica»), La nota segreta si dipana fra intrighi diplomatici e colpi di scena. Al centro, un personaggio femminile di sorprendente attualità, che rivendica il proprio diritto a vivere e amare contro ogni imposizione.