
Essere un uomo politico nell'Atene del V secolo significava senz'altro essere presente tanto nell'assemblea che in guerra. Ma se Aristide, Temistocle, Cimone, Pericle, Nicia e Alcibiade sono diventati uomini illustri è anche perché hanno saputo costruire un'immagine pubblica in cui i loro stili di vita erano parte del loro agire politico. Plutarco ci racconta come sono cresciuti nella fama, sono stati amati, celebrati, invocati: Cimone, dopo una gioventù dissipata, apre i suoi giardini al popolo di Atene e diventa uno dei leader della vita politica. Alcibiade ama giovinetti e fanciulle in uguale misura, seduce l'assemblea, conduce la flotta e guida le processioni. Sono comportamenti che, se ora ci sorprendono, erano perfettamente integrati in un'immagine complessiva del politico dalle molte sfaccettature, spesso emotive. La storia politica della Grecia antica considera, nelle fonti antiche relative ai leader, solo alcune delle loro attività: i discorsi all'assemblea, la gestione della guerra, le proposte di legge, i conflitti con gli altri leader per l'esercizio del potere. L'autore studierà i loro costumi, o meglio: i modi in cui si comportavano, nascevano, crescevano, abitavano, pregavano, si vestivano, mangiavano, si sposavano, morivano.
Il diritto ecclesiastico, finora centrato sul rapporto fra Stato e religioni, deve oggi trovare risposte adeguate alle domande che emergono da un contesto sempre più multireligioso e multiculturale. Concordato, otto per mille, obiezioni di coscienza, insegnamento della religione, matrimonio fra persone dello stesso sesso, simboli religiosi testamento biologico sono questioni che riguardano non solo le relazioni tra Stato e Chiese, ma anche la libertà delle coscienze e il diritto di ciascuno a essere se stesso. Questa nuova edizione, arricchita con aggiornamenti giurisprudenziali, normativi e bibliografici, propone un primo bilancio della gestione della contemporanea politica ecclesiastica italiana, collocandola nel più ampio spazio europeo.
Questo è un racconto di conflitti e avventure, di protagonisti famosi e di persone comuni. Di Riccardo Cuor di Leone e del Saladino, di Melisenda, l'astuta regina di Gerusalemme che incuteva timore a tutti, e del fiero predicatore al-Sulami. Dell'imperatore scomunicato del Sacro Romano Impero, Federico II, e di Enrico di Bolingbroke che anni prima di diventare Enrico IV d'Inghilterra, spietato e paranoico, agì come un pellegrino e come un 'santo guerriero'. È un intreccio di testimonianze diverse, dagli inni e i sermoni ai diari di viaggio, dalle lettere e i documenti finanziari ai trattati di pace. Leggendola scopriremo che nel corso del tempo le crociate sono state lanciate non soltanto contro i musulmani nel Medio Oriente, ma anche contro gli eretici, i nemici politici del papato, i mongoli, le tribù pagane del Nord Europa. Scopriremo inedite amicizie e alleanze, i trionfi della diplomazia anziché della spada, le jihad proclamate contro i musulmani e i tanti motivi per andare in battaglia. Per Dio e per la fede, per il senso del dovere, per la brama di terra e di denaro, per il desiderio di tener alto l'onore e lo spirito di famiglia o anche solo per il brivido dell'avventura.
In questo libro Margherita Pelaja e Lucetta Scaraffia rivelano come il tentativo di unire lo spirito alla carne, e quindi valorizzare spiritualmente la sessualità, segni potentemente periodi e figure della storia della chiesa basti pensare al Cantico dei Cantici - mentre una politica della sessualità che alterna repressione e clemenza scorre parallela e agisce da efficace sistema di governo delle anime dei fedeli. La soluzione è sofisticata e funziona per secoli, finché non viene erosa dal primato della scienza che sembra dominare la modernità. Si accende così una lotta per l'egemonia in cui laici e cattolici competono ancora oggi.
Furono gli illuministi per primi a ridefinire un'etica dei diritti cosmopolita, razionale, mite, umanitaria, fatta dall'uomo per l'uomo, capace di dar vita a un potente linguaggio politico dei moderni contro il secolare Antico regime dei privilegi, delle gerarchie, della disuguaglianza e dei diritti del sangue. Furono gli illuministi a far conoscere al mondo intero che i diritti dell'uomo per definirsi tali devono essere eguali per tutti, senza alcun tipo di distinzione di nascita, ceto, nazionalità, religione, genere, colore della pelle; universali, cioè validi ovunque; inalienabili e imprescrittibili di fronte a ogni forma di istituzione politica o religiosa. Ed è proprio ponendo l'accento sul principio di inalienabilità che la cultura illuministica - vero laboratorio della modernità - trasformò radicalmente gli sparsi e di fatto inoffensivi riferimenti ai diritti soggettivi nello stato di natura in un linguaggio politico capace di avviare l'emancipazione dell'uomo. Spaziando dall'Italia di Filangieri e Beccaria alla Francia di Voltaire, Rousseau e Diderot, dalla Scozia di Hume, Ferguson e Smith alla Germania di Lessing, Goethe e Schiller, sino alle colonie americane di Franklin e Jefferson, Vincenzo Ferrone affronta un tema di storiografia civile che si inserisce nel grande dibattito odierno sul nesso problematico tra diritti umani e autonomia dei mercati, tra politica e giustizia, diritti dell'individuo e diritti delle comunità.
"Particelle familiari" è un viaggio attraverso i fondamenti, le motivazioni e la quotidianità della fisica delle particelle. Attraverso i "perché?" implacabili della figlia, le richieste di semplificazione della moglie e i dubbi degli amici, il libro esplora quello che la fisica capisce del funzionamento microscopico dell'universo; come questa conoscenza sia stata costruita nel tempo dalla comunità scientifica; e quali siano i punti ancora oscuri sui quali i fisici delle particelle di oggi cercano di gettare luce. Con Marco Delmastro scendiamo sottoterra a visitare il celeberrimo acceleratore di particelle LHC del CERN di Ginevra e i grandi rivelatori che misurano giorno e notte le proprietà delle particelle elementari. Beviamo caffè ai tavolini del ristorante del laboratorio, osservando scienziati provenienti da tutto il mondo collaborare al più vasto esperimento scientifico della storia. Ci infiliamo nella gremitissima sala conferenze, per assistere in prima fila all'annuncio della scoperta del bosone di Higgs. È però con i mattoncini e le biglie della Pulce che le ricerche e le scoperte acquistano senso e diventano accessibili a tutti. Anche a una bambina di cinque anni.
"La via sulla Est del Petit Capucin era stata ripetuta pochissime volte, e la mia speranza era di trovare con un po' di fortuna uno dei chiodi originali piantali dallo stesso Gervasutti e rimasti in parete ad arrugginire per quasi mezzo secolo. Ciò che stavo per compiere - ed era ciò che più mi eccitava era il ritorno su antiche tracce alpinistiche ormai quasi dimenticate. Era l'esplorazione di un'antica esplorazione". Marco Albino Ferrari ripercorre le strade di quegli uomini e di quelle donne che attratti dall'ebbrezza dell'ignoto si sono spinti nei luoghi inesplorati della Terra: montagne, oceani, ghiacciai, spazi inliniti. I passi di Walter Bonatti, quelli di Reinhold Messner, di Bill Tilman, di Ninì Pietrasanta e Gabriele Boccalatte, di Eric Shipton, degli ultimi esploratori del Novecento. Un inconsueto cammino attraverso il Monte Bianco, le cime della Patagonia e dell'Africa equatoriale, fino all'Everest e a Capo Horn, per far ritorno sulle Alpi. Ne esce una lettura intimamente interrogativa, popolata di bufere, di sorprese, di difficoltà con, sullo sfondo, le questioni cruciali che investono l'uomo di fronte agli ultimi spazi selvaggi del pianeta.
C'è una distesa di luce aperta e diffusa, la brezza è mite, lo sguardo si dilata nello spazio sull'ampia curva tirrenica. Ci capitarono in molti, forse per caso, forse ospiti occasionali che dovevano restare una sera e si fermavano un'estate intera: dal tempo in cui gli artisti si accorsero che per essere bello un paesaggio doveva mostrare anche l'anima, dalle Cinque Terre a Bocca di Magra sono passati centinaia e centinaia di pittori, scrittori, viaggiatori. Questa è la storia del più incredibile 'buen retiro' intellettuale italiano. Del suo splendore e del suo declino.
"Bisogna fare di tutto perché quella intossicazione vischiosa non ci riafferri: bisogna tenerla d'occhio, imparare a riconoscerla in tutti i suoi travestimenti. In quel ventennio c'è ancora il nostro specchio. Solo guardando ogni tanto in quello specchio possiamo accorgerci che la guerra di Liberazione, nel profondo delle coscienze, non è ancora terminata." I capitoli inediti di un'opera di Piero Calamandrei: un bilancio del ventennio all'indomani della Liberazione, un inno alla libertà ritrovata, un'analisi a caldo del regime.
Protagonista indiscusso della cultura internazionale, riconosciuto in tutto il mondo per l'originalità delle sue tesi e la finezza della sua scrittura, autore di libri diventati best sellers: è Roland Barthes, uno degli intellettuali più importanti del Novecento. Per primo ha indagato la società dei consumi, dalla moda all'alimentazione, dai viaggi al discorso politico, dall'arte alla fotografia; per primo ha divulgato i principi di una nuova disciplina, la semiologia. Molti suoi concetti si sono rivelati centrali nella cultura contemporanea come le intuizioni sul diffondersi della narrazione e del discorso autobiografico e sentimentale, la centralità del fruitore, la necessità del piacere e di un approccio estetico al mondo quotidiano. La sua opera è un prezioso strumento di rilevazione, una potente messa a fuoco di ciò che oggi va sotto il nome di 'società della comunicazione'.