Il titolo di questo libro - La competenza religiosa nell'IRC - manifesta i tre elementi che vengono trattati e collegati sistematicamente in esso: il costrutto di competenza, il concetto di competenza religiosa e la competenza religiosa nell'IRC. La struttura del lavoro adotta una metodologia deduttiva che procede dal generale al particolare, dalla considerazione del ruolo centrale della nozione di competenza nell'ambito dell'educazione formale scolastica, alla descrizione delle competenze religiose proposte dall'IRC lungo il processo educativo. In questo modo, l'esposizione delle diverse tematiche segue una logica discendente, che permette di interpretare le competenze sviluppate dalle Indicazioni per l'IRC alla luce del concetto di competenza religiosa inserito, a sua volta, nel concetto più ampio di competenza.
Il presente volume ci aiuta a tornare sulla domanda decisiva: "Che cosa ho fatto del tempo che Dio mi ha dato?". Scopriremo che ne abbiamo perduto molto e che, soprattutto, molto spesso non lo abbiamo usato bene. Don Mariani ci fa guardare avanti, per non ripetere errori in cui già siamo caduti, accompagnandoci per mano a dedicare almeno 15 minuti alla settimana alla riflessione su alcuni grandi temi della vita. Farlo con stile sapienziale consentirà di compiere una piccola sosta settimanale, capace di riportarci all'essenziale di ogni nostra giornata. Sarà, allora, più facile evitare il doloroso rammarico di cui scrive Giuseppe Pontiggia nel suo libro "La grande sera": "Il rammarico per il tempo che non vi aveva dedicato era mitigato dal presentimento che non sarebbe stato sufficiente. E il coraggio di ammetterlo non capiva se era una conquista o una resa. Doveva morire tra poco e ancora non sapeva l'essenziale".
Consapevoli che nessuna forma di teologia che partecipa in questo mondo della scientia Dei et beatorum sia in sé perfetta e immutabile, la proposta elaborata da Réginald Garrigou-Lagrange (1877 - 1964) ha ancora molto da insegnare alla nostra generazione di credenti studiosi. Svolgere un'analisi sistematica di questa offerta di pensiero giova senz'altro a superare quelle difficoltà di accesso dettate dall'accantonamento di categorie teologiche strategiche, che il Tomismo sa donare, e a fare memoria degli sforzi genuini che ci hanno precorso. La dedizione al tema dell'esperienza della grazia brilla per la centralità che assume nella comprensione dell'identità del cristiano che, necessariamente e inscindibilmente, rimanda sempre all'identità intima di Dio. Prefazione di Manfred Hauke.
Il libro, edito da Samuele Pinna, raccoglie alcuni suoi saggi che propongono una lettura spirituale e teologica del mistero dello Spirito Santo in rapporto con la Chiesa, ed è arricchito dagli interventi di Francesco Pinna, Teresa Gornati e Federica Favero. Il volume, impreziosito dall’opera di Milo in copertina, si chiude con il racconto dell’incontro avvenuto con papa Benedetto XVI e un ricordo fotografico. «Quando sono stato invitato a scrivere queste poche parole di Presentazione da don Samuele Pinna, affermato studioso di teologia, ho compreso l’importanza del volume che avevo tra le mani a motivo del suo oggetto. La relazione, infatti, tra Dio e la Chiesa è imprescindibile, oltre che per ogni teologo, per qualsiasi credente. Il tentativo poi di penetrare il mistero divino a partire dall’insegnamento magisteriale del Vaticano II permette di cogliere la ricchezza del patrimonio del deposito della fede che la Madre Chiesa ci consegna lungo la storia. Ricordare che lo Spirito Santo, il leggero soffio di Dio che aleggia sulle acque del mondo e della storia, è la guida e l’anima del Corpo di Cristo aiuta a superare la crisi di fede che, proprio dopo il Concilio, si è abbattuta sulla cristianità» (Dalla Presentazione del cardinal Robert Sarah).
Samuele Pinna, figlio di Francesco e Teresa Gornati, è docente invitato presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma. Collabora con numerose riviste ed è autore di diversi volumi, tra cui Meditazioni sul Concilio. Una lettura del Vaticano II con Benedetto XVI (2015); Spaghetti con Gesù Cristo! La «teologia» di Bud Spencer (2017); Il suo nome è Terence Hill. Una vita da film (2021); Un grande amico. Il Maritain di Piero Viotto (2018) Charles Journet: il Mistero della Chiesa (2018); Il viaggio. Inizio e fine dell’avventura cristiana (2021), A dottrina con don Camillo. I fondamenti dell’agire umano (2022) e, l’opera letteraria, Dalle lettere di don Augusto. Come rimanere cattolici nonostante tutto (2020). Con Davide Riserbato Filastrocche e canarini. Il mondo letterario di Giacomo Biffi (2018) e assieme anche a Giacomo Biffi Tutto liscio… come loglio? Ricapitolazione del disegno unitario (2020). Per IF Press ha pubblicato Il mistero di Dio e l’abisso del Male. Charles Journet e Jacques Maritain alla scuola di san Tommaso d’Aquino (2019), Il desiderio di vedere Dio. Amore e misericordia in Dante (2020).
Federica Favero è Dottoressa di Ricerca in Filologia e Letteratura Latina Medievale; i suoi ambiti d’interesse sono rappresentati dalla letteratura esegetica dell’alto medioevo, dalla cronachistica bassomedievale milanese e dal lessico delle opere latine di Dante Alighieri.
Un momento irrinunciabile della conformità e del discernimento è conoscere qual è la Volontà di Dio. Però già questa pretesa sembra molto azzardata. Può l’essere umano conoscere qualcosa della Volontà Divina? Essendo una realtà così fuori portata dall’uomo, non sarà totalmente impossibile conoscere anche qualche aspetto minimo di essa? Allora, in questo ultimo caso, non potendo conoscerla, siamo dunque in balia del caso, del destino, del fatum come per i greci? La stessa riflessione sulla possibilità dell’uomo di conoscere la Volontà di Dio diventa un grande problema, però siamo consapevoli che Dio si è fatto presente, Dio si è rivelato, e addirittura in una Rivelazione personale: il Cristo. Un altro discorso è sapere in cosa consiste questa Volontà, di che tipo sia, fino a che punto la possiamo conoscere, quali sono i limiti, e insieme a queste domande, rimane sempre una incognita: sapere fino quanto è vincolante, cioè, una volta conosciuta la Volontà di Dio, quanto è obbligante. Lungo la storia del Cristianesimo è stato questo lo scopo: cercare di capire cosa vuole Dio dall’uomo, dalla Chiesa e dal mondo. In questa indagine abbiamo cercato autori che hanno affrontato con schiettezza questa tematica. Tra loro, in un modo privilegiato, accompagneremo Santo Tommaso d’Aquino nella sua indagine, facendo tesoro di tutto il bagaglio della Patristica, sempre fondato nella Sacra Scrittura. L’Aquinate cerca di fare una sintesi di tutto il sapere su questo argomento fino quel momento, e lo fa in un modo sistematico e affrontando le obiezioni più complicate. Però, la tematica non si esaurisce con questo autore, nel secolo XIV appare un modo diverso di vedere la Volontà di Dio, principalmente con Guglielmo d’Ockham, che porterà la riflessione teologica in altra direzione.
Alberto Mestre, LC, dottore in teologia, laureato in filosofia nella Pontificia Università Gregoriana, laureato in Bioetica (APRA) e laureato in “Filosofia e scienze dell’Educazione” nella Università di Barcellona, è professore stabile di Teologia Morale presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum; professore di teologia morale fondamentale nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose. Ha pubblicato: La conformidad de la voluntad humana con la voluntad de Dios desde la perspectiva moral en Santo Tomás de Aquino, Roma (2012); e diversi articoli sull’argomento: El discernimiento espiritual como distinción prudencial vivida teologalmente, Roma (2021); La Legge Nuova e la conformità con la Volontà di Dio, Roma (2020); «Neanch’io ti condanno Gv.8,11»: La coscienza in rapporto con la verità, la giustizia e la misericordia, Roma (2019); Robert Spaemann: ética de la responsabilidad cristiana, Roma (2007), ecc.
Prefazione di Mons. José Luis del Palacio y Pérez Medel
Presentazione di D. Francesco Giosuè Voltaggio
«Infatti, il dono rivela, per così dire, una caratteristica speciale dell’esistenza personale, anzi dell’essenza stessa della persona. Quando Dio Yahweh dice che “non è bene che l’uomo sia solo” (Gen 2,18), afferma che l’uomo “solo” non realizza pienamente questa esistenza. Questa si realizza solo esistendo “con altri”, e ancora più profondamente e più completamente: esistendo “per gli altri”. Comunione delle persone significa esistere in un reciproco “per”, in una relazione di dono reciproco». (S. Giovanni Paolo II)
ARMANDO MEDINA VARGAS, sacerdote della diocesi di Callao (Perù), in missione in Terra Santa al servizio della Domus Galilaeae e del Patriarcato latino di Gerusalemme. Ha conseguito la Laurea in Sacra Teologia presso la Facoltà di Teologia Redemptoris Mater di Callao, il Master in Bioetica presso l’USAT (Perù) e il Dottorato in Sacra Teologia presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum di Roma. È vicedirettore del Monastero Domus Galilaeae e professore incaricato di Teologia morale e Bioetica presso lo Studium Theologicum Galilaeae, sul Monte delle Beatitudini.
Liberi per amare. Questa affermazione esprime bene il profondo desiderio che si nasconde in ogni esistenza umana: desideriamo amare e in questo la libertà costituisce un requisito fondamentale. Noi cristiani abbiamo creduto all'amore e lo abbiamo seguito (1Gv 4,16). Il primo entusiasmo della nostra risposta richiede successivamente di chiarire in quale amore abbiamo creduto e come questo si esprime nella vita. È qui che la visione antropologico-morale diviene fondamentale per potersi confrontare sia con le proprie azioni sia con quelle istituzionali. Riconosciamo che la vita umana nasce da una vocazione all'amore e come tale è chiamata a maturare nel tempo come vocazione "per amare". L'evento personale dell'incontro con Cristo apre la porta alla sua sequela, possibile solo da un legame d'amore che configura un rapporto interpersonale unico. Così le relazioni personali trovano un nuovo orizzonte capace di dare un senso profondo alla vita. Questo è il contesto in cui i consigli evangelici sono stati affrontati.
Quale mistero si cela dietro il lenzuolo funebre conservato a Torino? Ha avvolto un cadavere o è stato dipinto da un genio medievale? C'era un piano di manipolazione dietro la datazione al radiocarbonio fatta nel 1988 o questo esperimento ha risolto il mistero della sua origine? Lizzy è una giovane studentessa di odontoiatria che viene coinvolta in una profonda e inquietante indagine su questo telo. Il segreto di Torino è un thriller che vi porterà, attraverso un'apparente finzione, nei segreti della storia di questo controverso lenzuolo funerario, una sacra reliquia per alcuni, un terribile falso per altri. L'eccitante mondo dell'archeologia, della medicina legale, della storia, della palinologia e di altre scienze si rivela pieno di intrighi e interessi nascosti. Questo romanzo apre uno spazio dove la realtà supera la finzione. Chiunque si avvicini a questo telo funerario non rimarrà indifferente: è davvero la più importante reliquia del cristianesimo, o è la più elaborata frode di tutti i tempi? Indipendentemente dalla risposta a queste domande, questo oggetto archeologico è uno stimolo per l'intelligenza, una sfida per la scienza, una provocazione per la tua vita.
Nella società post-moderna dove l'affettività è debole e in balia dell'emotivismo, le relazioni mutevoli perché votate alla cultura del provvisorio e le identità fluide, disincarnate, se non addirittura digitalizzate, la famiglia rischia di subire la liquidità di questo tempo venendo sommersa dalle onde del disponibile e del manipolabile. Tuttavia, a dispetto delle previsioni di stampo relativista e dei continui "necrologi" che certe ideologie le dedicano continuamente, la solidità della natura della famiglia continua ad imporsi nella cultura di ogni tempo: una società a misura di famiglia è, infatti, la migliore garanzia contro ogni deriva di tipo soggettivista o collettivista, perché in essa il valore della persona è sempre al centro e il bene comune si realizza senza svilire quello individuale che, anzi, è libero di sbocciare in tutta la sua verità e bellezza.
La Quaestio II del De Perfectione evangelica (1256) e la Apologia pauperum (1269) sono i principali interventi di San Bonaventura nelle due fasi della disputa sulla povertà, che hanno segnato il duro ma fruttuoso scontro tra secolari e mendicanti nell'Università di Parigi nel XIII secolo. Il Serafico non solo risponde alle calunnie contro i religiosi, ma offre anche un trattato sulla povertà volontaria che supera il contesto della disputa e giunge ai giorni nostri con notevoli elementi di attualità spirituale e politica. In particolare, l'articolata distinzione bonaventuriana tra dominium e usum dei beni ha avuto una ricaduta importante sullo sviluppo dell'economia moderna e nell'intuizione tutta francescana di un istituto di credito come i Montes pietatis. Tale distinzione risulta ancora oggi fondamentale per cogliere il senso delle dinamiche sociali del diritto e dell'economia, soprattutto nell'ambito finanziario. Da un sapiente e rinnovato uso delle proprietà fondamentali dell'uomo (anima, corpo, beni materiali) può brillare la bellezza della vita associata, costruita secondo il Vangelo. Prefazione di Mauro Badas.