
È possibile costruire con gli attuali mezzi di comunicazione una fitta rete di buoni rapporti spirituali, segnati dalla qualità dell'affetto e dalla radicalità della fede? Oppure l'esperienza di questo nostro mondo, segnato dalla facile rapidità delle mails, sms, tweets e blogs, è destinata a renderci tutti un po' più tristi, con un pugno di mosche in mano? Vittime del miraggio di un insolito benessere, quello della solitudine iperconnessa nel cuore della comunità virtuale? La pratica comunicativa di cui è protagonista Dario Cornati, autore del presente volume, si inscrive nel mondo dei social network. A darle forma e forza sono i testi evangelici della domenica mattina, che all'alba e fedelmente, si trasformano in semplici messaggi inviati a più di mille amici, con la semplice intenzione di rimanere in contatto con la loro vita e le loro passioni più vere. La caratteristica del colloquio personale che Cornati intrattiene con la sua comunità magmatica, fluida e dai contorni aperti, è indice della qualità delle relazioni che negli anni ha stabilito e della cura di Parola che da sempre assapora, lasciando trasparire la densità di una storia personale. L'originale volume rappresenta così una sorta di avvio di una discorsività aperta e insieme, per i credenti, radicata nel testo più esigente possibile.
Il volume, frutto di un corso residenziale di studio, torna a riflettere su un tema antico e prezioso, per il cristiano come per ogni uomo: la libertà. La scelta di approfondire questo tema è nata dalla constatazione che la "libertà", ideale dominante dell'Occidente, è diventata oggi parola inflazionata. A ciò ha certamente contribuito la molteplicità di significati che essa è andata assumendo lungo i secoli, e che di fatto l'ha ridotta a un contenitore vuoto o a un semplice slogan destinato a suscitare consensi indistinti. È ormai generale la tendenza a ridurre la libertà a spontaneità individuale, e quindi a immunità del soggetto da ogni debito o costrizione esterna, la cui conseguenza inevitabile è il distacco del soggetto dai suoi comportamenti, riconosciuti nel loro carattere soltanto arbitrario. La libertà, entrata nella storia dell'Occidente proprio grazie al cristianesimo, ha dunque bisogno oggi di essere ripensata mettendone a fuoco il ve-ro senso. I saggi raccolti nel volume indagano i risvolti filosofici, politici e spirituali che la libertà è andata assumendo in Epoca moderna. Come anche nella tradizione biblica e in quella cristiana successiva, per concludere con una considerazione sul nesso tra libertà e tempo (Angelini), condizione impreteribile perché l'annuncio cristiano possa venire in soccorso alla crisi di libertà dell'uomo postmoderno.
La teologia ha bisogno della filosofia. Non come un'alleata compiacente e servile, nemmeno come una semplice tecnica argomentativa, ma come un discorso rigoroso su ciò che è umano dell'uomo. Io, sé, soggetto, persona non sono termini equivalenti, ma circoscrivono la medesima questione cruciale: quando si dà l'uomo e quali sono le condizioni della sua istituzione? L'originalità del fenomeno umano non si afferma per contrapposizione alla natura, ma viene riconosciuta nella novità della sua libera attuazione, incarnata e interpersonale. L'itinerario di questa ricerca si sviluppa anzitutto nel confronto con alcuni autori - J. Benoist, D. Henrich, P. Richir e P. Ricoeur rappresentativi del dibattito filosofico contemporaneo. E culmina con l'agile presentazione di alcune tematiche - il ruolo della percezione; coscienza e soggettività; lo statuto del simbolico; l'istanza dell'originario; il rapporto filosofia e teologia - che rilanciano i contenuti e le questioni di maggior rilievo. L'intelligenza della fede ha bisogno di interrogare l'umano e le condizioni del suo compimento, perché lo comprende come principio interno alla realizzazione cristologica della verità di Dio.
Questo libretto intende offrire qualche spunto a margine della bellissima preghiera insegnata da Maria ai pastorelli di Fatima. Si tratta senza dubbio di una delle suppliche più diffuse e recitate nell'ultimo secolo. Tra le più vibranti; capace di visitare con semplicità le sfumature tremendamente serie e rasserenanti della fede. Le parole di questa invocazione a Gesù hanno ormai quasi cento anni (1917); continuano però a stupire per la finezza, il garbo, la profondità. La concisione della preghiera ne rende facile l'apprendimento "a memoria", o come direbbero francesi e inglesi, "tramite il cuore" (par cœur, by heart). Possa quindi essere gentile e fedele compagna di viaggio lungo la via che siamo chiamati a percorrere.
"Lo spirito c'è" è un itinerario interpretativo della filosofia di Bruaire. Le sue opere offrono l'occasione di affrontare e discutere la domanda metafisica fondamentale circa l'essere. Approccio all'autore e discussione sui contenuti s'intrecciano in modo tale che non si può separare un filo dall'altro a meno di perdere il disegno complessivo. Quest'ultimo, infatti, prende il suo spunto dallo sviluppo diacronico dei testi dell'autore che esordisce nel 1964 con l'Affirmation de Dieu e si compie nel 1983 con la pubblicazione dell'Être et l'esprit. In questo lasso di tempo, il pensiero di Bruaire è cresciuto in una direzione ben precisa che è stata formalizzata come transizione dall'apologetica alla filosofia del dono. Questo passaggio, che può essere letto, a tratti come svolta, altrove come maturazione, non è una mera vicenda biografica ma appartiene a quella che si può chiamare l'esistenza filosofica di Bruaire. Il saggio tenta di descriverla in diversi modi individuandone i cammini, le progressioni, le regressioni, le contraddizioni stimolanti mantenendo, al centro dell'argomentazione, la categoria dello spirito.
Rivista della facoltà teologica dell'Italia settentrionale
P. Sequerci, Saluto del preside
Card. A. Scola, Intervento del Gran Cancelliere
A. Zani, Il metropolita di Pergamo Ioannis (Zizioulas)
I. Zizioulas, La Santa Trinità e la Persona Umana
I problemi metodologici nelle riviste del 2014
Bozza orientativa per le recensioni della ricerca/dibattito in teologia
Schede bibliografiche
Quarant'anni di schede bibliografiche delle maggiori riviste teologiche internazionali in un dvd in allegato alla rivista.
L'attuale complessità del vissuto (umano ed ecclesiale) impone con urgenza di ripensare l'alterità. L'analisi sociologica caratterizza la nostra epoca, da un lato con i tratti di un esasperato individualismo e di una generalizzata frammentazione sociale, dall'altra lo sguardo ad alcuni fenomeni contemporanei (moda, istinto di imitazione, pulsioni gregarie, affollamenti sportivi, musicali e religiosi) sembra convincere del contrario. La profondità di questi mutamenti sollecita in tal senso a ripensare l'alterità, non solo come l'altro da me, che mi sta di fronte, ma anche come l'altro di me, che è parte costitutiva della mia identità e mi pone inesorabilmente di fronte alla mia radicale incompiutezza. Perché la relazione interpersonale è non solo la dimensione più profonda del mistero di Dio, ma anche dell'uomo creato a sua immagine. A questo tema il Centro studi di spiritualità di Milano ha dedicato la sua annuale Giornata di studio nel gennaio 2015 e ne pubblica ora gli Atti.
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno di Studio promosso dalla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale di Milano nel febbraio 2015.
Le neuroscienze, la genetica, la bioingegneria… dischiudono nuove possibilità tecniche che lambiscono il confine di ciò che è umano, prospettando una ridefinizione dei suoi confini e della sua responsabilità. Da qui l'interrogativo radicale: ma che cosa fa dell'uomo un uomo? E dunque: chi (e come) vogliamo essere?
Nonostante la sua profonda sensibilità per l'argomento, Agostino non mai ha composto alcun trattato sistematico dedicato all'amicizia. Questo tema tuttavia percorre diverse pagine dei suoi scritti, e la sua riflessione arriva sino a innovare, grazie alla ricchezza dell'esperienza cristiana, il contenuto che la tradizione classica gli attribuiva.
Il percorso che qui viene proposto intende verificare la particolare declinazione delle relazioni interpersonali che hanno arricchito la vita del vescovo d'Ippona. La scelta è stata tuttavia di privilegiare i testi rispetto all'ambizione di una ricostruzione della sua teoria dell'amicizia e delle sue definizioni. Per questo, al lettore è affidata la fatica e la bellezza di accostare direttamente le pagine agostiniane, seppure delicatamente guidato e accompagnato da brevi introduzioni e da un sobrio apparato di note, attraverso i quali è facile cogliere qualche ipotesi interpretativa.