Privato è una resa dei conti in forma di romanzo: tenera e spietata, fatta di verità e di sentimenti, di personaggi ed emozioni.
È un dialogo violento e amoroso della protagonista-narratrice con la propria madre, che l'ha fatta nascere in un mondo dove è stato possibile l'orrore di Auschwitz. È un confronto con la fede degli avi, quella che la madre incarnava con forza, quella che è assurdamente, orribilmente diventata una colpa. È la partita sempre aperta tra la Storia e la vicenda di una sopravvissuta al cospetto della Storia. È la conversazione impossibile con il fratello Ödön, che non ha mai voluto parlare del proprio passato e della morte del padre, nei campi. È una resa dei conti che attraversa l'Europa: dall'Italia, dove vive la narratrice di Privato, alla Germania, ovvero il passato che non riesce a passare. Si spinge verso Israele, con il sogno di una nuova patria e un futuro che non può mantenere le promesse. E giunge fino in Brasile, rifugio per un lontano esilio.
In questo dialogo tra passato e presente emergono figure emblematiche. Non solo la madre, morta all'ingresso nel Lager, e il fratello Ödön, scomparso alla fine di una vita di emigrazione in Sudamerica, ma la sorella sopravvissuta, l'amico scrittore, i vicini di casa dell'infanzia, il marito italiano: testimoni ognuno della propria esperienza, compresenti nel confronto continuo con la memoria.
Edith Bruck, di origine ungherese, è nata in una povera, numerosa famiglia ebrea. Nel 1944, poco più che bambina, il suo primo viaggio la porta nel ghetto del capoluogo e di lì ad Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen… Sopravvissuta alle deportazione, dopo anni di pellegrinaggio, approda definitivamente in Italia, adottandone la lingua.
Nel 1959 esce il suo primo libro Chi ti ama così, un'autobiografia che ha per tappe l'infanzia in riva al Tibisco e la Germania dei Lager. Nel 1962 pubblica il volume di racconti Andremo in città, da cui il marito Nelo Risi trae l'omonimo film.
È autrice di poesia e di romanzi come Le sacre nozze (1969), Lettera alla madre (1988), Nuda proprietà (1993) e Lettera da Francoforte (2004). Nelle sue opere il più delle volte ha reso testimonianza dell'evento nero del XX secolo. Nella lunga carriera ha ricevuto diversi premi letterari ed è stata tradotta in più lingue.
La cucina è invasa dal profumo del caramello e delle mandorle tostate. Val e Lilly ce l'hanno quasi fatta. Basta aggiungere l'ultimo ingrediente, raro e segreto, ed ecco che i cioccolatini sono pronti, perfetti per addolcire un primo appuntamento, stuzzicare un bacio o suggellare un'amicizia. Proprio come quella tra Val e Lilly, amiche per la pelle fin da bambine, eppure così diverse. La prima, seria e timida, da sempre soffocata da una famiglia opprimente, e la seconda, estroversa e sicura di sé, che vive all'ombra di una madre bellissima e di un padre distante. Opposte, ma unite dalla comune passione per la cucina, che le accompagna sin dalla nascita della loro amicizia. Una unione forte e salda, fatta di ricette speciali per ogni occasione. Torta ai mirtilli per condividere speranze e delusioni, latte all'amaretto tiepido per festeggiare e fare pace, scorze d'arancia candite per costruire sogni e demolire illusioni, e gelato alla cannella per sussurrarsi i loro più grandi segreti. Ma c'è un segreto di cui nessuna delle due è a conoscenza. Una menzogna insopportabile che aleggia inconfessata tra le loro famiglie e con il tempo si farà sempre più insostenibile, fino a dividerle per sempre, imprigionandole in un silenzio duro come la pietra. Ma adesso forse qualcosa può essere salvato. Recuperare è ancora possibile. Per farlo, Val e Lilly devono mettersi di nuovo alla prova. Devono trovare la ricetta mancante, scoprire la verità su ciò che le ha divise così a lungo. E decidere se potrà rovinare per sempre la loro amicizia o farla rinascere. Più grande e più forte di prima.
Il club delle ricette segrete ha una storia editoriale strepitosa. Stampato in proprio dalle autrici, in pochissime settimane è andato esaurito grazie al forte sostegno dei librai, al passaparola dei lettori e della rete e all'entusiasmo della stampa americana. Ora, pubblicato ufficialmente da una delle più importanti case editrici americane, è un bestseller assoluto, che ha addirittura stimolato la formazione di gruppi di lettura e di cucina dediti esclusivamente alla discussione del libro.
Una storia di amicizia e tradimento, forza e speranza, menzogna e redenzione che sancisce il potere eterno della magia del cibo e dell'amore.
Alfabeti è un viaggio tra i libri e nella letteratura – o meglio, uno dei mille possibili viaggi alla scoperta dei libri, dei loro autori e di noi stessi. Il percorso inizia dalle letture d'infanzia e d'adolescenza, da quei libri fondanti che contagiano il piacere della lettura, dando il sapore del racconto e dell'avventura, aprendo alla scoperta del mondo.
In Alfabeti ci sono i libri che ci hanno formato, che ci hanno ferito e insieme hanno saputo curare la ferita. I libri che permettono di conoscere e ordinare il mondo e quelli che ne svelano il caos travolgente e distruttore, l'incanto e insieme l'orrore. I libri che fanno balenare la salvezza e quelli che si affacciano sul nulla. Soprattutto quelli che allargano i confini della letteratura e rimandano aldilà di essa.
Alfabeti coglie le contraddizioni talora tragiche della letteratura e dei suoi autori, capaci di far capire a tutti cosa sia l'umanità ma anche di violarla colpevolmente. Anche per questo il percorso si conclude con un'appassionata e lucida riflessione sul rapporto della letteratura con l'etica e con la politica, riflessione che mette in luce contemporaneamente la necessità dell'impegno e l'altrettanto necessaria irresponsabilità della poesia.
Siviglia, 1755. È il giorno di Ognissanti. L'oscurità della cattedrale è scalfita dalla flebile luce che filtra dalle vetrate. Si sta celebrando la messa in onore dei defunti. D'un tratto il silenzio della preghiera viene spezzato dal suono impazzito delle campane della torre della Giralda. Un rumore assordante si impossessa della chiesa e tutto inizia a tremare. È uno dei terremoti più violenti che la città ricordi. Poi, dopo un momento che pare un'eternità, tutto si ferma. Doña Julia, proprietaria della stamperia più importante di Siviglia, riapre gli occhi: è rimasta illesa. Tra le grida della gente, trova la via d'uscita e fugge tra le braccia di León de Montenegro, l'affascinante apprendista che viene da Malta. Julia non ha più dubbi: lo sposerà, nonostante l'opposizione della famiglia. Ma unirsi a lui è molto pericoloso. León nasconde più di un segreto. L'uomo, che fa parte dell'antichissimo ordine cavalleresco degli Ospedalieri, è a Siviglia con una missione di vitale importanza: ritrovare un prezioso documento contenente la soluzione di un mistero che potrebbe sconvolgere l'intera città. Le carte, risalenti al tredicesimo secolo, stabiliscono le regole di una sfida a scacchi tra i sovrani cattolici e quelli musulmani, una sfida dimenticata ma ancora valida. Molti sono disposti versare sangue pur di ritrovarle. Perché, nonostante siano passati cinquecento anni dalla presa cattolica di Siviglia, gli equilibri tra Oriente e Occidente sono ancora molto fragili. Gli indizi sono disseminati ovunque, dai minareti della Terra Santa ai monasteri di Malta, fino agli arabeschi della Giralda e alle misteriose pietre della cattedrale di Siviglia. Sarà qui che si giocherà l'ultima decisiva partita, una battaglia senza esclusione di colpi in cui ogni minima mossa potrà segnare il destino di un popolo.
Un grande romanzo, che intreccia in maniera magistrale una trama piena di suspense e colpi di scena a una perfetta documentazione storica. Ha incantato e sorpreso i librai e i lettori spagnoli, e pochi giorni dopo la pubblicazione si è rivelato un enorme successo, diventando il bestseller della stagione. Nerea Riesco racconta una storia potente d'amore e d'avventura, sullo sfondo dello scontro tra la civiltà cristiana e quella musulmana, agli albori del pensiero moderno razionalista che cambiò il volto dell'intera Europa.
Quella di Waris Dirie è una testimonianza straordinaria. La sua vita, ricca di momenti dolorosi ma anche di grandi felicità e successi, insieme avventurosa ed esemplare, l'ha portata dai deserti africani all'esclusivo mondo delle top model.
È nata in un villaggio della Somalia, ma nessuno, nella sua famiglia di nomadi con dodici figli, annotò la data della sua nascita. Quando aveva più o meno cinque anni, suo padre decise che era giunto il tempo di infibularla: le pagine in cui Waris ricorda oggi quella mutilazione atroce sono assolutamente strazianti. Appena tredicenne suo padre la vendette per cinque cammelli a un uomo di sessant'anni. Waris non accettò quel destino, fuggì da una zia a Mogadiscio, e poi a Londra, nella residenza di uno zio ambasciatore, come cameriera, a lavorare 18 ore al giorno 7 giorni su 7. Sempre meglio di quello che l'aspettava in patria, pensava. Così, quando lo zio, concluso il suo mandato, fu richiamato in Somalia, decise di restare in Inghilterra. Sola, iniziò a guadagnarsi da vivere lavando i pavimenti da McDonald's. Analfabeta, si iscrisse a una scuola serale.
Finché un giorno un fotografo la convinse a posare. All'improvviso, come nelle favole, il suo destino cambiò. Iniziò una fortunatissima carriera di fotomodella che la portò sul Calendario Pirelli e nelle campagne pubblicitarie della Revlon. Ma nonostante il successo ottenuto Waris Dirie non ha mai dimenticato le sofferenze che ha patito, e quelle che hanno patito e patiscono milioni di donne in tutto il mondo. Con grande coraggio ha raccontato la propria storia, il suo segreto più intimo, in un'intervista da cui è iniziata la battaglia che sta combattendo ancora oggi con fortissimo impegno in difesa di tutte le donne che hanno vissuto e vivranno la sua esperienza. Oggi Waris Dirie è il portavoce ufficiale di Face to Face, la campagna dell'ONU contro le mutilazioni genitali femminili.
La biografia attenta e documentata che Alexander Stille ha dedicato a Silvio Berlusconi è stata subito accolta come il libro che finalmente ci fa capire i trionfi del «Cavalier Miracolo». Da Giuliano Ferrara a Romano Prodi, alle maggiori testate italiane ed estere, tutti hanno preso spunto da questo saggio per capire le ragioni di un successo imprenditoriale, politico e mediatico che dura da decenni.
Stille è il giornalista statunitense che più si è occupato dell'Italia in questi anni, Il Cavalier Miracolo è un'inchiesta approfondita, condotta secondo il modello del miglior giornalismo anglosassone, ma anche un avvincente racconto. Silvio Berlusconi, con le sue luci e le sue ombre, le sue virtù e i suoi difetti, è anche l'eroe di uno straordinario romanzo popolare. Intorno alla sua figura, ruota uno dei grandi enigmi della politica contemporanea: che cosa può accadere alla democrazia nell'era dei grandi conglomerati dell'informazione, delle enormi fortune personali, delle vertiginose ambizioni?
In questa nuova edizione ampliata e aggiornata, Stille racconta le vicende mediatiche e giudiziarie di questo libro, un tassello utile per capire l'equilibrio dei media nel nostro paese e come si possono usare le aule di tribunale per intimidire le voci scomode. Soprattutto racconta gli ultimi anni dell'Italia berlusconiana, con gli exploit sessuali e le vittorie elettorali, l'impotenza della sinistra e lo stallo della società civile, il «caso Mills» e le ingerenze sulla Rai, le leggi ad personam e il declino del paese. Ma dietro all'attualità e agli scandali da prima pagina, ci insegna Stille, si muovono forze più profonde, che è necessario interpretare e conoscere.
«Ora vi saluto perché torno a leggere il fantastico libro di Alex Stille.»
Giuliano Ferrara, «Il Foglio»
«Molto chiaro, molto preciso, molto fattuale e perfino esaustivo... Non è un libro contro Berlusconi. L'autore non lo odia, né lo sopravvaluta, né lo disprezza, tanto meno si lascia ipnotizzare. Alexander Stille comprende che nessuno altro personaggio incarna come il Cavaliere le grandi rivoluzioni della post-modernità, la potenza della comunicazione, l'impeto dei consumi. » Filippo Ceccarelli, «la Repubblica»
«Un libro serio. Che non riduce tutto a macchietta. E che prova a leggere la vicenda come il paradigma di alcune tendenze delle democrazie di oggi e di domani.»
Fabrizio Forquet, «Il Sole-24 Ore»
«Dà atto a Berlusconi di aver rivoluzionato la nostra società, svecchiandola e introducendo valori nuovi.» Gaspare Di Sclafani, «Libero»
«Belusconi appare come lo descrive Stille: un fenomeno di populismo mediatico-plutocratico con ripercussioni serie sui caratteri della “buona” democrazia.»
Michele Salvati, «Corriere della Sera»
«Stille ci ha avvertito: quel che sta avvenendo in Italia si può ripetere altrove.»
Furio Colombo, «Corriere della Sera»
Stille scrive che Berlusconi si è creato un elettorato con le sue emittenti.
«Proprio così. È questa la caratteristica postdemocratica di Berlusconi, convincere la gente non solo parlando di politica ma soprattutto non parlando di politica.»
Romano Prodi, «Die Zeit»
Parigi. Nel parcheggio sotterraneo di una casa di cura, le fioche luci al neon illuminano il corpo orribilmente dilaniato di Marion Cantelau, un'infermiera. Intorno al cadavere fatto a pezzi, impronte di mani e piedi nudi. Sulle pareti, vergati con sangue misto a polvere d'ocra, disegni simili a graffiti preistorici. Jeanne Korowa, giovane giudice istruttore di Nanterre, non dovrebbe nemmeno trovarsi lì, vi è capitata per caso, solo per aiutare il suo amico e collega François Taine. Eppure la scena del delitto le è tristemente familiare e risveglia un dolore sconvolgente: la morte della sorella, uccisa nello stesso modo. E quella di molte altre donne, assassinate come lei. Un macabro rituale, perpetrato più e più volte nel corso degli anni. Per questo non può fare a meno di gettarsi a capofitto in un'indagine parallela. Un'indagine illegale e molto pericolosa, visto che il numero delle vittime continua a salire. Tutte donne, tutte collegate in qualche modo allo studio di uno psicoanalista, Antoine Féraud, e a un suo giovane e psicotico paziente. Jeanne è più che mai determinata a seguire fino in fondo questa pista, un sentiero accidentato di sangue e paura che la conduce fino in Nicaragua, Guatemala, nelle paludi argentine e infine a Campo Alegre, nella terrificante Foresta delle Anime. Un luogo dove i misteri di un'antica civiltà gettano un'ombra crudele e inquietante su tutti coloro che vi si avventurano. E quando Jeanne Korowa lo capisce, forse è ormai troppo tardi…
Jean Christophe Grangé è l'autore di thriller più amato dai francesi. Tradotti in trenta lingue, i suoi romanzi sono i più attesi dell'anno e scalano immancabilmente tutte le classifiche. L'istinto del sangue, il nuovo bestseller che in soli due mesi ha esaurito le 300.000 copie della prima tiratura, ha immediatamente sedotto lettori e critica per la tensione che riesce a infondere nelle vene di tutti coloro che si immergono nell'oscura profondità delle sue atmosfere. Una storia che conduce fino alle motivazioni che rendono l'uomo l'unica specie in grado di uccidere per il piacere di farlo, fino alle origini del male assoluto.
«I titoli dei film, gli anni in cui sono stati realizzati, i nomi dei registi, l'essenza stessa degli Academy Awards, sono fuggitivi e condannati all'impermanenza più totale, all'oblìo, al fondu al nero. In questo libro spero si parli di film e di registi che fuggono in avanti.»
Bernardo Bertolucci
La mia magnifica ossessione è, nelle parole di Bernardo Bertolucci, «il libro che non sapevo di avere scritto»: dove parla dei suoi film e di quelli che lo hanno più segnato, e dove sfilano i suoi maestri, i suoi amici, i suoi compagni di viaggio. Nell'arco di oltre quarant'anni, in maniera apparentemente frammentaria e tuttavia con una profonda coerenza, quando era necessario far sentire la propria voce, Bertolucci ha continuato a scrivere e a intervenire, con la sua lucidità, il suo amore per il cinema, la sua passione civile ed etica.
Grazie alla cura di Fabio Francione e Piero Spila, La mia magnifica ossessione permette di ripercorrere, in una carrellata «in soggettiva», l'avventura creativa di un maestro del cinema: in primo luogo attraverso quello che lo stesso autore racconta dei suoi film e delle occasioni che li hanno fatti nascere, dagli esordi con La commare secca e Prima della rivoluzione, al grande scandalo e al rogo per Ultimo tango a Parigi, fino ai successi internazionali di Novecento, L'ultimo imperatore, Il tè nel deserto e Piccolo Buddha, e ancora ai più recenti, L'assedio e The Dreamers.
La mia magnifica ossessione è anche una sorta di autobiografia. Parte dagli anni della formazione, con i ricordi del padre poeta Attilio, di Pasolini (di cui fu amico e aiuto regista), di Moravia. Ci racconta degli incontri, dei viaggi, delle esperienze. Ci presenta i film e i registi più amati, da Chaplin a Ophüls, da Godard a Bresson, da Renoir a Bergman e Antonioni.
Rivive così in queste pagine quella che Martin Scorsese ha definito, con efficace semplicità, «l'emozione Bertolucci»: la stessa emozione che abbiamo provato di fronte ai suoi capolavori, l'attenzione all'inesauribile teatro della vita ma anche la vertigine dell'immaginario, l'utopia dei generosi sognatori di The Dreamers ma anche la nostalgia del «mondo che non tornerà più» di Prima della rivoluzione.
Benedetto XVI si presenta come una della rarissime autorità morali del mondo contemporaneo. Non parla soltanto a nome della Chiesa cattolica, ma si pone come coscienza morale dell'umanità: il suo giudizio vuole essere vincolante per tutti che si tratti della democrazia, della ragione e dell'illuminismo, oppure delle scienze naturali e dell'evoluzione, del nazionalsocialismo e dell'Olocausto, del rapporto tra Occidente e islam, dell'omosessualità, del ruolo della donna e del corretto utilizzo dei preservativi. Le affermazioni pubbliche di papa Ratzinger su argomenti così disparati hanno spesso suscitato accesi dibattiti. Alan Posener ha esaminato - partendo dalle fonti - le prese di posizione del pontefice in questi anni. Emerge con evidenza il suo netto giudizio sulla modernità, e il desiderio di abbandonare tutto ciò che fa della società occidentale moderna, pur con tutte le sue imperfezioni, quella più attraente e degna di essere vissuta che il nostro pianeta abbia conosciuto finora. Un libro polemico, anche quando affronta il delicato tema della pedofilia dei preti. Rappresenta tuttavia un tentativo serio e documentato di illustrare le attuali posizioni del Vaticano e la visione del mondo di Joseph Ratzinger, il teologo conciliare progressista divenuto avversatore reazionario del Concilio, il severo prefetto della Congregazione per la dottrina della fede divenuto papa, con il compito di succedere a Giovanni Paolo II e portare la Chiesa cattolica nel terzo millennio.
1° gennaio 1900. Il primo giorno del secolo non è mai come gli altri, men che meno a Tacuarembo, minuscolo villaggio del Sudamerica. La folla è radunata intorno all'albero più grande del paese e non crede ai propri occhi: la piccola Pajarita è tornata. Rifiutata dal padre, era scomparsa pochi mesi dopo la nascita e l'avevano data per morta. Eppure ora è lì, in cima, appollaiata sopra un ramo sottile. Ha un anno ormai e negli occhi grandi, neri e vivaci, ha la stessa luce di quando è nata. Per alcuni si tratta di un miracolo, per altri è una strega, ma una cosa è certa: d'ora in poi per tutti Pajarita sarà «la bambina nata due volte», una ragazzina circondata di mistero, con un talento speciale per curare con le erbe.
Un dono prezioso che anni dopo, ormai donna fiera e determinata, le permette di sopravvivere a Montevideo sola contro tutti, insieme ai propri bambini. Ma la figlia Eva, fragile e tremendamente testarda, non si accontenta di sopravvivere. Vuole realizzare un sogno, diventare poetessa. E per farlo fugge verso le luci di Buenos Aires, la città che scintilla delle promesse di Evita Perón. Eppure quelle luci rischiano di diventare solo un terribile abbaglio. E mentre i fermenti rivoluzionari attraversano con forza tutto il continente, spetta a Salomé, l'ultima discendente, restituire alle donne della sua famiglia e del suo paese quello che si meritano. Lo potrà fare solo lottando e ribellandosi, a costo, forse, di sacrificare il suo bene più grande.
Dalle lussureggianti e incantate colline di Rio de Janeiro ai vicoli oscuri di Montevideo, dalle strade scintillanti di Buenos Aires fino alle piazze rivoluzionarie di Cuba, la storia di tre generazioni di donne indimenticabili intrecciata magnificamente al destino di un continente in continua lotta.
Acclamato dalla critica e premiato dal pubblico, che ha salutato l'autrice come la nuova stella della letteratura, La bambina nata due volte si è imposto nelle classifiche di tutta l'America diventando uno dei libri più consigliati dai librai. Una storia di amore e peccato, sacrificio e redenzione, che esplora la potenza delle radici, la forza e la determinazione di tre donne unite dalla volontà di sopravvivere anche nelle peggiori circostanze e da un unico destino.