
Gesù in sinagoga è un testo innovativo perché offre una ricchissima presentazione di voci ebraiche – e un confronto con esse alla ricerca del cuore teologico di un possibile dialogo ebraico-cristiano – su Yehoshùa ha-Nozri, Gesù di Nazaret, secondo le ricerche condotte da studiosi e pensatori nel corso del Novecento e agli inizi del nuovo millennio, a fronte della domanda essenziale che Gesù pose storicamente fin dall’inizio anzitutto al suo popolo: “Chi sono io, per voi?”. A tale dilemma corrispose di fatto una duplice risposta, che lacerò la comunità ebraica: una parte di essa lo accolse come l’Atteso, l’altra lo rifiutò, pur lasciandosi seriamente interpellare dalla sua persona.
In queste pagine incontriamo il frutto di un rigoroso impegno intellettuale che ha prodotto, in ambito ebraico, molteplici e anche discordanti approcci al “mistero” di Gesù di Nazareth, il figlio di Israele che ha saputo interrogare la coscienza di molti e in ogni epoca.
Il lettore non ebreo potrà indagare personalmente su “chi sia Gesù” collocando la sua persona all’interno della storia e della cultura del popolo ebraico e, in particolare, il cristiano troverà in questi studi un motivo profondo di riflessione sulla propria fede in Gesù. In ambito ecclesiale, l’approfondimento del mistero di Cristo, indissolubilmente congiunto con quello di Israele, assume una valenza spirituale primaria nella ricerca dell’unità delle chiese. Quanto a chi non si riconosce in alcuna confessione religiosa, le tante voci ebraiche riportate e discusse nel testo offrono l’occasione preziosa per proseguire nella libera ricerca di una propria “cristologia”.
A ogni modo, sullo sfondo e al centro dello sviluppo di questo libro sta l’invito rivolto alle tradizioni ebraica e cristiana «a smettere di percepirsi come isole identitarie e a porsi invece alla ricerca di sorgenti comuni della fede e della storia delle fedi».
L'ultimo libro del giornalista e regista Gilberto Squizzato, con il suo inedito ruolo di "teologo di frontiera", ci propone un'indagine storica rigorosa e allo stesso tempo affascinante alla ricerca del Gesù reale. L'indagine si avvale delle acquisizioni - anche recentissime - di decine di studi storici, biblici, filologici e archeologici, e anche da parte della antropologia e della psicanalisi. L'Autore compie un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo della Galilea e della Giudea del I secolo, da cui emerge la vicenda di Gesù, occupandosi non solo di religione, ma anche di politica, cultura, economia, commerci. In tal modo il lettore può conoscere l'Israele reale dei secoli che precedettero l'avvento dell'uomo di Nazareth, la storia collettiva di un popolo di cui si nutrì l'azione e la parola di Gesù. Tramite le pagine di questo libro, che si legge come una vera e propria inchiesta giornalistica, è possibile avvicinarsi a un Gesù di Nazareth molto più umano di quanto si crede, molto più determinato e politicamente combattivo: un autentico sovversivo che propone ai suoi conterranei quella che oggi chiameremmo un'autentica "rivoluzione antropologica" alla quale lui stesso perviene grazie a una lunga, laboriosa "conversione" che costituisce appunto il titolo e il tema centrale dell'opera.
Il libro postumo del teologo Carlo Molari presenta e commenta tre documenti fondamentali del magistero di papa Francesco: l'esortazione apostolica "Evangelii gaudium", l'enciclica "Laudato si'" e l'esortazione apostolica postsinodale "Amoris laetitia", che l'Autore approfondisce nell'orizzonte evolutivo e relazionale del suo insegnamento, con grande minuziosità e sempre con un invito alla introspezione e alla meditazione. Dalla lettura complessiva dell'opera appaiono diversi punti di contatto tra il pensiero di papa Francesco e quello di don Molari, particolarmente significativi perché riguardano sia la prospettiva teologica che quella pastorale, risolvendosi nelle sue linee essenziali in una convergente, unitaria prospettiva di vita spirituale e di fede per il cammino del cristiano oggi. Troviamo un esempio, tra i molti, nell'Evangelii Gaudium quando si afferma che «i cittadini vivono in tensione tra la congiuntura del momento e la luce del tempo, dell'orizzonte più grande, dell'utopia che ci apre al futuro come causa finale che attrae», e Molari dal lato suo risponde: «Il traguardo è diventare figli di Dio, sviluppare la dimensione spirituale e la capacità di amare; come fare per raggiungerlo è meno importante e non è predeterminato, non è imposto da Dio, ma è lasciato ai meccanismi interni della natura stessa». Con questa ed altre inattese riflessioni e pillole di crescita e approfondimento degli scritti di papa Francesco, tutto il libro si svolge con incalzante spiritualità e precisione teologica.
In questa importante opera teologica, John Hick auspica una reinterpretazione della divinità di Gesù alla luce della moderna critica biblica e della nostra crescente consapevolezza della diversità religiosa. Secondo Hick, "la definizione nicena di Dio-Figlio-incarnato è solo un modo di concettualizzare la signoria di Gesù, quello adottato dal mondo greco-romano di cui siamo eredi"; tuttavia, "nella nuova era di ecumenismo mondiale in cui siamo entrati è opportuno che i cristiani prendano coscienza del carattere sia facoltativo sia mitologico di questo linguaggio tradizionale". Il testo di Hick è imprescindibile per chiunque voglia affrontare questo tema in modo diretto e onesto: per i cristiani praticanti e per il gruppo, molto più grande, di coloro che hanno lasciato le chiese o che non ne sono mai stati attratti, ma che nondimeno sono interessati sinceramente alle questioni religiose. Leggere questo libro permette inoltre di ricordare i 1700 anni dal concilio di Nicea in modo non puramente celebrativo.
Nel contesto attuale di abbandono di massa delle forme religiose tradizionali, emerge tuttavia in modo sempre più forte il bisogno di approfondire e coltivare la fede e la spiritualità. A chi è in ricerca è importante quindi proporre "maestri della via" che sappiano indicare direzioni e tracce e che siano affidabili e autentici. A questo scopo viene incontro questa presentazione rigorosa e innovativa della vicenda di Etty Hillesum, e dei temi presenti nel suo celebre Diario. La Hillesum fu una presenza luminosa da annoverare nella schiera dei grandi maestri spirituali, per la sostanza e la forma della sua testimonianza, fiorita fuori da steccati confessionali e scaturita non da una dottrina o da un'indagine su Dio, ma da una inattesa relazione viva con Lui, pur nel centro di quel dramma smisurato che è stata la Shoah. La peculiarità del suo cammino laico la fa sentire vicina e consente di rispondere all'esigenza sempre più diffusa di una "spiritualità laica", al fine di poter "vivere e respirare con l'anima" perché l'essere umano possa realizzare la sua natura più profonda. Postfazione di Marco Vannini.
Il libro del teologo Battista Borsato affronta un tema cruciale, oggi: l' "al di là", la "vita dopo la morte", la "sopravvivenza della nostra identità", interrogando grandi autori, filosofi e teologi, citati e commentati scrupolosamente. Sono le grandi domande sulle "cose ultime" (eschata) nella consapevolezza che le risposte che ancora troviamo nei catechismi sono "gravate dalle problematiche del passato" e vanno dunque alleggerite e riportate al Vangelo così come alla ragione e al cuore dell'essere umano. "Perché non pensare all'al di là come il compimento dell'al di qua? Più si realizza in questa esistenza la fraternità, la giustizia e la gioia, più si vive e si annuncia l'al di là. Più questa vita è stata segnata dalla qualità di scelte e di comportamenti, più vi sarà pienezza nel mondo futuro. Sono due mondi non alternativi, ma correlati." Prefazione di Luigi Accattoli.
Il libro di p. Alberto Carrara dopo In cammino con San Luca. Esercizi spirituali ignaziani sulla preghiera e la misericordia. Gli Esercizi spirituali sono la possibilità di capire nel profondo quale visione abbiamo di "Dio" o "dio" e del mondo e quali conseguenze tale cosmo-visione susciti nella nostra quotidianità. Questo volume è dedicato all'esperienza degli Esercizi ignaziani col Vangelo di San Matteo, per ordinare il cuore e purificare lo sguardo. Il tema del "cammino" è visto attraverso due domande bibliche: "Dove sei?" e "Qual è il tuo nome?" e secondo un approccio insieme filosofico, teologico e spirituale. Dio rivolge queste domande non perché non ne conosca la risposta, ma per coinvolgerci nel dinamismo: entra in te stesso, conosciti per conoscere Colui che ti ha creato... C'è una grande tematica che unifica l'intero Vangelo di Matteo: la logica del Padre.
Continua la riflessione dell'Autore sul rapporto amorevole di Dio con l'umanità e, in modo ancor più profondo, sulla Misericordia che è al cuore della fede cristiana. Una certa religiosità ha inculcato l'idea che bisogna cambiare vita per incontrare Dio. Bisogna migliorarsi, sforzarsi per godere della Sua presenza. Invece, il vangelo annuncia che l'incontro con il Rabbi di Nazareth opera una trasformazione radicale. Tutti i personaggi dei vangeli, e in particolare i sette raccontati nel libro, dopo averlo incontrato cambieranno vita, non prima. Questi uomini e queste donne hanno fatto esperienza della grande novità portata da Gesù: l'essere umano non deve essere puro per avvicinarsi a Dio, ma è l'incontro con Lui che lo rende puro.
Le religioni sul tema della Resurrezione hanno dato nel corso della storia le loro risposte, il cristianesimo ha centrato il suo messaggio di salvezza sulla Resurrezione di Gesù di Nazareth e sulla promessa di una "vita eterna". A fronte oggi di un momento storico straordinario, un cambiamento d'epoca, e della crisi di vecchi paradigmi e della nascita di nuove prospettive, nel libro uomini e donne di scienza, teologia e spiritualità propongono nuovi punti di vista sulla Resurrezione e sul senso della vita e della morte. In particolare sono affrontati in relazione: ai vangeli e all'esperienza di Gesù di Nazareth riconosciuto come il Vivente (Annamaria Corallo e Luciano Locatelli); all'interpretazione della secolare tradizione religiosa cristiana (Paolo Gamberini); alla più avanzata ricerca scientifica legata alla fisica quantistica (Federico Faggin); all'esperienza profonda dei mistici (Paolo Scquizzato). Poiché "Resurrezione è un'altra parola per indicare il cambiamento e la trasformazione in cui giunge la vita con/dopo la morte. La vita non è tolta, ma è trasformata. La scienza ci sta ora dando un linguaggio molto utile per ciò che la religione aveva già intuito e immaginato".
La crisi, la malattia e ciò che ci arriva inatteso e negativo, è un'occasione fondamentale per una comprensione più grande su di noi, sulla trasformazione che ci attende e che ci indica anche un sentiero migliore da percorrere. L'autrice rivendica che la fiducia nella dimensione benigna della vita non è fondata sulla fede in se stessi o in qualcuno di superiore, ma sull'esperienza di vita, senza sconti o nascondimenti di fronte a malattie e difficoltà. Anche il momento faticoso di oggi la porta semplicemente a concludere che sono proprio i tempi bui quelli in cui si può risplendere di più. Una rivoluzione ci attende ogni giorno. Dalla Prefazione di Antonia Tronti: "La spiritualità è dentro la vita quotidiana": davvero questa evidenza emerge intensa non solo da una riga del testo di Sara Ongaro, ma da ogni pagina. Un testo che scaturisce dalla "pratica" del vivere. La quale sembra aver insegnato all'Autrice innanzitutto una postura, che emerge fin dal primo scritto e permane fino alla fine: "stare immobili, rilassati, in equilibrio, con calma totale, radici salde". E proprio il partire da tale postura le permette di suggerirci degli atti concreti che proprio da lì scaturiscono e che sono contemporaneamente "mistici" e "politici", operando su un piano profondo e sottile della realtà. L'Autrice infatti ci parla di quanto accade al nostro interno, ma continua anche a ricordarci che siamo un tutt'uno con un universo che ci avvolge e che tutto registra e rimanda. Un organismo sensibile, per il quale certi atti, provenienti appunto da quello "stare immobili, rilassati, in equilibrio, con calma totale, radici salde", risultano essere potentissimi.