
Negli ultimi anni, in seguito all'esplosione del fenomeno della Corporate Social Responsibility (CSR), si è assistito ad un incremento delle collaborazioni tra imprese e organizzazioni non profit. Per l'impresa, infatti, lo sviluppo di alleanze con il settore non profit rappresenta, nell'ambito della CSR, uno strumento strategico importante che può contribuire alla creazione del benessere sociale e, contestualmente, generare un incremento del valore d'impresa, tramite il consolidamento delle risorse immateriali. La prima parte del volume analizza i fattori che hanno contribuito alla diffusione del fenomeno della responsabilità sociale d'impresa e i principali filoni di ricerca sul tema. Nella seconda parte viene proposta una tassonomia delle possibili forme di collaborazione tra imprese e organizzazioni non profit e, nell'ambito specifico della alleanze di marketing, viene presentato un modello che ne descrive le fasi, le variabili e i fattori critici di successo. In particolare, sono analizzate le variabili di due forme specifiche di collaborazione: il cause related marketing e la sponsorizzazione sociale. In conclusione, vengono illustrati due casi di partnership strategiche di successo realizzate da Industrie Cartarie Tronchetti (con il marchio Foxy) e da Ikea a supporto dell'Unicef.
Il volume intende fornire alcune indicazioni per applicare le tecniche e le strategie della comunicazione nell'ambito del management sportivo. La gestione di un'impresa dedicata allo sport richiede in primo luogo l'assunzione della cultura della comunicazione quale valore strategico al sevizio della promozione e della valorizzazione del fenomeno sportivo nel suo complesso: dal ruolo sociale che assume nei processi di trasmissione valoriale e culturale di una popolazione allo sviluppo di modelli di pratica e di fruizione, fino alle dinamiche di gestione dei rapporti con i tifosi e con la società civile nel suo complesso, ma anche con istituzioni, enti pubblici e imprese presenti sul territorio, con la Federazione e altre società sportive. In Italia, il management sportivo è una realtà ancora estremamente sottodimensionata e riservata quasi esclusivamente alle grandi società. Basti pensare che, secondo il censimento effettuato a livello europeo da Eurostat nel 2006, la quota di manager rappresenta nel nostro Paese appena il 10% delle professionalità che operano nel settore sportivo.
Il libro intende chiarificare il ruolo professionale del servizio sociale, che si è sempre mosso in campi interdisciplinari, senza assumere una caratterizzazione precisa. L'autore cerca di definire organicamente il quadro delle competenze tecniche e metodologiche di tale professione di aiuto, distinguendola con accortezza (anche dal punto di vista metodologico) dall'intervento di altre figure professionali (lo psicologo, lo psichiatra, lo psicoterapeuta); mette ben in rilievo quali siano i limiti dell'attuale forma di welfare fondato sul concetto di "bisogno" e quali invece possano essere gli sviluppi di una professione di aiuto, fondata sui concetti di agency e di capabilities, che riesca a svincolarsi dal ruolo burocratico.
Il dato più rilevante del nostro tempo è lo scarto tra il dominio tecnico sul mondo esterno che l'uomo ha raggiunto e la scarsa familiarità ch'egli ha con quello interno. Al di là della consapevolezza di avere un io, poche persone sono in grado di interrogarsi sulla natura umana, sul cervello, sull'uso che se ne fa e che, nel corso del tempo, ne è stato fatto, da tutte le generazioni che si sono succedute, producendo la cultura (materiale e spirituale), la storia e l'organizzazione sociale. Questo limite ha una causa specifica. Il patrimonio di sapere accumulato dalle scienze umane e sociali - neurobiologia, psicologia, psicoanalisi, sociologia, economia, storia delle mentalità, antropologia culturale, ecc. -, con il suo carico di verità, intuizioni e contraddizioni, è praticamente riservato agli specialisti. Ritenendo che questa lacuna vada urgentemente colmata, per rimediare ad un disagio psicologico che va assumendo una configurazione epidemica, l'autore ha scritto un saggio che, con un linguaggio accessibile e uno stile accattivante, sintetizza ciò che di quelle scienze si può ritenere indispensabile per avviare una programmazione sociale e culturale che dia ad ogni individuo gli strumenti minimali per riflettere non già solo sull'esperienza personale ma sulla condizione umana cui essa appartiene.
Patti Lateranensi 1929: viene soppresso il Regio Economato e il papa ne annuncia la scomparsa con toni trionfalistici. Questo istituto, ormai quasi dimenticato, aveva origini che risalivano al tardo Medioevo ed era stato eretto per limitare sia le ingerenze della Chiesa negli affari di Stato sia le giurisdizioni temporali ecclesiastiche all'interno dei propri confini. Nello Stato di Milano tale istituto durante il dominio spagnolo continuò ad evolversi e a modificarsi, in modo da rispondere alle sempre nuove esigenze ed emergenze sociali, politiche e belliche. In questo modo esso, tra il '500 e il '600, riuscì a adattarsi alle trasformazioni della società in cui operava e in età moderna ebbe un ruolo di rilievo nell'affermazione del primato dello Stato nella società civile. Uffici similari erano sorti in tutta Europa e in buona parte degli antichi stati italiani; tuttavia quello operante nel ducato di Milano, dopo accurate indagini degli ufficiali sabaudi, risultò essere tra tutti quello più efficiente e di conseguenza nel XVIII secolo esso venne adottato dal regno di Sardegna e, poi, d'Italia.
Un disegno non è sempre solo un disegno, spesso rappresenta il bisogno che ognuno ha di normalizzare la sua realtà. Il disegno permette di uscire fuori dal foglio, di raccontare, di esprimere tutto quanto non ha parole. Anche la scelta del colore è rappresentativa di uno stato d'animo e se riempie il "quadro" è un ulteriore traccia da seguire.
La relazione "disabili-mondo del lavoro" è un problema che chiede di essere affrontato e che può essere approcciato da differenti punti di vista: il libro affronta quello del valore della risorsa e quindi del valore della persona. Partendo da questa chiave di lettura e riunenendo professionalità provenienti da realtà differenti (il mondo della formazione, delle cooperative, delle imprese, delle istituzioni), gli autori hanno conosciuto ed ascoltato i diversamente abili e le loro famiglie per raccogliere l'esperienza di un vivere quotidiano, dei principali problemi che si incontrano e che meritano, esigono, una risposta: come valutare le proprie competenze, come proporsi alle aziende, come facilitare l'inserimento. Partendo da tutto ciò, sono state individuate risorse e messi a punto alcuni strumenti che vengono già utilizzati con soddisfazione dai disabili e dalle loro famiglie. Il volume è rivolto principalmente proprio loro, ai diversamente abili e alle famiglie, per offrire idee, strumenti, testimonianze e supporti alla ricerca attiva del lavoro ma soprattutto per agevolare il processo di inserimento lavorativo e di permanenza in azienda.
Come promuovere l'innovazione nelle organizzazioni? Le organizzazioni pongono l'innovazione come priorità strategica, spesso senza riuscire a produrre risultati soddisfacenti e sostenibili. Questo volume si sviluppa intorno ad un'idea semplice e molte volte dimenticata: le persone rappresentano gli attori ideali per rendere l'innovazione una pratica concreta ed efficace nel tempo. Le strategie e gli interventi di people management (selezione, sviluppo organizzativo, sistema premiante e compensation, sviluppo delle competenze, development center, coaching, comunicazione e cultura organizzativa) possono infatti essere progettati efficacemente per fungere da abilitatori dell'innovazione nelle organizzazioni. Dopo aver introdotto il paradigma della complessità e le diverse tipologie di innovazione, il testo approfondisce il ri-orientamento delle leve di people management necessario per costruire un'organizzazione innovation centric. Particolare attenzione, inoltre, viene riservata all'approfondimento di due tipici freni all'innovazione: la cultura di gestione degli errori nelle organizzazioni e i meccanismi di percezione delle persone orientati al passato. Le considerazioni teoriche vengono infine confrontate (in un'ampia sezione dedicata con box e casi concreti) con l'opinione e l'esperienza di alcuni protagonisti aziendali, che riflettono sulle loro esperienze manageriali di gestione dell'innovazione all'interno di grandi gruppi multinazionali e italiani.