
Da tempo, nel mondo dei servizi alla persona è emersa e si sta rafforzando l'esigenza di figure professionali capaci di assumere, all'interno delle organizzazioni, un ruolo fondamentale e insostituibile di "cerniera" tra la dimensione gestionale e la dimensione operativa del lavoro socioeducativo e di adottare, nell'assunzione di questo ruolo, uno sguardo pedagogico. Ma in che senso si può parlare di coordinamento pedagogico? A quali istanze può rispondere? Quali funzioni e quali compiti possono essergli assegnati? E ancora, quali iniziative strutturali può assumere un'organizzazione al fine di mettere i propri coordinatori nelle condizioni di adempiere alle funzioni connesse al proprio ruolo in modo sempre più efficace e positivo? Questi sono solo alcuni degli interrogativi ai quali gli sguardi plurali sul coordinamento pedagogico raccolti all'interno di questo volume cercano di proporre possibili risposte.
Come funziona la nostra organizzazione? Sono soddisfatti i nostri utenti? Il programma raggiungerà i suoi obiettivi? La complessità della nostra società è ormai tale che non sembra possibile dare risposte di semplice buon senso. Non basta un dirigente competente o un amministratore di lunga esperienza per dare risposte giuste, e servono sempre più competenze specialistiche che consentano di districarsi fra la molteplicità dei problemi, i diversi punti di vista delle parti sociali coinvolte, le risorse disponibili, al fine di realizzare analisi approfondite e sostenere il lavoro dei decisori pubblici, e di tutti coloro chiamati a gestire e organizzare strutture, servizi, progetti. Sempre più, anche in Italia, la valutazione sta diventando uno strumento usuale e condiviso di analisi delle capacità di un'organizzazione, dell'efficacia di un servizio, delle possibilità di successo di politiche, programmi e progetti di rilevanza sociale. Questo volume costituisce una guida completa alla valutazione: i concetti, il metodo, le parole chiave. Scritto in maniera semplice, evitando gerghi specialistici e con riferimento a esempi concreti, il testo è rivolto a operatori sociali, sanitari e del terzo settore, funzionari pubblici, professionisti e tutte quelle figure che sempre più spesso in Italia si trovano a confrontarsi con queste pratiche complesse.
L'economia dello sviluppo, nata come settore specialistico della disciplina economica negli anni del dopoguerra, ha avuto sin dall'inizio come oggetto privilegiato i paesi sottosviluppati, le loro caratteristiche, i fattori e le politiche che ne avrebbero consentito la trasformazione strutturale e la crescita del reddito. Che cosa si debba intendere per sviluppo, quali siano le cause del sottosviluppo, come quello che veniva chiamato "terzo mondo" sia andato cambiando e diversificando nella seconda metà del '900 è l'argomento della prima parte di queste lezioni. La trattazione avrà come temi: l'accumulazione del capitale, la crescita demografica, il progresso tecnico, la dotazione di capitale umano, il commercio internazionale, la distribuzione del reddito, e per ciascuno di essi ci si chiederà quali limiti o incentivi diverse istituzioni rappresentino per il loro operare nel senso di una crescita della produzione e di un aumento del benessere. L'ultimo capitolo si propone di trarre da quanto visto in precedenza qualche conclusione sul rapporto tra sviluppo economico e mutamento istituzionale e sul ruolo che in questi processi dovrebbe avere lo Stato.
Il volume è rivolto principalmente agli studenti degli insegnamenti di sociologia quale sussidio per la conoscenza e l'approfondimento di alcuni di coloro che hanno dato un significativo contributo alla disciplina, potendo esso affiancarsi ad altri testi sia di carattere manualistico che monografico. La sua specificità è quella di prendere in considerazione, in un ragionevole numero di pagine, una serie piuttosto numerosa di sociologi e di scienziati sociali (quarantadue, incluse due scuole collettivamente considerate, venti dei quali appaiono a stampa nel volume e ventidue compaiono nel compact disc allegato) seguendo il criterio della collocazione di ciascuno anche in rapporto agli influssi ed alle influenze, contemporanee e successive, su altri sociologi e sulle eventuali scuole o correnti che il loro apporto scientifico ha contribuito a costituire, a formare e a sviluppare. Il volume contiene, inoltre, alcune notizie bio-bibliografiche relative a ciascun autore ed alcuni brevi cenni al contesto storico, sociale ed intellettuale nel quale essi hanno operato, nonché una loro cronologia ordinata per anno di nascita, un elenco cronologico delle opere principali di ognuno, un elenco delle prime riviste di sociologia ed un quadro d'insieme che tenta di evidenziare le relazioni e le influenze fra i vari autori e fra questi e le scuole che essi hanno contribuito a formare e a costituire.
Questa terza edizione, completamente rinnovata rispetto alle precedenti, è più attenta alla comunicazione e alla didattica; più aggiornata negli esempi; più completa nell'illustrazione di come si deve progettare e condurre una ricerca valutativa. Il manuale è utile per chi già conosce la valutazione e vuole approfondirne le tematiche metodologiche, è adatto anche a chi vi si avvicina per la prima volta. Dopo un ampio capitolo teorico generale, che consente al lettore di comprendere le principali problematiche della valutazione, il testo approfondisce come realizzare concretamente una ricerca valutativa in un processo che, tappa dopo tappa, segnala i luoghi di attenzione, gli elementi critici, i rischi dell'approccio iniziale col committente, della formulazione delle domande valutative, della definizione di una strategia di ricerca, fino alla redazione del rapporto valutativo finale. Seguono capitoli più specialistici sulla costruzione del dato e le tecniche di ricerca valutativa. Un capitolo di casi di studio, collegati alle precedenti definizioni metodologiche, consente di vedere come concretamente il metodo sia stato applicato in situazioni e contesti differenti. Il volume si chiude con un ampio glossario.
In tutte le organizzazioni - aziende industriali, commerciali, di servizi, ospedaliere, enti locali e pubblici - è indispensabile coinvolgere quanti vi lavorano, affinché - ad ogni livello - diano il massimo di se stessi, segnalino i problemi e collaborino alla loro soluzione, assicurino un servizio personalizzato ai clienti-utenti, contribuiscano con le loro idee al miglioramento continuo della performance, dell'efficienza, della qualità, della redditività. Sembra esserci un accordo generale sul fatto che lavoratori, manager e organizzazioni potrebbero ottenere grossi benefici dalla creazione di una cultura in cui ci sia un'effettiva responsabilizzazione del personale. Empowerment è la risposta a questa esigenza. Coinvolgendo i lavoratori in una cultura di empowerment si permette loro d'usare le proprie conoscenze, esperienze, motivazioni per realizzare dei compiti che vanno a beneficio dell'organizzazione, con modalità tangibili e intangibili, provando un senso di orgoglio per ciò che fanno. I manager diventando dei team leader possono scoprire che i risultati si ottengono più facilmente che in una cultura gerarchica. Questo libro, basato su esperienze concrete e scritto da uno dei guru più famosi e da due suoi collaboratori, costituisce una guida sicura e completa che vi aiuterà a compiere questo passaggio e a incrementarne sostanzialmente la rapidità.
Le difficoltà nello sviluppo armonico e funzionale dei bambini sono in costante aumento e di conseguenza è in crescita la domanda di interventi preventivi e curativi a carattere psicologico e psicoterapico. Questo libro, proponendo il gioco come strumento principe per la cura del disagio psico-emotivo della famiglia con bambini, può essere considerato una vera e propria sfida per una cultura in cui il giocare costituisce un'attività meramente infantile. Dentro tale sfida ci sono tanto le famiglie che richiedono un intervento, quanto i professionisti della cura. Non di rado, infatti, lo psicoterapeuta rimane intrappolato dentro la propria immagine di professionalità composta e formale. Il gioco - svolto con la partecipazione attiva di tutti i componenti del setting terapeutico - grazie alle sue caratteristiche comunicative non verbali e simboliche, facilita delle ristrutturazioni della singola persona e del suo sistema familiare, permette di agire quelle ridefinizioni comportamentali necessarie al cambiamento e decostruisce quelle rigide impalcature mitiche che paralizzano le famiglie. E i terapeuti giocando diventano modelli impliciti e possibilità di attivazione di empatia, di coping e di imitazione da parte di tutti.
Psicofarmaci e psicoterapia sembrano avere pregi e difetti spesso complementari: i primi, efficaci, rapidi, poco costosi (anche se non sempre) e poco impegnativi, hanno però effetti collaterali, sono un po' deresponsabilizzanti e, soprattutto, non insegnano nulla; la seconda, lenta, faticosa, costosa e non generalizzabile, insegna però a reagire e contribuisce a modificare idee ed atteggiamenti irrazionali. Anche lo psicologo, non abilitato alla prescrizione, si trova a seguire pazienti che comunque usano psicofarmaci: questa è la norma quando si hanno in terapia pazienti anziani, bipolari, psicotici, depressi. Lo stesso però si nota anche con pazienti con disturbi ansiosi e (spesso con minori giustificazioni) con pazienti con disabilità intellettiva, disturbi dello spettro autistico e disturbi di personalità. Il testo prende in esame i diversi disturbi descritti nel DSM 5 e dimostra come, nei fatti, sia possibile un'integrazione tra intervento psicoterapeutico e psicofarmacologico, tra psichiatria e psicologia clinica. Vengono quindi fornite precise indicazioni pratiche, suggerimenti e prospettive per tale integrazione, con pochi rimandi teorici e molta pratica clinica.
Puntare sul Diversity Management significa, per un'organizzazione, promuovere strategie di reclutamento e gestione delle risorse umane che mirano alla valorizzazione delle diversità (di genere, origine etnica, età, abilità fisiche, orientamento sessuale, identità di genere). L'ipotesi che sta alla base del Diversity Management è che una gestione della forza lavoro centrata sull'inclusione e sulla promozione della diversità offra ad aziende e amministrazioni pubbliche una serie di vantaggi competitivi: incentivo al cambiamento, valorizzazione dei talenti, spinta a trovare soluzioni innovative, capacità di rispondere all'eterogeneità di clienti e mercati, aumento del commitment dei dipendenti, valorizzazione dei background formativi e di esperienza, creazione di un ambiente di lavoro più armonioso. Nella prospettiva del Diversity Management, infatti, promuovere la diversità è un modo per creare un ambiente di lavoro più inclusivo e al tempo stesso aumentare la competitività dell'impresa, collegando le performance aziendali con questioni di giustizia sociale. Il volume indaga - da un punto di vista storico, economico e sociale - la traiettoria americana, europea e italiana del Diversity Management, e si conclude con una rassegna delle buone pratiche nelle amministrazioni pubbliche europee e nelle public utilities europee.
Da qualche tempo anche in Italia vanno prendendo piede pratiche e proposte formative a carattere esperienziale che promuovono il miglioramento di competenze trasversali. Nonostante si fondino su studi e metodologie da tempo validati nell'ambito delle scienze della formazione, poco ancora si conosce di questo tipo di percorsi formativi e soprattutto dei risultati che possono offrire a persone e aziende. Questo libro propone uno specifico studio esemplificativo che risponde alla crescente esigenza di informazione da parte dei molti utenti interessati a questo tipo di formazione; esso illustra il percorso formativo denominato "Avventura Vincente", proponendone gli outcomes in modo esaustivo per quanto riguarda l'ambito della vita sia personale e/o privata, sia professionale. La lettura è facilitata da riferimenti teorici semplici e dalla concretezza dei racconti dei soggetti intervistati che hanno spiegato come e quanto sono migliorate le loro competenze. Un allegato online completa e approfondisce il quadro documentario. L'opera si rivolge quindi sia agli addetti ai lavori - formatori, educatori, responsabili risorse umane, consulenti, insegnanti - ma anche agli adulti in genere, a manager, imprenditori e ogni altro profilo professionale che desideri capire quali benefici si possano trarre dalla formazione esperienziale sulle competenze trasversali.

