
I santi incarnano l’amore di Cristo, nella loro esperienza di fede, per poi donarlo agli uomini. È per questo motivo che le loro vite sono affascinanti: da una parte sono uniche e dall’altra tutte insieme costituiscono le meraviglie del giardino di Dio. Santa Teresa di Gesù Bambino è un fiore splendido, manifestazione della santità di Dio. La sua esperienza di fede, come ben riesce ad esprimere l’Autrice, nasce dalla sapienza con cui essa ha letto e compreso il Vangelo: essa è dottore della Chiesa in senso pieno perché ha colto con straordinaria sapienza il mistero di Dio e del suo Verbo Incarnato. Inoltre, Teresa è stata capace di tradurre il mistero dell’Amore misericordioso in un messaggio semplice, capace d’illuminare la vita anche delle persone più semplici. La sua dottrina spirituale e morale è tutta concentrata nell’adesione totale a Cristo, nell’abbandono ad un Amore senza riserve. Per affrontare tali tematiche, il libro è composto di tre parti: nella prima viene delineata una panoramica storica della vita di Teresa, soprattutto sugli anni di formazione e di educazione primaria, tracciando il profilo morale, spirituale e umano della sua famiglia; nella seconda viene descritta la levatura morale di Teresa in qualità di formatrice delle novizie, in un contesto spirituale e culturale qual’era il giansenismo; nel terzo e ultimo capitolo si è scelto di trattare il cuore della dottrina di Santa Teresa, ovvero la «piccola via» della fiducia, delle virtù fondamentali che nascono in lei dopo una vita vissuta nello Spirito, verso la riscoperta dell’essenziale: l’amore di Dio come madre e generatore di virtù.
Elisa Gentile, licenziata in Teologia Morale presso l'Accademia Alfonsiana di Roma, vive a Soverato (CZ). Attualmente insegna religione a Crotone.
All’epoca di Leone XIII (1878-1903) la Chiesa era sotto attacco: liberalismo, massoneria e socialismo volevano la distruzione della religione cattolica e della civiltà cristiana. Cosa poteva fare allora la Chiesa? Difendere la Verità. Il Magistero di Leone XIII incarna, come dice Benedetto XVI, “una Chiesa capace di affrontare senza complessi le grandi questioni della contemporaneità”: vale la pena di conoscerlo. Anche se in pillole, anche se per brevi definizioni. Abbiamo pensato di farlo creando una specie di piccolo dizionario dei concetti e delle questioni più significative in modo che tutti possano assaporarne il profondo insegnamento.
L'autrice volge lo sguardo all'Italia per decantarne, con linguaggio raffinato, la straordinaria bellezza paesaggistica e architettonica, quasi a cercare una compensazione all'inquietudine dei nostri tempi. Prefazione di Davide Rondoni. Questo volume poetico, dedicato anche a Giovanni Paolo II, rapprsenta un invito a riscoprire le nostre radici, la ricchezza delle tradizioni culturali attraverso un metaforico viaggio dalla Val D'Aosta alla Sardegna. In occasione del prossimo anniversario dei 150 anni dell'Unità d'Italia, il libro rappresenta un appuntamento imperdibile per festeggiare questo momento indimenticabile.
Conosciuta a menadito, fino nei meandri più nascosti la saga degli Asburgo diventa sia la metafora di un mondo scomparso, degli ultimi istanti di un destino fatale e corale, sia la realtà storica che si trasforma in un mito consacrato dalla Chiesa con la beatificazione dell'Ultimo Imperatore Carlo I d'Austria.
Questo è l'ultimo di tre volumi che raccolgono ordinatamente quasi 500 testimonianze su Antonio Rosmini. Testimonianze dirette; di laici, di ecclesiastici, di religiosi, uomini e donne che lo conobbero di persona, fanciullo, ragazzetto, giovane universitario e sacerdote, religioso e fondatore della Società della Carità, straordinario filosofo del Sistema della Verità, plenipotenziario di Carlo Alberto di Savoia presso Pio IX nelle vicende travagliatissime del risorgimento italiano ed europeo... Testimonianze di storia civile ed ecclesiale in cui l'asceta, il mistico, l'educatore, lo psicologo, il filosofo dell'essere, della persona, del diritto, della politica è vicinissimo a noi, non raccontato come idealizzando una figura del tempo che fu, ma fotografato nella concretezza della giornata domestica, della vita conventuale e fraterna, nella solennità dei suoi studi e dei rapporti con i protagonisti del tempo, e della sua azione sociale e politica. I tanti anni di forzato silenzio di questo gigante possono dirsi superati, dal momento che la Chiesa ha 'ritrovato' il suo umilissimo e grande figlio. "Si leggono i libri di una giornata, si disprezzano quelli dei secoli", scriveva Rosmini. Ebbene oggi possiamo cominciare a risalire la china conoscendolo come uomo di fede, di piena umanità, sentendocelo narrare da chi l'aveva ancora negli occhi commossi e nel cuore, perché riaccada per noi quel determinante incontro.
Questo saggio in latino, con traduzione italiana a fronte, è opera del Servo di Dio Fra Tomas Tyn, OP (1950-1990), scritta appena ventenne quand'era ancora studente presso lo Studio Teologico Domenicano di Walberberg. Si tratta della confutazione condotta con rigorose argomentazioni scolastiche della tesi rahneriana dell'"etica esistenziale formale", un tentativo del teologo tedesco di superare l'individualismo esistenzialista mediante una formalizzazione dell'etica esistenzialista. Sennonché il giovane teologo Fra Tomas, dando prova di uno straordinario acume critico, senza inutili timori reverenziali per un pensatore già allora molto affermato, mostra apoditticamente come il tentativo rahneriano non regge, presentandosi come un contraddittorio compromesso tra il soggettivismo esistenzialista e l'oggettività dell'etica realistica cristiana. Entrando nel merito, possiamo dire che Rahner giudica insufficiente ai fini dell'azione concreta la semplice applicazione della legge, legge da lui vista come un semplice ideale astratto incapace di mordere sulla realtà. Viceversa il giovane Tomas mostra che il fine proposto dalla legge morale tocca profondamente la realtà e anzi la realtà concreta, per cui la pretesa rahneriana di aggiungere al comando della legge un'ulteriore "legge concreta", che sarebbe stabilita dal soggetto, nasconde in realtà non una perfezione dell'agire morale, ma al contrario una sua corruzione, con una caduta nel relativismo soggettivista.
Un libretto semplice nato per rispondere all’invito del Venerabile Papa Giovanni Paolo II, il quale chiedeva alla Chiesa tutta di riscoprire quest’antica preghiera mariana tanto cara alla pietà popolare: il Rosario. Semplici meditazioni accompagnano e scandiscono questa bella supplica alla Madonna, che avvicina e abbraccia.
Andrea Maniglia è seminarista dell’Arcidiocesi di Lecce e alunno del Pontificio Seminario Regionale Pugliese Pio XI di Molfetta. Frequenta il triennio teologico presso la Facoltà Teologica Pugliese “Regina Apuliae”. Collabora con il Centro Culturale Italiano “GIOVANNI PAOLO PRIMO” e con il settimanale cattolico diocesano “L’Ora del Salento”.
Papa Leone XIII (1810-1903) nacque a Carpineto Romano (Roma) il 2 marzo 1810, duecento anni prima del 2010. Benedetto XVI, sempre particolarmente attento alle ricorrenze, ha dunque raccomandato di celebrare il 2010 come anno di Leone XIII, e il 5 settembre 2010 si è personalmente recato in pellegrinaggio a Carpineto Romano. Leone XIII è un Papa straordinariamente importante nella storia della Chiesa e del pensiero cattolico. È dunque davvero sorprendente come il rilievo dato al bicentenario – nonostante l’appello di Benedetto XVI – sia rimasto sostanzialmente modesto e ridotto a qualche iniziativa per specialisti. Un certo progressismo cattolico non ama Leone XIII perché costui è il Papa che ha sottolineato l’eccellenza della civiltà cristiana medievale, la malizia del “diritto nuovo” moderno, l’intransigente opposizione alla massoneria, il carattere di “micidiale pestilenza” del socialismo e del comunismo, il riferimento obbligatorio per i cattolici nella filosofia a san Tommaso d’Aquino. D’altra parte, alcune scelte diplomatiche di Leone XIII sono oggetto di perplessità anche fra storici che non appartengono al mondo progressista. L’errore principale, contro cui lo stesso Leone XIII aveva messo in guardia, consiste però nel ridurre l’insegnamento di questo «Papa molto anziano, ma saggio e lungimirante», come l’ha chiamato Benedetto XVI, a una sola enciclica, la Rerum novarum del 1891, e alla sola tematica economica e del lavoro. Non soltanto se ci si limita alla Rerum novarum si perde la ricchezza del corpus di Leone XIII ma, isolandola dal richiamo ai principi generali dell’ordine sociale, si rischia di non capire o d’interpretare in modo sbagliato anche la celebre enciclica del 1891. La stessa Rerum novarum afferma che «è un solenne principio questo, che per riformare una società in decadenza, è necessario riportarla ai principi che le hanno dato l’essere. Deviare dallo scopo primitivo è corruzione, tornare a esso è salvezza». «Possa il Magistero sociale di Papa Leone – conclude Benedetto XVI – continuare a guidare gli sforzi dei fedeli per costruire una società giusta, che trovi le sue radici negli insegnamenti di Gesù Cristo».
Massimo Introvigne, vice-responsabile nazionale di Alleanza Cattolica e sociologo, ha al suo attivo trent’anni di studi e oltre quaranta volumi dedicati in particolare al pluralismo religioso e al Magistero della Chiesa. Dirige a Torino il CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni), una delle maggiori istituzioni mondiali che si occupano di rilevare e descrivere i fenomeni religiosi in Italia e nel mondo. È vice-presidente dell’APSOR (Associazione Piemontese di Sociologia delle Religioni). Collabora ai quotidiani Avvenire e Libero e al mensile di apologetica Il Timone. Per Fede & Cultura ha pubblicato: Attacco a Benedetto XVI (2007); e con P. Ferraresi Il Papa e Joe l’idraulico. La crisi economica e l’enciclica Caritas in Veritate (2009).
Ci chiediamo: “Perché la vita umana?” E non troviamo conforto nelle nostre indagini scientifiche. Solo la meraviglia è la risposta della ragione al mistero che si rinnova ogni volta che l’amore di un uomo e di una donna diventa creatore.
Il Genoma Umano è costituito da 3,2 miliardi di lettere ovvero da alcune decine di miliardi di atomi di carbonio (oltre che di idrogeno, di ossigeno e di azoto) disposti in una sequenza tridimensionale dotata di “senso”, lunga circa due metri e compressa all’interno del nucleo della cellula che misura 5-10 millesimi di millimetro di diametro. E’ il DNA: un prodotto “high tech”, di nanotecnologia avanzata, si direbbe se fosse fabbricato oggi. “E’ il manuale di istruzioni della vita” (Francis Collins, Direttore del Progetto Genoma Umano). Un codice, quello genetico, universale e gratuito, consente alla cellula di leggere e di capire il significato di ogni paragrafo, necessario per costruire l’embrione o indispensabile per far funzionare tutta quanta la sua rete metabolica. Si trasmette inalterato di generazione in generazione, per garantire la continuità della specie. Come ha potuto autogenerarsi una materia dotata di senso? Come si è creato il flusso di informazioni all’interno della cellula? E’ la complessità irriducibile, genetica e biochimica, assolutamente ignota ai tempi di Darwin, la moderna sfida della scienza alla teoria dell’evoluzione graduale della vita, quella che, notoriamente, procede senza senso e senza finalità, solo per mutazione, per selezione naturale e per deriva casuale.
Umberto Fasol laureato in Scienze Biologiche a Padova, docente di Scienze Naturali nel Liceo Alle Stimate di Verona, di cui è Preside, si è sempre interessato alle problematiche relative all’evoluzione, alla morfogenesi e alla cosmologia, ritenute fondamentali nella formazione della “visione del mondo” dello studente. Esperto di bioetica, promuove dibattiti sulla fecondazione assistita, sull’identità dell’embrione umano, sull’aborto, sulla famiglia e sulla sessualità. Ha pubblicato sulla rivista internazionale di Biologia: Meccanismi epigenetici nella morfogenesi dei vertebrati (1984) e Fede e scienza: pensare l'uomo in 2000 anni di Cristianesimo, ed. Stimatine (2000). Per Fede & Cultura ha pubblicato La creazione della vita (2008), andato subito esaurito.