
La funzione della storia della filosofia è proporre il pensiero dei filosofi perché costituisca un aiuto alla nostra ricerca della sapienza. Non è ammissibile, pertanto, una concezione classicista della storia della filosofia antica, che la ridurrebbe ad un insieme di teoremi e proposizioni rigidamente concatenati, ritenendoli il culmine del pensiero umano, la soluzione definitiva a tutti i problemi filosofici. Non è neppure corretto l'atteggiamento storicista, cioè la convinzione che nessuna verità sopravvive alla storia e che pertanto la filosofia greca, come espressione del pensiero umano in un determinato momento storico, sia stata irrimediabilmente superata, per cui è possibile soltanto darne una fedele ricostruzione. In contrasto con entrambi gli atteggiamenti, dobbiamo affrontare lo studio della storia della filosofia antica, convinti di potervi trovare numerose verità, che il passar del tempo non può invalidare, ma anche numerosi errori che ci sarà utile conoscere.
La retorica è l'arte di convincere. Ma l'esperienza mostra che il mero dominio di questa tecnica può rivelarsi addirittura dannoso per l'oratore, che corre il rischio di vedersi sospettato di manipolazione. La retorica è un paradosso: quanto più la dominiamo, tanto più ci si rivolta contro. È vero? Dal punto di vista tecnico, sì; ma, fortunatamente, la retorica è più profonda: per convincere qualcuno bisogna prima entrare in contatto con lui, non soltanto col suo intelletto, ma anche - e fondamentalmente - con le sue emozioni, che ne rafforzano la libera decisione. Ma siccome il ricevente ha la sua sensibilità e non si lascia ingannare tanto facilmente, è fondamentale che l'emittente esamini le proprie intenzioni comunicative: quanto più esse sono sincere e rispettose, tanta più fiducia indurrà e, di conseguenza, tanto più efficace sarà la comunicazione. Nel presente libro si studia una retorica dei valori con un fondamento ecologico, basato sulla responsabilità e sulla solidarietà, in cui occupa un ruolo centrale la riflessione sulla qualità umana del relatore, perché soltanto una persona convincente saprà convincere con efficacia.
Nel trattare della rivelazione, la "Dei Verbum" descrive il processo della storia della salvezza che sfocia nella «pienezza dei tempi» quando lo stesso Figlio di Dio viene a comunicare gli insondabili misteri di Dio agli uomini. Il documento si sofferma in particolare sulla rivelazione nella nuova alleanza, contenuta specialmente nei vangeli. Partendo dalla persona e dalla predicazione di Gesù Cristo, il testo sottolinea i punti di convergenza fra il Gesù della storia e il Cristo della fede , in uno sforzo per mettere in risalto il rapporto fra storia e teologia. L'interesse per questi argomenti era già presente agli inizi del XX secolo, come si desume dalla ricerca che mise in moto la critica moderna, specie nelle altre confessioni cristiane. Il documento "Sancta Mater Ecclesia" ha sancito, a pieno titolo, il ruolo dell'esegesi cattolica contemporanea nello studio della figura di Gesù nei Quattro Vangeli.Nel presente studio si mostrerà ogni vangelo con le caratteristiche proprie, a confronto con gli altri. Ci limiteremo ai tre primi, chiamati sinottici, perché permettono di essere contemplati insieme in tre colonne, fornendo una visione d'insieme che in greco si chiama appunto sinossi. Si menzionerà qualche volta anche il Quarto vangelo, in relazione con gli altri tre. Il suo stile è letterario diverso, perché presenta una concezione teologica di Gesù più esplicita di quella dei sinottici.
Oggi diventa urgente ripensare le scienze da un punto di vista che non pretende di unificarle riconducendole ad unum, ma che si propone di trovare la loro unità in una reciproca relazionalità entro la quale esse possano dialogare in modo fecondo, mantenendo e anzi promuovendo la loro specifica autonomia. Il presente volume nasce da questa esigenza. Esso si propone di rispondere alle grandi sfide del nostro tempo presentando il progetto di un paradigma relazionale come interfaccia fra le scienze. Per cominciare questa avventura, il volume prende in considerazione le scienze teologiche, filosofiche e sociali. Perché questa scelta? La ragione di fondo sta nel fatto che i proponenti condividono la presupposizione generale secondo cui "all'inizio (della realtà, di ogni realtà) c'è la relazione". Un tale assunto è certamente da sottoporre allo scrutinio scientifico, esplicativo e comprendente, e anche empirico per quanto riguarda le scienze umane e sociali. Ma implica di per sé un imprescindibile riferimento all'ambiente metafisico della ricerca scientifica.
"Storia delle idee contemporanee. Una lettura del processo di secolarizzazione" è un libro originale, frutto di alcuni anni di insegnamento della storia delle idee degli ultimi due secoli a un pubblico multiculturale.
L’autore assume come filo conduttore il processo di secolarizzazione per esporre quelle idee principali che configurano la cultura odierna. È una secolarizzazione che presenta due facce: una forte, identificata con l’affermazione dell’autonomia assoluta dell’uomo; e una seconda, denominata sclericalizzazione, che si manifesta nella crescente consapevolezza dell’autonomia relativa del temporale.
Partendo da queste distinzioni, il libro guida il lettore attraverso i principali movimenti storici e culturali del XIX e XX secolo, corredando l’esposizione con molte riflessioni tratte dalla letteratura, dalla filosofia, dalla storia politica e dalla storia della Chiesa. Questo aspetto conferisce al testo un carattere aperto e interdisciplinare in grado di rivolgersi a un pubblico molto ampio, interessato a conoscere le radici intellettuali della cultura contemporanea.
Introducing charity as a social principle valid not only for the micro-relationships like the family or friendship but also for the macro-relationships like the economy or politics, poses a challenge, because charity, as the central message of the Gospel and the distinguishing Christian virtue, is not a directly applicable social program. It requires the mediation both of a correct political philosophy and of a social organization based on legal justice. However, charity is difficult to handle in organizations because the exigencies of charity go beyond justice and are difficult to predict. Love (charity, benevolence, etc.) gives without return, without calculation. Love transcends the loving person and therefore cannot be forced into a socio-legal structure that needs regularity and predictability in order to function. This then is the challenge for Christians striving to evangelize the society in general and the economy in particular: Charity is the hallmark of Christian ethics, but is not fit to function as an immediately applicable social principle. Christians therefore struggle to find the way that charity can manifest itself institutionally in a free market economy. This book is a result of such an endeavor. We ask in which way the big social principles of human dignity, solidarity and subsidiarity as they have been developed in centuries of Catholic social thought and magisterial teaching express charity as a principle in society, and how solidarity is compatible with freedom and spontaneity.
Questo testo, che pubblichiamo per la prima volta in lingua italiana, è stato definito da alcuni come il più importante trattato sull'azione dopo Aristotele. Rappresenta uno dei capolavori della filosofia anglosassone del ventesimo secolo e ha ormai acquisito lo statuto di un classico del pensiero filosofico. Le conclusioni a cui perviene G.E.M. Anscombe in questo libro hanno schiuso un intero panorama di indagine filosofica, oggi comunemente noto come "teoria dell'azione".
Questo volume nasce con l’intento di offrire una riflessione agile sulla comunicazione della Chiesa nell’ambito dei social network e del Web. Attraverso le riflessioni di docenti ed esperti di comunicazione, si esplorano le dinamiche della conversazione online per dare spunti a chi si occupa di comunicazione in istituzioni ecclesiali, educative o di servizio sociale. Il testo non è rivolto solo agli addetti ai lavori, ma a chiunque voglia fare della sua presenza online un’occasione per cooperare al bene comune. Oggi, infatti, la comunicazione non è più solo per i professionisti del settore (giornalisti e comunicatori) ma qualcosa a cui ciascuno contribuisce con la sua vita in Rete. Educatori, genitori, artisti, ecclesiastici, religiosi, volontari: tutti sono chiamati a dare il loro apporto alla “missione digitale”, giacché il Web non è solo uno strumento, ma un ambiente da abitare, in cui si possono costruire legami, incontrare persone e arricchire le proprie esperienze.
La Chiesa è interessata alla cultura economica del contesto sociale in cui vive perché da questa organizzazione economica dipende in buona parte la vita dei suoi fedeli e delle sue istituzioni. E la società odierna è, oggi più che mai, guidata nel suo funzionamento dall'organizzazione economica. Spiegare i problemi che possono sorgere da una logica solo umana di organizzazione economica è una delle sfide più importanti per la Chiesa sul terreno della comunicazione. Questo è lo spirito del nostro trattato, che vuole offrire un contributo all'interdisciplinarietà tra economia, diritto canonico e dottrina sociale della Chiesa, suggerendo anche alcuni spunti di riflessione sulla comunicazione istituzionale relativa all'origine e alla funzione dei beni temporali nella Chiesa, con la consapevolezza che essa non è soltanto una realtà umana, ma anche e soprattutto divina, quindi mai completamente traducibile nei termini di qualsiasi cultura attuale. Molti pastori sono poco inclini a pensare che questo sistema socio-economico sia in grado di aiutare l'istituzione ecclesiale a muoversi in un mondo dominato da un'economia che condiziona l'esistenza degli uomini senza tenere conto della loro dimensione religiosa. Per di più, la profonda specializzazione degli studi universitari non facilita la comprensione del mondo economico da parte dei pastori della Chiesa, che non sempre hanno la possibilità di studiare ed essere preparati in questi aspetti così importanti per la nostra società. Occorre sviluppare una certa sensibilità attraverso corsi specialistici per coloro che dovranno governare e presentare la realtà ecclesiale ai diversi enti che costituiscono la sfera pubblica: fedeli, politici, benefattori, mezzi di comunicazione, ecc. Le riflessioni presentate in questo testo tendono anche a custodire la realtà della Chiesa così come si manifesta nella sua struttura materiale, senza tradire il senso dell'istituzione privilegiando altre attività, per lodevoli che siano. Da questo punto di vista, si possono attuare strategie di sviluppo economico per le strutture ecclesiali, dato che ci sono ancora ampi spazi di miglioramento, in molti Paesi e in tante realtà. La riflessione sulla cultura economica della Chiesa ci porta infine a considerare che anche la storia ha un suo peso e all'analisi delle realtà specifiche dell'istituzione ecclesiale: Santa Sede, Stato-Città del Vaticano, le diocesi, le parrocchie, come realtà da comprendere, spiegare e sviluppare in maniera approfondita.