
L'anima e il nostro soffio vitale. E' lo spirito, il vento che muove ogni nostro gesto e si commuove in se stesso. Gioca, girando e rigirando su se stesso. Un abisso che chiama se stesso in un fondo in cui tutto e suprema leggerezza e calma infinita. In questo segreto silenzioso e dolce, l'anima ascolta il mormorio leggero di un venticello che e in lei ma non e lei. E qui l'anima comincia a sussurrare le sue parole. Appena affiorano nel respiro della voce, e come se fossero l'anima stessa che si dice. Sono degli spiragli: di li si affaccia lo spirito.
Rivista monografica n. 1/gennaio-aprile 2012.
Rivista monografica quadrimestrale di teologia, n. 1/12. Una sezione monografica di Sacra Doctrina sul tema: l'influenza/presenza dei Padri della Chiesa nella riflessione teologica contemporanea.
Rivista monografica n.2 / maggio -agosto 2012. Alle origini dell'idea di normativism. Il problema della Potentia Dei" tra teologia e diritto pubblico europeo. "
Questa "Apologia per i cristiani" fu scritta a Roma intorno al 153 per la famiglia imperiale. Fu infatti indirizzata all'imperatore Antonino Pio e a suo figlio, Marco Aurelio, e a suo nipote Lucio Vero, quali futuri imperatori. L'autore vuole discolpare i cristiani dalle accuse mosse contro di loro e a questo scopo usa argomenti di carattere morale e teologico, ma anche di tono giuridico e politico. Ricorda agli imperatori che la loro pretesa di avere un governo illuminato e degno di filosofi va dimostrata nei fatti. In particolare chiede che i cristiani siano condannati solo dopo che sia provato il male che essi - secondo i pagani - commetterebbero. L'obiettivo dell'Apologia è duplice: ottenere la legalizzazione del cristianesimo e quindi la fine delle persecuzioni; e mostrare agli imperatori e ai pagani che solo la fede in Cristo può soddisfare la loro sete di verità, perché Cristo è il Logos, la Ragione divina fatta carne. Sete di verità che le filosofie e le religioni hanno soddisfatto solo in minima parte. Giustino denuncia anche i limiti e le contraddizioni delle religioni pagane e sviluppa temi insoliti per un'opera destinata alla lettura dei pagani, cioè la dimostrazione della divinità di Cristo sulla base delle profezie e la descrizione del rito eucaristico. L'Apologia, infatti, è un testo storico di capitale importanza per ricostruire il modo con il quale i cristiani del II secolo celebravano l'eucaristia.
Le otto Omelie su Qoelet di Gregorio di Nissa costituiscono la prima testimonianza del grande interesse dei Padri per il libro di Qoelet. Gregorio vi legge la confessione del re Salomone e il bilancio della sua vita. Sviluppando il tema della vanità del mondo, sottolineato dal frequente ritornello 'Vanità delle vanità, tutto è vanità', Gregorio desidera, non tanto invitare al disprezzo del mondo, quanto piuttosto esortare a scoprire nel mondo un cammino che conduce a Dio. Sviluppa così due grandi riflessioni: la prima sulla natura dell'universo, detto macrocosmo, e sulla natura dell'uomo, detto microcosmo, per condurre il suo ascoltatore ad acquisire una giusta consapevolezza del suo essere, del suo ruolo nel mondo e dei suoi limiti; la seconda riflessione è sul concetto di tempo, in senso fisico, etico ed escatologico, nella quale rielabora le più felici conclusioni della filosofia greca.
Scopo di questo saggio è focalizzare il disegno - meraviglioso - che Dio ha per noi. L'obiettivo è perseguito attingendo a tutte le risorse del sapere umano: in particolare le scienze umane, la filosofia, e la teologia. Al momento della nascita l'uomo è ancora un semplice abbozzo di umanità, ricchissimo di potenzialità e suscettibile di svariate realizzazioni. È un progetto aperto, tutto da compiere. L'antropologia filosofica studia la progettualità umana così come viene concepita dalla pura ragione. La teologia, invece, fondandosi sulla Sacra Scrittura - che è il documento del disegno di Dio sull'uomo - scopre progetti ancora più vasti e stupendi di quelli che la ragione da sola riesce a individuare e realizzare. In particolare la Rivelazione ci insegna che Gesù Cristo ha compiuto per primo, e nella sua vicenda terrena, questo disegno divino sull'umanità e che egli stesso chiama ogni discendente di Adamo ad essere associato a questo compimento mediante il dono della sua salvezza, della grazia santificante, dei sacramenti e della sua stessa persona divina.
Questo saggio è il tentativo di trattare in modo semplice, ma non semplicistico, con rigore e libertà, ma senza disinvoltura, le questioni che emergono continuamente dal dialogo tra fede e scienze positive. Questi due registri, «Dio e le scienze», non vano confusi, ma hanno legami vicendevoli potenti: l’uomo ha bisogno sia della fede che delle scienze per avvicinare gli antichi interrogativi che rendono la sua esistenza, al tempo stesso, ricca e angosciante. Chi è l’uomo in mezzo a questo universo scintillante di stelle, su questo pianeta che pullula di esseri viventi? Da dove viene: dalla polvere di una stella caduta dal cielo o da LUCA (Last Universal Common Ancester), la cellula primordiale comune a tutti i viventi?
Jacques Arnould ne parla in una forma inusuale: con brevi capitoli che mettono in scena una questione, senza la pretesa di dare una risposta definitiva; racconti immaginari; lettere; meditazioni.
Volare via con lo sguardo è volare nello sguardo. Imprendibile. Come un colpo d'ala del genio. Qualcosa che sta sotto a tutto e dentro tutto. Invisibile, ma presente. Una presenza di interiorità. Entrare nella malattia è entrare nella solitudine. Una solitudine che non può capire chi non la abita. Dal didentro. È una questione di esperienza, perché è una chiamata assoluta alla profondità interiore. Anche l'urlo di aiuto sembra soffocare. Quando il gioco è interiore, il grido appare troppo esterno e annega nel sospetto velato della inutilità. Ma quante lacrime ci vogliono per trovare sollievo? Ne basta una. Lei sa che cos'è la solitudine. Ne è l'unica compagna cara. E l'obiezione del male? È l'angelo custode, il consolatore, che la trasfigura. E si fa compagnia comoda all'obiezione scomoda. Breve saggio di taglio divulgativo sul senso della sofferenza umana.
Fino ad oggi non era mai accaduto che una Chiesa ortodossa avesse definito in modo ufficiale e sistematico le proprie posizioni su temi di attualità sociale. Sulla base della dolorosa esperienza di persecuzione da parte dell'ideologia materialista, la Chiesa russa afferma con entusiasmo che la dimensione primaria della persona umana è quella spirituale. Ben consapevoli dei pericoli del mondo moderno, ma avendo per esso uno sguardo decisamente ottimista, i Fondamenti della Dottrina sociale costituiscono una vibrante esortazione alla testimonianza e all'impegno dei cristiani nella società contemporanea, con particolare riferimento alla vita politica e sociale. Dando la parola ai propri vescovi, la Chiesa russa definisce la sua posizione riguardo a numerose questioni relative all'insieme della vita politica, economica e sociale del mondo contemporaneo, come le relazioni tra Chiesa e Stato, la nazione ed il diritto, il lavoro e la proprietà, i rapporti internazionali, l'etica familiare, i diritti dell'uomo, la salute, la bioetica, la cultura, i mass-media, i rapporti tra scienza e fede, la globalizzazione, l'ecologia. Oppressa da decenni di martirio, la Chiesa ortodossa si rivela ora particolarmente tagliente nel sostenere il principio di "non-ingerenza" nelle relazioni tra Chiesa e Stato, e nel rivendicare il diritto alla disobbedienza civile in caso di disaccordo con l'autorità politica. Introduzione di Kirill I, patriarca di Mosca e di tutte le Russie.

