
Molto spesso il suicidio di un familiare giunge all’improvviso, ingiustificato, senza senso. Appare come uno scacco definitivo, un’ingiustizia subìta senza possibilità di appello. E per di più i ‘sopravvissuti’ non sperimentano il suicidio soltanto come gesto di autodistruzione di chi lo compie, ma anche come atto di aggressività nei loro confronti, come ricatto affettivo e morale che li accompagnerà per tutta la vita. Si sentono in colpa per non essere stati capaci di cogliere il “grido di dolore” del loro familiare o del loro amico in difficoltà; si percepiscono come persone non altamente significative e importanti per il suicida perché, diversamente, egli non si sarebbe ammazzato e non avrebbe scelto, tra loro e la morte, proprio quest’ultima.
Il volume affronta la sofferenza generata dal suicidio di un congiunto – la gestione dei pensieri, dei sentimenti, delle reazioni –, privilegiando la narrazione del dolore vissuto, il faticoso percorso cognitivo ed emotivo che i familiari sopravvissuti devono compiere per convivere con l’esperienza di una morte così traumatica e intravedere, infine, una prospettiva di senso.
In un mondo in cui il suicidio viene annoverato tra le prime dieci cause di morte ed è al secondo posto, dopo gli incidenti stradali, nei giovani tra i 15 e i 24 anni, i ‘sopravvissuti’ al suicidio di un congiunto costituiscono categorie a rischio particolarmente elevato. Decidere in quale modo continuare a essere vivi è un compito che richiede quindi coraggio, creatività, volontà, giorno dopo giorno.
Il testo non è rivolto unicamente agli specialisti (medici, psichiatri, psicologi) o ad insegnanti ed educatori, ma specialmente ai familiari di chi è morto suicida, ai depressi, a coloro che non riescono ad affrontare il peso della vita e a sopportarne il dolore, a quanti credono sia possibile stare lontani dalla sofferenza, a chi dialoga pericolosamente con la morte, nella speranza di trovare il coraggio per incontrarla al più presto.
Sommario
Introduzione. Pietro, il figlio. Annalisa, la nipote. I genitori di Alex. Titta, la moglie. Il padre di Matteo. La madre di Matteo. Federica, la figlia. Gianna, la moglie. Maria, la figlia. Conclusione. Glossario. Bibliografia.
Note sugli autori
Antonio Loperfido è nato a Noci (BA) ed è psicologo-psicoterapeuta presso il Dipartimento di salute mentale di Pordenone, nonché docente a contratto presso la Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Udine. Ha curato il libro Spezzarsi la vita (2001), finanziato dal Ministero della Sanità, Istituto Superiore di Sanità.
Rosèlia Irti è nata e vive a Imola (BO); è autrice di romanzi e manuali. Fra le sue opere citiamo Come sopravvivere a scuola, Sansoni 1990; Tradurre senza tradire, Sansoni 1992; Oltre la paura, Pratiche Editrice 1998; Rosso Fuoco, Editrice Nuovi Autori 2002.
L’intento del volume, chiaramente divulgativo ancorché rigoroso, è quello di mettere in luce lo specifico della disciplina grafologica, con riferimento alla scuola di Girolamo Moretti, accreditata dall’insegnamento nelle Università di Urbino e Roma. L’interpretazione della scrittura, condotta con competenza, può offrire contributi inaspettati su problemi che fanno parte del vivere quotidiano e con cui ci si deve inevitabilmente confrontare, come ad esempio la scelta della scuola o del lavoro.
Note sull’autore
Iride Conficoni, laureata in economia e commercio, è grafologa diplomata all’Università di Urbino, dove insegna Tecnica e metodologia grafologica al corso di diploma universitario presso la Facoltà di Scienze della Formazione. Svolge da oltre vent’anni attività professionale di grafologo consulente e ha partecipato come relatrice a numerosi seminari di studi, congressi nazionali e internazionali. Dal 1997 è presidente dell’Associazione grafologica italiana. Collabora con le riviste Scrittura dell’Università di Urbino e Attualità grafologica, trimestrale dell’Associazione grafologica italiana.
Il volume pubblica alcuni risultati presentati al convegno nazionale svoltosi a Bertinoro nell’ottobre 2003 a conclusione del progetto di ricerca biennale su “La costruzione dell’identità cristiana tra Oriente e Occidente (I-VII secolo). Pluralità e conflitti” Tale ricerca, finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e dalle Università di Bari, Bologna, Pisa, Roma La Sapienza, Torino e Udine, ha messo in luce aspetti rilevanti delle differenti identità che caratterizzano il cristianesimo antico e lo configurano come una religione fortemente plurale e per questo segnata anche da conflitti interni ed esterni la cui natura varia di volta in volta. Inoltre la ricerca ha evidenziato un aspetto estrememante rilevante della storia del cristianesimo: l’analisi del modo in cui la religione cristiana ha contribuito all’evoluzione della vita collettiva e individuale.
I contributi qui pubblicati vertono su tematiche fondamentali emerse nel corso della ricerca: la diversità cristiana con le tensioni e i conflitti fra i vari gruppi (Gianotto, Zocca, Parrinello, Fabris); il contributo dei diversi cristianesimi alla creazione di forme culturali nuove nel contesto della civiltà tardo-antica (Vouga, Rebillard); la costruzione dell’identità cristiana in relazione a tematiche particolari (Perrone, Canella, Mazza, Spuntarelli, Camplani); la cristianizzazione su territori particolari (cfr. la vasta ricerca di gruppo dell’Università di Bari sulla Campania, coordinata da G. Otranto); la relazione dialettica e di scambio con forme di pensiero diverse (Magris); la storia dell’esegesi (Samra, Bucchi).
Completano il volume gli utili indici per autori e tematici, curati da A. Damanti, dei contributi apparsi nelle prime venti annate della rivista.
Sommario
Presentazione (M. Pesce). 1. La construction apostolique de l’identité chrétienne comme invention de la conscience individuelle (F. Vouga). 2. La Lettera di Giacomo (R. Fabris). 3. L’identità religiosa tra gli gnostici: i gruppi “sethiani” (C. Giannotto). 4. La filosofia greca e la la formazione dell’identità cristiana (A. Magris). 5. L’identità cristiana nel dibattito fra cattolici e donatisti (E. Zocca). 6. Sépulture et construction de l’identité chrétienne aux II et III siècles (É. Rebillard). 7. L’autorappresentazione dell’episcopato di Alessandria tra IV e V secolo: questioni di metodo (A. Camplani). L’identità cristiana nella Campania e a Napoli. (G. Otranto). 8. La Bibbia nel repertorio figurativo di Nola-Cimitile (R. Giordani). 9. Impianti monumentali e produzione epigrafica nel complesso di s. Felice a Nola. Aspetti dell’identità cristiana (P. De Santis – A. E. Felle). 10. Note per una ricostruzione dell’identità cristiana di Napoli al tempo di Gregorio Magno (G. Colantuono). 11. Discorso sulla preghiera e costruzione dell’identità nel cristianesimo antico (I-III sec.) (L. Perrone). 12. Gli Actus Silvestri: l’invenzione di un’identità statale e cristiana (T. Canella). 13. Il rapporto con l’Altro nel monachesimo palestinese. Alcune considerazioni sul rapporto tra identità monastica e identità laicale da Isaia a Doroteo di Gaza (R. M. Parrinello). 14. “In nome della morte di Cristo”: la costruzione dell’identità cristiana nella formula battesimale eunomiana (C. Spuntarelli). 15. L’eschatologie d’Apollinaire de Laodicée à travers les Fragments sur les Psaumes (L. Vianès-Abou Samra). Note (R. Mazza, F. Bucchi). Recensioni. Libri ricevuti. Indice degli articoli di Annali di Storia dell’Esegesi (1984-2003) (A. Damanti cur.). Indici.
Il dialogo tra le religioni e le scienze della natura rappresenta oggi un compito di grande rilievo culturale e sociale. In un contesto contemporaneo che, da un lato, vede il fenomeno religioso spostarsi sul versante dell’irrazionalità e, dall’altro, conosce preoccupanti derive fondamentalistiche all’interno delle grandi religioni, il volume – frutto di un convegno teologico dallo stesso titolo – richiama un orizzonte culturale in cui le religioni diventano luogo di autentica ricerca intellettuale e in cui le scienze, partendo dagli ambiti di ricerca loro propri, vanno oltre se stesse e si pongono domande sul senso del tutto. È un orizzonte in cui si apre uno spazio di incontro tra religioni e scienze e che raccoglie il convergente apporto che sia le prime sia le seconde possono rendere alla costruzione del sapere umano.
Nella prospettiva di un rapporto dialogico i contributi raccolti nel volume focalizzano l’interesse sulla questione della “origine” del cosmo e della vita in esso, in particolare sull’origine dell’uomo e sul suo rapporto con gli altri esseri viventi. Le teologie intervenute rappresentano le tre grandi tradizioni religiose – ebraica, cristiana e islamica – che, dal punto di vista storico, sono state particolarmente legate agli sviluppi della cultura occidentale in cui è nata la scienza moderna.
Sommario
Premessa (A. Autiero). Introduzione (V. Maraldi). Teologia della creazione e scienze naturali (W. Pannenberg). La creazione nel pensiero cristiano. Il Dio trinitario, origine e compimento del creato (V. Maraldi). Il rapporto scienza-fede secondo il modello di Pierre Teilhard de Chardin (L. Galleni). La creazione dal punto di vista biblico-ebraico tra alterità e responsabilità (C. Di Sante). La creazione nell’Islam. Il Libro sacro, i teologi, i filosofi, gli estremisti (C. Baffioni).
Note sul curatore
Valentino Maraldi (Cesena 1963) ha studiato teologia a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana e a Francoforte presso la Scuola superiore di teologia e filosofia Sankt Georgen. Insegna teologia presso il Centro per le Scienze Religiose in Trento e presso l’Istituto di Scienze Religiose di Bolzano. Sui rapporti tra teologia e scienza ha pubblicato Lo Spirito Creatore, Milano 2002.
È noto come il cristianesimo non sia germogliato in un terreno vergine, bensì in un ambiente religioso che aveva una propria tradizione e dal quale resta inseparabile. Molte delle allusioni bibliche disseminate nel Nuovo Testamento sfuggono tuttavia agli attuali lettori: i primi scrittori cristiani avevano infatti ereditato un modo di leggere la Scrittura che si riflette ampliamente nel loro modo di riferirsi a quello che oggi noi chiamiamo l’Antico Testamento. In che modo la conoscenza delle fonti ebraiche contribuisce quindi all’ermeneutica del Nuovo Testamento? Motivi del Vangelo, argomenti di Paolo, affermazioni della Lettera agli Ebrei ricevono una comprensibilità nuova quando sono letti sullo sfondo delle tradizioni originarie dell’ebraismo. Passando attraverso la vigilanza interpretativa del popolo ebraico, la «novità» di Cristo subisce un processo di rifrazione e viene ad assumere una nuova luce.
Evitando uno stile troppo tecnico pur senza rinunciare al carattere scientifico dell’esposizione, il volume propone alcune piacevoli ‘scoperte’ a proposito di questo o quel passo dei vangeli o degli altri scritti apostolici. Esso risulta inoltre prezioso per conoscere i metodi e le tecniche che l’ebraismo utilizza nel leggere la Bibbia.
Sommario
Prefazione. 1. Del buon uso delle fonti ebraiche per la comprensione del Nuovo Testamento. 2. Non scomparirà neppure un yod. 3. “Umile, seduto su un asino”. 4. Ciechi e zoppi. 5. Profetessa e figlia di Aser.
6. Il pronome “io” interpretato come nome proprio di Dio in alcuni midrashim sull’Esodo. 7. Le acque che salgono da sole. 8. “C’era là un giardino…”. 9. “Per tutta la terra è corsa la loro voce”. Allusioni ad alcune tradizioni ebraiche in Rm 9-11. 10. Il ricorso ai tribunali pagani. 11. “Il terzo giorno, secondo le Scritture”.
12. “Tale è la circoncisione di Cristo”. Dal sangue della Pasqua alla morte di Cristo. 13. Il “capo della fede”. 14. Lettura ebraica e lettura cristiana della Scrittura. Appendice: La Tradizione ebraica antica e l’esegesi cristiana primitiva (R. Le Déaut). Glossario.
Note sull'autore
Michel Remaud, sacerdote e religioso della congregazione dei Figli di Maria Immacolata, ha insegnato all’Istituto Ratisbonne di Gerusalemme. È stato consulente della Commissione episcopale francese per i rapporti con l’ebraismo e responsabile dei rapporti con l’ebraismo della diocesi di Parigi. Dirige oggi l’Istituto Albert-Decourtray, centro francese di studi ebraici a Gerusalemme. Ha pubblicato: Israël, Serviteur de Dieu (CCEJ Ratisbonne); À cause des Pères (Peeters); Cristiani ed Ebrei tra passato e avvenire, EDB, Bologna 2002.
La dimensione simbolica degli animali, un tempo corrente e universalmente accettata, ha lasciato traccia nel nostro mondo moderno. Anzi, man mano che la fauna selvatica sparisce dal nostro habitat, sembra quasi che gli animali simbolici tornino sempre più a popolarlo: la colomba rappresenta i movimenti pacifisti, il cavallino rampante è l’emblema di una casa automobilistica orgoglio degli italiani, leoni leopardi lupi e aquile sono adottati dalle più agguerrite squadre di calcio. Ancora oggi additiamo negli animali lo stereotipo di vizi e virtù che contraddistinguono il comportamento umano: il coraggioso è un leone, il vigliacco è un coniglio; la ragazza intraprendente fa la civetta e il maestro chiama asini i suoi studenti.
Alla ricerca delle radici remote da cui ha tratto alimento il simbolismo animale scopriamo il ruolo centrale dell’esegesi biblica: a nessuno può sfuggire come, dalla Genesi all’Apocalisse, dal serpente al drago, la Bibbia si apra e si chiuda con una bestia-simbolo.
L’opera tratta di animali: non tutti gli animali, è ovvio, ma solo quelli che sono menzionati nella Bibbia e hanno quindi goduto dell’attenzione degli antichi esegeti. La curatrice, di cui è nota la sicura competenza in questo ambito, propone una ricchissima e accurata antologia. Due i possibili livelli di lettura: per informazione e per consultazione. Ciascun capitolo è dedicato a un animale, rigorosamente in ordine alfabetico (il volume arriva fino alla lettera G). Si possono leggere tutti, l’uno di seguito all’altro, o consultarli come voci di un’enciclopedia, a seconda dei propri interessi; si può andare direttamente agli indici, alla ricerca di un autore o una citazione specifica.
Ogni capitolo ha la medesima struttura tripartita: un’introduzione traccia brevemente la storia del simbolo animale, seguono i passi antologici suddivisi per simbologie, il corredo di note accorpate a fine capitolo fornisce il necessario complemento di passi paralleli e le spiegazioni più essenziali.
Il rigore scientifico che contraddistingue il volume e il prestigio della collana che lo accoglie non traggano in inganno: scritto con uno stile agile e accessibile a tutti, corredato sempre di traduzione per quanti non conoscono (o più non ricordano) il greco e il latino, il testo è veramente "godibile" dal più ampio pubblico.
Note sull’autore
Maria Pia Ciccarese è professore ordinario di letteratura cristiana antica nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma, dove dirige il Dipartimento di studi storico-religiosi; dal 1998 è presidente della Consulta universitaria di letteratura cristiana antica. Si occupa di esegesi biblica, di escatologia e visioni dell’aldilà, di edizioni critiche di testi cristiani; da oltre dieci anni pubblica contributi sul simbolismo cristiano degli animali. Ha curato i volumi: Il "Contra adversarium legis et prophetarum" di Agostino, Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Roma 1981; Visioni dell’aldilà in Occidente. Fonti modelli testi, Biblioteca patristica n. 8, Firenze 1987; La Letteratura cristiana antica nell’Università italiana, Letture patristiche n. 5, Fiesole 1998.
Senza una pastorale missionaria, la parrocchia non ha futuro. Non può infatti essere costituita da un gruppo di privilegiati che si scambiano il ruolo di leader. Nasce quindi l'esigenza di creare nuovi itinerari di fede esplicitamente pensati per coinvolgere l'intera comunità dei battezzati, comprensivi anche dei "senza Chiesa", dei saltuari e dei "vicini". Presentazione di Mons. Francesco Lambiasi.