
Descrizione
Nella seconda metà del Novecento, il mondo protestante anglosassone vede la teologia e le scienze naturali spingersi oltre le diffidenze reciproche per superare il fossato dei due «magisteri paralleli» e non comunicanti. Grazie all’opera di alcuni scienziati teologi, una serie di studi – fioriti sotto la dicitura Theology and Science – raggiunge una visione del reale capace di avvalersi in modo consonante dei contributi delle diverse discipline sul versante delle «origini». Su quello opposto, invece, gli scenari catastrofici sul futuro dell'universo, prefigurati dalla cosmologia scientifica contemporanea, sembrano porsi in contraddizione diretta con la fede cristiana, che nella risurrezione di Gesù afferma l’inizio della trasformazione di questo mondo nella «nuova creazione». Il fisico e teologo statunitense Robert John Russell affronta tale decisiva questione attraverso l’elaborazione di una metodologia di «interazione mutua e creativa» tra teologia e scienza. Questo volume illustra criticamente il suo tentativo, evidenziandone il contesto storico-culturale e gli aspetti più promettenti in ordine all’esercizio di una relazione tra i saperi capace di innovare profondamente l’interpretazione del dogma.
Sommario
Introduzione. I. Teologia e scienza verso una «mutua interazione creativa». II. La cosmologia scientifica e gli scenari per il futuro dell’universo. III. Escatologia cristiana e cosmologia scientifica. IV. Aperture dialogiche e considerazioni critiche. Bibliografia.
Note sull'autore
Marco Bernardoni, religioso dehoniano, dopo la laurea in Ingegneria delle telecomunicazioni ha perfezionato gli studi teologici con un master universitario sui rapporti tra teologia e pensiero scientifico all’Istituto universitario «Sophia» di Incisa-Figline Valdarno (FI) e una licenza in Teologia dogmatica alla Facoltà teologica dell’Italia centrale di Firenze. Fa parte della redazione delle Edizioni Dehoniane Bologna e della rivista online Settimana News. Per Città Nuova ha curato, con Sergio Rondinara, gli e-book della collana «Parole della scienza»: Teorie e modelli (2015); Continuo e discreto (2016); Forma e materia (2017).
Descrizione
Il nostro modo di stare nel mondo è intimamente connesso con la cura che abbiamo ricevuto e con quella che riserviamo agli altri per conservare la vita, farla fiorire e riparare le ferite dovute alla fragilità e alla vulnerabilità.
L’essenzialità del "prendersi cura" si svela nella molteplicità degli aspetti in cui si manifesta: l’attenzione all’esperienza di ciò che abbiamo ricevuto e che doniamo, la modalità generativa originaria delle relazioni umane, la cura considerata nelle diverse articolazioni concrete in cui si realizza, negli atteggiamenti fondamentali che essa ispira, nella ricchezza di significati che richiama (antropologici, etici, filosofici, pedagogigi, teologici, spirituali, religiosi).
Contributi di Ernesto Borghi, Giuseppe Casarin, Michele Dossi, Lucia Galvagni, Chiara Gubert, Andrea Malfatti, Mirko Pettinacci, Celestino Riz, Romolo Rossini, Leopoldo Sandonà, Michele Vulcan, Stefano Zamboni.
Sommario
Introduzione (M. Pettinacci). I. Eucaristia e cura della casa comune (S. Zamboni). II. Vulnerabilità e cura: un percorso tra etica e spiritualità (L. Galvagni). III. Ambivalenze e paradossi della cura (L. Sandonà). IV. Categorie ontologiche della cura (M. Dossi). V. Cura dell’Altro nella cura negli altri? Letture e riflessioni neotestamentarie (E. Borghi). VI. «E Dio asciugherà ogni lacrima». Parole, gesti e immagini di cura nei tempi della fine (G. Casarin). VII. Aver cura del bene della famiglia: la dimensione etico-religiosa degli affetti (R. Rossini). VIII. Camminare insieme sulla strada della cura ecclesiale. La proposta della terza fase della Commissione internazionale anglicana-cattolica romana (A. Malfatti). IX. La cura educativa nella didattica a distanza in tempi di lockdown (C. Gubert). X. Insegnare con le nuove forme di didattica: una modalità idonea per «prendersi cura» della formazione (C. Riz). XI. Il parroco e la cura d’anime (M. Vulcan).
Note sull'autore
Mirko Pettinacci è docente di Storia all'Istituto Superiore di Scienze Religiose «Romano Guardini» e all'Istituto Teologico di Trento. Per EDB ha curato il volume Osiamo dire… Percorsi di parrhesia (2020).
Un affresco biografico che attraversa momenti cruciali della storia del XX secolo. Si potrebbe definire in questo modo il discorso che Giuseppe Dossetti tenne nella sala dello Stabat Mater dell'Archiginnasio di Bologna il 22 febbraio 1986, in occasione del conferimento del premio Archiginnasio d'oro. In questo libro, il discorso viene introdotto da una ricostruzione storica e biografica di Enrico Galavotti e corredato da uno studio conclusivo di Fabrizio Mandreoli su alcune tematiche teologiche, spirituali e politiche presenti nel discorso e nella vicenda complessiva di Dossetti. In questo secondo intervento si presentano anche alcune annotazioni sulla rilevanza odierna delle prospettive dossettiane per la vita politica, sociale ed ecclesiale italiana e mediterranea.
Generalmente si è portati ad attribuire un significato positivo al cambiamento. Eppure cambiare il mondo non ha in sé alcun significato di valore. Dentro al cambiamento del mondo stanno i grandi progressi della scienza e della tecnologia, che migliorano il benessere dell'uomo e lo rendono maggiormente cosciente e capace di controllare quanto gli sta intorno; ma ci sono anche disastri ecologici, cambiamenti antropologici devastanti, genocidi consapevoli o inconsapevoli. Cambiare il mondo è un obiettivo o una pulsione fondamentale insita nell'uomo, che dobbiamo imparare a controllare e a indirizzare verso fini comuni? E, se di questo si tratta, abbiamo gli strumenti per capire come indirizzare il cambiamento?
Questo libro si propone di raccontare la storia di Antonio Rosmini, il prete di Rovereto vissuto nella prima metà dell’Ottocento, noto soprattutto come filosofo e fondatore di una congregazione religiosa. La Chiesa cattolica ne riconosce oggi la grandezza, ma sulla sua vita e su quella dei suoi discepoli pesarono a lungo le proibizioni e le condanne ecclesiastiche che coinvolsero alcuni aspetti del suo pensiero. La sua stessa persona attirò, accanto ai più solenni attestati di stima, anche giudizi malevoli e perfino atteggiamenti ostili e minacciosi. Sulla sua morte pesa ancora oggi il sospetto di avvelenamento.
Chi era quest’uomo ammirato per la sua intelligenza straordinaria e per la sua semplicità di vita altrettanto fuori dal comune? Che cosa pensava e che cosa aveva scritto di tanto pericoloso? E come mai oggi è considerato un beato da quella stessa Chiesa che a lungo lo ha messo al bando?
Sommario
Prefazione (P. Coda). Premessa (M. Dossi). Abbreviazioni. I. La formazione e gli anni giovanili. II. L’ambiente milanese e le prime battaglie culturali. III. La perfezione cristiana. IV. Salvare l’intelligenza. V. Un cantico filosofico delle creature: l’etica rosminiana. VI. Le opere della maturità e le prime polemiche rosminiane. VII. La persona e la politica. VIII. Il rinnovamento ecclesiale e le Cinque Piaghe della Santa Chiesa. IX. La rivoluzione del 1848 e il fallimento del riformismo rosminiano. X. La ricerca teosofica e l’ultimo Rosmini. Epilogo: Dalla condanna alla beatificazione. Per saperne di più.
Note sull'autore
Michele Dossi è docente di discipline filosofiche presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Romano Guardini” di Trento. Oltre a un ampio Profilo filosofico di Antonio Rosmini (Morcelliana 1998), tradotto in tedesco da Kohlhammer (Stoccarda 2003), ha pubblicato numerosi saggi sul pensiero rosminiano. Collabora con la Biblioteca Rosminiana di Rovereto e con il Centro di studi e ricerche Antonio Rosmini dell’Università di Trento.
Il confronto che si dipana in queste pagine tra Franco Mosconi, monaco camaldolese, e Salvatore Natoli, filosofo laico, ripensa la speranza dentro «l’oggi» come forza che rigenera e come lievito che feconda la realtà. Il primo autore fa riecheggiare la potente tradizione dei profeti biblici, il secondo la grande tradizione filosofica che convoca Baruch Spinoza, ma anche Ernst Bloch con il suo Il principio speranza. Ne nascono due percorsi d’invitante e non ovvia profondità, lontani ma non opposti, graffianti proprio per una fedeltà al presente che non si identifica con la cronaca e non indulge alla lamentela.
Sommario
Prefazione (M. Mariani). Una speranza radicata nella fede (F. Mosconi). Speranza e cura del presente (S. Natoli). Dibattito.
Franco Mosconi, monaco camaldolese, collabora con varie riviste e si dedica alla predicazione e animazione di esercizi spirituali. Tra le sue pubblicazioni: Non sia turbato il vostro cuore. Meditazioni sul Vangelo di Giovanni (Il Margine 2008), Ruminare la Scrittura. Introduzione alla Lectio divina (Il Margine 2010) e Senza di te non ho alcun bene (Ancora 2018).
Salvatore Natoli è stato a lungo professore di Filosofia teoretica all’Università Milano Bicocca. Tra i suoi libri recenti: Scene della verità (Morcelliana 2018), L’animo degli offesi e il contagio del male (Il Saggiatore 2018) e Il fine della politica (Bollati Boringhieri 2019). Con EDB ha pubblicato L’uomo dei dolori (2020).
Intuitivamente e nell’uso comune utilizziamo le parole «complessità» e «complesso» per denotare qualcosa di difficilmente comprensibile, di cui non è scontato venirne a capo. Dietro questo concetto stanno in realtà molte idee diverse, formalizzate in matematica, in fisica e nelle scienze sociali. Nei vari ambiti si è cercato di precisare quali fenomeni possano essere definiti «complessi», e come il carattere della complessità possa essere misurato, se non addirittura compreso, individuando alcune «leggi».
Se ci si riferisce in modo specifico ai fenomeni sociali è possibile dare alcune risposte a domande come: Viviamo in un mondo più complesso che nel passato? E, se è così, di quali strumenti dobbiamo dotarci per capire e agire in presenza di questi fenomeni?
Sommario
Introduzione (E. Zaninotto). Abitare la complessità (C. Saraceno). Umanesimo proletario (L. Manicardi).
Note sull'autore
Chiara Saraceno, laureata in Filosofia, fino al 2008 è stata docente di Sociologia della famiglia alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Torino. Dal 2006 al 2011 è stata docente di ricerca al Wissenschaftszentrum für Sozialforschung di Berlino. Attualmente è honorary fellow al Collegio Carlo Alberto di Torino.
Luciano Manicardi, laureato in Lettere classiche all’Università di Bologna, dal 2017 priore della comunità di Bose. Collabora a diverse riviste, tra cui Parola Spirito e Vita. Con EDB ha pubblicato, tra gli altri, La crisi dell’età di mezzo (2015).
Descrizione
Due aspetti si intrecciano continuamente nelle pagine del libro. Il primo sottolinea la rilevanza del metodo nell’azione pastorale e il valore teologico della narrazione e dell’ascolto delle persone e delle comunità. Il secondo offre una rilettura narrativa ancorata alla vita e alla storia dell'autore, teologo, parroco e missionario.
Il testo può essere letto sia nella sua totalità, incrociando i due livelli, che si alternano secondo tappe successive, ma anche tenendoli separati e considerandoli in momenti distinti.
A partire dal versetto biblico di Esodo 3,7 («Ho visto la miseria del mio popolo, ho ascoltato le sue grida, conosco le sue sofferenze, per questo scendo a liberarlo»), il volume si snoda in tre tappe. La prima si sofferma sul metodo vedere-giudicare-agire, proprio della teologia latinoamericana; la seconda sulla forza e la qualità del conoscere come risultato essenziale del vedere e dell'ascoltare; la terza sullo sbocco naturale di un processo di azione pastorale che viene a contatto con una conoscenza più autentica e profonda della realtà.
Sommario
Prefazione (M. Semeraro). Introduzione. I. In quel tempo. II. «Conosco le sue sofferenze». III. «Sono sceso per liberarlo». IV. E per dirla tutta. Bibliografia.
Note sull'autore
Luigi Pellegrino, parroco a Taranto, è stato missionario fidei donum in Guatemala, dove ha realizzato opere sociali per la formazione culturale e pastorale. Laureato in Teologia pastorale alla Pontificia Università Lateranense e in Filosofia all'Università di Roma Tor Vergata, ha conseguito il dottorato in Teologia all'Università Bolivariana in Colombia.
Marcello Semeraro, cardinale, già vescovo della diocesi di Albano, è prefetto della Congregazione delle cause dei santi e membro del Dicastero per la Comunicazione.
L'autore racconta che una fedele, prestando forse per la prima volta attenzione alle parole recitate nel Credo, era giunta alla conclusione che non credeva veramente neppure alla metà degli articoli di fede. «Non è difficile immaginare quelli che la inquietavano: "Credo in Dio Padre onnipotente" e allora Auschwitz e Hiroshima? "Creatore del cielo e della terra" e il Big Bang e l'evoluzionismo?». I destinatari del libro, che affronta uno ad uno in maniera agile tutti gli articoli di fede, sono i molti a cui accadrebbe la stessa cosa se smettessero di recitare il Credo "con il pilota automatico". Tutti i credenti, quindi, perché chi non è almeno un po' scettico coi tempi che corrono?
Sommario
Prologo. Introduzione. Il Credo. I. CREDO IN DIO PADRE E LA SUA OPERA CREATRICE. 1. Credo in Dio Padre onnipotente. 2. Creatore del cielo e della terra. II. CREDO IN GESÙ CRISTO E NELLA SUA OPERA REDENTRICE. 3. Credo in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore. 4. Concepito per opera e per grazia dello Spirito Santo è nato da santa Maria Vergine. 5. Patì sotto Ponzio Pilato. 6. Fu crocifisso, morì e fu sepolto. 7. Discese agli inferi. 8. Il terzo giorno risuscitò da morte. 9. Salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente. 10. Di là verrà a giudicare i vivi e i morti. III. CREDO NELLO SPIRITO SANTO E LA SUA OPERA DI SANTIFCAZIONE. 11. Credo nello Spirito Santo. 12. La santa Chiesa cattolica. 13. La comunione dei santi. 14. Il perdono dei peccati. 15. La risurrezione della carne. 16. La vita eterna. Epilogo. Bibliografia.
Luis González-Carvajal Santabárbara, dottorato in Teologia all'Università Pontificia di Salamanca, è stato parroco a Madrid, segretario generale della Caritas spagnola e professore alla Facoltà di Teologia dell'Università Pontificia Comillas e direttore del Dipartimento di Teologia morale. È autore di numerose pubblicazioni in campo teologico e pastorale.
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Con il "via libera" da parte del papa all'assemblea della CEI del maggio 2019, entra in vigore la nuova traduzione italiana del Messale. Si tratta della terza edizione in italiano del Messale romano di Paolo VI. Tra le novità introdotte quelle sul Padre nostro e sul Gloria. Questa nuova edizione EDB presenta le seguenti caratteristiche: - il volume unico, che contiene tutti i testi per la celebrazione dell'eucaristia sia delle domeniche e solennità, sia delle ferie infrasettimanali, sia il proprio e il comune dei santi, nonché le messe rituali che hanno maggiore probabilità di una celebrazione propria, alcuni formulari delle messe per diverse necessità di maggior interesse pastorale, le messe votive; - l'alta leggibilità, anche grazie all'utilizzo di due colori nell'impaginazione; - l'originale commento quotidiano delle rubriche "Ascoltare" e "Vivere", affidate a fratel MichaelDavide, che prevedono rispettivamente una sintetica riflessione iniziale e un pensiero esortativo a chiusura della giornata. Complessivamente questo nuovo Messale è organizzato in modo tale da evitare il più possibile all'utilizzatore di dover saltabeccare tra le varie pagine e sezioni del volume. Anche per questo motivo il rito della messa include tutte le parti utili alla celebrazione, compresi i prefazi e tutte le preghiere eucaristiche autorizzate. Una rubricatura visibile sul taglio della pagina permette di individuare velocemente le varie parti in cui il Messale è strutturato. Numerosi e dettagliati indici aiutano nella ricerca.

