
"La Quaresima, itinerario di rinnovamento di vita, è soprattutto il ritorno verso un amore. Un ritorno appassionato? Piangiamo la nostalgia di un amore perduto, quello di un Dio che ci ama intensamente. Piangiamo il desiderio di un nuovo incontro. Che cosa ti manca di lui?". Il libretto, che si offre come aiuto per vivere in modo rinnovato il tempo della Quaresima e la Pasqua, ha uno stile agile e fresco. Dal mercoledì delle Ceneri fino alla domenica di Risurrezione 2015, ogni giorno l'autrice coglie uno spunto dal vivere quotidiano, lo mette in feconda relazione con un versetto della Scrittura tratto dalla liturgia del giorno e ne ricava una pillola di riflessione che accompagna il cammino di conversione, che invita a vedere le cose con gli occhi di Dio.
Il sussidio accompagna i bambini nel cammino verso la Risurrezione di Gesù con un itinerario che parte dal mercoledì delle Ceneri, presenta le cinque domeniche di Quaresima, la domenica delle Palme, il triduo e la Pasqua. Per ognuno di questi momenti offre un breve passo biblico, una narrazione che aiuta a comprenderne il significato nella vita di un bambino, uno "zoom" sul concetto chiave, e infine la sezione "Gioca e crea" che propone un gioco e una attività da costruire. Età di lettura: da 6 anni.
Il volume presenta un percorso che spiritualmente collega immagini, messaggi e simboli dell'arte di p. Rupnik e dell'Atelier del Centro Aletti di Roma con abbondanti riferimenti biblici, patristici e del magistero, per condurre il lettore nella esperienza della creatività della Chiesa, che tramite la liturgia e i sacramenti fa passare dalla vita mortale alla vita immortale.
Le pratiche superstiziose di origine pagana penetrate nel costume dei cristiani della «campagna» sono il bersaglio della requisitoria di Martino di Braga, scritta intorno al 573.
L’invettiva segue liberamente il De catechizandis rudibus di Agostino – proposto nella stessa collana con il titolo Catechesi per principianti – ed è affiancata e sostenuta da un’essenziale catechesi circa le fondamentali verità della fede cristiana, presentata con linguaggio semplice e popolare (rustico sermone). L’opuscolo ebbe fortuna, anche per il persistere di quelle pratiche superstiziose di cui ancor oggi si segnalano tracce evidenti, e fu ampiamente utilizzato per almeno due secoli. Il testo è di notevole interesse non solo per il suo contenuto dottrinale, ma anche per le implicazioni che riguardano l’evoluzione della lingua latina, la storia della liturgia battesimale e della religiosità «popolare».
La cultura occidentale ha avuto origine da due voci congiunte: quella di Socrate, che ha dato l’impulso a cercare la verità, la giustizia e la pietà conoscibili da tutti gli uomini, e quella di Gesù, che ha reso possibile riconoscere Dio come grazia piuttosto che come legge, e invocarlo prima come Padre che come Potere. A differenza di altre religioni, il cristianesimo non propone la sua particolare rivelazione divina come programma di politica umana, ma consegna il mondo all’intelligenza dell’uomo, affinché, alla luce della natura che è fuori di lui, della coscienza personale e dell’esperienza storica, tutti lo conoscano.
Il libro si accosta a una questione antica quanto la stessa umanità: Dio costituisce un interrogativo radicato da sempre nel cuore dell’uomo e tale da richiedere la ricerca di una risposta, oppure è una risposta data da chi crede senza che esista previamente un tale interrogativo, o desiderio o attesa nel cuore dell’uomo? Il canto, il tratto di pittura in una grotta, il simbolo in una sepoltura e l’invocazione di Dio nascono simultaneamente, sono contemporanei. Una volta proferita, non possiamo dimenticare questa parola divina, perché è la radice della nostra prima origine, il fondamento della nostra libertà personale e l’àncora della nostra speranza definitiva.
Dio non è il limite della nostra libertà o il freno alle nostre conquiste storiche, ma il garante della loro durata, la sentinella che denuncia le loro dissimulazioni e il giudice che non lascerà impunite le loro trasgressioni.
Il volume indaga la dimensione della riconciliazione presentando il rito della penitenza, i suoi fondamenti biblici e la sua storia. Elabora inoltre una teologia del peccato, esamina l’evento sacramentale del perdono in relazione all’evento fondamentale della riconciliazione ed esplora le modalità con le quali la Chiesa determina l’essenza e gli elementi per una celebrazione valida e fruttuosa.
La riflessione prende in esame la figura del penitente, il ruolo del sacerdote penitenziere (compresi i doveri e i possibili abusi), e presenta la prassi della confessione partendo dai princìpi morali e pastorali che la informano e la regolano.
Sommario
Premessa. Siglario. Bibliografia generale. Introduzione generale. I. Liturgia, Bibbia, Storia.
1. La celebrazione della penitenza. 2. Fondamenti biblici del sacramento della penitenza. 3. La penitenza nella storia della Chiesa. II. Teologia, Morale, Diritto. 1. Il mistero dell’iniquità e del peccato. 2. L’evento sacramentale del perdono. 3. Il penitente. 4. Il sacerdote confessore. 5. La prassi della confessione. Conclusione: dalla liturgia della riconciliazione alla riconciliazione nella vita.
Note sull'autore
Renzo Gerardi, presbitero del patriarcato di Venezia, ha compiuto gli studi filosofici e teologici alla Pontificia Università Lateranense, dove ha conseguito il dottorato in Teologia nel 1974. Dopo aver insegnato Teologia sacramentaria e Teologia spirituale, attualmente è docente ordinario di Teologia morale speciale nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense, di cui è pro-rettore. Per EDB ha pubblicato: Teologia ed etica della penitenza. Vita cristiana, vita riconciliata (32008), Storia della morale. Interpretazioni teologiche dell’esperienza cristiana. Periodi e correnti, autori e opere (22012), Le malattie dell’anima. Trattato sui vizi capitali (22013) e sette piccoli volumi dedicati ai vizi capitali (2015).
Ambrogio Autperto (†784), fecondo esegeta e abate di San Vincenzo al Volturno, redasse due sermoni in occasione della Purificazione (l’antica Presentazione del Signore al Tempio) e dell’Assunzione di Maria, primi scritti in ambito latino dedicati alle due festività mariane.
Pensati nella classica forma omiletica di un commento spirituale alla pericope di Lc 2,22-40 e al Magnificat, i due sermoni spaziano dalla speculazione dottrinale (anche controversa, come nel caso della questione di una «assunzione con il corpo» o meno) a una policroma lettura simbolica del testo sacro e liturgico. Dei due testi, pregevoli per sapienza esegetica e armonia retorica, si offrono l’edizione critica e la traduzione, assieme a un puntuale commento di taglio filologico, storico e liturgico. I sermoni mariani di Autperto rappresentano la cifra di una mariologia che si nutre abbondantemente dell’antica lezione dei Padri e dei Concili (Efeso e Calcedonia) e al tempo stesso intraprende sentieri teologici originali, dischiudendo quell’orizzonte, trapuntato di culto, affetto e devozione alla Vergine che costituisce una delle note più caratteristiche della spiritualità e della cultura del Medioevo occidentale.
Un viaggio negli abissi del mare permette al profeta Giona di conoscere le fondamenta del cosmo e l'imminente fine dei tempi. Un miracoloso ringiovanimento di Abramo e Sara accompagna la storia della vocazione del patriarca in chiave etica. La vita di Mosè, ripresa dal libro dell'Esodo, viene narrata in una forma molto vicina al puro intrattenimento. Nella "Bibbia raccontata", i rabbi cercano di offrire al lettore del proprio tempo risposte a problemi che il testo biblico lascia irrisolti, ma la cui soluzione si rende necessaria per una coerente visione d'insieme. Tale tradizione, che si è affermata già con il Secondo Tempio ma che raggiunge una nuova fioritura solo in epoca araba, rielabora in forma più attraente il grande patrimonio della tradizione per metterlo a disposizione di un vasto pubblico.
Esperienza universale che attraversa le epoche e le culture accomunando adolescenti e adulti, ricchi e poveri, aristocratici e gente comune, l'amicizia raggiunge il nostro tempo liquido e virtuale estendendosi ai contatti di Facebook, che avvengono sulla base di una "richiesta di amicizia". Esperienza duratura, perché propria dell'uomo, ma anche difficile da definire e persino ambigua, viene ospitata nel cristianesimo in modo originale e fecondo e solleva alcuni interrogativi: se l'amico è come un fratello, qual è il rapporto fra amicizia e fraternità? Che distinzione esiste fra amico e prossimo? E, alla luce dell'invito ad amare i nemici, per il cristianesimo esistono ancora amici? L'amicizia è virtù, è disposizione che assume come compito etico l'affinità elettiva, ma è al tempo stesso un mistero poiché si nutre anche di silenzio, specchio che ne riflette la trascendenza e apre all'infinito.